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Mese: Ottobre 2017

Fuga dalla realtà

Da Valter Zago

Non è mai troppo tardi perché si svolga, a Ferrara, un convegno di respiro nazionale sul “Futuro del Delta del Po” promosso dalle maggiori associazioni ambientaliste. Anche se questo, a onor del vero, va a svolgersi quando molti buoi sono scappati. Ed il taglio tratteggiato nella illustrazione ufficiale del convegno dimostra incomprensibile timidezza verso quanto sta avvenendo in particolare sul versante emiliano-romagnolo. Tanto che, come da programma, nessun dirigente di vaglia nazionale verrà a metterci la faccia. Più che parlare del futuro sarebbe ben più costruttivo e franco parlare del Delta odierno e dei suoi due parchi regionali. Del resto è oggi fuori discussione – a legge quadro vigente sulle aree protette italiane, la 394/1991 – che in primo luogo i parchi naturali, poco importa se essi siano nazionali, regionali o interregionali, devono costituire il motore della conservazione della biodiversità e la promozione dello sviluppo sostenibile. Che senso ha allora proporlo oggi per il futuro? Mah!? Non è forse da tempo alle nostre spalle la diatriba internazionale su “parco santuario” o “parco laboratorio” – fresca controriforma del corpo forestale dello Stato permettendo? E’, invece, ora una novità assoluta la scesa in campo, ad imitazione dei celebri specchietti, dell’inedito Parco-Mab acchiappa allodole. Pardon turisti dei «mercati più ricchi del Nord e Centro Europa», come recita la suddetta illustrazione. E sotto il paludamento Mab-Unesco cosa si trova? Sorpresa delle sorprese: non il “Parco unico” – quello, appunto unico al mondo, proposto dal nuovo trio ‘Franceschini-Zappaterra-Bratti’ –, bensì, a fianco del suo confratello Parco regionale veneto del Delta del Po, quello “Intercomunale del Delta del Po dell’ Emilia-Romagna”. Il più grande, con i suoi 54.000 ettari, parco naturale intercomunale del mondo. A tanto è arrivato il sempre più esangue riformismo in salsa emiliano-romagnola. La sua deriva rosée e bislacca l’ha ben spiegata forte e chiaro Lanfranco Turci – in passato il miglior erede dell’indimenticato Guido Fanti alla guida della nostra regione – ben prima che si scomodasse a farlo indirettamente Walter Veltroni, parlando del mancato ambientalismo del PD. Il declassamento di fatto del nostro parco da regionale a intercomunale è stato acclamato solennemente nella recente occasione del rinnovo degli organi dirigenti della cervellotica Macroarea di cui fa parte il Parco. Suo nuovo Presidente è stato eletto il Sindaco di Comacchio, Marco Fabbri, ed a far parte del consiglio direttivo sono stati chiamati oltre al Sindaco di Ferrara, nella sua qualità di Presidente dell’omonima Provincia, solo ed esclusivamente Sindaci, ad eccezione dell’ex assessora della Provincia di Ravenna, Mara Roncuzzi. E’ forse un male che Sindaci in carica siano chiamati a presiedere un parco? Sì, lo è, perché ciò snatura, volenti o nolenti, il carattere istituzionale del parco naturale che universalmente è inteso, nell’accezione più nobile, come un ente speciale per la gestione di un ambiente altrettanto speciale, data la sua eccezionalità, per la quale appunto va evitata una gestione di tipo ordinario e general generica, come lo è inevitabilmente quella di un qualsiasi Comune. Ma questo nel nostro caso concreto è ancora il male minore. Perché con la presidenza del predecessore di Marco Fabbri si è instaurato il diritto di veto dei Sindaci sui propositi del Parco. Non si contano le occasioni in cui il già presidente, Massimo Medri, con fierezza politica ha dichiarato pubblicamente che «io faccio solo quello che i miei Sindaci mi chiedono di fare». E se i Sindaci, puta caso, sono in disaccordo tra di loro? Semplice, quella tal cosa non si fa. Così il regolamento della pesca della “Stazione Valli di Comacchio” deliberato dal Consiglio direttivo del Parco dieci anni orsono non è mai approdata nell’Assemblea del Parco per la sua approvazione. Motivo? Ufficialmente non si dice. Ufficiosamente ad alta voce si afferma che «non piace ai Ravennati». Lo stesso dicasi per i tre “progetti d’intervento particolareggiato” previsti dal Piano della “Stazione Volano-Mesola-Goro” negli ambiti di Abbazia di Pomposa, Paleoalveo del Po di Volano, Torre della Finanza e pertinenze. Sono stati elaborati, pubblicati, fatti oggetto di mostre e incontri pubblici, ma non hanno mai terminato il loro iter approvativo. Motivo? Lascio ad altri l’intuibile risposta. A seguire un’altra perla della stessa fattura. Nel programma del secondo mandato del Sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, è previsto l’impegno per l’inserimento del Parco Bassani in quello del Delta del Po, come sua nuova e settima ‘stazione’. Circa un anno fa, in un incontro politico di ‘maggioranza’, a chi chiedeva lo stato dell’arte di questo impegno programmatico, Tagliani, tagliando corto, ha risposto papale papale: «i sindaci del Delta non la vogliono». Punto. E la nostra Regione, con la fama ormai sbiadita di maestra di buon governo, cosa fa? Niente! Possibile? Sì, per legge. La nostra Regione per i suoi parchi regionali non ha mai nominato Presidenti e organi direttivi, nei quali non è mai figurato nessun rappresentante della Regione. Di più e di peggio, la Regione non ha mai controllato gli atti principali della loro gestione. Ancora, quando sul finire del 2011, la Regione, in ossequio al decreto ‘milleproroghe’ dell’allora ministro Calderoli, ha posto insieme in fretta e furia insipientemente Parchi naturali, Riserve e Paesaggi protetti, in cinque unici calderoni gestionali denominati ATOB, l’acronimo di ‘Ambito Territoriale Ottimale per la Biodiversità’, ovvero ‘Macro aree per i parchi e la biodiversità’ – ‘macro’ per non mettere mano alla dimensione ‘micro’ di buona parte dei suoi parchi –, inebriata dalla propria creatività acrobatica li ha privati assurdamente dei loro Comitati tecnico-scientifici, considerandoli follemente alla stregua di un inutile orpello del passato, di cui sbarazzarsi al più presto. Così, mossa da spirito di emulazione, la ‘Macroarea 4-Delta del Po’ ha voluto poi far di peggio. Ha rimosso anche il frutto più prezioso ed esemplare dell’intensa attività svolta in passato dal Comitato tecnico-scienifico del suo Parco: il ‘Master Plan della Costa del Delta del Po’. Un sistema, questo, molto innovativo e sofisticato di monitoraggio geo-referenziato dei caratteri salienti del Delta del Po, finalizzato a promuoverne un adattamento sapiente e flessibile ai cambiamenti climatici attesi. Lo ha spacchettato e riposto in un armadio. Fine del monitoraggio. Possibile? Sì, perché bisogna risparmiare in una Regione, che vanta tanti primati, ma non quello per la spesa – tra le più basse d’Italia – a favore delle proprie aree protette. Così, paradossalmente, alla creazione della macroarea del Delta del Po corrisponde un inversamente proporzionale microfinanziamento regionale. Che per le Valli di Comacchio è stato letteralmente dimezzato, con un decurtamento annuo di oltre un milione di euro. Per non parlare della pianta organica del personale del Parco, altrettanto decurtata dal Parco stesso. Che bisogno c’è di tanto personale per attirare i turisti del Nord Europa sotto l’egida dell’Unesco? Di peggio in peggio, la cura ambientale della Salina di Comacchio è stata recentemente tolta dal Comune di Comacchio al Parco per trasferirla al CADF, l’azienda acquedottistica del Delta ferrarese. Questa sì che se ne intende di acque, mica la Macroarea 4-Delta del Po, ora in ben altre cose affacendata. A quando l’affidamento al CADF anche della cura della Sacca di Goro e delle Valli di Comacchio? Sempre in nome del risparmio, si fa per dire, e dell’attrazione di nuove frotte di turisti, ben s’intende. Parlando sopra a proposito della querelle ‘parco santuario’ o ‘parco laboratorio’, si è accennato alla controriforma del Corpo Forestale dello Stato. Che va purtroppo a consolidare anziché ridurre la sovranità limitata di buona parte dei parchi italiani, che includono le tante Riserve naturali dello Stato, sulla cui gestione i parchi stessi come è noto non mettono sostanzialmente becco. Poco si parla in generale anche di quello che capita nella gestione dei demani degli enti locali, che all’interno dei parchi sono altrettanto ricchi di biodiversità. La vera diversità quantitativa e qualitativa tra il parco veneto del Delta del Po e quello emiliano-romagnolo non è data tanto da una diversa sensibilità delle due Regioni in materia ambientale, quanto piuttosto dalla straripante quantità di demani pubblici presenti in quest’ultimo. Ebbene, a tale riguardo, è giusto ricordare che oltre alle Valli di Comacchio nessun altro bene ambientale di proprietà degli enti locali è stato trasferito in gestione al parco. Tantomeno lo scrigno di biodiversità costituito nel Comune di Ravenna da Punte Alberete, Valle della Canna e Bardello, che da oltre sette anni anni giace in una condizione a dir poco pietosa e scandalosa. Ritornando a parlare della Regione Veneto, è giusto sottolineare come essa, a differenza della limitrofa Emilia-Romagna, non se ne stia al balcone in sciatta indifferenza a dare le spalle ai propri parchi naturali. Nel caso del Parco del Delta del Po veneto, la Regione, oltre ad esercitare un controllo stretto su tutti i sui atti amministrativi e a nominarne gli organi di gestione, nomina pure nel Consiglio Direttivo dell’Ente quattro propri rappresentanti. A differenza della Regione Emilia-Romagna, che con aulico distacco non ne nomina proprio nessuno. Solo in un caso il modello gestionale veneto ha fatto scuola recentemente in Emilia-Romagna. Guarda caso proprio nella figura del Presidente del Parco del Delta del Po che in Veneto è sempre stato o un Sindaco o il Presidente della Provincia di Rovigo. Viceversa la sponda opposta del Po ha fatto scuola nell’esercizio del diritto di veto politico. I Veneti si oppongono oggi a ricomprendere nel perimetro del Mab-Unesco il versante ravennate del Delta del Po. Questo molto sinteticamente è oggi lo stato dell’arte. La qualificazione a Riserva della Biosfera del Delta del Po è funzionale sostanzialmente a camuffarne le croniche miserie. E non a rimuoverle. L’eccezione conferma la regola. In un solo caso la Regione Emilia-Romagna ha prescelto un suo rappresentante in nome del Delta del Po: la consigliera regionale Marcella Zappaterra è stata nominata Delegata della Regione Emilia-Romagna al Mab-Unesco. Del resto è stata proprio lei ad affermare a proposito della mancata applicazione nel Delta del Po di quanto previsto dal quarto comma dell’art. 35 della legge quadro sulle aree protette (parco interregionale o nazionale) che solo grazie all’Unesco «laddove altri hanno fallito, si sono abbattute le barriere burocratiche». E’ utile ricordare per completare il quadro che la Delegata Mab è stata Presidente della Provincia di Ferrara quando l’Unione delle Provincie Italiane – la Zappaterra in prima fila – rivendicava lo scioglimento dei Parchi regionali per accasarne le funzioni alle Province in cerca di una nuova identità. Inutile, invece, girarci attorno: l’obiettivo che si prefiggono di raggiungere i promotori del “parco unico” del Delta del Po non è la creazione di un parco interregionale, ma la cancellazione della previsione della sua istituzione da parte della legge 394. Perché con l’aria che tira e l’esercizio del diritto di veto di qua e di là del Po, qualora malauguratamente il Parlamento dovesse approvare le proposte di modifica in peggio della 394, non si raggiungerà alcuna intesa tra Stato e Regioni entro i tempi brevi prefissati per l’istituzione del ‘parco unico’. E così il nuovo Trio Lescano – dopo aver contribuito a togliere di mezzo pure ‘la spada di Damocle’ della possibile istituzione del Parco nazionale del Delta del Po – potrà a squarciagola cantare «per fortuna che il Mab-Unesco c’è!»

Valter Zago
Comacchio, 5 ottobre 2017

La newsletter del 5 ottobre 2017

Da Ufficio stampa

 

CENTRO DOCUMENTAZIONE MONDO AGRICOLO FERRARESE – Domenica 8 ottobre alle 15.30 a San Bartolomeo in Bosco

Tra storia, narrazione e auto antiche ritorna la Festa d’autunno al MAF

05-10-2017

(Comunicazione a cura degli organizzatori)

Al MAF di San Bartolomeo in Bosco ritorna l’attesa Festa d’Autunno che si trascorrerà questa volta tra storia, narrazione e auto antiche. Domenica 8 ottobre, a partire dalle 15.30, grazie alla collaborazione dell’Officina Ferrarese, i visitatori potranno ammirare alcune auto d’epoca che giungeranno appositamente alla struttura museale per esibire il loro indiscutibile fascino. E sempre sulle tematiche storiche del mondo dei motori di un tempo sarà incentrata la successiva presentazione del volume, di Marco Nonato, “Il motorismo storico ferrarese. Dai primi anni del 1900 al dopoguerra” (Tosi, Ferrara, 2013), che effettua una interessante e lucida carrellata storico-sportiva sulla realtà ferrarese di quegli anni, attiva e appassionata. Frutto di una pluriennale ricerca tra fonti scritte e testimonianze orali, il ponderoso libro si snoda piacevolmente tra episodi, circuiti, piloti e personaggi che hanno scritto un autentico pezzo di storia dello sport, non solo nazionale ma anche internazionale. Leopoldo Santini ne parlerà con l’Autore.

Sarà quindi la volta dell’incontro con il poliedrico scrittore e attore Stefano Muroni, del quale verrà presentato il libro “Dall’alto della pianura. Storie perdute di amore e di follia” (Pendragon, Bologna, 2017). Queste novelle “di amore e di follia” sono state raccolte all’interno di quel vasto mondo di pianura che le ha “prodotte” e che sono giunte ai nostri giorni grazie all’estro dello scrittore. Fiabe, miti, storia del ‘900 in tante sue sfaccettature compongono questo avvincente libro. Gian Paolo Borghi dialogherà con l’Autore.
L’incontro culturale si concluderà con il classico buffet riservato a tutti i partecipanti.
La Festa d’Autunno è promossa da Comune di Ferrara, MAF e Associazione omonima in collaborazione con l’Officina Ferrarese. Si avvale del patrocinio della Regione Emilia-Romagna.

 

MAF-Centro di Documentazione  del Mondo Agricolo Ferrarese Via Imperiale, 263
44124 – San Bartolomeo in Bosco (Fe) Tel. 0532 725294 e-mail: info@mondoagricoloferrarese.it

VIABILITA’ – Provvedimenti in vigore dal 6 all’8 ottobre dalle 8 alle 24

In piazza XXIV Maggio divieto di circolazione per lo ‘Street Fud Festival’

05-10-2017

In occasione della manifestazione ‘Street Fud Festival’, organizzata da Tipico Eventi, in piazza XXIV Maggio a Ferrara, dal 6 all’8 ottobre dalle 8 alle 24, sarà in vigore il divieto di circolazione per tutti i veicoli ad eccezione dei mezzi per l’allestimento delle strutture.

(Info: https://www.facebook.com/events/118653315463397/)

LIBERIAMO L’ARIA – Limiti alla circolazione dei veicoli più inquinanti dalle 8,30 alle 18,30

L’8 ottobre a Ferrara domenica ecologica

05-10-2017

Circolazione limitata, in città, per i veicoli più inquinanti domenica 8 ottobre, in occasione della prima ‘domenica ecologica‘ programmata dal Comune di Ferrara per il periodo ottobre 2017-marzo 2018, nell’ambito del Piano Aria Integrato Regionale (PAIR) Emilia Romagna e del Nuovo Accordo di programma per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano. Dalle 8,30 alle 18,30, così come già previsto per le giornate dal lunedì al venerdì, secondo le direttive dell’ordinanza comunale (in allegato a fondo pagina), nel centro abitato di Ferrara (escluse le strade ‘corridoio’) sarà vietata la circolazione dei veicoli maggiormente inquinanti.

I veicoli interessati dai divieti di circolazione sono in particolare quelli a benzina pre euro e euro 1, i diesel pre euro, euro 1, euro 2 ed euro 3 e i ciclomotori pre euro.

L’ordinanza adottata dal Comune di Ferrara (in vigore dall’1 ottobre 2017 al 31 marzo 2018) contiene l’indicazione di una serie di itinerari stradali esclusi dai divieti di circolazione, oltre a una serie di deroghe relative a veicoli utilizzati per determinati tipi di servizi e trasporti. Tra i mezzi esclusi dalle limitazioni, oltre agli “autoveicoli con almeno tre persone a bordo (car-pooling) se omologate a quatto o più posti oppure con almeno 2 persone a bordo se omologati a 2/3 posti”, figurano quelli a metano o gpl e quelli elettrici o ibridi con motore elettrico.

