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Da Hera

La multiutility, oltre al mantenimento della OHSAS 18001, ottiene il passaggio alle nuove norme delle sue certificazioni ISO 9001:2015 e ISO 14001:2015, su cui registra la sua miglior performance rispetto agli anni precedenti.

Cambiano le norme sulle certificazioni per qualità dei servizi (ISO 9001) e sistemi di gestione ambientale (ISO 14001) e il Gruppo Hera, con più di un anno di anticipo sui termini di scadenza per gli adeguamenti richiesti, ottiene il mantenimento delle proprie, con la sua miglior performance rispetto agli anni precedenti. Mantenuta inoltre la certificazione OHSAS 18001 per la salute e la sicurezza dei lavoratori. A stabilirlo è l’ente certificatore indipendente DNV-GL, che conferma l’esito positivo dell’iter di verifica avviato il 20 febbraio scorso sul Sistema di Gestione di Hera Spa, InRete Distribuzione Energia ed HeraTech.
Il Sistema di Gestione delle società del Gruppo Hera si è quindi dimostrato strutturato ed evoluto grazie agli strumenti ed alle strategie di governance già adottati, anticipando di fatto i nuovi elementi fondanti che sono stati introdotti da ISO per ridefinire radicalmente i sistemi di gestione: leadership, contesto, parti interessate e risk based thinking.
L’azione condotta dal Gruppo negli ambiti interessati da queste certificazioni, insomma, parte da lontano.
Per quanto riguarda la sicurezza, ad esempio, una visione strategica di lungo periodo ha reso evidente il nesso fra i costanti investimenti in formazione e la riduzione progressiva degli infortuni, il cui indice di frequenza nel 2016 si è attestato a 17,8, in netto miglioramento rispetto al 2015 (20,6). Più che dimezzate rispetto al 2007, in particolare, le ore di assenza per infortunio, appena 5,1 nel 2016. Con un monte di oltre 72 mila ore di formazione complessivamente erogate nel solo 2016, corrispondenti a una quota per persona di 29,3 ore, il Gruppo Hera si pone al di sopra della media del comparto utility, che nel 2015 si era attestata a 22,8 ore di formazione per persona. L’azione di Hera, in questo senso, si caratterizza anche per una particolare capillarità, che copre la quasi totalità dei lavoratori: nel 2016, infatti, il 98,1% degli stessi è stato coinvolto in almeno un corso di formazione.
Significativamente, del resto, l’attenzione di Hera alla sicurezza si estende anche ai fornitori, con un monitoraggio sui loro indici infortunistici che copre il 71% del valore delle commesse. Più in generale, la multiutility valuta le prestazioni dei fornitori rispetto a quattro dimensioni, che sono derivate – non a caso – dalle principali certificazioni ottenute dal Gruppo: qualità (ISO 9001), sicurezza (OHSAS 18001), ambiente (ISO 14001) e responsabilità sociale d’impresa (SA 8000). Questo consente di rilevare eventuali situazioni di non conformità, il 73% delle quali è stato chiuso nel 2016.
“In occasione di questo audit i nostri esperti hanno potuto utilizzare LuminaTM*, la piattaforma di Intelligence Benckmarking di DNV GL che raccoglie i dati degli audit di tutti i nostri clienti nel mondo,” dichiara Nicola Privato, Direttore Generale di DNV GL – Business Assurance in Italia, “questo ci ha permesso di confrontare la performance del Sistema di Gestione di Hera rispetto a quella delle nostre aziende clienti dello stesso settore. Ne è emerso che il Sistema di Gestione di Hera è fortemente orientato al miglioramento continuo con performance superiori alla media del suo settore.”

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HERA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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