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Da:  Europa per la Pace

Dopo che abbiamo lanciato la nostra iniziativa di boicottaggio si sono alzate altre voci critiche: lo hanno fatto personaggi famosi come Vauro Senesi e Moni Ovadia, se ne parla in alcune trasmissioni televisive, circola una petizione e si sta anche organizzando una manifestazione davanti all’Ariston.

Tutte ottime iniziative, ma riteniamo che il boicottaggio, in questo momento, sia lo strumento più forte e incisivo.

Il boicottaggio si fonda sul “vuoto” e sulla “non collaborazione” e colpisce i violenti in quello che per loro è la cosa più importante: i soldi. Questo è ovvio quando si decide di non comprare più un prodotto, ma lo è anche nel caso di un servizio. Le reti televisive vivono grazie alle pubblicità, il cui valore dipende dagli ascolti che ha quella rete o quello specifico programma.

Ma il boicottaggio ha anche un significato più grande: la gente comincia a prendere coscienza del proprio potere, della propria forza e della possibilità reale di influire sulle decisioni prese “in alto” sopra le proprie teste.

Ovviamente, per ottenere un risultato è necessario il coinvolgimento di un gran numero di persone e al momento attuale la cosa sembra molto difficile. Tutti i sondaggi dicono che la maggioranza degli italiani vuole una soluzione diplomatica al conflitto, ma è difficile informare queste decine di milioni di persone ed ancora più difficile comunicare l’importanza di questa iniziativa.

Oltre ai media, che mai daranno notizia di questo boicottaggio, c’è anche un altro nemico, una malattia endemica, una vera pandemia: la sfiducia. Oggi è difficile credere che con la propria “piccola” azione si possa cambiare qualcosa, così come è difficile credere che “altri” si possano sommare a questa impresa. Ma la sfiducia cronica è essenziale allo stesso sistema violento in cui viviamo. Come potrebbe quest’ultimo esercitare il suo potere se la gente non fosse sfiduciata e divisa? Oggi, infatti, è quasi impossibile convergere in una attività comune.

Vi chiediamo perciò di appoggiare questo tentativo diffondendo questa iniziativa, in modo che arrivi a quante più persone è possibile. È la convergenza in una direzione dell’impegno e della creatività che aiuta a volte a raggiungere un risultato.

Ma al di là del risultato, che sappiamo difficile da raggiungere, è il tentativo in sé stesso che è importante: è un seme che può germogliare nel futuro.

Sappiamo che la direzione degli avvenimenti va verso un sempre maggiore coinvolgimento della società in questa folle guerra. Diffondere e fare conoscere le idee, gli strumenti e la forza della nonviolenza attiva è di grande importanza.

Zelensky al festival di Sanremo: spegniamo la TV, spegniamo la propaganda di guerra!

L’iinvito a Sanremo di Volodymyr Zelensky indigna la maggioranza degli italiani. Portare la guerra in una manifestazione artistica cosi importante è solo propaganda. Il presidente ucraino sembra essere diventato il testimonial di una continua raccolta fondi per gli armamenti. Al contrario la musica, l’arte e la cultura dovrebbero essere veicolo di pace e non di guerra!

Al di la dell’opinione che ognuno ha sulla guerra in Ucraina, questo invito al festival di Sanremo assomiglia ad un’operazione di marketing, a una pubblicità alle industrie delle armi, diffondendo il messaggio che la pace debba necessariamente passare per il supporto militare all’Ucraina.

I soldi che siamo obbligati a pagare per il canone RAI non devono essere usati per imporre un’idea ma per creare un’informazione che rispetti la diversità delle opinioni e dei punti di vista. Sappiamo dai numerosi sondaggi fatti negli ultimi mesi che la maggioranza degli italiani vuole una risoluzione diplomatica e immediata del conflitto e non buttare benzina sul fuoco inviando armi.

Liberiamo Sanremo dalla guerra! Invitiamo cantanti e partecipanti a dare un chiaro segno di dissenso e invitiamo tutto il pubblico da casa a spegnere la TV la sera in cui Zelensky parlerà dal palco dell’Ariston.

La Nonviolenza si esprime con il vuoto, con la non partecipazione e non collaborazione con la violenza e l’arroganza.

Spegniamo la TV, spegniamo la propaganda di guerra!

Europa per la Pace  #EuropeForPeace

In copertina; March 14, 2022, Kyiv, Ukraine: Ukrainian President Volodymyr Zelenskyy delivers an address marking the 19th day of the Russian invasion, March 15, 2022 in Kyiv, Ukraine. (Credit Image: Global Look Press/Keystone Press Agency) – Su licenza

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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