Le prossime domeniche ecologiche a Ferrara sono previste per il 5 novembre 2017, il 3 dicembre 2017, il 14 gennaio 2018, il 4 febbraio 2018 e il 5 marzo 2018.

Per ulteriori dettagli v. CronacaComune del 29 settembre 2017

BANDO DI GARA – Tutta la documentazione consultabile sul sito del Comune di Ferrara

Gara per l’affidamento del servizio di sgombero neve e trattamento antighiaccio

05-10-2017

Scadranno venerdì 10 novembre 2017 i termini per partecipare al bando relativo all’affidamento del servizio di sgombero neve e trattamento antighiaccio nell’ambito del piano emergenza neve e ghiaccio predisposto dal Comune di Ferrara per tre anni.

L’apertura dei plichi avverrà martedì 14 novembre 2017 alle 10.

Gli avvisi, pubblicati il 4 ottobre, sono consultabile con la relativa documentazione sul sito www.comune.fe.it alla voce ‘Bandi di gara’ all’indirizzo servizi.comune.fe.it.

(a cura del Servizio Appalti, Provveditorato e Contratti del Comune di Ferrara)

PALAZZO SCHIFANOIA – Spettacolo sabato 7 ottobre alle 19 e 21. Chiusura biglietteria per visite museo alle 14.30

“Serie di Vuoti”, una performance site specific in scena a Schifanoia

05-10-2017

>> Per consentire l’organizzazione dello spettacolo di danza nella giornata di sabato 7 ottobre la biglietteria per le visite a Palazzo Schifanoia chiuderà alle 14.30 (chiusura del palazzo alle 15).

Sabato 7 ottobre alle 19 e alle 21 il Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia (via Scandiana 23, Ferrara) ospiterà “Serie di Vuoti”, una performance ‘site specific’, pensata proprio per questo spazio dalla compagnia CollettivO CineticO e realizzata in collaborazione con il Teatro comunale e i Musei di Arte Antica di Ferrara all’interno del progetto GONG: più appuntamenti tra loro collegati che vogliono essere un omaggio a Ferrara e ai suoi capolavori, ma anche l’occasione per sottolineare le insospettabili affinità del Rinascimento Ferrarese con una cultura temporalmente e geograficamente lontana come la medicina tradizionale cinese.

LA SCHEDA  a cura degli organizzatori
Il Salone dei Mesi diverrà teatro di un incontro tra culture, costumi e visioni. Un rito collettivo e individuale che unisce la tradizione ferrarese con la pratica della medicina cinese. Un percorso contemplativo e interattivo tra iconografia, danza, shiatsu, musica rinascimentale ed elettronica.
Le scene saranno ispirate allo spettacolo Benvenuto Umano, in cartellone mercoledì 11 ottobre 2017 al Teatro Comunale, che esplora la meraviglia delle connessioni tra mondi lontani eppure con molti tratti comuni (l’iconologia rinascimentale del Salone dei Mesi e la medicina tradizionale cinese, riti pagani e culture orientali).
Lo spettacolo “Serie di Vuoti” avrà la durata di circa 30 minuti. Due le repliche: alle 19 e alle 21.
Per ragioni di sicurezza connesse alla capienza del Salone sarà consentito l’ingresso ad un massimo di 70 persone.

Per info e prevendita: biglietteria del Teatro Comunale da contattare dalle 17 alle 19, tel. 0532 202675. Per gli ingressi al museo vedi scheda sulla pagina del Museo Schifanoia.

>> Per consentire l’organizzazione dello spettacolo di danza nella giornata di sabato 7 ottobre la biglietteria per le visite a Palazzo Schifanoia chiuderà alle 14.30 (chiusura del palazzo alle 15).

MUSEO DI STORIA NATURALE – Sabato 7 ottobre alle 9.30 negli spazi di via De Pisis. Ingresso libero

“Il futuro del Delta del Po” in un convegno

05-10-2017

Sabato 7 ottobre 2017 dalle 9.30 alle 13.30 si terrà al Museo di Storia Naturale di Ferrara (via De Pisis 24, Ferrara) il convegno “Il futuro del Delta del Po”. Si parlerà di tutela della biodiversità e del paesaggio, di equilibrio idrogeologico e sviluppo sostenibile. L’ingresso è libero.

A parlare di questi temi interverranno il direttore del Museo civico di Storia Naturale di Ferrara Stefano Mazzotti, il direttore del Dipartimento Culture del Progetto dello IUAV di Venezia Carlo Magnani, il presidente Società Idrologica Italiana (già ordinario di Idrologia presso la facoltà di ingegneria dell’Università di Bologna) Ezio Todini, il fondatore di Focus Lab ed esperto di Green Economy e processi partecipativi Walter Sancassiani.

Per info: segreteria organizzativa del WWF, Carmelina Pani, mail c.pani@wwf.it, tel. 06 84497454

 

 

 

SERVIZI ALLA PERSONA – Le modalità per accedere al contributo regionale che si affianca al SIA nazionale

“RES – Reddito di solidarietà”, un percorso di sostegno e riscatto per i cittadini in difficoltà

05-10-2017

Si chiama “RES” (Reddito di solidarietà) e dal 18 settembre, grazie alla legge regionale “Misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito”, prevede per singoli cittadini e famiglie con ISEE pari o inferiore a 3.000 euro l’anno la possibilità di richiedere, a fronte dell’impegno in un progetto di reinserimento sociale o lavorativo da un minimo di 80 euro al mese per i nuclei di una sola persona, fino a un massimo di 400 euro al mese per famiglie con cinque o più componenti.

Per illustrare nel dettagli questa azione introdotta dalla legge regionale approvata nel settembre scorso, all’incontro di presentazione svoltosi in residenza municipale giovedì 5 ottobre sono intervenuti l’assessore Chiara Sapigni, il sindaco del Comune di Ro Antonio Giannini, la sindaca del Comune di Voghiera Chiara CavicchiFabrizio Samaritani di Asp Ferrara, Norma Bellini di Assp Terre e Fiumi, la direttrice del Distretto Centro Nord dell’azienda Ausl Ferrara Chiara Benvenuti e Mauro Vecchi (dirigente comunale, resp. Ufficio di Piano)..

“Dopo un anno di esperienza con il contributo governativo SIA – ha affermato l’assessora Sapigni – oggi possiamo mettere in campo un altro strumento con risorse regionali che non è semplice ‘assistenzialismo’ ma avvia le persone coinvolte a un percorso di autonomia di riscatto dalla propria posizione di difficoltà”. I sindaci di Ro Ferrarese e Voghiera, Giannini e Cavicchi hanno sottolineato “come questo intervento regionale sia più vicino alle esigenze dei cittadini perchè meglio personalizzato insieme alla necessità di diffonderne la conoscenza con informazioni capillari”.

La dirigente Ausl Ferrara Benvenuti ha invece messo in luce come “un intervento di contrasto della povertà come quello proposto possa contribuire a migliorare i livelli di salute dei cittadini. Ecco perchè anche gli operatori sanitari diffonderanno la conoscenza di questi strumenti”.

I rappresentanti degli enti operativi (Asp Fe e Assp) hanno infine descritto i dati relativi all’accesso ai contributi e le modalità operative per ottenerli.

 

LA SCHEDA (a cura dell’Assessorato alla sanità e Servizi alla Persona)

IL RES (REDDITO DI SOLIDARIETÀ): IN EMILIA ROMAGNA SI AGGIUNGE AL SIA (SOSTEGNO INCLUSIONE ATTIVA)

Da un anno in tutta Italia è attivo il SIA (Sostegno Inclusione Attiva), misura nazionale di contrasto alla povertà.

– CHI PUÒ FARE DOMANDA:

Il richiedente deve avere le seguenti caratteristiche :

–         essere residente in Italia da almeno due anni al momento di presentazione della domanda.

–         essere cittadino italiano o comunitario o suo familiare titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero cittadino straniero in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo;

Per tutta la durata del beneficio, il richiedente deve fare obbligatoriamente parte di un nucleo familiare che abbia:

–        L’ISEE in corso di validità del nucleo familiare inferiore o uguale a 3.000 euro.

–        la presenza di un componente di età minore di anni 18,

–        o la presenza di una persona con disabilità e di almeno un suo genitore,

–        o la presenza di una donna in stato di gravidanza accertata (attraverso documentazione medica attestante lo stato di gravidanza rilasciata da una struttura pubblica, che nel caso sia l’unico requisito la domanda potrà essere presentata non prima di 4 mesi dalla data presunta del parto).

– BENIFICIO CONCESSO:

Il beneficio è concesso bimestralmente in ragione della numerosità del nucleo familiare beneficiario: l’importo è pari ad 80 euro mensili per ogni componente del nucleo fino da un massimo di 400 euro per nucleo (sotto forma di una carta di spesa ricaricabile). Il beneficio è concesso per un massimo di 12 mesi. L’ente erogatore del beneficio è INPS.

– PROGETTO DI PRESA IN CARICO:

Per ricevere il beneficio è obbligatorio un “progetto di presa in carico”. Tale progetto è predisposto dal Servizio Sociale e dalle Politiche del Lavoro ed è finalizzato a concorrere al superamento della condizione di povertà, al reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale.

Il “progetto di presa in carico” è predisposto con la partecipazione dei componenti del nucleo familiare ed è dagli stessi sottoscritto per adesione. La mancata sottoscrizione del progetto è motivo di esclusione dal beneficio. Il progetto richiede l’impegno a svolgere specifiche attività:

a)     frequenza di contatti con i competenti servizi del Comune responsabili del progetto;

b)     iniziative di ricerca attiva di lavoro;

c)     adesione a iniziative per il rafforzamento delle competenze;

d)     accettazione di congrue offerte di lavoro;

e)     frequenza e impegno scolastico;

f)       adozione di comportamenti volti alla tutela della salute.

Dal 18 settembre la Regione Emilia Romagna integra la misura del Governo con uno strumento analogo chiamato RES (REddito di Solidarietà) proponendo gli stessi benefici che si allargano a:

  • Tutti i nuclei familiari – anche unipersonali
  • di cui almeno un componente sia residente in Regione Emilia – Romagna da almeno 24 mesi
  • con ISEE inferiore o uguale a 3.000 euro che non siano già beneficiari del SIA.

 

– ALCUNI DATI

DOMANDE SIA (dal 2 settembre 2016)

Ente territoriale Domande Inoltrate all’INPS Accolte Progetti già avviati
Associazione “Terre Estensi” (ASP) 321 187 163
Unione “Terre e Fiumi” (ASSP) 112 67 56

 

DOMANDE RES (dal 18 settembre 2017)

Ente territoriale Domande Inserite sul portale della Regione
Associazione “Terre Estensi” (ASP) 48
Unione “Terre e Fiumi” (ASSP) 25

 

LA DOMANDA (per SIA e RES) VA INSERITA DA OPERATORI ABILITATI DIRETTAMENTE SUL PORTALE DEDICATO.

Per accelerare l’inserimento della domanda si chiede di presentarsi con una copia di:

  • ISEE in corso di validità
  • titolo di soggiorno per cittadini stranieri

– DOVE ANDARE?

1)     Associazione “Terre Estensi” (Comuni di Ferrara, Masi Torello, Voghiera).

            La domanda va presentata ESCLUSIVAMENTE AD ASP “Centro Servizi alla Persona”   su appuntamento:

  • telefonando 0532.799505/799515
  • accedendo agli uffici amministrativi di ASP Corso Porta Reno 86 – Ferrara tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e anche il martedì e giovedì pomeriggio dalle ore 14.30 alle ore 16.00.

2)     Unione “Terre e Fiumi” (Comuni di Copparo, Berra, Ro, Jolanda di Savoia, Tresigallo, Formignana)

La gestione  operativa con atto della Giunta Unione è stata delegata all’ASSP.

Le domande si possono presentare

  • presso i Punti Unitari di Accesso (PUA) dislocati nei 6 Comuni dell’Unione (Copparo, Berra, Ro, Jolanda di Savoia, Tresigallo, Formignana)
  • direttamente in ASSP, sede di Copparo, previo appuntamento al numero 0532/871610

– MOTIVI DI ESCLUSIONE:

  • Presenza nel nucleo familiare di un beneficiario di NAspI (Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego) o di altri ammortizzatori sociali (es. ASDI – Assegno Sociale di Disoccupazione per i beneficiari di NASpI, indennità di mobilità).
  • Godimento da parte di componenti di altri trattamenti economici, di natura previdenziale, indennitaria e assistenziale, quando il valore complessivo delle erogazioni percepite dal nucleo familiare nel mese antecedente la richiesta, superiore a 600 euro mensili.
  • Unicamente per il SIA: Possesso di autoveicoli immatricolati la prima volta nei dodici mesi antecedenti la richiesta, o in possesso di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.300 cc, nonché motoveicoli di cilindrata superiore a 250cc. immatricolati nei tre anni antecedenti.
  • Unicamente per il RES: essere beneficiario del SIA.

 

POLIZIA MUNICIPALE – Operazione di controllo nel parcheggio Centro Storico

Ordine di allontanamento per parcheggiatore abusivo

05-10-2017

Grazie ad una nuova operazione anti abusivismo della Polizia Municipale ieri, mercoledì 4 ottobre, è stato emesso un ordine di allontanamento nei confronti di un ventiduenne di nazionalità nigeriana che nel parcheggio Centro Storico svolgeva attività di parcheggiatore senza averne titolo.

Al momento del controllo un ufficiale e due agenti in borghese si sono avvicinati a quattro uomini che, alternandosi fra loro, contattavano gli utenti del parcheggio per indirizzarli nello stallo libero e aiutarli alle casse, chiedendo quindi un contributo per queste attività.

Così pure è avvenuto per uno del personale in borghese che, dopo aver dato alcune monete ad uno di questi uomini, si è qualificato e gli ha contestato l’attività abusiva A quel punto l’uomo ha allertato gli altri parcheggiatori abusivi che sono fuggiti e ha ostacolato le operazioni di contestazione dei rappresentanti della Municipale, costretti a chiamare in supporto altro personale in divisa. Il giovane infatti si rifiutava di fornire documenti in quanto il suo permesso di soggiorno era scaduto.

Accompagnato in seguito in Questura l’uomo (O.F.) è stato compiutamente identificato, e alla stessa Questura sono rimaste in carico le comunicazioni all’Autorità Giudiziaria.

La Polizia Municipale ha invece applicato la legge 48/2017 (detta anche Legge Minniti) contestando all’uomo, che ha residenza a Ferrara, la sanzione pecuniaria di euro 1000 e l’ordine di allontanamento dalla zona per 48 ore.

(Nota a cura del Corpo di Polizia Municipale Terre Estensi)

INTERPELLANZE – Presentate dai gruppi FI e SI in Consiglio comunale

Richieste in merito a vigilanza davanti alle scuole e alle morti da overdose

05-10-2017

Queste le interpellanze pervenute:

– la consigliera Peruffo (gruppo Forza Italia in Consiglio comunale) ha interpellato il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessora alla Pubblica istruzione Cristina Corazzari in merito al servizio di vigilanza della Polizia Municipale presso l’Istituto Scolastico “Smiling” di corso Porta Mare;

– il consigliere Fiorentini (gruppo Sinistra Italiana in Consiglio comunale) ha interrogato il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessora a Sanità e Servizi alla persona Chiara Sapigni in merito alle morti da overdose.

>> Pagina riservata alle interpellanze/interrogazioni presentate dai Consiglieri comunali e relative risposte (a cura del Settori Affari Generali/Assistenza agli organi del Comune di Ferrara)

SPORT E SICUREZZA – Dal 10 ottobre al 12 dicembre in via Zucchini 23c a Ferrara

Corso di difesa personale per tutti con le tecniche Ju-jitsu

05-10-2017

Un corso di difesa personale con le tecniche dello Ju jitsu quello organizzato dall’associazione sportiva dilettantesca Centro studi ricerche Ju-Jitsu sezione di Ferrara dal 10 ottobre al 12 dicembre tutti i martedì dalle 20.40 alle 21.40. Il corso è gratuito e viene chiesto solo un contributo di associazione e assicurazione.

COMUNICATO a cura degli organizzatori
“Per tutti coloro che vogliano iniziare ad approcciarsi alla difesa personale l’asd CSR Ju Jitsu Italia sezione di Ferrara organizza un corso di difesa personale con il patrocinio del Comune di Ferrara, del CONI Comitato Regionale Emilia Romagna, del Panathlon club di Ferrara e in collaborazione con Uisp Comitato provinciale di Ferrara.
Il corso si terrà dal 10 ottobre al 12 dicembre 2017 il martedì sera dalle 20.40 alle 21.40 nella palestra di via Zucchini 23c (tra la Motoland e la pasticceria Mirè, zona Via Eridano, Via Modena).
Il corso è tenuto dal maestro Davide Conti, cintura nera 7° dan, e riguarda i rudimenti e le tecniche base di difesa personale attraverso le tecniche ju-jitsu.
Il corso è gratuito e l’associazione chiede ai partecipanti unicamente un contributo di 20 euro, comprensivo di quota associativa.

