120 veicoli storici militari con figuranti: non è “La colonna della libertà” ma una sfilata militarista, antistorica e inopportuna
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Antistorica in quanto si concentra solo sul ruolo che ebbero i militari nella Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, distorcendo la storia e tralasciando la complessità della lotta portata avanti dal popolo italiano e dalle formazioni partigiane che a livello anche locale hanno dato un grande tributo di sangue. I tedeschi, i nazisti ed i fascisti sono stati coloro che hanno portato Italia alla guerra, alla distruzione, al dolore ed è stata la Resistenza a liberarci da tanta oppressione! Ed il 25 aprile si celebra la festa della Liberazione dell’Italia dalla dittatura fascista, la festa della ripartenza democratica e antifascista, del ripudio di ogni guerra, che sono i valori fondanti sanciti dalla nostra Carta costituzionale.
Esibire armi, soldati e mezzi militari non è il modo per affermare i valori della democrazia e della pace. È una rappresentazione muscolosa che senz’altro piacerà alle destre che la giustificano spacciandola per attrazione e promozione turistica delle città attraversate da questa inquietante messa in scena mentre si dovrebbe investire denaro per promuovere iniziative sulla storia della Liberazione, quella frutto di rigorosi criteri storici e scientifici, contrastando ogni forma di revisionismo.
Inopportuna, in quanto le amministrazioni locali dovrebbero contrastare la drammatica tendenza ad accettare e giustificare il confronto armato, che purtroppo domina la quasi totalità dell’informazione con l’effetto di rafforzare spinte autoritarie e antidemocratiche, di incrementare i conflitti armati che provocano vittime, profughi, danni all’ambiente e alla salute di ogni essere vivente, aumenti dei costi energetici, aumento delle spese militari a danno degli investimenti in sanità, scuola, servizi sociali e tutela dell’ambiente.
Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it
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