Noi chiamiamo gli invasori ‘Jankis de muerda. Ma Il popolo K’iche’ ha deciso: i colonialisti non entrano più nei nostri territori. La gente K’iche’ è felice di aver preso questa decisione ma sa che dovrà lottare per difendere i propri diritti
È vestita con abiti tradizionali maya. Ci chiede da che parte sorge il sole, stende a terra una bandiera, che rappresenta la terra del suo popolo. Abiayala: il sangue che scorre libero, è il nome che usano per indicare il popolo americano pre-coloniale. Abiayale. Il Popolo maya – K’iche’ Maya – nella loro lingua ancestrale.
Il 24 giugno scorso, alla Biblioteca Popolare Giardino, si è tenuto un incontro che ha destato forti emozioni tra le persone che vi hanno partecipato. “Le super potenze non ci rispettano“, dice Lolita Claves, “colonizzano, invadono, militarizzano, e ora siamo alla 4 ^ invasione. Noi chiamiamo gli invasori ‘Jankis de muerda’.”
Anti imperialista, anti patriarcale, anti liberalità, la sua vita è diventata difficile da quando è entrata nel consiglio del popolo K’iche’ Maya. Per la difesa dei loro valori: difesa della vita, della madre natura.
K’i : significa tanti, noi popoli ancestrali; che’ (pronuncia “ce”): alberi, i nostri fratelli e sorelle maggiori.
“Siamo senza acqua perché ce la rubano“, Lolita parla con calore e dolore, “non abbiamo terra perché è stata tutta acquistata dai latifondisti, oligarchi del Guatemala. Per questo abbiamo deciso di organizzarci: per la difesa del nostro territorio. Noi siamo maya, ma ci chiamano indio, esseri inferiori“.
Luis Solano ha dato loro le mappe dei territori dove vivono le comunità K’iche’ e con assemblee pubbliche comunitarie hanno informato il popolo di quello che succede.
“Hanno elaborato del piani per sensibilizzare il popolo attraverso l’educazione, la musica hip hop, le fieste, hanno sfruttato la chiesa perché attira molte persone, soprattutto nelle località controllate dall’estrema destra. Ci chiamano streghe, io sono orgogliosa di essere chiamata strega“, afferma Lolita. Lei è orgogliosa di non credere in dio, lei crede nell’armonia della natura e del cosmo.
Il suo intervento è un fiume in piena. “All’inizio eravamo solo 7 comunità. Annibale Quadra, un guerrigliero, ci ha dato una mano, ha fatto una mappatura delle comunità, elaborando strategie. Ora sono 84 comunità. L’appuntamento è viso a viso, gli accordi sono patti bilaterali presi dai partecipanti all’assemblea che rappresenta 107 comunità. 25 mila persone hanno detto di no: vogliono vivere liberi, senza governo, solo il popolo, che prende le decisioni in assemblea, con autodeterminazione. Il popolo K’iche’ ha deciso: i colonialisti non entrano più nei nostri territori. La gente K’iche’ è felice di aver preso questa decisione ma sa che dovrà lottare per difendere i propri diritti”.
Hanno subito pressione internazionale, non solo sud americana, ma anche mondiale, contro queste potenze ci sono solo loro, le comunità che vivono nello stato del Guatemala, che difendono il proprio territorio. Sono sempre in allerta. Il popolo K’iche’ è un popolo guerriero. Tutti lo sanno. Hanno bloccato 37 concessioni minerarie e molte imprese idriche che volevano rubare la loro acqua.

Ma è arrivata la compagnia che ricerca il legno pregiato, che si fa proteggere da truppe militari, mercenari potentissimi, molto violenti: i Caibiles. Stanno usando la strategia del terrore. Smembrano la gente viva e lasciano i pezzi in giro come monito.
Erano 4 portavoce del popolo K’iche’ sono rimasti in 2. Lolita ha subito 16 attentati, hanno picchiato suo marito, hanno ucciso molti compagni. Hanno organizzato delle vere e proprie campagne mediatiche contro di lei.
Nel 2017 è uscita con uno zaino per verificare una informazione. Ha subito un attentato. È scappata, da allora non è più riuscita a rientrare perché hanno montato molte accuse (false) contro di lei.
“L’Europa, non comprende il dramma che stiamo vivendo: noi siamo difensori, vittime, non terroristi“, continua Lolita. “La Banca Mondiale ha attuato due progetti, che in realtà sono di sfruttamento. Gli europei sono stati piegati dalla logica del liberalismo. Noi siamo la risposta. Oxfam è una multinazionale. Florentino Perez Rodriguez, il proprietario del Real Madrid, ha un impresa idroelettrica in Guatemala“. Interessante il profilo che di questo potente imprenditore ne fa la Rivista Undici [Vedi qui]
Quando lei, esule in Spagna. ha denunciato questo fatto, che ai suoi occhi appare come un’incongruenza, le hanno tolto la protezione.
L’unico posto dove non ha problemi sono i Paesi Baschi, dove, per mantenersi, si occupa di medicina naturale. Lolita, questa piccola donna forte e fiera, conclude dicendo che “stare in comunità è l’unico modo per rimanere vivi“.
Lei sostiene di essere parte di un Cammino cosmico politico, come i Mapuce in Cile, che lei appoggia.
Lolita Ciaves una combattente, gira l’Europa per far conoscere la vicenda del suo popolo, l’altra faccia quella che si oppone al consumismo occidentale.
Ci esorta a creare una rete, a diffondere, a sensibilizzare i giovani europei riguardo al rispetto del nostro pianeta, della natura, delle tradizioni ed anche, soprattutto, riguardo al significato della libertà e dell’autodeterminazione dei popoli.
Cover: Giugno 2023. incontro con Ana Enamorado del Movimento Migrante Mesoamericano e Lolita Chavez del CPK intervistate da Ugo Zamburru il 24 giugno scorso all’incontro alla Biblioteca Popolare Giardino
Cecilia Bolzani
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Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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Grazie Cecilia. Molto interessante.
Molto coinvolgente, è un testo da divulgare e da conoscere. Grazie Cecilia
Grazie Cecilia, per aver ricordato quell’ incontro, veramente emozionante. Ci eravamo lasciate col proposito di continuare a dare voce alla lotta di cui ci ha rese consapevoli , con calore e dolore, Lolita Ciaves. Tu lo hai fatto!