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Il Ferrara Film Corto Festival ospita “Awareness”, progetto artistico di Matteo Farolfi. Appuntamento il 21 ottobre alle 18:30 a Notorious Cinemas

Nei pressi del complesso Nuova Darsena di Ferrara, lungo le rive del Po di Volano, adiacente allo stabile del Notorious Cinemas, si è consumato un ritrovamento che mescola mistero, arte e una strana sensazione di consapevolezza che aleggia attorno ad esso.

È una storia che affonda le radici nella tradizione del fiume, tra racconti di pescatori e leggende di antiche scoperte, ma con un carattere decisamente moderno.

Era una mattina d’estate, quando un gruppo di pescatori di frodo, intenti a navigare in quelle acque, si imbatterono in qualcosa di inusuale. L’elica del motoscafo si impigliò in una specie di telo, quasi invisibile tra le acque. Dopo aver spento il motore, con molta attenzione, riuscirono a liberare l’elica e a portare a riva quello che sembrava essere un vecchio sudario. Era di una stoffa antica, ma robusta, e sul suo tessuto comparivano strane impronte, come se fosse stato indossato da qualcuno con una specie di involucro protettivo.

Awareness, Matteo Farolfi

Alcuni esperti furono allertati immediatamente, in modo da esaminare le impronte che lo rivestivano, perché questi segni parevano appartenere allo scafandro di un palombaro, sicuramente di un’altra epoca, forse di un certo Teseo, storico inventore e militare italiano; ma l’idea che un simile reperto potesse trovarsi dimenticato in un fiume, affascinò biologi, potamologi, oceanografi, idrografi e persino alcuni alchimisti, che raccontavano di un uomo a cui, secoli prima e durante un’immersione troppo profonda, fosse stata rubata l’anima dagli abitanti degli abissi per poi essere intrappolata nella trama di questo telo che ne avrebbe conservato le sembianze esterne. Un sudario protetto dall’acqua e dal tempo, che risuonava di uno strano eco di guerra.

Un restauratore delle valli del Delta, coinvolto nel processo di recupero, disse che il telo nonostante le apparenze, fosse ancora in buono stato. La stoffa era intatta, pur mostrando segni evidenti di una lunga permanenza nelle acque salate e poi in quelle dolci. Venne poi ripulito e protetto all’interno di una camera iperbarica e trasportato alla soprintendenza.

Furono anche intervistate alcune persone che avevano toccato il sudario, e pare avessero sviluppato una reazione strana, una sensazione di consapevolezza nuova, come un’esperienza fuori dal mondo terreno.

La scoperta del sudario trovò dopo poco la sua strada verso la città estense di Ferrara, nella galleria del cinema presso cui era stato ritrovato. L’idea è che il suo potere, sebbene invisibile, possa risvegliare una percezione più profonda della realtà, come se ogni spettatore dovesse interrogarsi sul significato nascosto della vita, sul tempo che scorre e che porta a galla concetti e verità scomode.

Awareness, Matteo Farolfi
Awareness, Matteo Farolfi

La sua prima esposizione si terrà in occasione dell’ottava edizione del Ferrara Film Corto, un festival di cortometraggi che celebra il cinema e la cultura in tutta la sua essenza, e sarà proprio durante il festival, a fine ottobre, che il Sudarium Estensis, così chiamato, verrà finalmente svelato al pubblico. Il direttore artistico Eugenio Squarcia dichiara che non si tratta solo di un’opera d’arte, ma di una riflessione, un’esperienza visiva e sensoriale che promette di lasciar dentro qualcosa di indimenticabile.

Cos’è, quindi, la strana consapevolezza che sviluppano gli osservatori di fronte a questo manufatto?

La risposta, forse, è nascosta tra le pieghe di quel sudario, che si svela lentamente, come una realtà che non smette mai di affiorare. In fondo, qualsiasi menzogna se confezionata bene può essere spacciata come “realtà”.

Awareness è un progetto artistico di Matteo Farolfi, visitabile dal 21 ottobre al 3 novembre 2025 presso Notorious Cinemas di Ferrara con opening e vernissage alle 18:30 del 21 di ottobre 2025.

Poetica Awareness

Il lavoro di Matteo Farolfi porta l’attenzione sull’esplorazione delle profondità dell’inconscio. Una ricerca del proprio “fondale” del proprio essere, per poi riportare in superficie ciò che si era perso o dimenticato. L’artista identifica nel palombaro e il suo scafandro, un simbolo di chi si inoltra in territori insoliti, spesso alla ricerca di verità scomode o nascoste. É un b-side della psiche umana, che tornando in superficie, porta con sé le intuizioni e aspetti della realtà che erano stati trascurati, e come in tutti i viaggi, questa immersione nella consapevolezza come dice il titolo della mostra, comporta rischi e pericoli. É un artefatto artistico che si immerge nell’interiorità dell’esperienza umana e non.

Matteo Farolfi

Nasce a Ferrara nel 1972, città dove vive e lavora attualmente come graphic designer. Dopo diverse attività artistiche nel settore multimediale, tra cui fonico all’accademia nazionale del cinema di Bologna e speaker radiofonico, decide di sperimentare l’uso di vari materiali e tecniche pittoriche che lo portano verso il neo espressionismo. Si specializza nella tecnica mixed media in cui coesistono pittura e fotografia digitale, un dualismo che diventa pretesto di ricerca e tensione continua, tra la realtà e la percezione che si ha di essa. La sua produzione, all’apparenza molto diversificata sia nelle tematiche affrontate che nelle scelte tecnico-stilistiche, è sottesa da una continua pulsione all’ascolto della materia, nel tentativo di percepirne le mutazioni da lei stessa suggerite. La sua attività espositiva lo ha visto coinvolto in mostre personali e collettive in diverse Gallerie e Istituzioni, sia in Italia che all’estero.

Premio per FFCFC realizzato a mano da Matteo Farolfi
Premio per FFCFC realizzato a mano da Matteo Farolfi

Foto gentile cortesia di Matteo Farolfi

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival ‘Ambiente è Musica’, Roma Film Corto Festival), è vicepresidente di Ferrara Film Commission e segue la comunicazione del Ferrara Film Corto Festival ‘Ambiente è Musica’. Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Congo, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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