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Non è vero che la maggioranza degli italiani è di destra. Magari è vero che la maggioranza degli italiani non è di sinistra (questo lo diceva D’Alema per giustificare il tentativo di sfondare al centro per vincere le elezioni).  Ma la destra cos’è? E cos’è la sinistra? Il pittore più talentuoso del quadro è sempre Giorgio Gaber:

Il pensiero liberale è di destraOra è buono anche per la sinistraNon si sa se la fortuna sia di destraLa sfiga è sempre di sinistra

Non si può fare l’esegesi di Gaber. E’ lui l’esegeta delle nostre miserie, per cui sarebbe ridicolo cercare di interpretarlo, come si fa a scuola o nei testi di critica. Non c’è bisogno, basta leggere o ascoltare. Quante cose vengono in mente solo leggendo quelle quattro righe? E’ come un ipertesto. Il liberismo economico sposato da gente che ha usato il vecchio “partito” come un tram cui far cambiare strada, per poi scendere e mollarlo come un ferrovecchio in mezzo a quella strada. Lo smottamento ideale di chi, dissolta la cortina di ferro, non sa più “a chi credere” e quindi diventa più realista del re, cioè più liberista del padrone. L’immagine degli sfigati perdenti rovesciata dal vincente (oramai da un pezzo ex vincente) Renzi.

Una donna emancipata è di sinistraRiservata è già un po’ più di destraMa un figone resta sempre un’attrazioneChe va bene per sinistra e destra

E queste? Se mi dici che, da persona di sinistra, non hai mai ceduto al fascino del figone, magari esibito dal puttaniere di cui detesti la cafonaggine, non ti credo. In questo caso nulla di grave, solo dovresti prenderti meno sul serio: evita di fare il moralista.  Se non pretendi di imporre agli altri quello che tu non pratichi, sarai automaticamente meglio di loro.  Per il resto fai come loro, fregatene. Vivi e lascia vivere. Loro vivono come gli pare ma vogliono dire a te come vivere. Lascia a loro il primato del bigottismo.

L’ideologia, l’ideologiaMalgrado tutto credo ancora che ci siaÈ il continuare ad affermareUn pensiero e il suo perchéCon la scusa di un contrasto che non c’èSe c’è chissà dov’è, se c’è chissà dov’è

Se sei Pepe Mujica lo capisci dove sta il contrasto, perché lo vivi dalla parte di chi sta peggio. Se sei un parlamentare che si è assuefatto al ponentino romano (si fa presto) e si porta a casa 500 euro al giorno, il contrasto non lo vedi, perchè non lo vivi. Non si tratta di fare l’elogio della miseria, ma di praticare la sobrietà. Se stai sopra, quelli che stanno sotto ti appaiono come persone con la colpa addosso, quella di essere poveri. Al massimo meritevoli di un po’ di carità. Stare in mezzo alla gente non vuol dire andare nei mercati, o servire mezza giornata alle mense dei poveri, o dei ristoranti coi ragazzi autistici. Vuol dire essere parte di quella gente, essere uno di loro.

Tutti noi ce la prendiamo con la storiaMa io dico che la colpa è nostraÈ evidente che la gente è poco seriaQuando parla di sinistra o destra
(Giorgio Gaber)

Destra – sinistra Giorgio Gaber

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Nicola Cavallini

E’ avvocato, ma ha fatto il bancario per avere uno stipendio. Fa il sindacalista per colpa di Lama, Trentin e Berlinguer. Scrive romanzi sui rapporti umani per vedere se dal letame nascono i fiori.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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