Giorno: 5 Giugno 2020

DA SOWETO-NAIROBI, 5 giugno 2020
Misure anti-Covid in Kenya: tragedie collaterali e piccole speranze

di Matilde Giunti e Angelo Carlo Valesia
cooperanti a Nairobi de L’Africa Chiama ONLUS ONG

L’arrivo del Coronavirus in Kenya e le conseguenti misure prese dal Governo per contenerne la diffusione hanno comportato degli ’effetti collaterali’ sulla popolazione, soprattutto sulle fasce più vulnerabili e nelle aree più disagiate, come Soweto dove L’Africa Chiama ha il suo Centro Shalom. Se gli effetti diretti quali l’effettiva diffusione del virus e le conseguenze sul sistema sanitario nazionale non sono ancora chiarissimi, per chi lavora come noi nel sociale è impossibile non rimanere profondamente colpiti dai più palpabili effetti indiretti, tra cui le aumentate difficoltà finanziarie delle famiglie dovute alla chiusura di molti business.

Aggirandoci per le stradine della baraccopoli negli ultimi giorni abbiamo potuto constatare con i nostri occhi i cambiamenti più evidenti: primo fra tutti, l’aumento esponenziale del numero di persone che vagano sotto l’effetto dell’alcool.
Non è un segreto che la baraccopoli di Soweto sia uno dei più importanti centri di produzione e di vendita del chang’aa, la celebre bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione dello zucchero di canna con l’aggiunta di altre sostanze, tra cui il combustibile per aerei ed altri prodotti chimici particolarmente pericolosi per la salute (talvolta l’acqua che viene aggiunta alla bevanda proviene in realtà dalle acque di scolo). Dopo diversi sgombri forzati da parte della polizia e le chiusura di altri centri di smercio della stessa bevanda alcolica, un gran numero di ‘aficionados’ del chang’aa si è riversato su Soweto.

Un altro degli effetti indiretti delle misure prese dal Governo per contrastare il Covid-19 è costituito dai danni che rappresenta la presenza quotidiana di bambini e adolescenti in giro per le strade a causa della chiusura delle scuole: i minori, soprattutto di sesso femminile, non possono più trovare nella scuola un rifugio più sicuro della strada e restano i più esposti ad eventuali violenze.
Questa è purtroppo la condizione in cui si trovano tantissime ragazze e bambine nei Paesi in Via di Sviluppo, negli insediamenti informali come in altri contesti urbani e non. L’ONU denuncia che l’emergenza da Coronavirus potrebbe portare ad un aumento di gravidanze indesideratdi qualche milione.
Il sito GlobalCitizen.org [Vedi qui] – che tratta di tematiche umanitarie, diritti umani ed impegno civile – riferisce addirittura che in Somalia le ragazze sono adesso ancora più a rischio di mutilazioni genitali e di matrimoni precoci, anche in questo caso per gli effetti indiretti delle misure anti-Covid-19.

Un altro rischio che unisce entrambi i problemi sopra citati è la diffusione dell’alcool proprio tra la fascia di popolazione più giovane: in più occasioni ci siamo imbattuti in ragazze adolescenti ubriache già nel pomeriggio, situazione in cui prima del Coronavirus era difficile imbattersi.
Davanti ad una di loro che ha cercato di approcciarci per chiederci dei soldi, un passante con sguardo rassegnato ha sospirato: “Ed era una ragazza che stava per finire Form 4” (Form 4 è l’ultimo anno delle superiori, n.d.a.).
I timori degli abitanti di Soweto per ciò che potrebbe accadere e per quello che in parte già si sta verificando vanno oltre l’emergenza sanitaria e si concentrano sulle conseguenze di lungo periodo. Le drammatiche dinamiche sociali, già motivo della nostra presenza qui, se non verranno adeguatamente affrontate, potrebbero avere esiti molto gravi. La popolazione di Soweto ci ha ancor di più reso consapevoli del fatto che ci troveremo davanti a nuove e ancor più ardue sfide.

In questa situazione tragica, non ci vogliamo però scoraggiare: nelle ultime settimane siamo anche stati testimoni oculari di alcuni cambiamenti in positivo che ci hanno piacevolmente impressionato e che ci hanno ridonato speranza.

Tra gli episodi più significativi (e che speriamo possano diventare cambiamenti permanenti) ci sono quelli riguardanti alcuni beneficiari del Progetto Special Children [Qui] che si occupa del recupero di ragazzi di strada, della loro riabilitazione e del loro reinserimento in famiglia, a scuola e nella comunità. Rahab, una mamma che ha due figli beneficiari del programma ha colto l’occasione della crisi economica, per via della quale non riusciva più a trovare lavoro come donna delle pulizie, per provare a lanciare una piccola attività generatrice di reddito a Soweto: dopo anni di tentativi mai andati a buon fine, grazie a forza di volontà e tenacia, Rahab sta portando avanti l’attività di vendita di chapati (delle piadine locali), fagioli e riso. Catherine, una mamma che ha iniziato a beneficiare delle distribuzioni di cibo e materiale igienico che facciamo regolarmente ogni due settimane dall’inizio della crisi, è rimasta commossa dagli sforzi di Call Africa per aiutare i bambini e le famiglie in difficoltà e ha chiesto a Ritah, la coordinatrice del progetto, di poter venire a fare attività di volontariato per provare a restituire una parte di quello che ha ricevuto. Questa richiesta ci ha particolarmente emozionati, soprattutto in una situazione difficile come quella attuale in cui sappiamo che tutti sono messi a dura prova.

Un ultimo esempio di ‘trasformazione’ riguarda Joshua, 17enne, beneficiario de L’Africa Chiama da 8 anni che non è mai riuscito a terminare il percorso scolastico né ad abbandonare definitivamente la strada e le droghe. In questi due mesi e mezzo in cui il Centro è stato chiuso e non è stato possibile monitorare tutti i beneficiari dei progetti, abbiamo temuto il peggio. Per qualcuno di noi era quasi una certezza che la condizione di Joshua dovesse essere peggiorata. Invece, con sorpresa, abbiamo scoperto che è pulito (sia dalle droghe che nella igiene personale, cosa non facile per i ragazzi di strada), che dorme a casa con la mamma e i fratelli, che cerca di darsi da fare con le faccende domestiche e di essere di aiuto alla famiglia. In più, anche lui cerca, quando può, di venire al Centro per svolgere un po’ di volontariato. Gesti del genere da parte sua valgono più di mille parole.

L’unica cosa perciò che possiamo aggiungere è che stiamo cercando di tenere sempre alto lo spirito e il morale e di incoraggiarci a vicenda. Un approccio positivo in questa fase di emergenza diventa uno stimolo per tutti noi – staff, beneficiari e donatori – per mantenere viva la speranza nell’attesa che l’emergenza passi e che si possa tornare alla vita di prima.

Per informazioni sui progetti, contatti, donazioni, il sito dell’Associazione: https://www.lafricachiama.org/

Cover: gruppo di ragazzi di strada accolti nel Progetto Special Children (foto: L’Africa Chiama Onlus)

Variazioni viabilità in centro storico dall’8 giugno

Da: Comune di Bondeno

Due Ordinanze delle Polizia Municipale dell’Alto Ferrarese modificheranno la circolazione stradale in centro, in vista della prossima settimana. Lunedì 8 Giugno, è previsto un divieto di transito temporaneo nella mattinata, dalle ore 9:00 alle 13:00, tra Via Borgo Paioli e l’intersezione che questa forma con Viale Repubblica. Divieto di transito per tutti gli autoveicoli, ad eccezione di quelli ammessi per servizio al cantiere ed eventuali mezzi di soccorso e di sicurezza.

