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Sembrano tornate sulle bocche di tanti alcune parole che, negli ultimi tempi, parevano essere diventate tabù: ripresa, crescita, ritorno ai consumi. Parole che racchiudono nel loro significato un qualche cosa di positivo, un miglioramento, che, allo stesso modo, non eravamo più abituati nemmeno a pensare. Le statistiche degli ultimi mesi a cavallo tra il 2015 e il 2016 parlano tuttavia (e per fortuna) molto chiaro: siamo entrati dopo diverso tempo in una fase che torna a far segnare un ritorno in positivo della crescita dei consumi. Certo piccoli passi e piccoli segnali, che ovviamente non implicano stabilità in una economia ancora profondamente debole ma che al contempo permettono di affrontare l’ancora lungo percorso di ricrescita con un ritrovato spirito di fiducia.

IMG_0374Proprio “Ritorno ai consumi” è stato il titolo del Coffee Job promosso da Ascom Confcommercio Ferrara e Federazione Moda Italia in collaborazione con Findomestic Banca, svoltosi ieri presso il centro congressi Ascom. Una necessaria occasione di confronto alla luce di questi diffusi segnali di ripresa e incentrato particolarmente attorno al tema dei saldi invernali ancora in corso.
Ad aprire il seminario Giulio Felloni, presidente di Ascom provinciale e Federazione Moda Italia Ferrara, convinto che “questo incontro abbia una grande rilevanza non solo a livello locale ma anche a livello nazionale”, poiché “dai primi dati analizzati è possibile affermare che forse si è finalmente fermato un trend negativo che durava da molto tempo, e la conferma sta nei sondaggi proposti ai commercianti, dai quali si deduce che le vendite sono stabili e costanti”. Di contro, Felloni precisa che “da qui a sperare che si siano risolti tutti i problemi c’è ancora molto, perché per parlare di vera ripresa è necessario risolvere problemi come l’altissima tassazione che colpisce e strozza le aziende; solo seguendo questa via possiamo dare davvero la possibilità di lavorare e vivere una vita dignitosa agli imprenditori, che io continuo a chiamare eroi“.

Ma quali sono i numeri di questa ripresa? Un primo focus incentrato prevalentemente sul territorio ferrarese lo ha presentato Manuele Tramonte di Findomestic Banca, la quale dal 1994 possiede un Osservatorio che vigila sull’andamento dei beni durevoli e dal quale è emerso come, soprattutto in Emilia Romagna, dopo cinque anni negativi si parla oggi di un netto incremento relativo a questa tipologia di beni. A Ferrara in particolare questo incremento segna un +6% rispetto al 2014 (soprattutto per quanto riguarda il mercato delle auto nuove e dell’arredamento), di pari passo con un reddito pro-capite emiliano-romagnolo che si assesta oltre i 21mila euro (seconda posizione a livello nazionale dopo la Valle d’Aosta), che tradotto sul suolo della città estense significa +0,8%.

IMG_0376Per quanto riguarda l’andamento dei saldi invernali è stato il turno di Pietro Fantini, direttore dell’Unione Regionale di Confcommercio, il quale ha illustrato l’analisi congiunturale del Centro studi Iscom Group relativa ai dati aggiornati all’anno in corso. Anche Fantini specifica che “ci sono netti segnali di ripresa che tuttavia non sono tramutabili in una fiducia stabile. Se da un lato infatti – ha continuato – aumenta la fiducia delle famiglie, dall’altro non si può dire lo stesso delle imprese”.
Il primo dato significativo elencato è quello del valore complessivo delle vendite nel 2015 (sia alimentari che non) che presenta un +0,8% rispetto al 2014, mentre molto incoraggianti sono i segnali in arrivo proprio sul versante dei saldi: rispetto all’8% del 2013, il 2016 si è aperto con il 26,5% in più di vendite, confermato da un 40% circa degli operatori che dichiarano stabili le vendite nell’ultimo anno. Confortante anche il fatto che chi, in controtendenza, segnala una contrazione delle vendite, lo fa per cifre che stanno sotto il 10%, valore che indica quindi cali piuttosto contenuti.
Altro dato interessante è quello che riguarda i comportamenti d’acquisto: il 52% della clientela dichiara di riservare una forte attenzione al prezzo di vendita, ed un 10% presta un ulteriore attenzione ai prezzi di scontistica. Infine i valori della spesa media pro-capite che, a confronto con il 2014, rimane pressoché stabile (attorno ai 93 euro) così come la spesa delle famiglie emiliano-romagnole (circa 205 euro); particolarmente rilevante nell’ultimo anno il netto aumento della spesa nella fascia che va dai 50 ai 200 euro.
Tema estremamente caldo analizzato al termine della presentazione dei dati è stato quello del posticipo dei saldi invernali, una proposta lanciata per il prossimo anno da Federmoda Italia e che trova d’accordo quasi il 60% delle aziende regionali. Su questo argomento unanimi i pensieri dei relatori, convinti della necessità di trovare una linea condivisa da tutti sul posticipo dei saldi, mantenendo sempre in considerazione le difficoltà di tipo etico e pratico e con un occhio di riguardo alla Stato, reo di aver tralasciato per troppo tempo la necessaria formulazione di una legge chiara che regoli le vendite promozionali a livello nazionale.

Concordi i giudizi anche per quello che riguarda l’apertura ad internet ed in particolare al mondo dell’e-commerce, sempre più causa di divergenze tra i commercianti: a parlare sono ancora una volta i dati, i quali evidenziano come i social media siano oggi il canale privilegiato e più utilizzato per la comunicazione azienda-cliente a scapito degli altri mezzi di comunicazione più tradizionali, strumenti moderni che devono inevitabilmente divenire punti di forza. A proposito di ciò è intervenuto Davide Urban, direttore generale di Ascom Confcommercio Ferrara, che oltre a sottolineare la “necessità di saper stare a passo con i tempi e quindi con il mercato che evolve inarrestabile verso la rete, cosa che necessita inevitabilmente di un’apertura prima di tutto di mentalità”, ha poi spiegato come Confcommercio, stipulando una convenzione con Ebay per dare la possibilità ai commercianti di aprire una vetrina online a prezzi agevolati, si stia muovendo sempre di più verso queste piattaforme di aggregazione.

Ultimo nodo da sciogliere quello relativo all’apertura domenicale dei negozi, ulteriore tema di accesso dibattito. Anche di questo ha parlato l’assessore Roberto Serra nei saluti istituzionali finali, concorde “sia nel trovare una linea di condivisione sulla gestione dei saldi sia per l’apertura domenicale, quest’ultimo chiaramente un limite al quale trovare soluzioni”. Nel suo intervento Serra ha ricordato come “questo segnale di ripresa e il clima generale di fiducia sia particolarmente significativo per la nostra terra, martoriata negli ultimi tempi da terremoti sia naturali che bancari”, ed anche il fatto che “i cambiamenti fondamentali non vanno arginati, e per far sì che ciò non avvenga è necessario aiutare le aziende per attivare nuove esperienze di commercio”. Ultimo monito riguardante il turismo, settore tra i più in crescita (soprattutto i lidi e il Delta), al quale bisogna prestare particolare attenzione e “puntare sul versante congressuale, un mercato che a Ferrara manca e che potrebbe portare valore aggiunto”.

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Andrea Vincenzi


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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