Intendiamoci. A me va pure bene che Lucrezia Borgia sia ‘ammessa’ al Palio; meno bene che se ne discuta come un rilancio della stessa. Allora tutto dimenticato? Le tournées fatte dall’ex sindaco Sateriale nelle capitali europee? I libri e i saggi fondamentali pubblicati in quella occasione? Sparito tutto. Resta Lucrezia e il Palio. Va bene che dobbiamo organizzarci per difendere il senso della cultura nel quasi inevitabile cambio dell’amministrazione ma, come da anni è diventato vezzo cultural-politico, appena si osa il nuovo e il diverso si fa precipitosamente marcia indietro dimenticando la storia e pure la cronaca cittadina.
Sono francamente sconcertato. Pensavo a un colpo di reni nella presentazione della candidatura e nelle liste civiche di ‘sinistra’; ma fino ad ora sembra che nulla si muova. Un rinnovamento di cui si ha disperatamente bisogno secondo quel principio, a mio avviso, che il Pd ha dimenticato: prima il programma poi la persona. Ma Ferrara secondo un cliché purtroppo vero naviga nella sua bellezza, ormai quasi tutta nascosta, non per colpa dell’amministrazione, ma per trascuratezza passata e per il terremoto.
Si entra quasi con sospetto nelle chiese restaurate: San Francesco, San Benedetto e l’immagine che ancora ne abbiamo è quella di un antico restaurato sul nuovo e/o viceversa. E penso alle terribili scelte fatte agli Uffizi. Il tondo Doni posto in una specie di scodella o il corridoio vasariano di cui si è tralasciato nel restauro la storia e la funzione per farlo scalpicciare da milioni di turisti ai quali solo interessa l’immortale “Io c’era!”. Speriamo che i restauri ferraresi non si rivelino, come dire, troppo nuovi oppure, al contrario, obsoleti. Comunque con angoscia scandisco il tempo che passa e a volte mi trovo a pensare: “Chissà! Lo/li rivedrò?”
Mi si presentano spazi vuoti nella mia attività futura. E non ne sono per ora spaventato. Esercitarsi a fare l’’umarel’ in piazza che commenta e discute non è poi così terrorizzante. Comunque ci sono sempre le librerie che ti offrono rifugio e consolazione.
All’orizzonte s’affaccia lo spauracchio dei Laidi; ma – pensandoci bene – una manciata di giorni estivi posso sempre sopportarla anche se il vuoto lasciato dalla pelosa si acuirà e ci renderà ancor più tristi.
Come ogni ‘colpo di cannone’ si è fatto silenzio sugli ‘sfracelli’ Diamantiferi. O cova l’attesa oppure altre e più importanti risoluzioni ci attendono. Il Quadrivio con i palazzi che dovranno essere impiegati; la zona medievale sempre più deserta; le vie d’accesso al centro dove macchine impazzite sfrecciano a velocità del fulmine come nella via XX settembre e, prima fra tutte, la conservazione, l’utilizzo, la qualità della zona Gad. Un programma tra i tanti, diventa accettabile quello che suggerisce di eliminare le tasse agli abitanti del Gad che affittino camere o appartamenti agli studenti. Ottima idea!
E nel ron ron degli ormai noiosi programmi televisivi dove sempre e solo gli ‘eletti’ fanno ascoltare la loro voce ormai ripetitiva ci avviciniamo al traguardo importante squadernando pensierose sentenze, come sul rinnovato “L’Espresso” lancia Massimo Cacciari, arrivando persino all’uso della lettera maiuscola per ribadire l’importanza del personaggio come i Tre: Mann, Croce, Keynes. Sembra un testo di religione laica.
Eppure non bisogna mollare.
Essere arrivati dopo molte difficoltà a pubblicare la biografia più clamorosa su Giorgio Bassani, attendere la nuova e stimolante mostra del Meis sul Rinascimento ebraico, vedere le sale piene di attenti ascoltatori alle conferenze dell’Istituto Gramsci e dell’istituto di Storia contemporanea e i giovani che studiano all’Ariostea inducono alla speranza che solo la cultura può svolgere un compito fondamentale nella società: dalla scuola alla città alla regione e alla nazione.
Non a caso la città più difficile dello Stato, vale a dire Napoli, organizzerà all’Archeologico la mostra fondamentale su Canova. Otto statue arriveranno dall’Ermitage di Pietroburgo e, oltre le nostre e i gessi e i cartoni e i dipinti, saranno messe a confronto con quelle opere antiche che il sommo scultore studiò e ne fece ‘carne, vera carne’ nella sua opera. E non dimentichiamoci che nel 2021 si celebrerà il centenario della morte dello scultore.
E Ferrara sarà una delle città fondamentali per conoscerne la vicenda umana e artistica.
Estote parati!! Chiunque ci governerà.
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dal 23 al 26 ottobre 2024
Quattro giorni di eventi internazionali dedicati al cinema indipendente, alle opere prime, all’innovazione e ai corti a tematica ambientale.
Gianni Venturi
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it