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da: organizzatori

Fiorentini (SEL) ha presentato una interpellanza in Consiglio comunale su quella che “appare una progressiva smobilitazione” del presidio alla Centrale di potabilizzazione di Pontelagoscuro.

E’ stata protocollata in Comune a Ferrara una interpellanza presentata da Leonardo Fiorentini, consigliere comunale eletto come indipendente nella lista di SEL, sulla situazione del personale addetto alla centrale di potabilizzazione di Pontelagoscuro.

A maggio infatti, secondo le informazioni venute in possesso del consigliere di cui si chiede conferma nell’interpellanza, si ridurranno ulteriormente i turni di presenza del personale che presidia la “Fabbrica dell’acqua” di Ferrara arrivando ad un turno spezzato per soli 5 giorni alla settimana.

Per Fiorentini “pare evidente la progressiva smobilitazione attuata da Hera rispetto all’impianto di potabilizzazione ferrarese. Dopo la chiusura del Laboratorio analisi avvenuta nel corso del 2009 – continua il consigliere ecologista – si è pian piano passati da una presenza 24/24 ore 7/7 giorni ad una presenza su un solo turno spezzato 7 giorni su sette.
Secondo quanto sono venuto a sapere da maggio l’orario di presenza sarà ulteriormente ridotto, lasciando scoperti tutti i week end.”

“Se da un lato desta una certa preoccupazione – sottolinea ancora Fiorentini – l’ipotesi che per più di 48 ore non vi siano tecnici presenti all’interno dell’impianto che rende bevibile l’acqua del Po per i cittadini ferraresi, dall’altro questa progressiva smobilitazione sembrerebbe essere in contrasto con gli impegni presi dall’Azienda quando nel corso del dibattito sulla chiusura del laboratorio di analisi acqua, si garantiva una valorizzazione delle professionalità con la non tanta velata intenzione di fare diventare l’impianto ferrarese un polo di sperimentazione all’avanguardia.”

“Immagino che negli anni siano state garantite tutte le procedure di sicurezza per il bene dei cittadini e non dubito che lo saranno ancora. Ma la domanda adesso – conclude il consigliere – è soprattutto un’altra: cosa è rimasto, a Ferrara, del know how acquisito in decenni di lavoro sulle acque del grande fiume?”

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