Per info e iscrizioni: sito www.jujitsu.fe.it, email mail@jujitsu.fe.it, cell. 347 8933688

CULTURA E SPORT – Sabato 7 ottobre alle 10.30 dalla sede del nuovo centro in via Putinati 161/B

Street workout: ginnastica con cuffie immersi nella bellezza di Ferrara

05-10-2017

(Nota a cura degli organizzatori)
Un evento di “Street Workout” per la prima volta a Ferrara ad inaugurare il nuovissimo centro yoga e movimento Moat con il Patrocinio del Comune di Ferrara-Assessorato allo Sport.
Sabato 7 ottobre dalle 10.30 alle 13, il nuovo centro appena aperto a Ferrara, inaugura la prima stagione sportiva con un’evento che unisce l’amore per l’attività fisica a quello per la cultura e la salvaguardia del patrimonio artistico della città e di tutta la nazione. Ginnastica con cuffie wireless immersi nella bellezza di Ferrara.
Beatrice, Daria, Nicola , Rossana e tutto lo staff vi invitano a sperimentare questo nuovo modo di tenersi in forma e fare movimento (Moat) che prevede esercizi da svolgere con le cuffie nelle orecchie. Gli istruttori danno le indicazioni con un microfono e la voce arriva in cuffia, insieme alla musica.
In questa edizione ci sarà anche una guida turistica che nelle parti camminate tra una mini-lezione e l’altra, itineranti, darà indicazioni, curiosità e notizie storiche sui più bei monumenti della nostra bellissima città. Un aiuto prezioso viene dato dal responsabile Ufficio ricerche storiche del Comune di Ferrara, Francesco Scafuri, che con il materiale raccolto nei suoi bellissimi libri, ci ha regalato notizie preziose per aumentare le nostre conoscenze storiche di Ferrara.
Con l’allenamento di strada quindi, marciapiedi, panchine e scalinate diventano attrezzi per mantenersi in forma. Ginnastiche dolci come yoga, pilates, ginnastica posturale e anche fitness musicali come Jazzercise e Zumba saranno i protagonisti della mattinata di fitness e cultura promossa dal centro Moat.
Un percorso che parte dalla sede di Moat – Yoga e movimento in via Putinati 161/B dove dalle 9 alle 10 di sabato 7 ottobre, verranno distribuite le cuffie ai partecipanti (previa iscrizione e ritiro di un documento di identità personale).
In caso di maltempo forte, l’evento verrà rimandato al giorno dopo, domenica 8 ottobre stessa ora. Alle 10.15 il gruppo si avvierà dal centro Moat passando dal ponte in viale Volano al sottomura, verso Porta Paola da dove inizia il percorso ufficiale con un Risveglio muscolare fatto di movimenti dolci e allungamenti.
Si riparte passando da Porta Reno e arrivando a piazza Trento Trieste. Qui ci sarà una prima stazione con mini-lezione di 15-20 minuti. Il ritmo e la musica saranno i protagonisti con Jazzercise e Zumba a portare gioia nell’allenamento e anche un po’ di sudore…
Si prosegue in corso Martiri con alternanza della guida turistica al microfono e secondo stop in piazza Savonarola/area Castello Estense.
Mini lezione di Yoga tutta in piedi per allungare, rafforzare la muscolatura e riallineare la postura. Il respiro diventa il protagonista e la consapevolezza del movimento viene migliorata.
Passando davanti al nostro meraviglioso Teatro Comunale in restauro, si prosegue verso corso Ercole I d’Este con le relative notizie storiche e curiosità, si arriva a Parco Massari senza dimenticare Palazzo dei Diamanti, preziosa location artistica e sede culturale della nostra città.
A Parco Massari, vicino agli splendidi cedri ormai considerati i nostri “bis-bis-nonni” , meravigliosi esseri puri che donano bellezza e purificano l’aria, faremo l’ultima sosta con mini-lezione di Pilates e ginnastica posturale (terreno permettendo, dipenderà dall’umidità poiché questa sosta prevede il lavoro a terra. Gli istruttori si riservano di modificare il programma in base alle condizioni atmosferiche e del terreno). Potrebbe servire un materassino o semplicemente si userà l’erba del prato.
Da Parco Massari si riprende la camminata guidata verso piazza Ariostea e poi da corso Porta Mare si raggiunge il sottomura e si cammina fino al ponte di San Giorgio, viale Volano e si attraversa il ponticello che arriva su via del Melograno e da lì a sinistra l’accesso diretto al parcheggio privato del centro Moat.
Riconsegna delle cuffie agli organizzatori e dei documenti ai partecipanti e poi… festa.
All’arrivo infatti tutti i partecipanti all’evento verranno accolti da un rinfresco rifocillante e reidratante.
Lo staff di Moat festeggia con i proprio soci e tutti i partecipanti allo “Street workout” l’apertura del centro e la prima stagione di attività in via di svolgimento e tutta da creare e vi aspetta per la prossima edizione di Street workout con nuove sorprese.
Costo dell’evento: 15 euro, i primi 50 iscritti ricevono la maglia dell’evento in omaggio.
Per iscrizioni e info: centro Moat, cell. 335 5417612 Ross, 338 7172028 Daria, 338 1410996 Bea, 333 4969479 Nicola.

CELEBRAZIONI ROSSETTIANE – Già consultabile anche il sito web sul grande architetto ferrarese

Con la nuova App dedicata a Biagio Rossetti una bussola digitale per visitare le sue architetture in città

05-10-2017

A cinquecento anni dalla morte, Biagio Rossetti non smette di stupire, approdando al mondo del digitale con una nuova app e un sito web tutti dedicati alle sue grandi creazioni architettoniche. A commissionarne la realizzazione, all’azienda start up SmartFactory, è stato il Comitato Tecnico-scientifico per le celebrazioni del cinquecentenario della morte del celebre architetto ferrarese, che ha così voluto contribuire a divulgare la conoscenza delle opere rossettiane, offrendo inoltre, tramite l’app, una guida video e audio a portata di clic, per facilitare la visita di alcune delle principali architetture monumentali Ferraresi.
Tutti i dettagli del progetto relativo al sito www.biagiorossetti500.it e alla relativa app sono stati illustrati stamani in conferenza stampa dall’assessore comunale ai Lavori pubblici e Beni monumentali Aldo Modonesi, dal presidente del Comitato tecnico-scientifico per le celebrazioni rossettiane Francesco Ceccarelli e da Vittorio Cavani di SmartFactory, alla presenza anche di Daniele Ravenna e Michele Pastore.
“Quello del sito web è uno dei principali progetti del Comitato – ha ricordato l’assessore Modonesi – che fin dalla sua costituzione si era prefissato l’obiettivo di portare avanti un percorso di approfondimento e scoperta sull’opera del grande architetto ferrarese, che fosse in grado di lasciare segni concreti e duraturi a beneficio della città, a conclusione delle celebrazioni. Percorso che stiamo compiendo da un lato attraverso grandi opere di recupero, restauro e riapertura di edifici monumentali, come quella di San Cristoforo alla Certosa appena partita, e dall’altro realizzando strumenti multimediali per la diffusione della conoscenza del patrimonio rossettiano che resteranno a disposizione dei ferraresi e dei turisti e saranno costantemente implementati”.
Nel presentare i due nuovi strumenti Francesco Ceccarelli ha ricordato anche la figura di Carlo Bassi, presidente onorario del Comitato, recentemente scomparso. “Lo ricordiamo, fra l’altro, – ha dichiarato Ceccarelli – per la sua inesauribile capacità divulgativa e per averci indirizzato verso l’utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici come mezzi per avvicinare in particolare i più giovani alla cultura”. “In vista della grande mostra che abbiamo in programma su Biagio Rossetti – ha continuato Ceccarelli – abbiamo voluto creare un sito web destinato a diventare, grazie a progressive implementazioni, il più completo e organico sistema documentario on line sul grande architetto ferrarese, con tutta la produzione relativa alla sua opera, tra foto di alta qualità, documenti recuperati dagli archivi di Ferrara, Modena e Venezia, e testimonianze di vario genere, anche video. Accanto al sito, abbiamo poi voluto dar vita all’app che ne rappresenta il braccio operativo e che sfrutta l’innovativa tecnologia dei beacon, dispositivi che funzionano da ponti wi-fi per chi si avvicina con il proprio smartphone o tablet ai luoghi rossettiani fornendo informazioni approfondite e stimolando gli interessati a recarsi a visitare da vicino i monumenti”. “Abbiamo già installato più di una ventina di beacon in corrispondenza di altrettanti edifici rossettiani in città – ha precisato Vittorio Cavani -. Si tratta di dispositivi, con funzione proattiva, in grado di microlocalizzare l’utente fino a 60 metri di distanza, per poi offrire contenuti video e audio sui relativi monumenti”.

VIABILITA’ – Provvedimenti in vigore il 5 e 6 ottobre 2017

Via Cassoli chiusa al transito per lavori allo stadio

05-10-2017

Per consentire lo svolgimento di lavori di adeguamento allo Stadio comunale Paolo Mazza, nelle giornate di giovedì 5 e venerdì 6 ottobre 2017 via Cassoli a Ferrara sarà chiusa al transito nel tratto compreso tra corso Vittorio Veneto e via Ortigara (eccetto gli autorizzati).

La libera circolazione delle persone: follia, necessità o diritto?

di Gianni Belletti

05-10-2017

Ritengo che sia folle far gestire da privati la permanenza nel nostro territorio dei richiedenti asilo.

Prima di argomentare la mia posizione vorrei citare quanto Roger Cohen ha scritto sul NYT un paio di anni fa, circa la “minaccia” immigrazioni negli USA : “Grandi bugie generano grandi paure che producono grandi bramosie per grandi uomini forti” (1), come premessa e come lente per riflettere sul seguito.

Nel 2007, il Commissario Europeo per la Giustizia dichiarò :”La sicurezza (dei confini della Unione Europea) non è più un monopolio del settore pubblico, è parte del bene comune, e la responsabilità per la sua realizzazione deve essere condivisa tra settore pubblico e privato”(2)

Perchè questo personaggio se ne esce con battute simili ?

Secondo me è interessante riflettere sugli studi che Saskia Sassen ha condotto sulla società degli Stati Uniti, dopo l’avvio del processo delle privatizzazioni delle carceri, avviato circa 40 anni fa.

Risultano dati agghiaccianti: “ad oggi (2014), 1 americano su 100 è incarcerato, o in una prigione statale o in una prigione federale o detenuto in una cella locale in attesa di giudizio. Se a questi aggiungiamo coloro che sono sottoposti ad altre forme di privazione della libertà (arresti domiciliari e liberà vigilata), il totale arriva a 7 milioni di americani, 1 ogni 31.. E se contiamo tutti coloro che hanno avuto problemi con la giustizia, arriviamo a 65 milioni di persone, cioè uno su 4….se avessimo bisogno di una prova per testimoniare tale stato eccezionale, il proliferare di prigioni private ne sarebbe naturalmente la prova”(3)

Il “Transnational Institute “(4) ha valutato il mercato per la sicurezza dei confini nel 2015 in 15 miliardi di euro, con proiezioni di 29 miliardi per il 2022.

Per renderci conto della “dimensione” di questi numeri, è interessante paragonarli con le stime che l’Interpol e L’Europol hanno segnalato , sempre per il 2015, circa il turnover generato dal traffico dei migranti: siamo tra i 5 ed i 6 miliardi di euro.(5)

Vuol dire che il mercato del controllo delle frontiere è almeno tre volte più redditizio del mercato dei trafficanti di uomini.

Ora è possibile che questo alto funzionario europeo non sapesse di cosa stava parlando ?

Tra l’altro è possibile che non conoscesse il lavoro di Elinor Ostrom sui beni comuni ?(6)

Più che parlare di sicurezza come bene comune, bisognerebbe considerare i migranti che oggi arrivano nel nostro territorio come “bene pubblico”, se pensiamo che l’anno scorso il 40% degli arrivi in Italia sono stati bambini. Se fossimo intelligenti investiremmo su di loro, prima di tutto sulla loro istruzione.

Di fatto in Europa si è proceduto a trasferire “porzioni” di gestione della sicurezza dei confini e delle persone richiedenti asilo, al settore privato : la Gran Bretagna ha fatto la parte del leone; la Svezia, oggi, è l’unico paese che ha ripubblicizzato la sicurezza dei confini e la gestione dei richiedenti asilo.

In Italia, lo stato mantiene la sorveglianza, l’identificazione e il mantenimento dell’ordine, ma ha delegato la sicurezza, le pulizie, il catering, il mantenimento delle strutture, l’attenzione medica e l’aiuto legale.

Fino agli anni 80 era la Croce Rossa che si incaricava dei richiedenti asilo politico; poi, di fronte all’aumento delle richieste e per la mancanza di risorse umane, ha favorito il coinvolgimento delle Cooperative Sociali.

Negli ultimi 15 anni, le Cooperative Sociali sono via via soppiantate da multinazionali già presenti nel settore della sicurezza nei paesi anglosassoni (4xS, Tascor, Mitie, Serco, Geo) (7).

Queste multinazionali stanno progressivamente estromettendo da questo “mercato” le cooperative sociali perché arrivano ad offrire il 20-30% in meno nei bandi di concorso, che vengono assegnati in base all’offerta più bassa (un caso per tutti quello del CIE di Roma che ha estromesso la cooperativa sociale “Auxilium” che richiedeva 41 € a persona al giorno, contro i 28,80 € della società legata alla multinazionale GEPSA , filiale di SUEZ).

Queste multinazionali possono permettersi economie di scala impensabili ad altre realtà economiche, quindi possono offrire prezzi più bassi e strappare ad altri il “mercato”.

Lunaria stima che tra il 2005 e il 2011 lo Stato Italiano ha speso 1 miliardo di dollari nel sistema della detenzione dei migranti (8).

Ma come siamo arrivati a questa situazione al limite del paradosso ?

Credo che il motivo principale stia nel fatto che è assurdo consentire che praticamente la sola possibilità che ha un migrante di entrare nell’Unione europea sia facendo richiesta di asilo politico ( a meno che non faccia parte della élite economica del suo paese naturalmente).

Il sociologo Carlo Melegari, tra gli altri in Italia ed in Europa, ritiene giustamente che bisognerebbe percorrere strade differenti, potenziando le nostre rappresentanze diplomatiche nei paesi del “Sud” del mondo, dando l’opportunità di ottenere visti provvisori di qualche mesi o qualche anno, a condizione di avere dati anagrafici certi, luogo di destinazione e persona che si incarica dell’accoglienza, a condizione di avere una cauzione che viene persa nel caso non si rispettino gli accordi.

Si potrebbe quindi dare al migrante la possibilità di viaggiare con i mezzi ordinari, con visto legale, si potrebbe dare la possibilità di lavorare in regola; avremmo nel territorio persone che non sarebbero a carico dello Stato. (9)

Non dimentichiamo che il migrante non è né un potenziale delinquente, né un potenziale deficiente. (Viktor Orban ha dichiarato “tutti i terroristi sono migranti” (10))

Poi, certo, rimarrebbero i richiedenti asilo per quegli stati dove non sussistono le condizioni per avere delle rappresentanze diplomatiche o dove regimi dittatoriali, carestie, guerre impedirebbero una circolazione nella legalità. In questi mesi l’Italia sta organizzando la gestione dei migranti con un paese, quale la Libia, che non ha mai firmato la Convenzione di Ginevra(11).

Proposte simili purtroppo spaventano prima di tutto i partiti politici, complici i mezzi di informazione che presentano gli attuali flussi migratori come se stessimo assistendo ad un’invasione.

Eppure i numeri dicono altro: nel 2015, nel mondo, ci sono stati 244 milioni di migranti (il 3% della popolazione mondiale). Alle porte dell’Unione Europea, nel 2015, si sono presentate 1 milione di persone, pari allo 0,2% della sua popolazione di 510 milioni.

Nel 2016 in tutta l’Unione Europea si sono registrate 204.300 domande di asilo politico. (13)

In Italia, nei primi 6 mesi del 2016 ci sono stati 70.222 arrivi sulle nostre coste, contro gli 83.360 dei primi 6 mesi del 2017. (13)

Se poi guardiamo fuori Europa, ci accorgiamo che , in fondo, non facciamo proprio tutto questi sforzi.

Saskia Sassen ha fatto un calcolo interessante: nel 2012, i profughi accolti dal Pakistan per un dollaro Usa di Pil/per capita sono stati 605;per la Repubblica Democratica del Congo 399, per il Kenia 321, per la Germania, che è il più ricco degli stati europei, sono stati 15. (14)

Allora perché questa risposta “securitaria” alle immigrazioni, costata 5000 morti nel mediterraneo solo nel 2016 ?

Perchè abbiamo reso “normale” la detenzione dei migranti ?

Personalmente la risposta che credo di poter dare è la seguente: la libera circolazione delle persone non è funzionale alla libera circolazione delle merci (e dei servizi) e del capitale .

Un esempio, per quanto semplice e banale , può essere di aiuto. Un investitore per la produzione di una T-shirt non investe in California, dove la mano d’opera costa 20 dollari l’ora, ma in Bangladesh, dove costa 0,50 dollari l’ora. Investe in Bengladesh, per vendere in California, cioè sposta liberamente capitale e merci. Se si potesse spostare liberamente anche quell’operaio pagato 0,50, il gioco non si potrebbe più fare.