Da Mercoledì 10 a Sabato 13 Giugno, quindi, divieto di sosta per una porzione di 49 metri quadrati in Via Cavallotti. Il divieto di sosta con rimozione forzata istituito in zona sarà attivo dalle ore 9:00 alle 18:00, con la sola eccezione dei mezzi di servizio per il cantiere. I suddetti cantieri ed eventuali ingombri presenti sulla carreggiata dovranno essere segnalati, con indicazioni per i passanti.

Il sindaco Fabbri: “Un passo importante verso il ritorno alla normalità: Ferrara avanguardia in Emilia Romagna”

Da: Organizzatori

“Ci tengo ad esprimere grande soddisfazione per l’avvio delle attività dei Centri Estivi: Ferrara si conferma tra le prime città, a livello regionale, ad aver organizzato la ripresa di queste attività fondamentali per i ragazzi e le famiglie, provate dall’emergenza sanitaria e dal lockdown e, in ogni caso, la prima ad aver formalizzato in fase di emergenza un patto di collaborazione tra pubblico e privato. Dopo queste settimane così complicate riportare i ragazzi alla socialità è un passo importante verso la normalità a cui tutti ci auguriamo di arrivare, al più presto. Dobbiamo questo risultato al grande impegno dell’assessore alle Politiche Sociali, Cristina Coletti, e alla collaborazione delle realtà cooperative di Legacoop e Confcooperative, delle sigle sindacali e dell’Ausl che hanno lavorato tutti insieme per garantire alle famiglie un servizio di qualità, uniforme sul territorio e che risponde pienamente, in ogni aspetto a tutti i parametri sanitari indicati dalla Regione. Ritengo l’avvio di un servizio di qualità, in un momento così particolare, sia la dimostrazione concreta di cosa significa per una città fare sistema e spero che sia un primo passo verso una modalità di lavoro utilizzabile in altri campi. Abbiamo dimostrato di saper fare squadra, per dare risposte alle esigenze della città nonostante le tante difficoltà e le limitazioni con cui dobbiamo ancora fare i conti”.

FERRARA: PARTONO I CENTRI ESTIVI

Da: Organizzatori

Lunedì 8 giugno 2020 si parte con la formazione a insegnanti, operatori e famiglie, per martedì 9 giugno sono in programma i test sierologici, dal 10 si comincia l’allestimento degli spazi delle scuole e da lunedì 15 giungo via libera alle attività con i bambini. Tutto nel massimo rispetto dei protocolli sanitari e della sicurezza. Questo, in sintesi, il crono programma per i Centri estivi comunali di Ferrara..

“Ripensare interamente un servizio storico e consolidato alla luce delle nuove esigenze è stata una sfida importante, raccolta con entusiasmo e responsabilità da tutti per far fronte alle necessità di supporto espresse dalla comunità, in particolare dalle famiglie del territorio – ha sottolineato l’assessore alle Politiche Sociali, Cristina Coletti, che si è occupata del progetto -. Abbiamo dovuto mettere insieme due aspetti non semplici da conciliare: il bisogno di ricreare la socialità dei più piccoli dopo mesi di isolamento e l’esigenza di tutelare il lavoro delle tante educatrici ed educatori impiegati nelle attività. Per questo abbiamo ritenuto necessario partire con una prima settimana dedicata alla formazione di tutti i partecipanti, a partire dagli operatori per arrivare alle famiglie, che fruiranno di un servizio diverso da quello che hanno sempre conosciuto. Già da domani cominceranno i contatti con i genitori che verranno chiamati per calendarizzare appuntamenti e attività”.

Dopo lo stop dettato dalla pandemia, grazie all’input arrivato dal Tavolo Ferrara Rinasce convocato dal sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, in città ha preso il via un intenso lavoro di riprogettazione dell’offerta che ha visto coinvolti, dopo la sottoscrizione di un protocollo di intenti in data 13 maggio 2020 e attraverso un Comitato e un Tavolo operativo, il Comune di Ferrara, le cooperative afferenti a Legacoop e Confcooperative e i rappresentanti delle sigle sindacali di Funzione Pubblica Cgil, Cisl e Uil, oltre alle cooperative sociali del Consorzio Res (che gestisce i Centri Estivi del comune in convenzione), Cidas, Il Germoglio, Le Pagine e Serena.

“Il confronto e la condivisione hanno consentito di predisporre tutto quanto necessario per tornare ad accogliere i bambini, i ragazzi e le loro famiglie, e per consentire ad educatrici ed educatori di riprendere il lavoro in sicurezza prima possibile”, ha aggiunto Coletti .

Il Comune di Ferrara ha messo a disposizione 150 posti al mese per i Centri Ricreativi Infanzia dedicati alla fascia 3-6 anni, e 170 posti al mese per i Centri Ricretivi Educativi rivolta alla fascia 6-14 con ulteriori posti aggiuntivi per i bambini e ragazzi disabili. Il numero di posti è quello massimo raggiungibile per l’anno in corso, in applicazione alle nuove disposizioni sanitarie, che hanno sensibilmente ridotto il rapporto numerico tra educatori e bambini (un educatore ogni cinque bambini nella fascia 3-5 anni, un educatore ogni sette bambini nella fascia 6-11 anni, un educatore ogni 10 nella fascia adolescenti), al fine di contenere e contrastare la diffusione del virus, prevedendo nei casi di fragilità anche il rapporto uno a uno. Le domande di iscrizione pervenute all’Istituzione scolastica sono: Cri giugno 246, Cri luglio 222, Cre giugno 198, Cre luglio 229.Ai posti messi a disposizione dai Centri Estivi comunali si aggiungono le disponibilità delle realtà private e cooperative con le quali il Comune ha condiviso il progetto.

I plessi utilizzati per il Centri Estivi comunali sono: Infanzia Mille Gru, Infanzia Neruda, Infanzia Satellite, Scuola Primaria Manzoni, Infanzia Aquilone, Infanzia Le Margherite, Scuola Secondaria Cosmè Tura, Scuola Primaria Villanova, Infanzia Ponte, Infanzia Casa del Bambino, Infanzia La Mongolfiera , Scuola Primaria Poledrelli, Infanzia Pacinotti, Infanzia Gobetti, Scuola Primaria Bruno Ciari , Scuola Primaria E. Mosti.

Ecco cosa prevede, nel dettaglio, il crono programma:

1) Tra 8 e 10 giugno: entrata del personale nei plessi con formazione specifica sulla sicurezza sanitaria e l’utilizzo degli spazi e delle attrezzature

2) 9 giugno: screening sierologico al personale su base volontaria

3) tra il 9 e l’11 giugno collettivi di formazione sul progetto educativo e pedagogico, con allestimento degli spazi e dotazioni

4) tra il 9 e il 17 giugno: video riunioni con i gruppi di famiglie (36 incontri in totale) per illustrare e condividere il nuovo approccio al servizio

5) tra il 10 e il 18 giugno: incontro con genitori in plesso in condizioni di sicurezza per consegna documentazione necessaria all’iscrizione

6) a partire dal 15 giugno avvio delle attività in presenza con i bambini

Particolare rilevanza assumerà per i Centri Estivi 2020 la gestione degli aspetti sanitari e di rapporto interpersonale. Ecco elencati alcuni dei principali punti di attenzione, che saranno oggetto della formazione del personale e delle famiglie.

