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13 Aprile 2016

Hairway To Steven (cit.)

Tempo di lettura: 3 minuti


La notizia del giorno è questo spiffero di giustizia che finalmente arriva dopo un bel po’ di anni.
Un giudice californiano ha sentenziato che “esistono sufficienti similitudini tra ‘Stairway to Heaven’, il celeberrimo brano dei Led Zeppelin, ed un brano strumentale della band Spirit”.
E bam! Processo fissato per il 10 maggio.
Il brano in questione è ovviamente “Taurus”, 1968 vs il 1971 di “Stairway To Heaven”.
Questa cosa gira ormai da anni e YouTube è PIENO di video lunghissimi contenenti i “furti creativi” dei Led Zep.
Quindi chi si vuole divertire lo può fare alla grande.
Non attaccherò una menata etica perché la musica è come il maiale.
E nessuno è più maiale dei Led Zeppelin.
Perché se rubi a milioni di bluesman senza aggiungere il loro nome alla dorata sigla “Page/Plant” sei un po’ un maiale.
Ecco, fine della menata etica che non dovevo fare.
In questo caso più che di plagi e/o furti poi dovremmo parlare di furbizia.
Perché i Led Zeppelin saranno stati pure dei gran furbacchioni a rubare a quei poveri bluesman ma rubare ad almeno due artisti con cui sei stato in cartellone a più di un festival è una cosa davvero poco furbacchiona.

Brano: “ Taurus” degli Spirit
Brano: “ Taurus” degli Spirit

Passiamo pure sopra al povero Jack Holmes.
Gli rubi “Dazed And Confused”, ci appiccichi sopra il magico bollino “Page/Plant” e non ti sbatti nemmeno a cambiare il titolo.
E’ una cosa incommentabile.
Ma gli Spirit, diosanto.
Gli Spirit erano “grossi” all’epoca e qualcuno se ne sarebbe accorto prima o poi.
La cosa stupefacente è che per tutti questi anni la cosa è rimasta ferma in questa bolla fatta di “ah sì, Taurus, il riff di Stairway To Heaven” e solo adesso, forse, avremo una sentenza definitiva.
La cosa brutta è che Randy California – il chitarrista degli Spirit – non si è mai beccato il soldino che gli spettava per aver inventato il riff che ha rotto così tanto da obbligare qualcuno ad appendere dei cartelli.
E la cosa ancora più brutta è che il povero Randy non se li beccherà neanche questa volta perché ormai se n’è andato da quasi 20 anni.
Quindi oggi, almeno nel nostro piccolo, diamo noi a Randy quel che è di Randy.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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