Oggi se osiamo opporci alla libera circolazione delle merci e del capitale, saremmo tacciati di primitivi; eppure Keynes, a Bretton Woods è riuscito a garantire 30 anni (“gloriosi”) di stabilità e crescita economica a tutto l’occidente, limitando la libertà di circolazione delle merci e del capitale (l’altro suo intento, con l’istituzione di una unità di conto internazionale, il “bancor”, per impedire agli stati di andare o in surplus o in deficit commerciale e quindi finanziario, non è passato per il peso politico degli Usa).

“Aiutiamoli a casa loro” vuole dire questo : permettiamo a tutti i paesi di tutelare le proprie manifatture, imponendo dazi a quanto viene dall’estero, e freniamo l’impeto di “investire” che viene sempre più forzato dalla finanza internazionale, alla caccia di profitti sempre maggiori, ignari della salvaguardia ambientale..

“Aiutiamoli a casa loro” vuole dire per noi pagare più care tutte le merci, comprese le materie prime

Il rischio reale, credo, sia arrivare ad accettare che esistono due tipi di cittadini: alcuni hanno più diritti di altri. Oggi l’italiano più di un “marocchino” nell’avere assegnato un alloggio popolare, domani qualcun altro più di noi nell’ottenere un diritto da parte della collettività.

La libera circolazione delle persone è un diritto. Oggi viviamo in un mondo globalizzato in un regime di apartheid, in cui un quinto della popolazione mondiale, fra cui noi, possiamo praticamente andare dove vogliamo, quando vogliamo, mentre gli altri 4/5 non lo possono fare.

Se fossimo più attenti, ci accorgeremo però che la libera circolazione delle persone è anche una necessità. A questo proposito vorrei concludere citando Ivan Krastev : “La globalizzazione ha trasformato il mondo in un villaggio, ma questo villaggio vive sotto una dittatura, la dittatura delle comparazioni mondiali. Le persone non confrontano più la propria vita con quelle dei vicini, ma con quella degli abitanti più ricchi del pianeta.

In questo nostro mondo interconnesso, l’immigrazione è la nuova rivoluzione: non una rivoluzione novecentesca delle masse, ma una rivoluzione verso l’esterno, compiuta da individui e famiglie, e ispirata non dalle immagini del futuro dipinte dagli ideologi ma dalle foto di Google Maps che ritraggono la vita dall’altro lato della frontiera. Questa nuova rivoluzione non ha bisogno di movimenti o di leader politici per avere successo. Così non dobbiamo sorprenderci se per molti sfortunati del pianeta attraversare i confini europei è molto più attraente di ogni utopia. Per un numero crescente di persone, l’idea di cambiamento significa cambiare il paese in cui si vive, non il governo sotto cui si vive” (15)

 

Gianni Belletti, Comunità Emmaus Ferrara

 

1)”Big lies produce big fears that produce big yearnings for big strongmen” . Roger Cohen , New York Times op-ed columnist, 31.12.2015

2) Rodier C., “Xénophobie business. A quoi servent les contro^les migratoires ? Paris La Découverte, 2012, p.34

3) Saskia Sassen : “Expulsions”, 2014, pos. 831

(4) istituto di ricerca per la difesa della democrazia, della giustizia e delloo sviluppo sostenibile,con base in Amsterdam: www.tni.org

(5) Joint Europol-Interpol Report, Migrant Smuggling Networks, May 2016, p.2

(6) “Governing the Commons” sui beni comuni, pubblici e collettivi, grazie al quale è stata insignita del Premio Nobel per l’economia , prima donna, tra l’altro a ricevere tale titolo.

(7) si veda Lydia Arbogast “Migrant Detention in the European Union: a Thriving Business”, Migreurop 2016

(8) Lunaria, Costi Disumani, La Spesa Pubblica per il contrasto dell’immigrazione irregolare, 2013

(9) si veda www.cestim.it

(10) Z. Bauman , “Strangers at Our Door”, 2016 pos 417

(11) Convenzione di Ginevra 1951, Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (1966)

(12) www.migreurop.org

(13) Il Manifesto, 26.07.2017

(14) Saskia Sassen: “Expulsions”, 2014, pos 769

(15) La Grande Regressione, Feltrinelli, 2017, pag 100.

 

INTERROGAZIONE – Presentata dal gruppo M5S in Consiglio comunale

Richiesta in merito a sostanze stupefacenti e nuove dipendenze

05-10-2017

Questa l’interrogazione pervenuta:

– il consigliere F.Balboni (gruppo Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale) ha interrogato il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessora a Sanità e Servizi alla persona Chiara Sapigni  in merito a uso e abuso delle sostanze stupefacenti e nuove dipendenze.

>> Pagina riservata alle interpellanze/interrogazioni presentate dai Consiglieri comunali e relative risposte (a cura del Settori Affari Generali/Assistenza agli organi del Comune di Ferrara)

Pettazzoni (Lega Nord): «Ascoltate le nostre richieste. Ora avanti con gli investimenti»

Da Lega Nord Emilia-Romagna

CENTO (FERRARA), 05-10-‘17.
«La risposta del Ministero della Salute, che ha accolto la proposta di deroga della Regione, salvaguardando i punti nascita dei comuni terremotati di Cento e Mirandola, sia ora l’occasione per investire sui due ospedali». A chiederlo è il consigliere regionale Ln, Marco Pettazzoni, che prima dell’estate aveva inviato un’interrogazione urgente, con la quale chiedeva all’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi, di impegnarsi affinché il destino dei due punti nascita – del Santissima Annunziata di Cento, e del polo ospedaliero di Mirandola – fossero difesi da ipotesi di riduzione o chiusura. «Esprimiamo soddisfazione – continua Pettazzoni – per la decisione del Ministero, che ha evidentemente compreso il fatto che due centri terremotati (come Cento e Mirandola) meritino di poter continuare ad avere un punto nascite. Come avevamo sottolineato nella nostra interrogazione». Pettazzoni aveva peraltro richiesto che il Santissima Annunziata fosse dotato del personale necessario a garantire i servizi esistenti, anche di fronte a riduzioni periodiche di personale (durante le ferie estive) ed ai picchi influenzali, che costringono gli ospedali ferraresi ad apportare sospensioni di interventi programmati e non urgenti. «Ora che i punti nascita sono stati confermati dalle carte ministeriali – conclude Pettazzoni – ci auguriamo che la Regione investa risorse per mantenere i due ospedali di Cento e Mirandola funzionali ed efficienti, anche negli anni a venire».

FuturPera e BPER Banca, un’alleanza per la filiera

Da FuturPera

FERRARA – BPER Banca, alla guida di uno dei principali gruppi bancari italiani, è main sponsor di FuturPera 2017, a Ferrara Fiere dal 16 al 18 novembre 2017. «Un sostegno concreto a un evento che promuove lo sviluppo di un comparto e di una filiera produttiva molto importanti», spiega Antonio Rosignoli, Direttore Generale di Nuova Carife (Gruppo BPER).

«BPER Banca nasce nel 1867 – afferma Rosignoli – come Banca Popolare di Modena, in un territorio fortemente vocato all’agricoltura, e sin dalla sua nascita si è impegnata per essere un punto di riferimento per i professionisti del settore. Ora abbiamo formato una divisione centrale che si occupa di fornire una consulenza a 360 gradi: dal conto corrente “verde” sino all’intermediazione tra le aziende e i principali enti regionali, nazionali ed europei. Anche a Ferrara ho voluto un vero e proprio pool di esperti, che propongono soluzioni alle imprese per favorirne la crescita e farle andare sempre più verso un tipo di agricoltura innovativa, che mi piace definire 4.0».

Uno degli obiettivi di BPER Banca è dunque proseguire su questa linea, dimostrando sempre maggiore attenzione verso i cambiamenti e le necessità dei coltivatori. In questo contesto non poteva mancare il sostegno a un evento come FuturPera, dove si guarda al futuro di un comparto strategico.

«Quando l’Oi Pera, una delle organizzazioni più rappresentative in materia, ci ha proposto di sostenere il Salone Internazionale della Pera – continua Rosignoli – non potevamo che accettare e contribuire alla valorizzazione di un prodotto fondamentale per l’agricoltura del nostro Paese, per il quale vantiamo una tradizione riconosciuta in tutto il mondo. Negli ultimi anni, oltretutto, abbiamo riscontrato con grande soddisfazione un forte interesse da parte dei giovani che alimenta fortemente la speranza di innovazione, perché i ragazzi hanno voglia di fare e utilizzare tecniche e strumenti nuovi e moderni. Per questo – conclude il Direttore – incrementeremo ancora di più i servizi per dare maggiori opportunità di crescita al settore primario».

FuturPera è un evento ideato e organizzato da Oi Pera (Organizzazione Interprofessionale) e Ferrara Fiere e Congressi con il supporto di A&A Broker assicurativi, BPER Banca e Camera di Commercio di Ferrara.

Informazione in pillole sulla stomia

Da Agire Sociale

Informazione in pillole. E’ questo il titolo del ciclo di incontri brevi che l’Associazione Incontinenti Stomizzati Estense, organizza nei quattro sabati di ottobre per dare appunto pillole di informazione precise, chiare e mirate ai pazienti incontinenti e stomizzati e a tutte le persone interessate. Ogni incontro sarà interattivo con intervento iniziale del relatore esperto, a cui seguiranno domande e risposte tra relatore e partecipanti, presentazione delle novità in Casa Coloplast e rinfresco finale.
Il primo incontro sarà sabato 7 ottobre a cura di Consuelo Bonaveri, direttore vendite Farmacare, che ha affrontato l’arte della mimetizzazione, provocatoria esposizione di intimi creativi per indossare bene la stomia, seguirà sabato 14 ottobre, alle 9 presso Confesercenti, in via Darsena 178 a Ferrara, un focus sulla resilienza: adattamento dopo la stomia, a cura del Dottor Alessandro Copes, psicologo e psicoterapeuta dell’Università di Padova. Sabato 21 ottobre, dalle 9 al CSV in via Ravenna 52 a Ferrara, si parlerà di alimentazione con Piera Paola Trovato, specialista in stomatoterapia, riabilitazione del pavimento pelvico, cura della ferita. Il ciclo si concluderà sabato 28 ottobre, sempre alle 9 al CSV, con il tema ospedale e territorio, per conoscere il percorso integrato multidisciplinare nell’approccio al paziente portatore di stomia, quali prospettive future sul territorio.

Circolo Frescobaldi – Al via la stagione culturale e musicale

Da Circolo culturale Amici della musica Girolamo Frescobaldi

FERRARA – La stagione culturale e musicale del Circolo Frescobaldi si apre domenica 8 ottobre 2017 alle ore 17 presso la sede sociale di Via Foro Boario 87, Ferrara. È in programma una conferenza dal titolo: «Callas prima durate e dopo: la grande cantante e le sue imitatrici di ieri e di oggi».
L’iniziativa è promossa per ricordare il 40° anniversario della morte di Maria Callas, scomparsa a Parigi il 16 settembre 1977. Relatore sarà il giornalista e critico musicale Athos Tromboni.
Dopo la conferenza, il presidente del Circolo, Antonio Proietti, comunicherà i contenuti della nuova stagione musicale, che prenderà il via la domenica successiva nella Sala della Musica, con concerti sia di musica classica, sia corali, che di lirica e di jazz. La partecipazione alla conferenza sulla Callas è libera e gratuita e al termine del pomeriggio verrà offerto il consueto rinfresco a tutti gli intervenuti.

I Sex Mob di Steven Berstein festeggiano i vent’anni di carriera al Torrione con il nuovo ‘Cultural Capital’

Sabato 7 ottobre il primo main concert di stagione festeggia i vent’anni di carriera di uno dei gruppi più irriverenti del jazz d’oltreoceano, i Sex Mob. Capitanati dal trombettista statunitense Steven Bernstein, Briggan Krauss (sassofoni), Tony Scherr (basso elettrico) e Kenny Wollesen (batteria) presenteranno al pubblico del Torrione il nuovissimo Cultural Capital, composto perlopiù da brani originali che portano la firma del leader.

Sabato 7 ottobre (ore 21.30) il primo main concert di stagione spalanca le porte alla Grande Mela per festeggiare i vent’anni di carriera di uno dei gruppi più irriverenti del jazz d’oltreoceano, i Sex Mob: un quartetto nato quasi per caso, a metà anni ’90, in occasione di un lungo ingaggio alla Knitting Factory, celebre locale newyorkese diventato anche etichetta. Il trombettista e leader Steven Bernstein aveva pensato ai Sex Mob come a una sorta di palestra personale per far pratica con la slide trumpet (una tromba con la culisse) e divertirsi con alcuni dei suoi amici più stretti.
La mission, infatti, è sempre stata quella di riportare l’ironia nel jazz attraverso una musica immediata e quindi fruibile ai più, pur mantenendo una considerevole dose di avventura. E allora eccoli pizzicare qua e là musica dalle pellicole di James Bond, dal repertorio di Nino Rota per Fellini, o brani quali Sign O’ The Times di Prince e Fernando degli ABBA tra gli altri, per poi valorizzarne la melodia con arrangiamenti essenziali. A chi accusa i Sex Mob di essere una semplice cover band Bernstein spiega chiaramente che ogni brano entrato a far parte del repertorio è stato “sexmobizzato”, ovvero stravolto dalla poetica del gruppo che sintetizza divertimento puro e ricerca musicale, perizia compositiva ed efficacia comunicativa, con un lavoro certosino su timbri e dinamiche al servizio di un mondo sonoro multiforme.
Dopo il debutto con Din of Inequity (1998) cui farà seguito Solid Sender (2000), entrambi pubblicati dalla Knitting Factory, si approda in anni più recenti a Cinema, Circus & Spaghetti Sexmob Plays Fellini, pubblicato nel 2013. Il pubblico del Torrione invece potrà ascoltare brani tratti da Cultural Capital, l’ultimo lavoro, e forse il più personale del quartetto, totalmente autoprodotto e composto esclusivamente da brani originali del leader. Se Steven Bernstein, Washington 1961, è un musicista aperto ed eclettico, con alle spalle collaborazioni anche al di fuori dell’ambito jazzistico, da Lou Reed ad Aretha Franklin, dai Lounge Lizard a Leonard Cohen, non sono da meno i suoi preziosi partner, musicisti estremamente duttili come Briggan Krauss (sax alto e baritono) o l’affiatata coppia ritmica formata dal bassista Tony Scherr e dal batterista Kenny Wollesen, che ritroviamo frequentemente anche a fianco di Bill Frisell.
La cena alla carta anticipa il concerto. È consigliata la prenotazione allo 05321716739 dalle ore 12:00 alle ore 20:00. Info su www.jazzclubferrara.com
INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Per informazioni e prenotazione cena 05321716739 dalle ore 12:00 alle ore 20:00.

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Con dispositivi GPS è preferibile impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Intero: 25 euro
Ridotto: 20 euro (la riduzione è valida prenotando la cena al Wine Bar, accedendo al solo secondo set, fino ai 30 anni di età, per i possessori della Bologna Jazz Card, per i possessori di MyFe Card, per i possessori della tessera AccademiKa, per i possessori di un abbonamento annuale Tper, per i possessori di Jazzit Card, per gli alunni e docenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara).

