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“Le cose d’ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare”.
Inizia così Ci vuole un fiore, scritta da Gianni Rodari e cantata da Sergio Endrigo.
Ieri, mentre la riascoltavo, pensavo ai bambini e alle bambine della classe quinta che sto frequentando e ho deciso di scriver loro questi 10 consigli. Li metto a disposizione di tutti coloro che sanno ‘guardare ed ascoltare’. Comunque la pensiate, buona lettura.

1. CONTA e racCONTA ma non farti CONTAgiare
Esercitati a fare calcoli a memoria e a risolvere problemi, fatti raccontare storie e racconta le tue emozioni a chi sa ascoltarti. Rispetta le regole che ci consigliano gli esperti;

2. CUCI, CUCIna e riCUCI
Impara a cucire, a cucinare e a fare le faccende di casa e, se hai litigato con qualcuno, prova a spiegarti meglio, cerca di capire il suo punto di vista e chiaritevi;

3. diSEGNA e di… SOGNA
Usa il disegno e la pittura per esprimere ciò che senti dentro. Usa l’immaginazione ed i sogni, ad occhi aperti e chiusi, per esprimere ciò che vorresti essere;

4. GUARDA la natura! Ti riGUARDA , salvaGUARDAla e riGUARDAti
Osserva il cielo, gli alberi, il mare e le montagne, i loro particolari e i loro cambiamenti. Rispetta la natura. Abbi cura di te: fatti del bene;

5. inCANTAti all’ascolto e CANTA senza disinCANTO
Ascolta bella musica, canta con qualcuno, impara a sperare insieme agli altri.

6. LEGGI l’oggi… ma anche lo ieri e il domani
Leggi i tuoi libri e, se non capisci, chiedi a chi ti è vicino; studia la storia, la geografia, le scienze ed immagina un futuro migliore… “È facile se ci provi”;

7. fai l’ORTO, dai suppORTO e porta confORTO
Se ne hai la possibilità, cura un orto. Aiuta in casa. Pensa a come far arrivare un pensiero e un sorriso al tuo compagno o alla tua compagna di classe con disabilità; studia come “farti sentire” da tutti ma, in particolare, dal tuo compagno o dalla tua compagna con disabilità;

8. OZIA e negOZIA
Non riempirti di cose da fare perché è proprio nei momenti di noia che nascono le idee più belle. Cerca di non imporre le tue idee agli altri piuttosto impara a contrattare provando a metterti d’accordo;

9. SCRIVI, traSCRIVI e inSCRIVI
Scrivi quello che vuoi, ricopia brani che ti piacciono ma ricordati che ciò che accade, o che si immagina, va raccontato senza scordare il contesto;

10. salta i FÒSSI ma non saltare i FÓSSI
Fai attività all’aperto e, se abiti in campagna, vai a saltare i fòssi. Impara comunque ad immedesimarti in situazioni diverse dalla tua chiedendoti cosa faresti e cosa proveresti “se tu fóssi nei panni di un altro”.

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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