Skip to main content

Terremoto politico in Trentino Alto Adige, dove si è votato per il rinnovo del governo delle due province autonome di Trento e Bolzano. In Trentino la destabilizzazione, rispetto lo status quo che ha caratterizzato gli ultimi vent’anni, preceduti da una lunga fase presidiata dall’inamovibile feudo di potere democristiano, è stata totale: la Lega ha fatto man bassa di consensi e il suo leader, il deputato e attuale sottosegretario della Sanità, Maurizio Fugatti, ha raccolto il 46.7% delle preferenze correndo con ben 9 liste di sostegno, lasciando alle spalle Giorgio Tonini (25,4), candidato Presidente del Pd e più volte parlamentare, con un abissale margine di distacco. Regge bene il Patt, partito autonomista, anche se la sua corsa solitaria non è stata d’aiuto. Il Trentino vira a destra (o verso il centro-destra, dice qualcuno per edulcorare la pillola). Il dato emerso dalle urne resta significativo non solo in termini di leadership politica, quanto come indice di cambiamento epocale socioculturale da valutare attentamente e monitorare nel tempo.
Uno scossone c’è stato anche in Alto Adige, dove la solidissima Sudtiroler Volkspartei, tradizionale forza trainante locale perde due consiglieri e non raggiunge il 40%, pur rimanendo primo partito. Sfonda invece, in modo del tutto inatteso, la lista guidata dall’ex pentastellato imprenditore Paul Koellensperger, con una civica costituita quasi in sordina solo un mese fa e lontana, nelle previsioni, all’exploit che ha colto tutti di sorpresa. Qui la Lega è terzo partito e fa il suo ingresso nel bolzanino con un buon risultato. Un segnale di ‘italianizzazionedel voto in un territorio che storicamente si è sempre orientato verso modelli nordeuropei a matrice austriaca e tedesca perché il senso di identificazione ha sempre portato a questo.

Per molti è storia di una morte annunciata. Le cause: litigiosità, frammentarietà, poca lungimiranza delle forze alleate di sinistra, affermano gli elettori delusi. Ma la conclamata nettezza dei risultati dei due blocchi a confronto lascia lo sbigottimento in un Trentino che si risveglia il giorno dopo toccato nel profondo, stravolto nel suo percorso lineare e perciò rassicurante, messo in discussione negli indirizzi strategici che riguardano ogni aspetto della sua lunga vita di terra di centrosinistra.

Voto di pancia sulle ali dell’acrimonia, la protesta, l’insoddisfazione? Voto che costituisce il riflesso della lunga onda delle elezioni politiche nazionali? La storia di questa regione è lunga e non scevra da profonde tribolazioni, come tutte le terre di confine, con le influenze, le peculiarità culturali e le responsabilità che investono le ‘terre di mezzo’. Una terra autonoma a statuto speciale, sospesa tra il mondo mediterraneo e il Nordeuropa, importante snodo tra Italia e Mitteleuropa, che ha sempre viaggiato su binari propri perché le è stata storicamente riconosciuta e conferita la proprietà di legiferare nella specificità del territorio, e lo ha sempre fatto bene.
Gente di montagna, abituata all’accoglienza, alla solidarietà, all’aggregazione, alla cooperazione perché la vita nella valli non era facile, l’ambiente impervio e le risorse da utilizzare in comune, perché ‘insieme era meglio’. Questi tratti sono rimasti nel tessuto sociale, perché non è facile sbarazzarsi della propria storia, del proprio passato e delle intime vocazioni di una popolazione, anche se atrofizzati, spesso inespressi, fuorviati e contaminati dalle ondate esterne di ostilità e chiusura verso ciò che si teme, nascosti per la vergogna di dover ammettere di essere controtendenza, manifestati con circospezione e cautela. Voglio credere che l’orgoglio dei trentini non venga accantonato e che quello che inizialmente era un ‘canto delle sirene’ o il timido soffio del ‘pifferaio magico’, trasformatosi ora in un forte vento travolgente generale, non affossi definitivamente quei valori e quelle azioni che hanno sempre accompagnato la gente comune, in buonafede, desiderosa di promuovere benessere e giusto progresso per le comunità. “E ora espugniamo la Toscana”, ha dichiarato subito tra il serio e il faceto Matteo Salvini, in una delle sue battute, neanche tanto battute, dopo il voto trentino. Spero nessuno si stia sentendo terra di conquista…

tag:

Liliana Cerqueni

Autrice, giornalista pubblicista, laureata in Lingue e Letterature straniere presso l’Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano. E’ nata nel cuore delle Dolomiti, a Primiero San Martino di Castrozza (Trento), dove vive e dove ha insegnato tedesco e inglese. Ha una figlia, Daniela, il suo “tutto”. Ha pubblicato “Storie di vita e di carcere” (2014) e “Istantanee di fuga” (2015) con Sensibili alle Foglie e collabora con diverse testate. Appassionata di cinema, lettura, fotografia e … Coldplay, pratica nordic walking, una discreta arte culinaria e la scrittura a un nuovo romanzo che uscirà nel… (?).

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it