Intero + Tessera Endas: 30 euro
Ridotto + Tessera Endas: 25 euro

NB Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria: 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Primo set: 21.30
Secondo set: 23.00

DIREZIONE ARTISTICA
Francesco Bettini

Rifiuti. Centri per il riuso, là dove nasce la seconda vita delle cose

Da Ufficio stampa

Bologna – Elettrodomestici, vestiti, giocattoli usati, non sempre buttarli è l’unica scelta perché quello che non ci serve più può essere utile ad altri, allungando così il ciclo di vita, con vantaggi per l’economia e per l’ambiente.
Servono a questo i Centri per il riuso: spazi attrezzati – sostenuti dalla Regione – dove esporre e scambiare beni usati, aperti a tutti. In Emilia-Romagna sono già 28 – altri 12 stanno per arrivare – e da oggi per i cittadini sarà più facile accedere grazie a regole più semplici per la consegna ed il ritiro dei beni.
E’ di questi giorni, infatti, l’approvazione delle Linee guida dei centri comunali del riuso (delibera 1382/2017) aggiornate dopo aver ascoltato proposte e esigenze di Comuni e gestori dei centri nel corso di un percorso partecipato che si è svolto nei mesi scorsi. Hanno preso parte all’attività oltre 80 amministratori comunali, 61 rappresentanti di società di gestione del servizio rifiuti attive sul territorio regionale, 34 esponenti di associazioni sindacali, ambientaliste e di categoria.
“Le nuove regole sono frutto di un ampio percorso di partecipazione che la Regione ha promosso per raccogliere suggerimenti e idee al fine di rendere sempre più efficiente il funzionamento di queste strutture, mettendo a valore le esperienze già in atto sul territorio: a ciascuno dei soggetti che hanno portato il loro contributo di idee e proposte va il mio ringraziamento- afferma Paola Gazzolo, assessore regionale all’ambiente-. “Siamo impegnati nel potenziarne la rete: lo dimostra il finanziamento di quasi 1 milione di euro meso a disposizione nei mesi scorsi con il Fondo incentivante previsto dalla legge sull’economia circolare. Un investimento che intendiamo confermare anche in futuro perché rappresenta uno dei tasselli fondamentali della strategia regionale per ridurre la produzione dei rifiuti, ponendo al centro la prevenzione e il riuso”.
Cosa cambia
Tra le novità dunque la semplificazione di moduli e modalità di accesso ai centri: dopo una prima registrazione, per tutte le visite successive basterà il riconoscimento da parte del personale. Per i gestori dei centri, invece, è stata prevista la possibilità di quantificare i beni in modo uniforme con l’introduzione di pesi standard, così come quella di effettuare piccole manutenzioni di parti elettriche ed elettroniche se contemplato nel regolamento della struttura. Inoltre, sarà possibile utilizzare i centri come spazi educativi dove realizzare iniziative per valorizzare il riuso dei beni.
Sono state approvate anche le Linee guida per i Centri del riuso non comunali, cioè gestiti da enti o associazioni privati, ed è stato istituito uno specifico elenco a cui possono iscriversi quelli conformi che si aggiunge a quanto già realizzato per i Centri comunali.
I Centri per il riuso
I centri comunali del riuso oggi iscritti nell’Elenco regionale sono 28: nel parmense si trovano a Parma e a Colorno; nel reggiano a Campagnola Emilia, Fabbrico, Novellara, Reggio Emilia, Reggiolo, Rolo, Rubiera, due a Scandiano; nel modenese a Bastiglia, Campogalliano, Castelnuovo Rangone, due a Modena, Nonantola, Novi Pievepelago, Ravarino, San Cesario sul Panaro/Castelfranco Emilia, Soliera, Spilamberto. Nel bolognese si trovano a Bologna, Ozzano dell’Emilia e Sant’Agata, nel ravennate a Faenza e uno a Forlimpopoli nella provincia Forlì-Cesena.
Nel 2016 è stata finanziata la realizzazione di 12 nuovi centri che sorgeranno a Cento (Fe), a Piacenza, nell’Unione bassa Est parmense (Pr), a Formigine (Mo), Granarolo Emilia (Bo), Bagnolo in piano (Re), Sissa Trecasali (Pr), Loiano (Bo), Cento (Fe), Polesine Zibello (Pr), Boretto (Re), Reggiolo (Re), e Reggio Emilia.
Previsti dalla legge 16/2015 e dal Piano regionale per la gestione dei rifiuti, sono strutture gestite direttamente o indirettamente dai Comuni per incentivare lo scambio di beni per il riutilizzo. Il loro funzionamento è regolato dalle Linee guida della Regione.
I cittadini possono consegnare ai centri beni usati integri e funzionanti a titolo gratuito: il ritiro di tali beni può essere gratuito od oneroso secondo quanto stabilito dal Comune, che può anche prevedere agevolazioni tariffarie per gli utenti del servizio. Dopo al massimo un anno, se il bene non è stato richiesto da nessuno, viene portato a un centro di raccolta rifiuti, recuperato, smaltito o, previo accordo con il Comune, può essere devoluto ad associazioni senza fini di lucro.
L’apertura e l’adeguamento dei centri comunali è finanziata anche dal Fondo Incentivante previsto dalla legge regionale sull’economia circolare (n.16/2015) e gestito da Atesir, l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti.

A cena con l’UNESCO: parte “UPVIVIUM – Biosfera Gastronomica a Km0”

Da Biosfera Delta Po

Ai nastri di partenza UPVIVIUM, il concorso gastronomico che coinvolge 30 ristoranti di 3 Riserve di Biosfera MaB UNESCO italiane: l’Appennino Tosco-Emiliano, il Delta Po e le Alpi Ledrensi e Judicaria, tre territori caratterizzati da eccellenze agroalimentari e da una rinomata tradizione gastronomica. Tre territori distanti e diversi tra loro, accomunati dal riconoscimento UNESCO che ne garantisce l’equilibrio e la sinergia tra uomo e ambiente che proprio nella ristorazione trova una delle più efficaci forme di espressione.
30 ristoranti si sfideranno quindi da venerdì 6 ottobre 2017 fino a domenica 17 dicembre 2017 nell’ideazione di ricette, tutte create appositamente per UPVIVIUM grazie anche al supporto e supervisione di ALMA – Scuola Internazionale di Cucina Italiana, che utilizzano e valorizzano le tipicità agroalimentari a “km 0”.
Il tema che caratterizza il concorso in questa edizione è “la tavola conviviale”, che permette di valorizzare la creatività degli chef in concorso ed offre al cliente l’esperienza dello stare a tavola e del condividere il cibo con gli altri commensali, assaggiando assieme il susseguirsi degli accostamenti proposti e scoprendo le storie che stanno dietro gli ingredienti utilizzati. Un’esperienza gastronomica che ci riporta ai valori dell’Italia mezzadrile, ma anche molto moderna ed in grado di soddisfare la curiosità di chi, nell’arco di un pranzo o di una cena vuole fare un tour enogastronomico di un territorio.
I ristoranti in concorso per la Riserva di Biosfera del Delta del Po sono:

IL BETTOLINO DI FOCE
COMACCHIO (FE)  Strada Foce, Valli di Comacchio
TEL. 053381302  CELL. 344.0571330
info@podeltatourism.it    vallidicomacchio@parcodeltapo.it
www.podeltatourism.it

IL PENTAGRAMMA c/o Resort OASI BIANCA
CODIGORO (FE)  LOC. POMPOSA SUD, 36
TEL. 0533719019 CELL. 342.9296612
ristorazione@oasibianca.it  marketing@oasibianca.it
www.oasibianca.it

LA FATTORIA DEGLI ANIMALI
COMACCHIO (FE)  PORTO GARIBALDI/VIA DEI MILLE, 401
TEL. 0533309664 CELL. 347.1607260
info@fattoriadeglianimali.com
www.fattoriadeglianimali.com

AZIENDA AGRITURISTICA PRATO POZZO-RIFUGIO DI VALLE
ARGENTA (FE)  VIA ROTTA MARTINELLA, 34/a
TEL. 0532801058 CELL. 338.8460287
info@pratopozzo.com
www.pratopozzo.com

Leggi le ricette che i ristoranti delle Riserve di Biosfera propongono per la “tavola conviviale” e dopo aver degustato le loro specialità, vota per quelle preferite, contribuendo a definire il ristorante vincitore per la giuria popolare. I vincitori della giuria tecnica saranno invece proclamati a marzo 2018 quando i migliori 9 ristoranti saranno si “sfideranno” in una finalissima in tempo reale nelle cucine della magnifica Reggia di Colorno (PR),  sede di ALMA.
Tutte le novità su Upvivium saranno sempre disponibili sulla pagina Facebook www.facebook.com/upvivium/  e sulle pagine Facebook delle singole Riserve di Biosfera.
Con il progetto si intende favorire ed incrementare l’utilizzo delle produzioni agroalimentari locali, spesso elementi di conservazione della “biodiversità coltivata ed allevata”, sensibilizzando gli esercizi di ristorazione alla piena valorizzazione del proprio territorio e della cultura gastronomica locale nei menù offerti agli ospiti. Nei territori in cui si svolge il concorso ci sono montagne delle due principali catene europee, la pianura e uno dei delta fluviali più importanti del nostro continente. Biodiversità selvaggia, allevata e coltivata da conservare e valorizzare. Un evento molto importante soprattutto alla luce della crisi climatica che ci costringe a rivedere urgentemente il nostro rapporto con la nostra “casa terra” e che mette in evidenza l’importanza delle Riserve di Biosfera MaB Unesco. Per questo motivo il valore del progetto è stato condiviso dal Comitato Tecnico Nazionale MaB, che ne riconosce l’importanza anche in termini di testimonianza della capacità di collaborare e fare rete delle Riserve di Biosfera MaB UNESCO italiane.

Per informazioni

www.upvivium.it
www.facebook.com/upvivium/
info@upvivium.it

Delta Po

0533314003
info@biosferadeltapo.it

Con il Festival Bonsai semi di teatro nel Quartiere Giardino

“Fin da quando siamo nati come Associazione, le mura e le quinte del teatro ci sono state un po’ strette, ma abbiamo piuttosto cercato di creare un flusso di persone che entrano ed escono dal teatro, interrogandoci anche su come si crea nuovo pubblico”, sottolinea Giulio Costa di Ferrara Off. Ed ecco allora sabato 7 e domenica 8 ottobre 2017, per le strade del Quartiere Giardino di Ferrara il Festival di microteatro Bonsai: un esperimento di teatro diffuso, un tentativo di fruizione non convenzionale per spazi, pubblico e durata.
Organizzato dall’associazione culturale Ferrara Off e Progetto Píndoles di Barcellona, patrocinato dal Comune di Ferrara e sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, il Festival è parte del progetto ‘Giardino Creativo’ finanziato da Anci, che sostiene la creatività giovanile a favore della riqualificazione sociale, economica e culturale di questa zona della città.
Ne abbiamo parlato con Giulio Costa, responsabile produzione e distribuzione di Ferrara Off.

Come è nata la collaborazione con Progetto Píndoles e l’idea di portare il microteatro a Ferrara?
Abbiamo conosciuto Progetto Píndoles di Barcellona due o tre anni fa perché una dei suoi fondatori, Giulia Poltronieri, è ferrarese di origine. Ci ha sempre raccontato che il microteatro, nato in Argentina e diffuso in tutto il Sud America, genera molto interesse anche a Barcellona e in generale in Spagna.
Ci interessava portarlo a Ferrara perché il microteatro è nato dalla necessità di ridurre i costi, riducendo appunto durata, il numero di attori e il pubblico di una pièce, ma questo ha permesso di mantenere in un certo senso più vitale il linguaggio teatrale. Il nostro spazio in viale Alfonso però non ci convinceva del tutto e così abbiamo approfittato dell’occasione del progetto ‘Giardino creativo’ per portare il teatro in una zona della città che il teatro non ce l’ha. Non volevamo limitarci a prendere un format spagnolo portandolo qui da noi, ma adattarlo agli spazi del Quartiere Giardino.

Da dove deriva il titolo ‘Bonsai’?
Lo abbiamo scelto perché come i bonsai sono alberi sottoposti a un ridimensionamento che non ne altera la natura, così gli spettacoli di microteatro mantengono tutte le caratteristiche e la coerenza interna di un normale spettacolo, condensate però in quindici minuti e pensate per un numero ridotto di spettatori.

Perché fare teatro fuori dal teatro e perché farlo in forma ridotta?
Ci interessa andare verso gli spettatori, farli entrare ancora di più in contatto con le performance e gli attori. La durata ridotta a 15 minuti è uno strumento per far avvicinare chi non va a teatro, chi non conosce il teatro, per facilitare la fruizione.
Questo Festival è in tutto e per tutto un esperimento: perché è alla sua prima edizione, per gli spazi dove si svolgerà, per le modalità con la quale gli spettacoli andranno scena, in diverse repliche durante tutto il pomeriggio.

Come avete selezionato gli spettacoli di sabato e domenica pomeriggio?
In realtà sabato è una sorta di anteprima, con tre spettacoli peculiari per diversi motivi.
‘Lettere anonime per un camminatore’ è una creazione site-specific e anche se non rientra appieno nei canoni del microteatro non abbiamo voluto rinunciarvi perché ci è sembrato rispecchiasse bene l’obiettivo di riprendere a guardare il Quartiere Giardino con un altro sguardo. ‘Giro solo esterni con aneddoti’ è una nostra produzione che abbiamo ripreso e in questo modo mettiamo in scena cosa è per noi il microteatro. Con la ‘Venere nera’ de Il baule volante, invece, abbiamo voluto coinvolgere in questo esperimento un’altra compagnia cittadina.
I sei spettacoli selezionati dal bando nazionale che avevamo pubblicato andranno ‘in scena’ domenica pomeriggio. Sono arrivate più di 120 candidature, alcune anche dall’estero, Ferrara Off e Progetto Píndoles hanno fatto una prima scrematura e poi abbiamo chiesto a una giuria mista di esperti e nuove generazioni – composta dalla drammaturga Margherita Mauro, dal direttore artistico della Fondazione Teatro Comunale Claudio Abbado, Marino Pedroni, e dal direttivo della neonata webradio Giardino – di selezionare sei lavori anche tenendo conto della diversificazione dei linguaggi che volevamo fosse una caratteristica di questa rassegna. Per questo ci sono danza, videoteatro, teatro di narrazione, una performance sonora e un monologo: è un festival multidisciplinare.

Pensate già a una seconda edizione?
Sì, per questa prima edizione abbiamo cercato di non strafare, proprio per la natura sperimentale della rassegna. Stiamo però pensando a come poter aumentare gli spettacoli, ampliare il numero dei luoghi dove svolgerli e poi vorremmo che ci fossero anche inediti.

A fine ottobre come Ferrara Off avete in programma poi un altro appuntamento, di nuovo fuori dal teatro…
Sì, si tratta di ‘Monumenti aperti’: un progetto che punta sulla formazione delle nuove generazioni alla conoscenza e alla trasmissione del nostro patrimonio artistico e culturale cittadino. Stiamo svolgendo percorsi negli istituti di primo e secondo grado perché i bimbi diventino guide per gli adulti e li accompagnino a visitare monumenti già aperti al pubblico, ma anche alcuni di quelli solitamente non visitabili. È un’iniziativa nata in Sardegna oltre vent’anni fa con ‘Imago Mundi’: quei bimbi ormai sono cresciuti. Si svolgerà il 28 e 29 ottobre ed essendo in concomitanza con l’esposizione su Bononi a Palazzo Diamanti non poteva essere che sul Seicento e sul Barocco, solitamente poco frequentati dai ferraresi. Fra i monumenti chiusi, saranno visistabili San Carlo e San Giuliano, e poi Santa Maria in Vado, Palazzo Bonaccossi e tanti altri.

Tutte le info sul Festival Bonsai e la mappa del teatro diffuso sul sito www.bonsai.it

I DIALOGHI DELLA VAGINA
Tacco 12: un lettore ci scrive…

Di seguito la lettera di un nostro lettore che ci racconta la sua esperienza.

Scarpe vecchie e nuove…

Cara Riccarda,
uno cerca sempre le sensazioni delle scarpe vecchie, diventano il minimo sindacale. Ti chiudi in un utero protettivo di già vissuto e quindi ‘so che mi va bene’. Hai suggerito alla tua amica ti lasciarsi sorprendere, ma non è facile e io ho dovuto imparare. Sono stato fidanzato dai 15 ai 29 anni con diverse ragazze, sostituite lungo la strada e poi invece di mollare, sono stato mollato. E non sapevo dove andare la sera dopo cena. Ho cambiato spesso letto, dopo un paio d’anni mi sono accorto che non erano le mie scarpe, anzi, non era il mio letto. Cambiare letto spesso mi ha insegnato molto sulle donne, è stato illuminante perchè ogni volta, anche se era un cambio occasionale, ho cercato di vivere la persona, di capire.
Alessandro

Caro Alessandro,
permettimi di abbassare di un tono la luminosità di queste tue ‘illuminazioni’ che, scrivi, sono la somma di cambi occasionali. Vivere una persona e cercare di capirla è, secondo me, un’occasione, non qualcosa di occasionale. Ci vuole tempo. Per quanto empatici e intuitivi possiamo essere, una notte o qualche ora dicono poco dell’altro, spesso ci mostrano solo quello che noi vogliamo vedere. Si scambia una parte per il tutto, contenitore per contenuto. Se l’obiettivo è imparare qualcosa sulle donne (o sugli uomini) e capire le persone, rimango perplessa sulla tempistica. La velocità fa perdere la magia della scoperta, di un sipario che si alza poco alla volta. E poi imparare mi sa di definitivo, di capolinea, una specie di saturazione della curiosità che invece è la scintilla di ogni nuova scoperta che può esserci anche con la stessa persona, da capire e con cui svelarsi una notte dopo l’altra.
Riccarda

Potete mandare le vostre lettere a: parliamone.rddv@gmail.com

Serata sui temi cardini del commercio di vicinato

Una serata su temi cardini per il commercio di vicinato a Cento: si svolgerà mercoledì 11 ottobre (a partire dalle ore 21.00 in sala Zarri – Palazzo del Governatore in piazza Guercino) una serata aperta al pubblico su punti di particolare interesse come il Piano Sosta, il Crono programma dei cantieri in centro storico ed infine  sull’applicazione del Piano dell’Aria Integrato regionale 2020 , entrato in vigore lo scorso 1° ottobre. Interverranno il sindaco Fabrizio Toselli e l’assessore alle Attività Produttive Simone Maccaferri.
“A suo tempo avevamo chiesto al Comune – ricorda Marco Amelio, presidente Ascom Confcommercio per Cento – un incontro proprio per avere un quadro ampio e dettagliato su queste tematiche che coinvolgono da vicino le attività imprenditoriali. In questo senso arriva dunque questo appuntamento per il quale raccomandiamo la massima partecipazione perché sarà un ‘occasione fondamentale per poter rivolgere all’Amministrazione comunale tutte le richieste ed i chiarimenti del caso”.