1) L’accoglienza: il triage, come previsto dalla regione, prevede che i bambini vengano lasciati dai genitori al punto di accesso e che ognuno di loro si sottoponga a sanificazione scarpe e lavaggio mani

2) Durante le attività particolare attenzione sarà posta al lavaggio mani o in alternativa all’uso di gel appositi

3) La sanificazione degli ambienti è prevista due volte al giorno. A seconda della tipologia dei locali potranno essere utilizzati sistemi di refrigerazione (solo se sterilizzati), ma non con ricircolo d’aria

4) Il pranzo verrà organizzato in spazi separati, garantendo il mantenimento di una distanza tra i bambini, e la ventilazione costante del locale adibito

5) Per il riposo è previsto l’uso di brandine lavabili (settimanalmente) con il rispetto della distanza tra i lettini e l’uso di lenzuoli bianchi lavabili in struttura a 90° con varechina

6) I giochi saranno utilizzati, puliti e sanificati, come da indicazioni regionali

7) In caso di presenza di sintomi è necessaria l’individuazione di una zona riservata di isolamento fino alla consegna ai genitori, l’utilizzo di un kit di sicurezza per l’operatore, e il rientro del soggetto (bambino o adulto) esclusivamente con certificato medico

8) Uso della mascherina è obbligatorio per gli operatori che possono toglierla per ristoro se stanno mantenendo azione di vigilanza

9) Per ogni altro aspetto non specificato fanno fede le indicazioni regionali.

Anche Legacoop e Confcooperative intervengono sull’avvio delle attività.

“La collaborazione seguita alla sottoscrizione del Protocollo tra le parti, come da noi suggerito durante il tavolo Ferrara Rinasce, ha dato una risposta tempestiva e concreta al bisogno delle famiglie di avere in tempi rapidi servizi educativi e ricreativi per i propri figli, indispensabili in questa fase di ripartenza. Il nostro ringraziamento va alle cooperative sociali che, a seguito della firma del Protocollo, si sono immediatamente attivate per progettare proposte che garantiscano ai bambini, alle operatrici e agli operatori di poter svolgere le attività nel pieno rispetto delle misure di sicurezza anti Covid. Grazie alla cooperazione sociale e all’Amministrazione comunale, che hanno lavorato fianco a fianco durante queste settimane, per genitori e bambini il ritorno alla normalità è, oggi, più vicino”, dichiara Chiara Bertelli (coordinatrice territoriale Legacoop Estense).

“Il grande sforzo corale ha reso evidente come le sinergie tra pubblico e privato sociale possono portare ad ottimi risultati anche in una fase di assoluta ed inedita emergenza. Risultati che sono indispensabili per la realizzazione di attività ad alta valenza per la tenuta sociale della comunità. Siamo soddisfatti dello sforzo congiunto che ci ha visto collaborare a stretto contatto con le Istituzioni del territorio, per valutare prima i nuovi bisogni emersi e costruire in seguito le migliori proposte” ha dichiarato Elias Becciu, presidente del Consorzio RES e responsabile del Settore Educativo di CIDAS. “Siamo impazienti di tornare a dedicarci alla nostra missione di cura e sostegno alla crescita dei giovani di questa città”
(Chiara Bertolasi Confcooperative)

 

CONTRO VERSO
Lettera alla Maestra

L’accesso alla rete per tutti i bambini è una questione di equità, soprattutto se la scuola si può fare soltanto a distanza.

Filastrocca della lettera alla maestra

Signora Maestra, non sono a lezione
qui non mi arriva la connessione
non avevo i compiti e non ho studiato
però non mi sono dimenticato

di tutti i compagni che non ho più visto
vorrei cercarli e qualche volta insisto
mi manca soprattutto di far l’intervallo:
“Mi ha spinto! Rigore! Ha fatto fallo!”.

La mamma ripete che non posso uscire
d’accordo o no, devo solo eseguire
così la palla è nello sgabuzzino
un posto adatto per ogni bambino.

Io non so proprio dire che cosa sia
quella che tutti chiamano pandemia.
Vorrei dire a lei, lo ripeto alla mamma
son sicuro che no, non era in programma.

Il periodo di quarantena ha necessariamente comportato limitazioni per bambini e adolescenti che hanno visto compressi i loro diritti al gioco, alla socialità, all’apprendimento. La chiusura si è aggravata per chi aveva meno strumenti, innanzitutto informatici, quando la scuola si è trasferita online e non tutti hanno potuto continuare le lezioni.
Secondo il rapporto Istat pubblicato il 20 aprile scorso, in Italia 1 famiglia su 3 non ha né computer né tablet e, anche quando è presente, non è detto sia a disposizione per la didattica a distanza: solo in 1 famiglia su 5 ogni componente del nucleo ha uno strumento tutto per sé. Le differenze geografiche sono molto accentuate: le famiglie senza computer salgono al 41,6% al Sud,mentre quelle con un pc personale per tutti sono 1 su 7.
CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia tutti i venerdì.
Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

Agricoltura. Semplificazione, finanziamenti e aiuti

Da: Regione Emilia-Romagna

Un tavolo semplificazione regionale per rendere più facili e veloci tutte le procedure amministrative, i contributi per sostenere agriturismi e giovani imprenditori nella fase di ripresa delle attività post emergenza coronavirus, il punto sulla richiesta avanzata dalla Regione al Governo per la dichiarazione dello stato di calamità per le imprese colpite dalle gelate di aprile.

Sono questi i punti principali affrontati ieri, giovedì 4 giugno, nel corso di un incontro tra l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, e il consiglio regionale di Coldiretti, che si è svolto nella sede dell’associazione a Bologna, in via Galliera.

“Un incontro molto importante e produttivo- ha dichiarato Mammi- che ci ha permesso di condividere idee e intenti comuni sul futuro agricolo del territorio regionale. Ho ascoltato con attenzione i problemi e le proposte che mi sono state sottoposte e sono convinto che ci siano tutti gli elementi per poter lavorare insieme”.

Tra le nuove misure individuate dalla Regione per rendere più rapida e veloce l’azione amministrativa, il lancio imminente di un “tavolo di semplificazione” sulle procedure e le azioni dell’assessorato, al quale, oltre a tecnici e funzionari di Viale Aldo Moro, verranno coinvolte le confederazioni agricole. E poi l’estensione dei contributi da 1500 a 2mila euro per le strutture agrituristiche alle prese con gli effetti del lungo lockdown. Ancora, l’esaurimento delle graduatorie dei bandi presentati dai giovani imprenditori agricoli, per un valore complessivo di 15,5 milioni di euro per 72 progetti finanziati.

Infine, il punto sulla richiesta già inoltrata al Parlamento e alla ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, per la deroga alla legge 102 a favore di finanziamenti per le devastanti gelate che hanno interessato l’ortofrutta emiliano-romagnola tra la fine del mese di marzo e gli inizi di aprile e che hanno causato ingenti danni ad aziende e lavoratori.

Da parte di Coldiretti, illustrate tre proposte di iniziative legislative su agricoltura sociale, agriturismi e credito d’imposta.

