BORDO PAGINA
Guido Barbujani, la parola dopo la scienza
Edito non a caso, a suo tempo, da Mondadori, Guido Barbujani con “Questione di Razza” (2003) assurse al massimo livello tra gli scrittori di Ferrara: laddove Pazzi aveva esordito nei primissimi romanzi, tra fantastico e fantascienza, riparte Barbujani con una scrittura chiaramente più postmoderna. Non a caso l’autore, seppure ancora relativamente giovane, è già affermato genetista a livello internazionale, tra i fondatori a Ferrara nel 2005 dei Biologi evoluzionisti.
E “Questione di Razza”, quasi un’indagine paleogenetica sull’immaginaria razza padana, è deliziosa fantascienza all’italiana, sulla scia di Calvino o del più recente Baldini, esempio di esperimento narrativo-scientifico non molto frequente, appunto, in Italia: all’estero valga per tutti Michael Crichton. Non ultimo, particolarmente di rilievo, un certo Postrealismo, neppure tacito, e un certo contenuto tutt’oggi di forte tensione sociale, digitato da Barbujani senza retorica ma con forza di scienza e letteratura.
“Questione di Razza” fu davvero un libro innovativo e godibilissimo, anche nell’interfaccia convenzionale contenuto-forma, che attesta anche in Italia le potenzialità dell’immaginario fantascientifico, anche per rivitalizzare con nuovi input, un genere, il romanzo, come medium letterario. Un link mutante e incisivo nel divenire dell’archetipo e del mito in nuove combinatorie parlanti… nell’età e, in elegante persuasione, del web.
“Questione di Razza” seguì i quasi esperimenti predefiniti “Dilettanti” (Marsilio, 1994 – ristampa “Dilettanti. Quattro viaggi nei dintorni di Charles Darwin”, Sironi, 2004) e “Dopoguerra” (Sironi, 2002). Certa peculiarità, scienza letteratura, un poco alla E. Raimondi docet (“Scienza e Letteraura”, Einaudi) è ulteriormente amplificata: se non sempre nelle logiche del senso o “contenuti”, certamente come cifra parola; tra i lavori ‘letterari’ successivi, “L’invenzione delle razze. Capire la biodiversità umana” (Bompiani, 2006), con Pietro Cheli “Sono razzista, ma sto cercando di smettere” (Laterza, 2008), “Europei senza se e senza ma. Storie di neandertaliani e di immigranti” (Bompiani, 2008); “Morti e Sepolti” (Bompiani, 2010); “Lascia stare i santi. Una storia di reliquie e di scienziati” (Einaudi, 2014)

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Roby Guerra
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)