Le Perle e Sagra del Delta in festa a Comacchio

Da Organizzatori

Apertura straordinaria serale, venerdì 6 ottobre, allo Stand Gastronomico della XIX Sagra dell’Anguilla: ritorna “Tesori del Delta in Sagra”, l’ormai tradizionale serata conviviale di gemellaggio fra perle e sagre gastronomiche del territorio deltizio. L’appuntamento è per le 19,30 nella grande tendostruttura di Argine Fattibello dove verrà proposto un menu a tema che prevede Cozze e Vongole di Goro alla Marinara; Bocconcini di Formaggio con Marmellata di Radicchio di Bosco Mesola; Riso Igp di Jolanda con Vongole di Goro e Asparagi di Mesola; Anguilla ai ferri alla Comacchiese con polenta e Zuppa inglese alla Lagotta. Le pietanze proposte, così come gli staff di cucina, vedranno riunite sei località (Bosco Mesola, Goro, Jolanda di Savoia, Mesola, Lagosanto e Comacchio) ed altrettanti appuntamenti di promovalorizzazione delle tipicità locali: insieme a Comacchio con l’Anguilla saranno in passerella il Radicchio di Bosco Mesola, la cui 15° Sagra si è appena conclusa; l’Asparago Verde Igp che viene celebrato a Mesola nella fiera di fine aprile; la Fragola a cui Lagosanto dedica l’omonima Sagra nel mese di maggio; la Vongola protagonista della kermesse calendarizzata a Goro intorno alla metà di luglio ed il Riso Igp del Delta del Po che Jolanda di Savoia – ‘capitale’ ferrarese della produzione di questo cereale – celebra nella seconda quindicina di agosto. Non solo: ad arricchire ulteriormente il menu della serata, anche un ‘piatto ospite’, novità gastronomica assoluta per la XIX Sagra dell’Anguilla: si potranno infatti degustare – arrivati direttamente dalla Sardegna – appetitosissimi Gnocchetti sardi all’Anguilla Affumicata di Cabras.
Il programma completo e aggiornato della Sagra 2017 è consultabile sul sito www.sagradellanguilla.it

Uno, zwei, three: le lingue sulla punta delle dita

Da Consorzio “Wunderkammer”

Tutte le lingue sulla punta delle dita con Associazione culturale Fiumana e ActionEdu, che sabato 7 ottobre a Wunderkammer promuovono la seconda edizione dell’evento più poliglotta che ci sia. Si tratta di Uno, zwei, three: le lingue sulla punta delle dita, che dopo il successo dello scorso anno ritorna a Palazzo Savonuzzi sabato in via Darsena 57 (Ferrara) per tutta la giornata, dalle 9 alle 19.
Amanti dei linguaggi più disparati, unitevi! Il tema scelto quest’anno per la giornata è l’apprendimento linguistico, attraverso esperienze, curiosità e giochi.
Tra gli ospiti ci sarà anche Cesco Reale, poliglotta che fornirà qualche consiglio per migliorare la pronuncia in spagnolo, francese, tedesco e inglese. Ritirerà fuori anche il latino, croce e delizia per molti, raccontando perché vale la pena impararlo e parlarlo ancora oggi. Alessandro Marcigliano racconterà invece il suo lavoro d’interprete alla Commissione Europea e la sua esperienza di apprendimento della lingua rumena. Tita Beaven, docente di lingua spagnola all’Open University (Gran Bretagna), ed esperta dell’ apprendimento a distanza, parlerà degli scambi linguistici online, e di come utilizzarli per sviluppare le competenze linguistiche. Gli interventi degli esperti saranno seguiti da stimolanti attività e giochi linguistici, oltre che da un laboratorio di improvvisazione teatrale.

Per informazioni e iscrizioni: www.actionedu.eu/uno-zwei-three. Informazioni anche al 347.7139988 o scrivendo a info@fiumana.org.

Hera: disservizi idrici per lavori alla Centrale di Pontelagoscuro

Da Ufficio stampa

Nella notte tra martedì 10 ottobre e mercoledì 11 ottobre, dalle 23 alle 05, verranno effettuati lavori di manutenzione alla centrale di potabilizzazione di Pontelagoscuro a Ferrara.
Pertanto si verificheranno cali di pressione, riduzione di flusso e probabile mancanza di acqua ai piani alti delle abitazioni prevalentemente nei comuni di
• Ferrara
• Vigarano Mainarda
• Poggio Renatico
• Mirabello
• S’Agostino
• Voghiera
• Argenta
• Alfonsine

In misura minore saranno interessati anche i comuni di Portomaggiore, Masi Torello, Cento e Bondeno.

Nelle ore successive al ripristino del servizio si potranno verificare fenomeni di acqua colorata non comunque dannosa alla salute. Si consiglia, prima dell’utilizzo, di lasciarla scorrere per alcuni minuti.

Punti nascita. Il ministero della Salute accoglie la richiesta di deroga presentata dalla Regione per gli ospedali di Scandiano (Re) e Mirandola (Mo) e Cento (Fe) nel cratere

Da Ufficio stampa

Bologna – La risposta è arrivata da Roma nel pomeriggio di ieri, e configura un destino diverso per i 6 punti nascita dell’Emilia-Romagna dove si registrano meno di 500 parti l’anno. Il ministero della Salute concede la deroga, chiesta lo scorso luglio dalla Regione per evitare la sospensione dell’attività di assistenza al parto, solo per gli ospedali di Scandiano (Re) e per i due del cratere sismico: Mirandola (Mo) e Cento (Fe).
La richiesta di deroga, invece, non viene concessa per le strutture di Castelnovo ne’ Monti (Re), Pavullo nel Frignano (Mo) e Borgo Val di Taro (Pr). Di conseguenza, l’attività in questi ultimi punti nascita dovrà essere sospesa. Per il ministero, infatti, non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per tutelare mamme e neonati in una delle fasi più delicate della vita.
“Abbiamo percorso tutte le strade possibili senza lasciare nulla di intentato- afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Come Giunta avevamo deciso di chiedere la deroga per tutte e sei le strutture, non solo per Scandiano, Mirandola e Cento, anche considerando l’importanza che rivestono per il territorio, soprattutto quello montano, e dopo un lungo confronto portato avanti con le istituzioni e le comunità locali. Avevamo anche dato rassicurazioni sul fatto di voler e poter adeguare strutture e organizzazione rispetto ai parametri di sicurezza, a partire dal potenziamento degli organici, ma il pronunciamento del ministero è chiaro e adesso occorre attenersi a questa decisione, consapevoli che la sicurezza, quando si parla di sanità, deve sempre venire al primo posto. A maggior ragione se si tratta di donne che devono partorire e di neonati, perché uno dei momenti più belli della vita non debba trasformarsi in tragedia”.
“Abbiamo il dovere- aggiunge Venturi- di assicurare la stessa tutela indipendentemente dal luogo in cui un bambino viene alla luce, ed è questo l’unico obiettivo che ha sempre guidato le nostre decisioni. In campo non c’è mai stata la benché minima idea di risparmiare; e sospendere l’attività, come la decisione ministeriale stabilisce, non vuol dire certamente lasciare sole le future mamme e i loro bambini, tantomeno abbandonare le aree montane, come qualcuno afferma in maniera strumentale. Gli investimenti messi in campo dalla Regione per potenziare gli ospedali dell’Appennino, migliorare i Pronto soccorso e le sale operatorie, ampliare gli organici e i servizi, a partire da quelli pre e post parto, non si fermano- chiude Venturi- anzi, a maggior ragione saranno rafforzati. Sono già disponibili 13 milioni di euro da destinare a Castelnovo, Pavullo e Borgo Val di Taro, con progetti definiti e tempi decisi per la realizzazione degli interventi e delle misure previste”.
Il percorso sui Punti nascita
La risposta del ministero giunge dopo un lungo percorso di ascolto e confronto con le comunità e le istituzioni locali condotto dalla Regione e un approfondito studio svolto dalla Commissione regionale tecnico consultiva sullarete ‘Percorso nascita’ dell’Emilia-Romagna, che conta 26 punti nascita attivi sul territorio.
Lo scorso luglio, la stessa Commissione aveva presentato in una relazione i risultati di quell’analisi, concentrata in particolare sull’attività dei centri periferici ‘Spoke’, rispetto ai grandi ospedali delle città. L’indicazione della Commissione tecnica era di chiedere al ministero la deroga per i due punti nascita del cratere sismico di Cento e Mirandola, dove il volume di attività, negli anni precedenti al terremoto, era superiore ai 500 parti l’anno e dove non è ancora possibile valutarne stabilmente il trend perché le strutture non hanno ancora riacquistato la piena funzionalità. Stessa richiesta di deroga era stata proposta anche per l’ospedale di Scandiano – dove soltanto nell’ultimo anno e per la prima volta il numero di parti è stato di poco inferiore a 500 (490) – per il quale la Commissione prevedeva un periodo di “osservazione” in attesa di valutare l’evolversi dell’attività.
La stessa Commissione aveva invece evidenziato la necessità di sospendere il servizio nelle altre tre strutture (Pavullo nel Frignano, Borgo Val di Taro e Castelnovo ne’ Monti), perché non vi sono le condizioni di sicurezza sufficienti, visto il numero di parti largamente inferiore ai 500 l’anno.
La Giunta regionale, per evitare la sospensione delle attività di assistenza al parto in luoghi di particolare importanza per il territorio, aveva però deciso di chiedere la deroga al ministero della Salute, tramite la Commissione nascita nazionale, per tutti e sei i punti nascita, impegnandosi, qualora fosse stata concessa, a dotare le strutture del personale necessario a garantire gli standard di sicurezza richiesti.
Ieri, a conclusione della lunga vicenda, è giunta la risposta del ministero.
Gli investimenti sul territorio
Per i tre ospedali dell’Appennino interessati dalla sospensione dell’attività, la Regione ha già programmato un piano di investimenti di 13 milioni di euro; parte degli interventi previsti è già stata realizzata e in alcuni casi le Aziende sanitarie hanno già approvato documenti preliminari di progettazione. Le risorse serviranno in particolare a migliorare i Pronto soccorso, le sale operatorie e l’accessibilità delle strutture sanitarie. È previsto poi un ulteriore incremento degli organici, con l’assunzione di circa 44 medici e infermieri che consentiranno di aumentare l’attività chirurgica e di realizzare almeno 1.500 interventi in più ogni anno, garantendo un futuro stabile e di sviluppo agli ospedali montani; oltre alla disponibilità ventiquattro ore al giorno sette giorni su sette, del servizio di elisoccorso notturno. Tutto ciò viene realizzato, in condivisione con le Conferenze territoriali sociali e sanitarie e con le Aziende sanitarie, proprio per preservare e migliorare ulteriormente la qualità e la sicurezza delle cure.
I dati sui Punti nascita in cui sarà sospesa l’attività
L’Organizzazione mondiale della sanità e l’Accordo Stato-Regioni del 2010 fissano il numero di almeno 1.000 nascite all’anno quale parametro standard a cui tendere per il mantenimento dei Punti nascita; 500 parti la soglia minima definita di sicurezza. Fermo restando che in discussione è solo il parto e non tutto ciò che attiene a gravidanza, puerperio e permanenza dei reparti, che comunque continueranno a essere confermati nelle sedi attuali, con un miglioramento dei servizi esistenti.
Nel 2016 il Punto nascita di Borgo Val di Taro (Parma) ha registrato 124 parti (nel 2015 erano 157), con una percentuale di tagli cesarei del 35,2% (la più alta di tutti i punti nascita attivi in regione). Sempre nel 2016, il Punto nascita di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia) ha registrato 153 parti (159 nel 2015), con una percentuale cesarei del 29,5%. A Pavullo nel Frignano (Modena) l’anno scorso i parti sono stati 196 (261 nel 2015); 13,7% la percentuale dei tagli cesarei.

4 ristoranti della provincia a cena con l’UNESCO: parte “UPVIVIUM – Biosfera Gastronomica a Km0”

Da Organizzatori

PARCO DEL DELTA DEL PO. Bettolino di Foce, Ristorante il Pentagramma, La Fattoria degli Animali
e Azienda Agrituristica Prato Pozzo- Rifugio di Valle: sono questi i 4 ristoranti che rappresenteranno la riser-va di Biosfera del Delta del Po al concorso gastronomico UPVIVIUM, che coinvolge tre delle Riserve di Bio-sfera MaB UNESCO italiane (Appennino Tosco-Emiliano, Delta Po e Alpi Ledrensi e Judicaria). Tre territori caratterizzati da eccellenze agroalimentari ed una rinomata tradizione gastronomica coinvolti in un progetto che intende proprio favorire ed incrementare l’utilizzo delle produzioni agroalimentari locali, spesso elementi di conservazione della “biodiversità coltivata ed allevata”.
Progetto sostenuto anche dal Comitato Tecnico Nazionale MaB, che ne riconosce l’importanza anche in termini di testimonianza della capacità di collaborare e fare rete delle Riserve di Biosfera MaB UNESCO ita-liane, UPVIVIUM vedrà in gara 30 ristoranti che si sfideranno da venerdì 6 ottobre 2017 fino a domenica 17 dicembre 2017 nell’ideazione di ricette, tutte create appositamente grazie anche al supporto e supervi-sione di ALMA – Scuola Internazionale di Cucina Italiana.
Il tema che caratterizza il concorso in questa edizione è “la tavola conviviale”, che permette di valorizzare la creatività degli chef in concorso ed offre al cliente l’esperienza dello stare a tavola e del condividere il cibo con gli altri commensali. Un’esperienza gastronomica che ci riporta ai valori dell’Italia mezzadrile, ma anche molto moderna ed in grado di soddisfare la curiosità di chi, nell’arco di un pranzo o di una cena vuole fare un tour enogastronomico di un territorio.
Sul sito Upvivium (www.upvivium.it) potranno essere lette e votate le ricette create ad hoc e proposte nel menù dai vari ristoranti in gara, contribuendo a definire il ristorante vincitore per la giuria popolare. I vincitori della giuria tecnica saranno invece proclamati a marzo 2018 quando i migliori 9 ristoranti saranno si “sfide-ranno” in una finalissima in tempo reale nelle cucine della magnifica Reggia di Colorno (PR), sede di ALMA. Tutte le novità su Upvivium saranno sempre disponibili sulla pagina Facebook www.facebook.com/upvivium/ e sulle pagine Facebook delle singole Riserve di Biosfera.

“Norma” inaugura la stagione del Metropolitan Opera al cinema, solo martedì 10 ottobre alle 19.45 in esclusiva alla Multisala Apollo

Da Organizzatori

Norma – in una nuova produzione interpretata dalle star Sondra Radvanovsky e Joyce DiDonato – apre la stagione cinematografica del Met di New York.

È tutta al femminile la nuova stagione di Opera al cinema che da ottobre 2017 ad aprile 2018 arriverà nelle sale italiane direttamente dal palcoscenico del Metropolitan Opera di New York, distribuita da QMI per Stardust Classic.
Ad inaugurare la stagione di uno dei palcoscenici più prestigiosi – martedì 10 ottobre alle ore 19.45 – la Norma di Vincenzo Bellini in una nuova produzione firmata dall’iconico regista scozzese David McVicar con protagoniste le soprano Sondra Radvanovsky e Joyce DiDonato, una coppia memorabile per i fan del bel canto, nei panni rispettivamente della principessa dei Druidi e della sua rivale Adalgisa.

A dare voce a Pollione, l’amante infedele di Norma, è il tenore Il tenore Joseph Calleja, recentemente insignito dell’alta onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana per le sue eccezionali qualità artistiche e l’apprezzato contributo a diffondere in tutto il mondo opere italiane interpretandole con perfetta padronanza della lingua. Dirige il Maestro Carlo Rizzi.

Questo classico di Bellini è rinomato per l’aria “Casta diva” di Norma, in cui la protagonista dedica una preghiera alla luna affinché le porti pace. Durante i tempi dell’occupazione romana, la sacerdotessa della Gallia, Norma, ha infatti il cuore infranto dal proconsole romano Pollione, dal quale ha avuto due figli, ma che ormai si è innamorato della sacerdotessa Adalgisa. Costretta dal suo popolo a dichiarare guerra ai romani, al momento di uccidere Pollione, Norma esita e annuncia l’esistenza di una sacerdotessa traditrice della patria che deve essere uccisa: lei stessa. È in questo momento che Pollione comprende la grandezza di Norma.

La stagione lirica 2017/2018 propone in cartellone 4 capolavori tra classici senza tempo e nuovi allestimenti, per riscoprire il fascino delle più celebri eroine del teatro lirico: donne forti, moderne, determinate che travalicando le epoche continuano ad accendere la fantasia di artisti, registi, scrittori e musicisti, portando alla luce tematiche sempre attuali. Si continua con la Tosca di Giacomo Puccini (30/01/2018), ancora Puccini con La Bohème (27/02/2018) per chiudersi con Così fan tutte (03/04/2018).
La stagione lirica 2017/2018 del Met si inserisce, insieme a quella di danza del Teatro Bolshoi di Mosca, nell’ambito di Stardust Classic.