“Ringrazio Coldiretti per il lavoro svolto in questi mesi difficili, per i suggerimenti e gli stimoli costanti- ha sottolineato Mammi al termine dell’incontro-. Grazie anche per i servizi erogati sul territorio e per quanto fa ogni giorno nel rappresentare le esigenze delle imprese agricole. Un lavoro prezioso portato avanti con lungimiranza, fondamentale per chi deve prendere decisioni pubbliche e istituzionali in un settore così rilevante per la vita di tutte le nostre comunità e per il futuro del Paese”.

“Confronto, dialogo, ascolto saranno un metodo costante che ho garantito al consiglio regionale di Coldiretti e confermerò con azioni concrete- ha chiuso l’assessore-. Nel rispetto dei ruoli la piena volontà di collaborare per l’interesse generale dello straordinario sistema agricolo dell’Emilia-Romagna”.

Lavoro. Cassa integrazione in deroga

Da: Regione Emilia-Romagna

Ieri la richiesta degli assessori regionali al Lavoro della Conferenza delle Regioni e Province autonome all’Esecutivo nazionale affinché venga adottato un provvedimento urgente che superi lo ‘spezzettamento’ della Cig in deroga

“Occorre dare continuità allo strumento della cassa in integrazione in deroga per Covid-19. È fondamentale che il Governo intervenga tempestivamente affinché imprese, lavoratrici e lavoratori tra pochi giorni non si trovino davanti ad un ‘vuoto’ di liquidità che comporterebbe ulteriori difficoltà per tante famiglie, già provate dal lungo lockdown”.

Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, ribadisce con fermezza la necessità emersa nel corso della IX Commissione (Istruzione, lavoro, innovazione e ricerca) della Conferenza delle Regioni e Province autonome riunitasi nella giornata di ieri. Gli assessori regionali al Lavoro hanno concordato di inviare una richiesta al Governo affinché venga adottato un provvedimento urgente che superi lo ‘spezzettamento’ della cassa integrazione in deroga previsto dal Decreto Rilancio per i periodi successivi alle 9 settimane già precedentemente riconosciuti dalle Regioni (13 settimane per la Regione Emilia-Romagna), ovvero 5 settimane fino al 31 agosto e altre 4 dal 1° settembre al 31 ottobre 2020.

“Dopo la crisi sanitaria – aggiunge l’assessore Colla – dobbiamo scongiurare una crisi sociale evitando che si creano ulteriori tensioni. Per questo anche come Regione Emilia-Romagna chiediamo al Governo anche un prolungamento del periodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali che consenta di coprire maggiormente questa fase di ripartenza. Per molte settimane ancora l’impiego della forza lavoro sarà inevitabilmente ridotto rispetto agli standard pre-Covid. per questo dobbiamo pensare a come accompagnare al meglio i lavoratori per tutto il periodo che sarà necessario per passare alla Fase 3 della ripresa”.

Modalità accredito stampa mostra Banksy Ferrara

Da: Fondazione Ferrara Arte

Al fine di non incorrere in attese fuori dal Palazzo, è fortemente consigliabile la prenotazione dell’accredito direttamente dal sito internet di Palazzo dei Diamanti.

Per registrarsi, è sufficiente andare sul “Menù”, quindi area “Stampa” e cliccare su “Accredito stampa: compila il modulo” (vedi link: http://www.palazzodiamanti.it/1525/stampa). A quel punto, basta inserire i propri dati anagrafici, la testata per cui si lavora, il numero di tesserino e data e orario della visita. Una volta concluso l’iter, ci si potrà recare in mostra e, esibendo il tesserino in biglietteria, si potrà entrare gratuitamente.

L’inserimento dell’indirizzo mail dà modo ad ogni giornalista di ricevere tutto il materiale stampa riguardante la mostra Un artista chiamato Banksy (comunicati, fotografie, lista opere e catalogo in Pdf).

La mancata prenotazione, come detto, può comportare l’attesa fuori da Palazzo dei Diamanti. In relazione all’emergenza Covid-19, infatti, le entrate in mostra sono contingentate (15 persone ogni 15 minuti) e, ovviamente, viene data priorità a chi si è regolarmente registrato sul sito.

Bargi (Lega E-R): “Florim devolve 400mila euro a cassintegrati: dal governo solo parole, dagli imprenditori fatti”

Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

“Mentre il governo tergiversa e promette mari e monti senza aver ancora scucito un euro per artigiani, partite iva, professionisti e piccole e micro imprese, stremati da mesi di lockdown, ecco che dal mondo imprenditoriale modenese arriva un segnale forte, sintomatico del saper-fare del sistema made in Emilia-Romagna”. Il consigliere regionale della Lega E-R, Stefano Bargi, plaude all’iniziativa dei dirigenti della Florim di Fiorano che hanno devoluto 400mila euro agli addetto cassintegrati.

“La Florim di Fiorano, che 20mila addetti diretti, altri 20mila in indotto, 6 miliardi di fatturato è una di quelle aziende che hanno reso famoso in tutto il mondo il distretto ceramico modenese, un modello dell’imprenditoria emiliano-romagnola che, ricordiamolo, è capace di miracoli, nonostante burocrazia e tasse” conclude Bargi.

Territorio e Ambiente. A Ferrara nascerà entro il 2022 la “Cittadella” della protezione civile

Da: Regione Emilia-Romagna

Inaugurati i lavori per la realizzazione entro il 2021 del Centro unico per l’emergenza. L’anno successivo sarà completato anche il Centro unificato regionale. Nel pomeriggio il sopralluogo dell’assessora Priolo ai cantieri per liberare dalla sabbia il porto-canale di Porto Garibaldi e per la realizzazione di un manufatto che favorirà il ricambio dell’acqua marina nella sacca di Goro

Prima la consegna dei lavori per la nascita entro il 2022 nel capoluogo estense del Centro unico per l’emergenza di protezione civile regionale (Cue), poi, sempre al mattino, il tavolo di confronto promosso dall’Autorità di bacino del Po per fare il punto sulla realizzazione dell’idrovia ferrarese. Infine, nel pomeriggio, i due sopralluoghi al maxi-cantiere per liberare dalla sabbia il porto canale di Porto Garibaldi e agli interventi idraulici per facilitare il ricambio dell’acqua marina nella sacca di Goro.

Un’intera giornata fitta di impegni istituzionali e altri appuntamenti di lavoro quella trascorsa oggi nel ferrarese dall’assessore regionale all’Ambiente, difesa del Suolo e Protezione civile, Irene Priolo, per rendersi conto di persona dello stato di avanzamento di alcuni importanti progetti finanziati dalla Regione che interessano il territorio provinciale. Con una puntata finale nell’area boschiva della Mesola, dove nei giorni scorsi sono scoppiati a breve distanza due incendi di origine dolosa.

La visita dell’assessora Priolo, accompagnata nelle prime due tappe dall’assessore regionale al Bilancio, Paolo Calvano, è partita dal polo fieristico del capoluogo estense, dove entro un paio d’anni sorgerà, su un’area di quasi 30 mila metri quadrati, una sorta di “Cittadella” della protezione civile regionale, formata dal nuovo Centro regionale di protezione civile (Cerpic) e dal Centro unificato regionale (Cup).

“La realizzazione del polo ferrarese della protezione civile- ha sottolineato l’assessora Priolo alla consegna dei lavori- rappresenta un’esperienza unica a livello regionale perché concentrerà in un’area ristretta molteplici strutture e servizi attualmente sparsi sul territorio provinciale, favorendo così l’integrazione e la razionalizzazione delle attività”.

