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da MONACO DI BAVIERA – Negli ultimi anni si è molto parlato e polemizzato, in Italia ed in altri paesi europei, sulla ‘Nuova Germania’ della Merkel. Si tratta certamente di un paese ricco che, proprio per questo, si atteggia in modo spesso arrogante nei confronti degli altri paesi dell’Unione europea e non solo. La Germania è un paese dove si sente dappertutto il culto della perfezione, di un’efficienza che però si dimostra fredda e senza nessun empatia per coloro che versano in condizioni di difficoltà economiche, per chi non trova lavoro o anche solo per chi non è di natura sempre così puntale, preciso e ben organizzato. Con tale disciplina la Germania ha riscontrato negli ultimi anni grandi successi nel mondo, soprattutto in campo economico e tecnologico. Ma essere organizzati ed attendibili non è un valore di per sé. Anche il nazismo degli anni Trenta e Quaranta era molto disciplinato e perfetto. E nessuno vuole e può dimenticare cosa ha prodotto la cultura nazista in Europa e in tutto il mondo.

Sembra un paragone troppo retorico al giorno d’oggi? No, non lo è, perché quando si parla della Germania non si devono mai dimenticare i due volti del paese: come ha detto recentemente anche il Presidente della Repubblica federale tedesca Joachim Gauck, dopo la manifestazione violenta dei gruppi neonazisti in Germania dell’Est contro gli stranieri e i profughi africani‚ “C’è sempre una Germania scura e una Germania luminosa.” Ma la Germania delle ultime settimane appare senz’altro molto luminosa. L’estate 2015 ha conosciuto una Germania aperta e accogliente: dappertutto ci sono case e ripari dove vivono profughi fuggiti da paesi come Siria, Eritrea, Somalia e Afghanistan. Una Germania molto disciplinata dunque ma anche solidale, civile e apertissima verso il mondo.
Alla stazione di Monaco abbiamo visto momenti di grande emozione, di gioia, che hanno il sapore della Willkommenskultur, ossia della cultura dell’ accoglienza, un lato poco conosciuto di un paese considerato freddo e senza cuore. Tutti sanno che la vita dei tantissimi profughi che arrivano ogni giorno nel Paese di ‘Santa Angela’, come l’hanno chiamata alcuni dei profughi, sarà difficile, dura e dolorosa. Ma sanno che almeno per il giorno dell’arrivo, dopo tante settimane, forse mesi o addirittura anni di fuga, si deve dare loro una mano e accoglierli con un sorriso, con qualcosa da mangiare e da bere, con un gioco per i bambini che hanno sofferto molto durante la fuga. Perché tutti i volontari, i funzionari e i polizotti bavaresi che erano, o che sono ancora, alla stazione di Monaco hanno sicuramente avuto in mente la foto del povero bimbo curdo annegato e finito brutalmente come un relitto sulla spiaggia turca. Si ricordano benissimo anche come la polizia ungherese ha trattato i profughi che venivano trattenuti a Budapest.

Dopodiché, non si può nascondere negli ultimi mesi, sulla spinta del forte fenomeno migratorio, si è diffuso un movimento di destra contro i profughi e anche contro la Merkel che si dimostra come una “mamma clemente” verso gli stranieri che arrivano a migliaia. Questa destra per fortuna non è molto organizzata ed è presente soprattutto nella Germania dell’Est. I gruppi nazisti rappresentano solo una piccola minoranza e non hanno nessun rappresentanza nelle istituzioni dello stato: grazie a dio non esiste nemmeno un partito dell’estrema destra rilevante in nessun parlamento delle regione tedesche. Anche nel mondo democristiano da dove proviene la Merkel sta crescendo una forte barriera contro quelli che “vogliono solo approfittare della ricchezza tedesca” e non sono “profughi di coscienza” ma terroristi, ladri e fannulloni. E’ molto probabile che la mentalità di difendere la “ricchezza tedesca” cresca nei prossimi mesi ed anni.

Non dimentichiamoci mai del volto scuro della Germania. Presto i profughi faranno conoscenza anche con questa Germania, ma almeno al momento dell’arrivo hanno sentito l’anima dell’altra, quella luminosa e civile. Un editorialista ha citato una bella frase dei fratelli Scholl, famosissimi cittadini di Monaco, noti per essersi coraggiosamente opposti al nazismo: “Se ognuno aspetta gli altri per cominciare qualcosa di buono, nessuno comincia mai.” E questo vale per tutti coloro che difendono un’Europa che si basi sui valori civili ed umani (la Germania di questi giorni), e non solo sulla forza del denaro e delle banche (la Germania che conosciamo).

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Carl Wilhelm Macke

È nato nel 1950 a Cloppenburg in Bassa Sassonia nel nord-ovest della Germania. Oggi vive a Monaco di Baviera e il piu possibile anche a Ferrara. Lavora come scrittore e giornalista. E’ Segretario generale della rete globale “Giornalisti aiutano Giornalisti (www.journalistenhelfen.org) in zone di guerra e di crisi, e curatore dell’antologia “Bologna e l’Emilia Romagna”, Berlino, 2009. Amante della pianura.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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