TRAILER “NORMA”
https://vimeo.com/236544892
https://www.youtube.com/watch?v=qm6SEQc0VWk&feature=youtu.be

Costo biglietto: 15-10 euro
Per l’elenco completo dei titoli e delle sale coinvolte: www.stardustclassic.it

Ossa “di porcellana” per oltre 555.000 donne dell’Emilia-Romagna

Da Organizzatori

“Se non trattata, l’osteoporosi rende le tue ossa fragili come la porcellana”:
è il claim della campagna di prevenzione e screening promossa da Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso (FIRMO) in partnership con Amgen.
A Ferrara la seconda tappa: sabato 7 e domenica 8 ottobre in Piazza del Municipio con un camper e un gazebo a disposizione dei cittadini per misurare gratuitamente la densità ossea e sensibilizzare sull’importanza di prevenire le fratture da fragilità.

Ferrara, 5 ottobre 2017 – Arriva a Ferrara ‘Il Piatto Forte’, una campagna promossa dalla Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso (FIRMO) in partnership con Amgen con l’obiettivo di accrescere l’informazione sull’osteoporosi, patologia silenziosa e sottodiagnosticata, nonché sensibilizzare la popolazione sulle fratture da fragilità, che oggi possono essere evitate attraverso un’alimentazione corretta, un’attività fisica regolare e un trattamento farmacologico tempestivo, con adeguata aderenza alla terapia da parte dei pazienti.
“Se non trattata, l’osteoporosi rende le tue ossa fragili come la porcellana” è il claim della campagna, che nella cornice della bella città estense sarà ospitata in Piazza del Municipio sabato 7 e domenica 8 ottobre. Nella piazza stazionerà il camper attrezzato della Fondazione FIRMO: a bordo l’attrezzatura per la valutazione gratuita della densità ossea vertebrale e femorale da parte di personale specializzato. La valutazione sarà fatta con l’innovativo dispositivo EchoS il primo sistema al mondo per la diagnosi precoce dell’osteoporosi attraverso un semplice esame ecografico, rapido e accurato, assolutamente indolore e senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti.
Saranno inoltre presenti un nutrizionista, che darà consigli sull’alimentazione, e personale medico specializzato che, oltre a distribuire un questionario di autovalutazione dell’osteoporosi, fornirà alla popolazione materiale informativo, rispondendo ai quesiti del pubblico e fornendo consigli sulla prevenzione dell’osteoporosi.
In Italia vengono stimate almeno 3,5 milioni di donne con osteoporosi e 1 milione di uomini; più del 75% della popolazione femminile sopra i 60 anni di età soffrirebbe di fragilità ossea con aumento del rischio di fratture, che rappresentano una importante causa di disabilità, specie tra le persone anziane. In Emilia-Romagna, dove secondo i dati ISTAT la popolazione femminile over 60 ammonta a più di 740.000 persone, il numero di donne a rischio fratture sarebbe quindi pari a oltre 555.000.
«La frattura è un evento drammatico che ha implicazioni ad ampio spettro: mediche, in primo luogo, ma anche sociali, economiche e di qualità della vita – dichiara Gloria Bonaccorsi, Ginecologa e Ricercatrice presso il Centro per lo studio della Menopausa e dell’Osteoporosi dell’Università degli Studi di Ferrara – la frattura da fragilità è l’evento ultimo e irreversibile dell’osteoporosi e bisogna intervenire prima che essa si manifesti. Sappiamo che una prima frattura, in qualunque sito scheletrico, raddoppia il rischio di fratture successive, è quindi molto importante adottare adeguati interventi di prevenzione e, una volta avvenuta monitorare e trattare adeguatamente la paziente, con farmaci di provata efficacia, quelli che la ricerca ha dimostrato essere capaci di ridurre significativamente questo rischio. Dati regionali del 2013 evidenziavano che Ferrara aveva la più bassa incidenza di fratture di femore in donne sopra i 64 anni rispetto a tutte le altre province della regione, ma con il progressivo invecchiamento della popolazione i candidati alla frattura da fragilità osteoporotica sono destinati ad aumentare».
L’osteoporosi è una malattia silente. Sono numerosi i fattori di rischio che predispongono a questa malattia o al maggiore rischio fratturativo.
«La prevenzione dell’osteoporosi e della fragilità ossea si basa su un corretto stile di vita di cui fanno parte l’astensione dal fumo e la moderazione nel consumo di alcol, l’attività fisica regolare, che aiuta a mantenere una buona massa muscolare e migliora l’equilibrio prevenendo le temibili cadute, un giusto introito di calcio attraverso la dieta – sottolinea Alessandra Bortoluzzi, Reumatologa e Ricercatrice presso l’UOC di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Anna di Cona a Ferrara – l’efficacia del calcio aumenta quando viene somministrato in associazione alla vitamina D, in gran parte prodotta a livello cutaneo in seguito all’esposizione solare. Un adeguato apporto di calcio e di vitamina D rappresenta il presupposto per qualsiasi trattamento farmacologico specifico».
Oggi l’osteoporosi può essere trattata con terapie farmacologiche diverse per manegevolezza e modalità di somministrazione. La terapia dell’osteoporosi deve essere seguita per molti anni perché è una patologia cronica ed è importante non sospendere il trattamento piuttosto può essere utile cambiare tipologia di farmaco. Esistono oggi terapie innovative ed efficaci, in grado di prevenire la perdita ossea e di ridurre il rischio di fratture agendo attraverso un’azione sistemica su tutti i siti scheletrici e proteggendo in modo efficace il paziente

Per maggiori informazioni: www.fondazionefirmo.com

Ferrara PianoDuo Festival, Terza edizione

Da Conservatorio Ferrara

Due pianoforti, per scoprire gli infiniti modi di suonarli insieme. Quattro date, per arricchire il panorama musicale di ottobre a Ferrara. Da sabato 7 ottobre, infatti, alle 15.30 torna in città Ferrara PianoDuo Festival, rassegna organizzata dal Conservatorio Frescobaldi di Ferrara quest’anno al Museo Archeologico Nazionale Ferrara (via XX settembre 122, Ferrara). Sul palco, ogni sabato, ci saranno due pianoforti che si animeranno e si stuzzicheranno tra loro: brani classici rivisitati in chiave jazz, tanta improvvisazione, omaggi a compositori che hanno scritto la storia della musica con i tasti di un pianoforte, racconti in note dalla Grande Guerra, concerti in cui un pianoforte assume le vesti di solista, l’altro di orchestra.

Ferrara PianoDuo Festival è nato nel 2015 da un’idea di Luigi Di Ilio, direttore artistico della manifestazione pianistica. Di Ilio, docente di Pianoforte al Conservatorio di Ferrara, ha fatto parte per più di trent’anni del duo ‘Polidori – Di Ilio’, specializzato nel repertorio per due pianoforti, vincitore nel 1973 di un premio del Teatro alla Scala di Milano e nel 1977 del prestigioso Premio Lorenzi, dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena. “Sulla base di questa lunga attività concertistica, dedicata esclusivamente al repertorio per due pianoforti – spiega Luigi Di Ilio – ho pensato di realizzare, con la collaborazione del Conservatorio, dove insegno da 13 anni, e del Teatro Comunale (per le prime due edizioni) Ferrara PianoDuo Festival, una rassegna che si propone l’obiettivo di far conoscere lo straordinario repertorio esistente per questa formazione. Per gli studenti del Conservatorio è inoltre una preziosa opportunità di sperimentare sul palco la versione per due pianoforti dei Concerti per pianoforte e orchestra”.

Per la terza edizione, ecco le quattro date in programma:
7 OTTOBRE – Classica & Jazz in black & white, dove l’anima classica di Luigi Di Ilio incontrerà il pianista jazz Teo Ciavarella, docente al Conservatorio a sua volta. I brani classici di Bach, Mozart, Beethoven, Chopin, Brahms, Debussy e Ravel verranno così riletti ed eseguiti sotto una nuova, insolita, curiosa chiave musicale.
14 OTTOBRE – Sarà invece un omaggio a Mozart quello portato al Museo Archeologico dalle pianiste Debora Villani e Stefania Orselli, con diversi brani originali e in trascrizione del compositore austriaco proposti per questa formazione a due.
21 OTTOBRE – Nicoletta e Angela Feola suoneranno En blanc et noir, i due volti della Grande Guerra, con brani di Debussy, Hahn, Tagliapietra, Grainger e Norton.
28 OTTOBRE – Gli allievi delle classi di Pianoforte del Conservatorio Frescobaldi si dedicheranno ai Concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven e Gershwin, proposti nella versione per due pianoforti. Sul palco saliranno Angelo Pastorini e Manuele Cariani, Isabella Pasini e Anna Rita Mignardi, Jacopo Bonora e Matteo Forlani.
Ingresso intero 6 euro, ridotto 3 euro. Gratuito per gli studenti del Conservatorio Frescobaldi. Per info: www.consfe.it e www.archeoferrara.beniculturali.it.

Ferrara Musica: da sabato 7 ottobre in vendita i biglietti

Da Ferrara Musica

Da sabato 7 ottobre saranno in vendita i biglietti per tutti i concerti in abbonamento e fuori abbonamento della stagione 2017/2018. I concerti sono acquistabili sia nella biglietteria di Ferrara Musica che sul sito. Per i giovani fino a 30 anni compresi è prevista la formula Speciale Giovani che offre prezzi molto vantaggiosi su tutti i biglietti, ancora più vantaggiosa la formula Giovanissimi (9 euro fino ai 20 anni compresi).
Sono comunque ancora acquistabili gli abbonamenti: il Large (abbonamento completo a 16 concerti), l’abbonamento tematico Archi (dedicato ai concerti con violinisti e violoncellisti e quartetto d’archi), e il Carnet 5.
Il cartellone di quest’anno presenta molti dei più importanti protagonisti del panorama concertistico internazionale: direttori d’orchestra come Antonio Pappano, Vladimir Jurowski, François-Xavier Roth; celebri solisti come i pianisti Martha Argerich, Yuja Wang e Elisabeth Leonskaja; violinisti quali Uto Ughi, Pinchas Zukerman, Janine Jansen, Isabelle Faust, Lisa Batiashvili, violoncellisti come Edgar Moreau e Jean-Guihen Queyras, e un cornista come Alessio Allegrini.
Sempre al centro della programmazione le brillanti orchestre legate alla stagione di Ferrara Musica, Mahler Chamber Orchestra e Chamber Orchestra of Europe, senza trascurare però la partecipazione di altre celebri compagini internazionali come la Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, Il Pomo d’Oro, Camerata Salzburg, Les Dissonances e l’ensemble Hespèrion XXI guidato da Jordi Savall.
Per ulteriori informazioni consultare il sito www.ferraramusica.it o contattare la biglietteria di Ferrara Musica: Corso Martiri della Libertà 5, orari di apertura al pubblico dal lunedì al venerdì ore 15.30/19, sabato ore 10/12.30 e 15.30/19. Telefono 0532202675 – Email: biglietteria@ferraramusica.it.

Cantar sacro all’ombra di Bononi: concerto in onore del pittore ferrarese nel giorno dell’apertura della mostra a Palazzo dei Diamanti

Da Ferrariae Decus

La giornata del 14 ottobre si preannuncia importante per Ferrara, per la sua cultura e la sua tradizione storico-artistica. Finalmente apriranno le porte di Palazzo dei Diamanti e per circa tre mesi si potranno ammirare le opere dell’ultimo “sognatore dell’Officina ferrarese”, Carlo Bononi, in realtà tra i più grandi protagonisti della pittura del Seicento emiliano assieme a Guido Reni e a Guercino. In occasione dell’apertura al pubblico della mostra monografica, Ferrariae Decus vuole rendere omaggio alla figura dell’artista promuovendo ed organizzando per la serata di sabato 14 ottobre (ore 21.15) un concerto di musica sacra all’interno della basilica di Santa Maria in Vado, un tempio a lui caro e particolarmente frequentato, che ne accolse persino le spoglie all’indomani della morte, sopraggiunta il 3 settembre 1632. I sorprendenti dipinti della navata centrale, del transetto, del presbiterio, della tribuna e dell’abside realizzati da Bononi saranno l’ideale cornice scenico-artistica per le musiche di Johannes Ockeghem, Josquin Des Prez, Claudio Monteverdi e Girolamo Frescobaldi, attraverso un repertorio che unirà il richiamo ai compositori contemporanei del pittore con la tradizione musicale franco-fiamminga in auge nella Ferrara di fine ‘400, quando la chiesa di Santa Maria in Vado fu rinnovata architettonicamente sotto la supervisione di Biagio Rossetti.
Per l’organizzazione dell’evento, Ferrarie Decus si è avvalsa della preziosa collaborazione della comunità sacerdotale della Familia Christi della parrocchia di Santa Maria in Vado, di Ferrara Arte e del fondamentale apporto professionale del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio “G. Frescobaldi”, grazie alla presenza dell’Ensemble vocale “Aminta” e dell’Ensemble di trombe barocche.
Appuntamento a sabato 14 ottobre, ore 21.15. L’ingresso è libero.

Da domani fino al 3 dicembre 2017 a Palazzo Turchi di Bagno: “Torquato Tasso (1765-1842) una strana omonimia per una storia dimenticata”

Da Ufficio stampa

Taglio del nastro domani a Palazzo Turchi di Bagno, corso Ercole d’Este, 32, per la mostra “Torquato Tasso (1765-1842) una strana omonimia per una storia dimenticata” curata da Chiara Beatrice Vicentini, Susanna Bertelli e Grazia Zini. Commenta Ursula Thun Hohenstein, presidente dello SMA, Sistema Museale di Ateneo: “Questa mostra è un evento significativo per il nostro Ateneo perché intende valorizzare la Collezione Instrumentaria delle Scienze Fisiche, oggi compresa nel Sistema Museale dell’Università di Ferrara, riportando alla luce la figura e le opere del fine artigiano della Ferrara Sette-Ottocentesca che si firmava Torquato Tasso in Ferrara, da tempo dimenticato”.
La Mostra è nata da un’idea di Chiara Beatrice Vicentini e si è man mano arricchita delle ricerche condotte da Grazia Zini. Le ricerche, partite dall’analisi di alcuni strumenti scientifici di squisita fattura presenti nella Collezione di Fisica, hanno messo a fuoco il multiforme ingegno di Torquato come inventore/meccanico/orologiaio/armajolo e come costruttore/regolatore di Orologi Pubblici nell’allora territorio di Ferrara.
Nella Mostra, patrocinata dal Comune di Ferrara, verranno esposti gli strumenti di Torquato presenti nella Collezione nonché documenti e libri antichi dell’Archivio Storico Comunale, della Biblioteca Comunale Ariostea e dell’Archivio Storico dell’Università. Tra gli strumenti risalterà un orologio a pendolo da tavolo di recente restaurato dall’esperto Simonpietro Carraro e, tra i documenti, la descrizione manoscritta dei due Orologi Pubblici, oggi purtroppo perduti. La complessità del lavoro di Tasso come costruttore di orologi da Torre si potrà, però, apprezzare dalla visione di simili orologi coevi, esposti grazie a Gianfranco Acazi, appassionato collezionista. Splendidi e curiosi esemplari da tasca e da parete, appartenenti alla collezione del Centro Studi Etnografici Vittorino Vicentini, completeranno il percorso sugli orologi.
Infine, due strumenti didattici, un tellurio e un pendolo di Foucault, sempre della collezione di Fisica, saranno di base per illustrare lo sviluppo degli strumenti di misura del Tempo, da quelli legati ai moti periodici degli Oggetti Celesti all’avvento degli orologi meccanici.
Durante il mese di novembre saranno attivati dei laboratori didattici di fisica condotti da allievi del Liceo Scientifico “A.Roiti” di Ferrara e rivolti agli allievi dalle Scuole Primarie. L’attività fa parte di un progetto di Alternanza Scuola Lavoro del Liceo Roiti in collaborazione con lo SMA e il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra che propone un approfondimento dedicato alla divulgazione scientifica e in particolare alla figura della guida scientifica. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.
Orario:
da Lunedì a Giovedì dalle 9 alle 18
Venerdì dalle 9 alle 17
Sabato e Domenica dalle 10 alle 18

Consumi: Coldiretti, addio a 1 fettina su 4 (-23%), arriva carne green

Da Ufficio stampa

Con la scomparsa dalle tavole degli italiani di 1 fettina su 4 nel giro di dieci anni, a causa di un calo degli acquisti del 23%, arriva la bistecca “green” per rilanciare i consumi, con la prima filiera di carne 4.0 totalmente ecosostenibile. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base di dati Censis in occasione dell’incontro promosso nella più grande azienda agricola d’Italia, le Bonifiche Ferraresi, a Jolanda di Savoja (Ferrara) con la presenza dei Ministri Maurizio Martina (Politiche agricole) e Beatrice Lorenzin (Salute) assieme a Roberto Moncalvo, Presidente di Coldiretti, Luigi Scordamaglia, Pres. di Federalimentare,  Federico Vecchioni, AD di Bonifiche Ferraresi, l’on. Paolo De Castro, Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Marco Baldi, Resp. Area Economia e Territorio del Censis, e Vincenzo Russo dell’Università di Bologna.