“Si tratta di un doppio investimento di carattere strategico per la protezione civile dell’Emilia-Romagna- ha aggiunto Calvano- del costo complessivo di 5,6 milioni di euro, di cui 4,4 milioni stanziati dalla Regione per il nuovo Cerpic, ai quali vanno aggiunti altri 1,2 milioni per la realizzazione del Cup, di cui 800 mila euro sempre dal bilancio regionale e 400 mila dal Comune di Ferrara”.

Cosa prevede il progetto

Il progetto del nuovo Cerpic, che prenderà il posto di quello attuale che ha sede a Tresigallo (Fe), la cui struttura è stata danneggiata dal terremoto del 2012, è frutto di un accordo di programma tra Regione Emilia-Romagna, Provincia e Comune e di Ferrara. L’immobile, un edificio di 4.500 metri quadrati dall’elevata efficienza energetica e costruito secondo le regole antisismiche, sarà realizzato entro l’anno prossimo. Sarà invece completato entro il 2022 il nuovo Cup, che ospiterà tra l’altro la sala operativa unificata della protezione civile ed accoglierà anche la sede del coordinamento provinciale del volontariato.

Nel pomeriggio, dopo l’incontro promosso a fine mattinata dall’Autorità di bacino del Po per fare il punto sulla realizzazione dell’idrovia ferrarese – un’opera unica in Italia per dimensioni e complessità, finanziata dallo Stato con 145 milioni di euro e che ha come obiettivo lo sviluppo di un sistema di mobilità su acqua alternativo a quelli su gomma e ferro lungo l’asse Pontelagoscuro-Comacchio -, l’assessora Priolo si trasferirà a Porto Garibaldi per un sopralluogo al cantiere dei lavori per liberare il porto canale da circa 100mila metri cubi di sabbia accumulati dalle mareggiate.

Un intervento del costo complessivo di 870 mila euro, di cui 400 mila messi a disposizione dalla Regione e i restanti 470 mila dal Comune di Comacchio, che ha il duplice obiettivo di ristabilire le condizioni di sicurezza per la navigazione e, con la sabbia estratta, risistemare le spiagge dei lidi ferraresi erose dal mare. I lavori, partiti il 27 maggio scorso, proseguono giorno e notte per accelerare al massimo i tempi di realizzazione dell’intervento, in considerazione dell’avvio della nuova stagione turistica.

A Goro Irene Priolo visterà il cantiere da oltre 640 mila euro per la realizzazione di un manufatto idraulico, con paratoie mobili, in grado di mantenere una corretta ossigenazione dell’acqua all’interno della Sacca, specialmente nel periodo estivo, quando c’è il rischio di anossia (mancanza di ossigeno nel mare). Un intervento che rientra in parte nel progetto europeo Life Agree di grande importanza anche per l’economia che vive sull’allevamento dei mitili.

Infine il sopralluogo per rendersi conto di persona dei danni, molto ingenti, provocati dai due grossi incendi di origine dolosa scoppiati nei giorni scorsi nell’area boschiva della Mesola.

Lockdown, Venturi sconfessa se stesso, Rancan (Lega E-R): “Perché ha accettato l’incarico se in disaccordo col suo governo?”

Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

“Perché l’ex assessore regionale Sergio Venturi ha accettato l’incarico a commissario straordinario all’emergenza se oggi, oltre a sconfessare il proprio operato, dichiara apertamente di essere in disaccordo con quanto deciso dal governo Conte, del quale il suo partito, il Pd, fa parte?”. Così il capogruppo regionale della Lega E-R, Matteo Rancan, sulle dichiarazioni di Venturi, che ha ammesso: “Se dovessi rifare un lockdown domani, non lo rifarei come l’abbiamo fatto: sono piu’ efficaci lockdown mirati in alcuni focolai particolarmente aggressivi”.

“Del resto – continua Rancan – rimangono enormi dubbi e lacune sulla gestione dell’emergenza in Emilia-Romagna. Uno su tutti: perché Piacenza – realtà che più di tutte in Italia ha pianto vittime, in termini percentuali – non è stata fatta fin da subito zona rossa? Perché il ministro De Micheli il 24 febbraio giustificò la cosa dicendo che non c’erano ‘contagi autoctoni’? Ricordo che uno studio attribuito all’Azienda sanitaria di Piacenza (intitolato “Epidemia di Covid-19 in provincia di Piacenza: relazione tecnica”) rivela che a Piacenza i primi sintomi della malattia sono comparsi tra il 10 e il 21 febbraio, data in cui è stato confermato il primo caso in Italia”.

“Come è stato possibile che, nonostante lo stato di emergenza, a Piacenza tra il 10 e il 21 febbraio nessuno si sia accorto di nulla? Bonaccini ha di fatto commissariato la sanità, lasciando a Venturi la regìa, e lui si è palesato praticamente solo quando si trattava di parlare di scalata al Pd o di candidatura alla premiership. Uno spettacolo francamente triste e inopportuno” conclude il capogruppo leghista.

Coldiretti: pubblicato il decreto per la presentazione degli indennizzi per danni da cimice asiatica del 2019

Da: Ufficio Stampa

Coldiretti Ferrara informa che è stato pubblicato il decreto ministeriale che riconosce il carattere di eccezionalità dei danni provocati da cimice asiatica sulle colture frutticole nell’anno 2019, così come proposto dalla Regione Emilia-Romagna su pressante richiesta dell’organizzazione.

Entro i 45 giorni dalla data di pubblicazione, ovvero entro e non oltre il 17 LUGLIO le aziende interessate potranno fare richiesta degli interventi previsti dal decreto 102/200 (indennizzi ed altri interventi di sostegno alle imprese).

Sono ammissibili le richieste inoltrate da aziende frutticole (ovvero che nel loro piabo colturale coltivano almeno una coltura compresa tra melo, pero, pesco, nettarine, kiwi), con terreni posti in tutti i comuni della provincia di Ferrara, che è stata totalmente delimitata, e che sulla base dei dati produttivi medi possano dimostrare un danno alla PLV non inferiore al 30%.

Gli uffici di Coldiretti sono già pronti per l’inserimento delle domande sul portale regionale e tutte le aziende saranno contattate nei prossimi giorni per predisporre le richieste in oggetto. Per ogni informazione e chiarimento i tecnici degli uffici C.A.A. Coldiretti sono a disposizione delle aziende agricole.

Coldiretti, corsi per le imprese per rilanciare le attività dopo l’emergenza

Da: Ufficio Stampa

Fare impresa per ripartire dopo l’emergenza Coronavirus. Di fronte alla pandemia che ha mutato le nostre vite e il nostro modo di lavorare, Coldiretti Emilia Romagna, in collaborazione con Dinamica e le Coldiretti provinciali, propone una serie di corsi dedicati alle proprie imprese agricole e finalizzati proprio a fornire strumenti utili in questa situazione. Si tratta di corsi dalla durata di 4 o 8 ore da seguire in videoconferenza, approvati su Catalogo Verde e finanziati nell’ambito del Psr della Regione Emilia Romagna.

“I temi trattati – spiega Coldiretti Emilia Romagna – sono 3: un corso base di 4 ore rivolto a tutte le aziende agricole per aiutarle ad adottare tutti gli adempimenti necessari al contenimento del Covid e poter svolgere la propria attività aziendale in sicurezza. Altri due percorsi formativi, entrambi di 8 ore, saranno incentrati sulla riorganizzazione produttiva e di marketing dell’impresa agricola e sulle conoscenze digitali, per poter approfondire le opportunità di social network, siti internet, pubblicità e marketing on line e rilanciare l’attività”.

