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E’ la notte tra il 21 e il 22 dicembre del 1509. Le continue scaramucce tra il Ducato di Ferrara e la Repubblica di Venezia si trovano finalmente di fronte a un culmine decisivo. Da un lato, una prestigiosa potenza culturale; dall’altro, una superpotenza marittima, che parte in vantaggio: gioca quasi in casa, nel proprio ambiente naturale. Chi avrà la meglio in questa battaglia sull’acqua?

Quattro lunghe giornate, da giovedì 20 a domenica 23 febbraio, hanno visto protagonista il Palio di Ferrara con il tradizionale Carnevale degli Este, rievocazione storica del carnevale rinascimentale che prendeva vita in una delle più importanti capitali culturali dell’epoca. La Corte di Ferrara, al tempo degli Estensi, era infatti conosciuta nel mondo come l’espressione di bellezza più alta nel campo delle arti figurative, architettoniche e letterarie. Le amate Contrade della città si sono fatte teatro di gioiosi momenti per gente di tutte le età, persone accomunate dal desiderio di rivivere le feste conviviali che avevano luogo a Ferrara nel Quattrocento e Cinquecento. Ma ogni luogo ferrarese, al chiuso e all’aperto, ha avuto modo di respirare, grazie a mille occasioni diverse, il particolare carnevale che la città da secoli propone, con la partecipazione anche di compagnie teatrali provenienti da fuori provincia e fuori regione, nonché di studiose e studiosi locali e nazionali e del Conservatorio Statale di Musica ‘G. Frescobaldi’. Il tema dell’anno è dedicato ai “fratelli trionfanti” Alfonso e Ippolito d’Este, eroi e artefici della battaglia della Polesella, celebrati in due giorni di eventi pure al Museo Archeologico Nazionale. La storica e inaspettata vittoria, raccontata dalle fonti come un’impresa portata a termine da semplici fanti e di cui nemmeno gli Ottomani erano capaci, è stata festeggiata sabato mattina con visite guidate ai soffitti affrescati di Palazzo Costabili, con l’accompagnamento del Gruppo Archeologico Ferrarese in abiti storici: proprio Antonio Costabili fu infatti protagonista del fortunato evento. La mattina successiva, invece, spazio alla poesia: sì, perché se le autorità veneziane optarono inizialmente per una poco efficace strategia del silenzio, la casata estense diede piuttosto il massimo risalto a quella che venne definita la vittoria “più memorabile di tutti i secoli”, non a caso più volte ricordata nel poema ferrarese per eccellenza, ‘L’Orlando furioso’ di Ludovico Ariosto. Largo ai più piccoli, poi, nel pomeriggio della domenica, chiamati a recarsi al palazzo dell’ambasciatore Costabili per fare festa e divertirsi costruendo una maschera rinascimentale, con l’aiuto delle volontarie e volontari del Gruppo Archeologico.

Il Carnevale è una delle feste tipiche italiane tra le più apprezzate nel mondo. In ogni territorio ci si traveste dai personaggi caratteristici della tradizione, intrinsecamente legati alle geniali innovazioni italiane della Commedia dell’arte e del teatro di figura, dando vita a un mondo alla rovescia dove tutto è permesso e nulla è impossibile. Come fermare il tempo al Rinascimento: a Ferrara, tutti gli anni, accade anche questo.

 

Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
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Ivan Fiorillo

“Lo Scettico”: un divulgatore non convenzionale alla ricerca della verità.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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