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Da Lega Nord

Liverani, Rancan e Fabbri «Giudichiamo positivamente il fatto che il Partito Democratico abbia capito l’importanza e il valore della nostra risoluzione, per la difesa dei dialetti locali e delle tradizioni che rappresentano. Tuttavia, in merito alla legge vigente, si può e si deve fare di più, a cominciare dalle scuole». Commentano così il passaggio in Commissione Cultura del provvedimento sulla tutela delle parlate locali, i consiglieri Andrea Liverani (primo firmatario della risoluzione) e Matteo Rancan. Un documento sottoscritto dall’intero gruppo consigliare guidato da Alan Fabbri, che punta ad agire trasversalmente per la difesa e la tutela delle identità locali. «Promuovendo quelle associazioni ed istituzioni – avvertono Liverani e Rancan – che difendono le identità territoriali, le tradizioni, le parlate, per non disperdere un patrimonio storico importantissimo». Alan Fabbri ricorda che la battaglia della Lega prosegue da tempi non sospetti, «visto che siamo stati il primo Comune, ai tempi in cui ero sindaco, che ha inserito cartelli con i nomi delle frazioni e delle borgate della cittadina in dialetto, proprio per rivendicarne le origini. Cartelli di cui siamo orgogliosi e che ora altri cercano di replicare altrove». Il provvedimento leghista votato in Regione dovrà ora andare alla verifica dell’aula consigliare. «Era nostra intenzione – concludono Liverani e Rancan – modificare un testo del Pd che giudicavamo carente, perché da sempre il Carroccio ritiene fondamentale difendere le identità locali. Mentre ora i democratici si sono scoperti “tradizionalisti”, in una strana coincidenza con la “riscoperta” vena autonomista del governatore, Stefano Bonaccini. A differenza del Pd, però, la Lega era autonomista e federalista dai tempi delle sue origini. Non scopriamo l’acqua calda oggi, all’alba del 2017».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it