Le proposte sono indirizzate a tutte le aziende agricole e in particolare agli agriturismi (che nel solo mese di aprile a causa del lockdown hanno perso in regione oltre 20 milioni di euro), alle aziende che svolgono vendite dirette e a tutte le aziende che hanno dipendenti e vogliono supportare la loro formazione nell’ambito di queste tematiche.

“Stiamo attraversando – afferma Coldiretti Emilia Romagna – un periodo senza precedenti e gli agricoltori che in questi mesi hanno continuato a lavorare seguendo il ciclo della natura per garantire l’approvvigionamento alimentare del Paese meritano di veder valorizzate le loro attività anche attraverso percorsi formativi”.

Gli interessati dovranno contattare gli uffici di zona di Coldiretti che sono a disposizione per poter confermare l’iscrizione.

Coronavirus: il punto della situazione lunedì 8 giugno alle ore 17 con l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini

Da: Regione Emilia-Romagna

Il consueto aggiornamento settimanale, sulla pagina @RegioneEmiliaRomagna, non si svolgerà oggi, giornata dedicata alla visita del ministro della Salute all’Hub regionale e nazionale della Terapia intensiva, ma lunedì

Appuntamento lunedì 8 giugno alle ore 17 per il consueto aggiornamento sul Coronavirus, con la presentazione dei dati e delle infografiche sull’andamento del contagio nel corso della settimana.

La diretta Facebook sulla pagina @RegioneEmiliaRomagna non si terrà dunque oggi, giornata interamente dedicata alla visita del ministro della Salute all’Hub regionale e nazionale della Terapia intensiva, ma lunedì.

A fare il punto sulla situazione sanitaria, l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.

Gruppo Hera e Caritas Italiana insieme per distribuire oltre 20.000 pasti a chi ne ha bisogno

Da: Organizzatore

Una donazione alla Caritas Italiana per ogni cliente che richiede l’invio elettronico della bolletta, per fornire pasti a chi ne ha bisogno. È questa l’iniziativa di solidarietà messa in campo dal Gruppo Hera a partire da metà aprile, e che ora viene prorogata fino al 30 giugno. Nel primo mese e mezzo sono stati già raggiunti gli obiettivi che permettono di donare all’ente fondi equivalenti all’erogazione di oltre 20.000 pasti.

Un supporto a Caritas Italiana nel sostegno alimentare alla popolazione
Fino al 30 giugno, quindi, per ciascun cliente – domestico o business – che attivi l’invio elettronico della bolletta, il Gruppo Hera donerà 2 euro a favore della Caritas Italiana per l’erogazione di pasti da destinare alle persone in difficoltà in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Lombardia.
È possibile richiedere l’invio della bolletta per e-mail, in sostituzione di quella cartacea, per le bollette di energia elettrica, gas, acqua, teleriscaldamento e tariffa a corrispettivo puntuale per la gestione dei rifiuti. Farlo è semplice: basta accedere ai servizi digitali del Gruppo Hera (Servizi Online e app My Hera) o contattare il Servizio Clienti.

Un vantaggio anche per l’ambiente e i clienti
Scegliere l’invio elettronico della bolletta è un piccolo gesto con il quale ora, però, si può contribuire a dare un aiuto concreto a chi ha più bisogno, per superare questa emergenza. Allo stesso tempo rappresenta un vantaggio per i clienti, poiché l’invio per e-mail assicura puntualità di consegna, e anche per l’ambiente, in termini di risparmio di carta ed emissioni in atmosfera per produrla e trasportarla.

Numerose donazioni e agevolazioni messe in campo dalla multiutility
Il progetto di solidarietà che vede coinvolta la Caritas Italiana si affianca alle altre numerose iniziative messe in campo in questo periodo dalla multiutility per tutelare e sostenere tutti i propri stakeholder, a partire da dipendenti, fornitori e clienti.
In particolare, per i propri clienti – famiglie e imprese – in difficoltà economica sono state introdotte dilazioni di pagamento e rateizzazioni delle bollette per tutti i servizi. Inoltre, poiché l’emergenza Coronavirus ha messo a dura prova il sistema sanitario, sono stati donati oltre 600 mila euro a favore dei Servizi Sanitari Regionali di Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche, di cui quasi 64 mila euro raccolti tra i dipendenti.

Cristian Fabbri: “Aiuti concreti a chi è in difficoltà”
“A seguito di questa emergenza, che non è solo sanitaria ma sociale ed economica, è aumentato il numero di persone che non riescono a soddisfare neppure i bisogni primari come la garanzia di un pasto” – commenta Cristian Fabbri, Direttore Centrale Mercato del Gruppo Hera.

“Con le agevolazioni già attivate per il pagamento delle bollette e questa ulteriore iniziativa in collaborazione con Caritas Italiana, vogliamo dare un contributo concreto a chi si trova in maggiore difficoltà. Gli obiettivi già raggiunti sono il segnale di come, grazie ad una scelta solidale e sostenibile dei nostri clienti, si possono raggiungere in breve tempo risultati concreti per il territorio. Abbiamo deciso di prolungare l’iniziativa di un altro mese per raggiungere ulteriori traguardi di solidarietà”.

Don Francesco Soddu “Questa emergenza ci deve far sentire tutti uniti e solidali” 
“Questa emergenza ci deve far sentire tutti uniti e solidali – ricorda il Direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu, che aggiunge – ancora una volta le più esposte sono le persone più fragili e per questo auspichiamo che siano sempre di più le iniziative, come questa del Gruppo Hera, di solidarietà concreta in favore delle persone in difficoltà e in condizioni sempre più precarie”

Agricoltura. Prevenzione dissesto idrogeologico e pacchetto giovani: la Regione accoglie tutte le richieste

Da: Regione Emilia-Romagna

Stanziati altri 8 milioni di euro per la prevenzione dei danni da frane e 5,5 per le imprese guidate dai giovani. I fondi andranno a finanziare rispettivamente 259 domande contro il dissesto e 72 progetti di giovani imprenditori.

Prevenire i danni da frane e favorire il rinnovo generazionale in agricoltura. Muove da questi obiettivi strategici l’approvazione, da parte della giunta regionale, dei provvedimenti che aggiungono 13,5 milioni di euro alle risorse già previste dai bandi per la prevenzione dei danni da frane all’agricoltura e ai giovani imprenditori per il premio di primo insediamento e per i contributi agli investimenti effettuati per lo sviluppo delle loro aziende agricole (Pacchetto giovani 2019).

“Contrastare il dissesto e favorire il ricambio generazionale in ambito agricolo sono temi centrali della politica agricola regionale, azioni strategiche per il supporto territoriale e dell’impresa- afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi-. L’agricoltura è una delle sfide globali del nostro tempo e ha bisogno del supporto costante delle istituzioni, per rafforzare le aree di produzione agricola territoriale e le persone che ci lavorano. Per noi l’obiettivo è liquidare tutte le risorse possibili e dare massimo sostegno alle imprese e al territorio. Grazie a questi investimenti siamo riusciti a esaurire le graduatorie del Piano di sviluppo rurale che sosteneva le due misure”.

Le risorse inizialmente disponibili per il bando per la prevenzione dei danni da frane all’agricoltura ammontavano a più di 16,8 milioni di euro e avevano consentito il finanziamento di 173 domande su 259 pervenute e risultate ammissibili, con l’ulteriore stanziamento di 8 milioni tutte le domande sono state soddisfatte.

