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E’ di questi giorni la vicenda di un amministratore che suggerisce di “valutare” la posizione del dipendente di una cooperativa, reo di averlo criticato, come condizione per confermare gli appalti a quella cooperativa. Richiesto di una rettifica, ha provveduto ad una autodifesa che ha sicuramente complicato il lavoro del suo avvocato. E’ interessante notare come lo stesso concetto possa suonare sguaiato, ridicolo e violento nella bocca di qualcuno e raffinato, misterioso e affascinante nella penna di uno scrittore.

“Mi piace quando nei racconti c’è un senso di minaccia. Ci deve essere della tensione, il senso che qualcosa sta per accadere, che certe cose sono messe in moto e non si possono fermare”.

Raymond Carver

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Nicola Cavallini

E’ avvocato, ma ha fatto il bancario per avere uno stipendio. Fa il sindacalista per colpa di Lama, Trentin e Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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