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Da ufficio stampa

In Sala Polivalente l’originale rilettura di Stefano Tosoni, coprodotta dal Teatro Stabile delle Marche

Il mese di marzo vedrà concludersi la quinta edizione di Comacchio a Teatro, la stagione teatrale in Sala Polivalente a Palazzo Bellini diretta da Massimiliano Venturi; sono ben tre gli appuntamenti in cartellone, con una varietà di generi che culminerà venerdì 10 con lo spettacolo di Ivano Marescotti sul giro d’Italia e venerdì 24 con il debutto del nuovo spettacolo della compagnia comacchiese Briciole di Teatro.
La programmazione di questo mese parte già venerdì 3, con Volevo solo fare Amleto di Proscenio Teatro. Sei attori in scena sono i protagonisti di una rilettura in chiave contemporanea di un grande classico della drammaturgia teatrale di tutti i tempi; in scena Stefano e Francesca Tosoni (che sono anche autori dello spettacolo), Pamela Olivieri, Fabio Capponi, Mirco Abruzzetti e Luca Graziani.
Lo spettacolo è vincitore del bando GAME 2013, concorso vetrina per artisti marchigiani under 35, ed è coprodotto dal Teatro Stabile delle Marche e dal Comune di Porto San Giorgio. L’interpetazione di Stefano Tosoni nel ruolo principale gli è valsa la conquista del premio Luigi Vannucchi Attore doc 2016.
Essere o non essere. Parole di Amleto, personaggio enorme da grandi attori. Amleto lo hanno fatto in tutti i modi, classico, avanguardistico, psicologico; perché per fare Amleto oggi bisogna sbalordire. Questo pensa Stefano, giovane attore squattrinato che sogna di fare Amleto. Dato che nessuno gli offrirà mai la parte, decide di fare tutto da solo: riduzione, regia, musiche, costumi, burocrazia. Stefano si ritrova così a guidare una compagnia di attori sgangherati, come un moderno Brancaleone che sprona la sua armata verso l’impresa di mettere in scena uno dei drammi più belli di tutti i tempi. Verità e vita si intrecciano sul palcoscenico, ed il testo di Shakespeare si rivela quanto mai attuale, offrendo allo spettatore una storia in cui si ride, si riflette, si soffre magari, ma non si smette mai di credere ai propri sogni.
L’appuntamento è per venerdì 3 marzo alle ore 21, in Sala Polivalente a Palazzo Bellini (via Agatopisto 7, Comacchio); apertura biglietteria dalle ore 20. La prevendita per tutti gli spettacoli in cartellone continua ogni martedì in Biblioteca a Palazzo Bellini (ore 15-18) e on line sul sito www.comacchioateatro.it (adulti 10 €, ragazzi 6 €, carnet 3 ingressi dedicato ai soci Coop 25 €). L’appuntamento successivo è in programma venerdì 10/03, con Ivano Marescotti che presenterà lo spettacolo Bestiale… quel giro d’Italia!. Infoline 349 0807587 – info@comacchioateatro.it

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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