Gli oltre 5,5 milioni di euro che vanno a potenziare il bando “Pacchetto giovani 2019” portano a 15,5 milioni di euro le risorse complessive, consentendo così di finanziare tutti i 72 progetti ammissibili, inizialmente non accolti, ed esaurire la graduatoria del quinto bando per giovani agricoltori di questa programmazione.

Al cantón fraréś
Liana Medici Pagnanelli: Al Po

Molti i poeti che hanno cantato nel nostro vernacolo il grande fiume:  Vito Cavallini, Giacomo Cenacchi, Silvano Ferrari, Gianni Forlani, Gianni Goberti, Nadio Maietti, Gian Paolo Masieri, Antonio Mezzogori, Augusto Muratori, Francesco Pantaleoni, Bruno Pasini, Marisa Pitteri, Nino Tagliani, Gigi Vincenzi, Bruno Zannoni e altri ancora.
Liana Medici Pagnanelli omaggia “al mié Po”, quando era limpido e scorreva fra una “gran scaviàra” di vegetazione. Incantata dalla forza dell’acqua e dal ritorno della quiete dopo una piena, l’autrice sogna “d’èsar ‘na góza ‘d cl’aqua” e farsi cullare andando verso il mare…
(Ciarìn)

Liana Medici Pagnanelli, Il Sasso, collezione privata

Al Po

Echl’ al mié Po, uη nàstar d’aqua ciàra
ch’al s’intréza e ‘l cór fra ‘na graη scaviàra
ad siév, ad piòp, ad salaś e rubìη
chi ‘gh crés e i s’agh multìplica d’avśìη.
Mo cum ch’l’è bèl, lì, chìét int al sò lèt,
(quand ch’an agh prila ‘d fàras uη qualch dzpèt)
che sól alóra a par ch’al dvénta brut,
sćiumànd al ruź e a par ch’al spaca tut.
Pasà la ràbia, la pina e l’aluvión,
eco ch’al torna a scórar quiét e boη
purtànd in mar con l’aqua i sò segrèt
ch’l’ha sunà su par strada in tant dialèt.
Mì, che dal Po a són iηnamurà
e in pèt a lu’ am sént cumè iηcantà,
am piaśrév tant, ‘na volta, par pruàr,
d’èsar ‘na góza ‘d cl’aqua
e… andàr… andàr… andàr…

Il Po
Eccolo il mio Po, un nastro d’acqua chiara / che si intreccia e corre fra una miriade / di siepi, pioppi, salici e robinie / che crescono e si moltiplicano vicino. / Ma come è bello, lì, quieto nel suo letto, / (quando non gli gira di farci qualche dispetto) / che solo allora pare diventare brutto, / schiumando ringhia e pare spacchi tutto. / Passata la rabbia, la piena e l’alluvione, / ecco che torna a scorrere quieto e buono / portando in mare con l’acqua i suoi segreti / che ha radunato per strada in tanti dialetti. / Io, che del Po sono innamorata / e di fronte a lui mi sento come incantata, / mi piacerebbe tanto, una volta, per provare, / essere una goccia di quell’acqua / e… andare… andare… andare…

Tratto da: Liana Medici Pagnanelli, Alfio Finetti, Do sfurca ‘d nus! : poesie, ballate, canzoni, racconti, Ferrara, Casa Editrice Alba, 1982. Con audiocassetta.

Liana Medici Pagnanelli (Copparo 1930 – 1992)
Inizia la sua attività artistica nei primi anni ‘70, come pittrice. Viene premiata in vari concorsi a Roma, Napoli, Milano, Bologna e Ferrara. Sono del 1973-74 le prime composizioni poetiche in italiano. Successivamente si rivolge al dialetto per meglio esprimere la propria sensibilità. Numerosi I riconoscimenti in campo nazionale. Altre pubblicazioni: Atmosfera padana (199?), Cupar: i so’ paes e la so’ zent (1984). Varie le filastrocche e le poesie in lingua, pubblicate da giornali, riviste, associazioni culturali.

Al cantóη fraréś: testi di ieri e di oggi in dialetto ferrarese, la rubrica curata da Ciarin per Ferraraitalia, esce regolarmente ogni venerdì.
Per leggere le puntate precedenti clicca [Qui]

Cover: Liana Medici Pagnanelli, Il Sasso, collezione privata

“MAI IMPARAR L’ITALIANO”
L’attrazione fatale di un tedesco per il Belpaese

In questi momenti, per un tedesco parlare dell’Italia come attrazione non è davvero facile; ma io, nonostante tutti i problemi politici ed economici, nonostante i rapporti ufficiali e non ufficiali fra i due Paesi, non ho perso la voglia di essere fedele ad un forse troppo vecchio amore o, almeno, alla grande simpatia che mi lega all’Italia.

Nie Italienisch lernen
Eine Sprache, die klingt
als brächte sie einen besseren
Menschen hervor.
Blau sind die Worte und meergrün,
und in jedem O
steckt eine leuchtende Orange.
Ich bin nicht unterwegs,
um mich vor Illusionen zu hüten.
Ich bevorzuge Menschen,
die ich nur mangelhaft verstehe.
Fehldeutungen,
eine schöner als die andere
auf der Ebene der Arien
Rainer Malkowski

Mai imparar l’italiano
Una lingua che suona / come se generasse / un uomo migliore. / Blu e verde acqua son le parole / e in ogni O / luminoso un frutto si nasconde. / Non erro / per proteggermi dalle illusioni. / Preferisco persone / che limitatamente solo comprendo. / Incomprensioni, / una più bella dell’altra / quasi fossero arie musicali.
(Traduzione di Laura Melara Dürbeck)

Per un tedesco, tutta l’attrazione per l’Italia si trova dentro questa poesia: la meravigliosa e sensuale lingua italiana, il paese dei sogni, delle illusioni, dell’opera lirica. Ma da anni, e da tedesco, ho imparato anche che un tedesco non capisce veramente tutto e in tutti i sensi dell’Italia e degli Italiani.
Ci sono sempre pregiudizi, diagnosi sbagliate, equivoci. Molto simili a quanto lo scrittore Malkowski ha espresso in questa  poesia e, decenni prima di lui, hanno scritto tre filosofi tedeschi che ho stimato sempre molto.
“Quando un tedesco entra Italia  fa quasi sempre un ‘ingresso falso’. Ha desideri ed immagini storti o almeno troppo unilaterali. Cosi non puo vedere la vita reale nel paese e capisce niente o quasi niente del paese italiano. Il paese sembra  poroso e allo stesso tempo chiuso. Tutto sembra possibile ed insieme impossibile…”. Cosi il filosofo tedesco Ernst Bloch in un testo scritto 1925.
Quasi identico ad una frase di Walter Benjamin, un altro intellettuale tedesco di quell epoca pre-fascista: “l’Italia è il paese della porosità, dell’ indolenza e della passione per l’improvvisazione.“.
Alfred Sohn-Rethel, anche lui un filosofo vicino  alla Scuola di Francoforte,  ha scritto nel  1926 un breve saggio a Napoli titolato “Das Ideal des Kaputten“ (L’ideale del kaputt). “Un Napoletano – scriveva Sohn-Rethel – si interessa ad  una cosa tecnica solo quando è rotta. Una riparazione finale per un Napolitano è una cosa orrenda, impensabile…“.

