Mai più… Parole, parole, parole, soltanto parole
È più forte di me continuare a chiedermi, non solo da oggi, ma soprattutto oggi, a che cosa è servito istituire la Giornata della Memoria il 20 luglio dell’anno 2000? L’unica cosa positiva è la “consolazione”, se così si può definire, che, almeno in quel giorno, gli studenti di tutte le età verranno informati sulla tragedia della Shoah, augurandoci che abbiano insegnanti “preparati e obiettivi”…. Poesie, canti, disegni, filmati, li si porterà a visitare Auschwitz, si farà ripetere loro in coro, come un disco rotto: “Che non accada mai più”. E poi? E poi si darà inizio al solito “Festival” degli “attori e cantanti”, la passerella dell’ipocrisia dei troppi, per fortuna non tutti, che se la canteranno e se la suoneranno al meglio, coloro che hanno sempre dimostrato disinteresse sulla Shoah ma che in quel giorno faranno a gara a chi salirà sul “palco della stampa e della televisione”, solamente per visibilità e nel riproporci le stesse cose imparate a memoria per l’occasione. Ciò che andrebbe seriamente affrontato è quel “NON ACCADA MAI PIU'”, e come sia possibile che, dopo circa 70 anni dalla Shoah, gli ebrei siano costretti a fuggire dall’Italia e dall’Europa perché, di nuovo, perseguitati ed uccisi! Preciso: non solo dal terrorismo islamico! Non si intende dare la responsabilità esclusivamente all’Islam per nascondere inefficienza, ignoranza e menefreghismo di carattere politico italiano e europeo.
È in atto una rinascita antisemita (mai sopita) sia dall’estrema destra che dall’estrema sinistra, che si va ad aggiungere anche ad una certa informazione che, come ho già scritto più volte, è faziosa, strumentale, bugiarda, e schifosamente e tendenzialmente antisemita, pericolosissima perché tende a destabilizzare i già precari equilibri!
Desidero fare un passo indietro, poiché proprio oggi stiamo ritornando vergognosamente indietro, visto che non ho mai dimenticato di quando si preferiva stendere un “velo pietoso”(per non informare e ricordare) sulla tragedia della Shoah, anzi bisognerebbe definirle “lenzuolate pietose”” lunghe circa 70 anni, non solo veli! Ricordo ancora le difficoltà e le incomprensioni incontrate negli anni ’80, ripeto anni ’80, non anni ’50-’60,che sarebbero stati un po’ più “giustificabili”, vista la vicinanza con la fine del conflitto mondiale, quando decisi di affrontare questo lungo viaggio dentro all’orrore della deportazione e dei campi di sterminio. Impensabile presentare gli esiti pittorici su quella tristissima fase della storia umana che è stato il genocidio: si preferiva continuare a stendere il solito “velo” su quegli anni. Ero una giovane pittrice, ma nonostante tutti i problemi che mi sono stati creati sono andata avanti con determinazione sconfiggendo tutti i detrattori. Le mie 28 opere dell” ‘Olocausto”, dedicate soprattutto ai bambini e ai ragazzi delle scuole, viaggiarono in varie parti d’Europa e raggiunsero anche l’America senza contare i tanti luoghi italiani, perché “In un vecchio cassetto fra i giochi della mia infanzia ho trovato un piccolo panno a forma di stella…” Così iniziava il mio percorso, emozionava e li spingeva a “viaggiare” insieme a me nel ricordo dell’ orrore. Erano queste le parole che davano inizio al mio viaggio pittorico: “Per non dimenticare”. Fortunatamente la stampa e la Tv locale (Telestense) mi fu vicina in modo molto evidente: “La scuola corre in massa, Il Capo Rabbino di Ferrara, così come il Rabbino Capo di Roma Toaff, come molti altri esponenti delle Comunità israelitiche italiane hanno manifestato la loro commossa adesione allo scavo storico e psicologico effettuato da Laura Rossi sulla vicenda di un popolo e di una cultura che diviene idealmente patrimonio collettivo di arrichimento e crescita”.
Emozionante l’incontro dopo circa dieci anni, dalla mia prima esposizione, con Franco Perlasca,( grazie alla solidarietà manifestatami da An e FI), allora giovane assessore al comune di Padova e figlio dell’eroe Giorgio Perlasca, lo Schindler italiano, il quale accettò l’invito a raggiungermi a Ferrara dove emozionò il pubblico presente con un magnifico intervento sulla mia mostra dell’ Olocausto, riproposta in quell’occasione, in una Ferrara seppur ancora molto schiva, impreparata e lontana come altre realtà italiane. E’ doveroso ricordare, nello stesso periodo, anche la solidarietà e l’interessamento dell’ ex sindaco di Ferrara Roberto Soffritti , dell’ ex assessore alla cultura Dario Franceschini (ora Ministro della Cultura), che mi ospitarono al Museo del Risorgimento della mia città. Non dimentico il Liceo Ariosto di Ferrara nella persona della Prof. Silvana Onofri e della cara amica, prematuramente scomparsa, Paola Ricci che volle il mio Olocausto nelle scuole di Lagosanto(Ferrara).
Mi sentii orgogliosa ad aver contribuito all'”apertura” dei cancelli di Auschwitz, fiduciosa che si aprissero anche le fioriture dentro le mura dei ghetti. Ahimè, la realtà è tutt’altra cosa e mi vergogno di tutti coloro che ancor’oggi fanno dell’antisemitismo la loro sporca e insanguinata bandiera.
L’ANPI italiana di oggi, ovvero i “partigiani” nati a guerra finita, dovrebbero riflettere moltissimo. Che lo facciano o meno, sarà una loro scelta.
Conclusioni: non è cambiato nulla, ora vi è solamente molta più ipocrisia. Era preferibile l’ indifferenza manifestata alla luce del sole: era più facile combatterla perché meno insidiosa.
Concordo con Ariel Shimona Edith Besozzi: “Per questo vi chiedo, in rispetto delle vittime della Shoah, se non siete con noi, con Israele, se non siete pronti a combattere il terrorismo, se non siete pronti a combattere perché noi si sia liberi di stare ovunque: eliminate la celebrazione della Giornata della Memoria!”
Laura Rossi- Italia-Israele.