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La proposta poetica di questa domenica riguarda un piatto della tradizione culinaria natalizia emiliano romagnola, ed in particolare ferrarese. Un simbolo dell’opulenza e di remote radici racchiuso nei versi di Tonino Guerra ai quali segue una mia poesia che riprende un breve ricordo del poeta romagnolo reduce dai campi di sterminio. Due proposte in forte contrasto ma di cui sono intessute la nostra vita e la nostra storia.

I CAPPELLETTI

Per me il tortello
è una pasta piena di pensieri.

In fondo tutte le paste ripiene,
i tortelli come i cappelletti
sono i sapori principali
che continuiamo a tenere in bocca.

Del resto tutti noi amiamo
la cucina delle nostre mamme
e nessuno può eguagliarle.
Ho sempre affermato
che noi mangiamo l’infanzia.

TONINO GUERRA

Guerra
Usciva dalla guerra
Dal kappazeta
Aveva una fame
Da Eta Beta
Vide una farfalla
Era bella
Viola rossa e gialla
Ma lui aveva fame
Si leccava i baffi
Sporchi di morte
Malefica la sorte
Poi sorrise
Si fermò
Fu una carezza
Nel cielo delle divise
Vinse la bellezza
Non la mangiò

Ogni domenica Ferraraitalia ospita ‘Per certi versi’, angolo di poesia che presenta le liriche del professor Roberto Dall’Olio.
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In copertina: elaborazione grafica di Carlo Tassi

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Roberto Dall’Olio

Bolognese da sempre ancora prima di nascervi. È nomade cosmopolita. Scrisse poesie da anni otto circa. E non smise più. Pubblica libri in versi. Ritiene la poesia una forma di stoviglia, detta alla Gozzano. Ah, poeti di riferimento: Italiani: Roberto Roversi mio maestro e amico Antonia Pozzi Alfonso Gatto Guido Gozzano Stranieri: Neruda Lorca Salinas Yanez Piznik Brecht Prevert Plath Sexton Seifert Cvetaeva Ritsos Pasternak Saffo


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