Cosi abbiamo già un bell’ inizio per una conversazione sull’attrazione per un altro paese; così un tedesco può amare (e anche temere) la cultura italiana per la sua porosità, la sua imprevedibilità, la sua passione per l’improvvisazione e la sua forse involontaria capacità di riparare cose rotte. Tutto quello che per un tedesco, per un teutonico puro, assolutamente non rappresenta nulla in generale. Forse è solo un pregiudizio ma non credo perché io, tedesco, mi conosco molto bene. E, forse, proprio per la sua porosità l’Italia sembra cosi attraente per un tedesco.

Per non generalizzare troppo non parlo di un tedesco qualsiasi ma di me.
Sono nato 1950 nella parte estrema del nordovest tedesco, dove la terra è pianeggiante e costellata da fattorie. Almeno era cosi sessant’ anni fa. La mia infanzia ha odorato di stallatico. Al centro del nostro villaggio c’era ancora un fabbro che ferrava i cavalli. Nei miei ricordi d’infanzia si sente un po’ il profumo del primo Novecento ma sopratutto la puzza del nazismo finito solo cinque anni prima.
Tutto era molto semplice, provinciale, e soprattutto, molto chiuso verso il mondo. Dell’Italia si sapeva solo che la capitale era Roma e che il Papa viveva in Vaticano. Il Papa di allora, Pio XII. aveva una grande autorità nel mio ambiente familiare. E questa autorità parlava Italiano o Latino ma non tedesco. La regione dove ho trascorso l’infanzia era molto cattolica, quasi una Bassa Padana ai tempi di Don Camillo, ma senza Peppone.

Del resto, in quella parte della Germania del Nord Ovest è nato anche  Rolf Dieter Brinkmann, un poeta del cosiddetto Underground of the sixtees che ha scritto un acceso attacco alla cultura italiana titolato Rom, Blicke (Roma, sguardi).
Il mio punto di vista sull’Italia invece è stato, grazie a mia mamma, sempre opposto a quello critico di Brinkmann. Devo ringraziare mia madre se per l’Italia, con la sua storia, arte e cultura, ho  avuto fin dal primo momento una grande attrazione, viva ancora oggi, seppure un po’ meno forte.
All’inizio degli anni ’30 mia madre frequentò, assieme ad alcune sue amiche, una scuola cattolica di economia domestica a Vicarello, un  paesino sul lago di Bracciano. Da allora ha fatto spessissimo riferimento a quel periodo trascorso in quello sconosciuto Sud, un periodo che deve essere stato per lei felice, almeno a vedere le foto-ricordo e a sentire i racconti di quei mesi trascorsi così lontano!
Molte vicende della sua vita sono state certamente tristi, e solo raccontando la sua permanenza di tanti anni prima sul lago di Bracciano si leggeva la gioia sul suo volto: quell’esperienza tanto lontana nel tempo aveva  costituito per lei una sorta di ‘speranza di felicità’.
Forse quella speranza di felicità era anche per lei (e anche per me) un’ illusione, una attrazione costruita sulle sabbie mobili, uno di quegli ingressi falsi e porosi per entrare nel paese Italia.
Oggi lei non vive più, e io ho ricevuto da lei quella ’eredità italiana’: non è una eredità pesante ma di valore.

L’attrazione per l’Italia c’e ancora ma ha perso non poco di quella speranza di felicità’ (che non sono solo i beni culturali dell’Italia ma dell’Europa, di più, del mondo ), una speranza tradita dal livello bassissimo di tante trasmissioni televisive, dal consumismo come una nuova religione eccetera. Certo, e lo devo sottolineare, non sono fenomeni solo ‘all’italiana’: esistono più o meno forti anche negli altri paesi europei, anche nella mia Germania apparentemente cosi sana, pulita, ben ordinata, senza corruzione.
Antonella conosce benissimo la Germania, la sua attrazione per gli italiani, ma anche le sue ombre e debolezze. Dalla sua La deutsche Vita ho imparato moltissimo sul  mio paese d’origine; ma talvolta leggendo il suo  libro mi sono chiesto se Antonella abbia scritto un libro sulla Germania o sulla stessa Italia. Ecco ad esempio cosa scrive: “Perché è proprio il non piacersi, l’essere ipercritici con se se stessi uno dei tratti che più mi hanno colpito  del carattere nazionale di questo paese. La mia amica Susanne attribuisce  persino a questa scarsa benevolenza verso se stessi la ragione per cui sempre meno tedeschi sono disposti a riprodursi. Una specie di istinto culturale all’estinzione“.
Ma torno a me e il mio rapporto con Italia, la Heimat o l’Ex-Heimat o la Non-Heimat di Antonella…
Sono entrato in Italia col ‘vento rosso’ degli anni  Sessanta e Settanta. Ad Hannover, dove ho studiato abbiamo cantato durante le manifestazione politiche  canzoni antifasciste come Bella Ciao a Bandiera rossa. Abbiamo letto i primi libri di Massimo Cacciari e di Rossana Rossanda sulla Classe operaia in lotta. Per me personalmente i cattolici di sinistra come Don Enzo Mazzi a Firenze, Dom Giovanni Franzoni a Roma o Don Lorenzo Milani a Barbiana erano molto interessanti e stimolanti. Sandro Pertini è stato idealmente per me il nonno che avrei desiderato, Giorgio Bassani non è stato il padre preferito – per carità – ma sicuramente  uno scrittore che ho molto stimato.
Il suo Romanzo di Ferrara mi ha così profondamente colpito che, appena ne ho avuto la possibilità, ho acquistato a Ferrara un piccolo appartamento in un palazzo dentro la Mura. Da tredici anni sono molto legato alla città estense dove spesso sento un po’ del profumo e della luce  della mia infanzia.
Anche noi in Bassa Sassonia abbiamo avuto la nebbia autunnale. Anche da noi il paesaggio era un po’ simile a quello sul Po: basso, senza colline e con tante nuvole verso l’orizzonte. Questo era il paesaggio della mia infanzia e della mia gioventù.

la bici era per noi il mezzo principale per muoversi. La Chiesa era nel centro del Paese e delle piccole città. Ma attraverso i nostri amici ferraresi ho scoperto anche una cultura borghese che in Germania, dopo il fascismo, era quasi del tutto sparita: liberale e di sinistra e antifascista, quella che Mario Pannunzio, il fondatore de L’espresso ha definito: “progressista in politica, conservatrice in economia, reazionaria in costume“.  Anche per il mio impegno civile di oggi ho imparato molto dalla esperienza azionista d’allora, del Dopoguerra.

La cultura politica italiana ha avuto e ancora suscita in me una certa attrazione, nonostante i fenomeni oscuri ‘all’italiana’, molto conosciuti in tutto il mondo. Cito solo una forza importante, la presenza di un forte volontariato, proprio dentro la crisi della democrazia rappresentativa e del cosiddetto Welfare State: forse il volontariato è politicamente un po’ incerto ma ha una grande volontà di fare qualcosa, sia a livello locale sia a livello mondiale. Per questo la forte presenza degli italiani negli NGO-Networks in tutto il mondo è un segno significativo e confortante.

Ma forse anch’io sbaglio in tutto…
Non erro
per proteggermi dalle illusioni.
Preferisco persone
che limitatamente solo comprendo.
Incomprensioni,
una più bella dell’altra
quasi fossero arie musicali…

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