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“Qualsiasi cosa, se rimane a lungo uguale a se stessa, finisce per esaurire a poco a poco la propria energia.”
(Haruki Murakami)

 

Sono nata un venerdì, giorno pari dell’inverno

Sono nata un venerdì, giorno pari dell’inverno
gli anni sgranati una vertebra alla volta.
Tolgo briciole dalla tavola della colonia antica
della casa bianca nel prato del bosco
dove andavamo insieme ai grandi;
la rosa di mia madre è testimonianza
sera che si scioglie tra le dita.

 

La piazza, strade viste lontano

La piazza, strade viste lontano
da quello che era il mio nome
contati luoghi, asfalto, mattoni.
Il sonno non è stato caldo, mai
– voci di gioco dal cortile
nella cucina, mobili bianchi
compiti fatti
la tenda posava la sua grazia
sulla mano tesa;
avevo compreso la vita
ero pronta al perdono.

 

Dite ai miei morti di apparirmi

Dite ai miei morti di apparirmi
poiché mi sento sola come loro
e non ho più uno specchio
dove guardare altrove.
Dite loro di svegliare il cielo
dal torpore di un tempo finito.
Io non so niente e ancora cerco
tra le volte e il fogliame
un segno, un filo
un’anticipazione.

 

Torno nella tua casa vuota

Torno nella tua casa vuota
mi adagio su questo legno,
sono passate storie.
Non è più sera
non più segreto il muro,
il tempo che chiamavi: ora.
Resta nella cucina un tavolo
e tutto intorno polvere.

 

Mi perdo quasi sempre

Mi perdo quasi sempre
nell’attenzione ai fili d’erba
alle piccole spighe ricurve nei prati,
piegate, indifferenti
verso ciò che non ha radice.
Ad un terreno che si ricompone
del movimento dei pianeti
sapremo dire come l’oro
ogni chiarore, ogni richiamo al vero.

In questa prima prova poetica, Gisella Genna ha suddiviso la raccolta in quattro sezioni. Le poesie che abbiamo scelto fanno parte delle prime tre sezioni. La quarta sezione è composta di brevi scritti in prosa ma dove l’afflato poetico emerge naturalmente. Eccone un esempio.
Il tempo era di latte. Nella bruma apparivano gli abeti secolari, le uniche entità. Li si poteva sentire bisbigliare. Ci chiedevano quale fosse il nostro vero bisogno. Il loro era semplicemente stare.”

Gisella Genna è nata nel 1973 a Milano, dove vive e lavora. Giornalista e docente, si occupa di moda. A marzo 2020 è uscita per Interno Poesia la sua prima raccolta in versi Quarta stella.
Si sono occupati della sua poesia blog letterari e riviste cartacee e online tra cui La LetturaCorriere della Sera, la Repubblica, Atelier, La dimora del tempo sospeso, Carteggi Letterari, Il Rifugio dell’Ircocervo, Rai Poesia, Inverso, e altri.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su periscopioPer leggere i numeri precedenti clicca [Qui] 

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it