Il calo dei consumi – sottolinea la Coldiretti – ha portato alla chiusura di ben 4mila stalle dal 2010 ad oggi mentre il numero degli animali allevati è il più basso dal dopoguerra, sceso ad appena 5,9 milioni, dopo aver raggiunto un picco record di 10 milioni nel 1968. Il risultato è che negli ultimi 25 anni l’Italia ha perso il 33% dei bovini da carne ma importa quasi la metà della carne consumata. Quando una stalla chiude – sostiene la Coldiretti – si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni.

Viene dall’estero il 45% della carne bovina consumata senza il valore aggiunto di sicurezza e sostenibilità garantita dall’italianità” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “occorre investire per far tornare gli animali nelle aree interne del Paese dopo anni di abbandono che hanno provocato perdita di opportunità economiche e di lavoro”. Assocarni e Coldiretti hanno dato vita insieme ad una esclusiva piattaforma di dialogo con valenza nazionale e territoriale per far crescere gli allevamenti italiani e valorizzare l’intera filiera nell’interprofessione. Il patto getta le basi per tutelare insieme sia dal punto di vista istituzionale che economico i produttori italiani di carne valorizzandone il lavoro con un corretto e trasparente dialogo interprofessionale e contrattuale.

Per invertire la tendenza e tornare a far crescere il patrimonio la soluzione – continua la Coldiretti – è puntare alla qualità e all’ecostenibilità, portando sulle tavole dei consumatori un prodotto sempre più d’eccellenza. Un obiettivo che ha come partner Bonifiche Ferraresi che rappresenta il nuovo modello italiano per l’allevamento bovino e all’avanguardia in Europa, anche per la sostenibilità, con 10 strutture realizzate con le più moderne tecnologie e distribuite su 33.000 metri quadri di superficie, e una capienza di 5.000 animali. La razione per l’alimentazione – spiega Coldiretti – è totalmente composta da alimenti provenienti dall’azienda e tutto il letame è recuperato e destinato alla fertilizzazione naturale dei suoli. Gli ampi spazi in mangiatoia con doppi abbeveratoi, la ventilazione centralizzata a comando elettronico e la razionalità complessiva delle strutture costruite tutte ex-novo, rendono il centro zootecnico un punto di riferimento mondiale per il rispetto del benessere animale. La sostenibilità della carne va incontro – conclude Coldiretti – a una richiesta specifica da parte dei consumatori, sempre più attenti alla qualità e al valore ambientale di quanto portano in tavola. Non a caso il 45% degli italiani che privilegia quella proveniente da allevamenti italiani, il 29% sceglie carni locali e il 20% quella con marchio Dop, Igp o con altre certificazioni di origine secondo l’indagine Coldiretti/Ixe.

“Le decisioni sull’uso del glifosate si fondino su evidenze scientifiche”

Da Confagricoltura

“La Commissione Europea ha proposto lo scorso 20 luglio di estendere per 10 anni l’autorizzazione dell’uso del glifosate, proposta che fa seguito allo studio pubblicato dalla European Chemical Agency (ECHA) nel marzo scorso, secondo il quale non ci sono prove scientifiche per classificare il glifosate come cancerogeno, confermando gli indirizzi già espressi dall’EFSA e da numerosi altri organismi scientifici internazionali e cioè che non vi sono elementi che inducano a ritenere che la sostanza sia genotossica o che presenti una minaccia di cancro per l’uomo e che, quindi, non pone un reale rischio per la salute umana; analogamente le valutazioni di impatto ambientale all’interno degli utilizzi nelle dosi e modalità autorizzate, indicano la non sussistenza di pericoli, dato il minimo impatto ecotossicologico della sostanza. Lo stesso Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Andriukaitis, ha ribadito la mancanza di elementi scientifici certi per dubitare della sicurezza del glifosate”. Lo ricorda il Coordinatore di Agrinsieme Ferrara Pier Carlo Scaramagli, che prosegue “il coordinamento nazionale di Agrinsieme ha ritenuto opportuno porre nuovamente la questione legata al rinnovo dell’autorizzazione sul glifosate sia all’attenzione dei Ministri competenti, con un’apposita nota, sia nel corso di un’audizione presso la Commissione Agricoltura del Senato, in relazione alle decisioni che dovranno essere assunte a livello europeo. Ciò in quanto è necessario che le risoluzioni politiche e tecniche che verranno assunte in Italia ed in Europa, si fondino sugli esiti delle rigorose valutazioni compiute dalle diverse autorità europee, che hanno proprio il compito di verificare la nocività per la salute umana della sostanza, evitando che le decisioni su di un argomento divenuto di grande attualità, siano basate su comunicazioni non obiettive, oggetto di una battaglia ideologica non supportata da valide tesi scientifiche, che potrebbero solo generare confusione nell’opinione pubblica. Premesso che gli agricoltori pongono rilevante attenzione alla sicurezza dei prodotti alimentari ed allo loro qualità, come pure alla tutela dell’ambiente – ha concluso il coordinatore di Agrinsieme Ferrara (il coordinamento tra Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Cia e Confagricoltura), se non dovesse essere confermata l’autorizzazione sul glifosate le aziende agricole verrebbero private di un importante strumento per la gestione malerbologica in tutti i contesti agricoli, rendendole meno competitive rispetto alle aziende di Paesi extra UE, dove la sostanza resterebbe comunque ammessa, provocando ingenti danni economici all’agricoltura italiana, con conseguenze in termini di occupazione, produzione e qualità del comparto agro-alimentare”.

Seminario sulla Ristorazione Salutare

Da Ufficio stampa

Quando Gusto e Salute si sposano: si svolgerà mercoledì 11 ottobre (ore 15, sala conferenze I piano sede Ascom Confcommercio in via Baruffaldi a Ferrara) il seminario – promosso da Ascom, Fipe Confcommercio, Iscom (ente formativo di Ascom) e con il prezioso intervento dell’AUSL di Ferrara –  dedicato alla Ristorazione Salutare. Ovvero come puntare sull’assoluta qualità nutrizionale per offrire – a chi per lavoro o studio è fuori casa – pasti gustosi quanto sani e bilanciati. Un argomento di sicura presa per un pomeriggio formativo dedicato agli addetti ai lavori (bar, ristoranti…) nella necessità di sapersi muoversi in modo aggiornato e competente su questo binario, tenendo conto anche dei trends del momento.
Dopo i saluti introduttivi di Matteo Musacci e Davide Urban rispettivamente presidente provinciale di Fipe Confcommercio e  direttore generale di Ascom Ferrara, il piatto forte, è proprio il caso di dirlo, sarà nelle relazioni tecniche di Lucio Andreotti – dipartimento della Sanità Pubblica e responsabile Igiene degli Alimenti e Nutrizione-  e di Nelly Bigliardi, dietista.
Interventi che sottolineano l’importanza del Gusto in Salute come linea strategica essenziale del Servizio Sanitario Regionale.

Giro del mondo in 45 fotografi: World Press Photo a Ferrara

La mostra del World Press Photo – allestita per il Festival “Internazionale” a Ferrara, dove rimarrà fino a domenica 29 ottobre 2017 – fa vedere una dopo l’altra molte fotografie che durante il 2016 ci hanno colpito sulle prime pagine dei giornali o che sono rimbalzate sul web. Ce ne sono anche parecchie che casomai ci erano sfuggite, ma notevoli per come sono capaci di raccontare guerre, scontri, imprese sportive, bellezza naturalistica o degrado sociale. Questo è il resoconto di una visita guidata fatta con Babette Warendorf, giovane curatrice delle mostre fotografiche del WPP.

Mostra World Press Photo per Internazionale al Pac di Ferrara (foto Luca Pasqualini)

Durante Internazionale – a fare da eccezionale guida ai visitatori della mostra di Ferrara del Wpp – c’è stata infatti una rappresentante dello staff del World Press Photo, l’organizzazione del premio con sede ad Amsterdam che dal 1955 assegna ogni anno uno tra i più quotati riconoscimenti foto-giornalistici del mondo. “Una giuria internazionale – ha spiegato Babette – sceglie le foto che rappresentano meglio gli eventi più rilevanti dell’anno precedente. I criteri di selezione sono quelli della bellezza estetica e della capacità di raccontare fatti, perché il contenuto e la storia che ci stanno dietro sono molto importanti oltre alla tecnica. I vincitori sono 45 divisi per 15 categorie. Solo 5 tra questi autori premiati sono donne, che anche a livello di partecipazione sono una minoranza: il 15% di oltre 5mila fotografi, provenienti da 126 paesi, che hanno inviato 80.400 foto”.

Mostra World Press Photo per Internazionale a Ferrara: Babette mostra le immagini del vincitore della ‘Foto dell’anno’ Burhan Ozbilici (foto GM)

La visita comincia con il vincitore della foto dell’anno: il fotografo turco Burhan Ozbilici, con la sua sequenza di scatti che immortalano il killer di Ankara, mentre brandisce la pistola con la quale ha ucciso l’ambasciatore russo all’inaugurazione di una mostra d’arte. “Il fotografo – ha raccontato Babette – ci ha spiegato che era andato quasi per caso a quella mostra, nella città turca dove lavora. Quando si è trovato lì è successo l’attentato e lui ha deciso che doveva documentare tutto, anche se questo gli poteva costare la vita. Ecco allora la foto del killer in posa alla John Travolta, ma anche tutte le altre. C’è lo scatto che documenta la situazione prima dello sparo, con il killer fuori fuoco alle spalle dell’ambasciatore, e quella delle persone tenute in ostaggio e terrorizzate, perché non si sapeva se l’uomo avrebbe ucciso ancora qualcun altro. Lo stesso Ozbilici ci ha detto che ha temuto di essere ucciso, ma voleva comunque che restasse una testimonianza”.

“The silent victims of a forgotten war” di Paula Bronstein per World Press Photo 2017 in mostra a Ferrara

La visita prosegue soffermandosi sull’immagine di Paula Bronstein, la fotografa statunitense vincitrice del 1° premio della categoria ‘Vita quotidiana’ per uno scatto singolo, quello della donna afgana con in braccio un bambino ferito. Il bambino è il figlio della sorella della donna, rimasta uccisa dalla stessa bomba che ha ferito il piccolo lungo il percorso per accompagnarlo a scuola, a Kabul. L’immagine – fa notare Babette – ricorda la posa iconica della ‘Pietà’ di Michelangelo. Oltre al perfetto contrasto di luci e ombre la scelta è motivata dal fatto che rivela come la guerra afgana sia terminata solo in teoria, mentre c’è persino un aumento di bombardamenti suicidi e attacchi fatti per destabilizzare la vita civile.

Una sequenza di foto per  l’italiano Alessio Romenzi, 3° premio per le ‘Notizie Generali’, che racconta i combattimenti per togliere la città di Sirte al controllo del gruppo degli Stati Islamici (Is). “Uno scatto eccezionale – ha sottolineato Babette – è quello dove si vede la cattura di un combattente dell’Isis, momenti che di solito non vengono mai mostrati”.

“Mediterranean Migration” di Mathieu Willcocks/MOAS.eu 2016,per World Press Poto 2017 a Ferrara

Immagini scattate in Siria da fotografi siriani quelle nella prima stanzetta del piano terra del Pac di Ferrara, con la foto singola delle due bambine ferite realizzata da Abd Doumany, “nome fittizio dell’autore, che è un paramedico e non può rivelare la sua vera identità”, e quelle di Walid Mashadi, “che ha 21 anni ed è il fotografo più giovane fra quelli premiati; è riuscito a scappare dalla Siria raggiungendo la madre a Parigi solo dopo che era già avvenuta la consegna ufficiale del Premio”.

Una foto che colpisce per l’insieme denso di colori e vita racchiuso nella stiva di una nave con a bordo i clandestini al largo delle coste della Libia quella dell’inglese Mathieu Willcocks, 3° premio per le ‘Spot News’, mentre meno nota è quella della sua stessa serie con la macchia arancione del naufrago che spicca per il suo giubbotto di salvataggio in mezzo al blu del mare e del cielo. “Il fotografo – ha detto Babette – ci ha raccontato che quando si sono avvicinati per prendere a bordo quel naufrago, si sono accorti che in realtà era morto. I salvataggi avvengono spesso quando è ancora buio e nel caos vengono lanciati i salvagente ma alcune delle persone soccorse non sanno nuotare e non riescono a farcela lo stesso”. Ancora un ammasso di umanità, ma in questo caso stipata all’interno di una prigione delle Filippine, quella di Noel Celis, fotografo filippino vincitore del 3° premio foto singola della categoria ‘Notizie Generali’. “Il sovraffollamento delle carceri filippine – ha spiegato Babette – è legato alla campagna di lotta contro la droga portata avanti dal nuovo presidente in carica. Amnesty International riferisce che questo ha portato a violazioni dei diritti umani, con una diffusione di uccisioni sommarie portate a termine in strada da parte della polizia e anche di civili armati”.

All’aspetto delle uccisioni indiscriminate anche nei confronti di persone che si sarebbero arrese è dedicato il primo premio della stessa categoria ‘Notizie Generali’ assegnato al reportage di Daniel Berehulak, fotoreporter indipendente di origine australiana con base a Città del Messico.

“Taking a stand in Baton Rouge” di Jonathan Bachman (World Press Photo 2017 a Ferrara)

Molto famosa la foto dello statunitense Jonathan Bachman con la ragazza nera vestita con un abito scuro e completamente disarmata che affronta il poliziotti bardati dai piedi fino alla cima della testa chiusa nei caschi anti-sommossa davanti al dipartimento di Baton Rouge, in Louisiana, per la manifestazione contro l’ennesima uccisione di un uomo di colore da parte delle forze di polizia (1° premio scatto singolo per la categoria ‘Questioni contemporanee’). Babette ha fatto osservare l’efficacia della suddivisione dell’immagine, che “sulla metà di sinistra ritrae le forze armate dall’aspetto disumanizzato di automi e, sulla metà di destra, la positività vitale umana e disarmante della giovane con viso e braccia esposte e sullo sfondo l’albero, il prato e la natura che sono simboli di vita”.

Reportage di Amber Bracken delle proteste in Dakota contro il passaggio del gasdotto sotto il fiume (foto Luca Pasqualini)

Un’altra protesta è documentata da Amber Bracken, canadese, vincitrice del 1° premio della stessa categoria ‘Questioni contemporanee’, con la serie di foto fatte in Dakota a testimoniare la lotta degli indigeni contro il progetto di far passare un gasdotto, che viene chiamato Black Snake (serpente nero), nel sottosuolo del fiume Missouri, prima fonte di acqua potabile per la popolazione.

Scattate per il New York Times le foto di Tomás Munita, di origine cilena, che dopo la morte di Fidel Castro per realizzarle – dice Babette – è andato a Cuba con moglie e figli vivendoci per oltre un mese. Il WPP gli ha assegnato il 1° premio di storie di ‘Vita quotidiana’ perché è riuscito a rappresentare questa realtà dal di dentro.

Lalo De Almeida è un fotografo brasiliano premiato per il reportage sulla madre dei due gemelli affetti da microcefalia a causa di un virus (2° premio ‘Questioni Contemporanee’, storie).

Spagnolo il fotografo Jaime Rojo, che documenta l’invasione delle farfalle monarca che migrano dal Messico agli Stai Uniti e che – ha detto Babette – arrivano talmente numerose da far spaccare per il loro peso i rami degli alberi dove si posano (3° premio ‘Natura’).

Racconta una comunità isolata nel nord est della Russia la sequenza di immagini della fotografa russa Elena Anosova (2° premio, storie di ‘Vita quotidiana’).

World Press Photo 2017 a Ferrara: Francesco Comello

Tra i quattro italiani vincitori, Francesco Comello, che – ha lodato Babette – mostra con grande poesia le giornate all’interno di un comunità spirituale ed educativa che si trova in uno spazio ritirato sulla strada trafficata verso Mosca, in Russia (3° premio, storie di ‘Vita quotidiana’) e Antonio Gibotta, «specializzato in festival strani», che qui immortala la festa annuale che simula un colpo di stato, messo in scena con farina, uova e petardi (2° premio, storie di ‘Persone’). Della stessa categoria il ritratto femminile che Babette segnala come particolarmente bello per l’intensità e la dignità che emana al di fuori degli stereotipi sulle donne africane: quello del neozelandese Robin Hammond con tratti che rivelano la personalità spiccata di una donna del Sudan del Sud, afflitta da malattia mentale dopo la nascita del suo sesto figlio  (2° premio scatto singolo di ‘Persone’).

“Praying for a Miracle” di Robin Hammond

Spettacolari le immagini della categoria ‘Sport’: 1° premio per scatto singolo all’inglese Tom Jenkins. Il reporter è riuscito a immortalare la rovinosa caduta di cavallo e cavaliere posizionando la macchina con scatto a distanza nel tratto più insidioso della gara in una giornata di pioggia a Liverpool, in Inghilterra. Acrobatico pure il tuffo del tennista francese Gael Monfils nei campionati di tennis Australian Open a Melbourne, in Australia, che fa vincere il 2° premio per scatto singolo categoria ‘Sport’ all’australiano Cameron Spencer, “che – secondo Babette – conoscendo questa propensione a buttarsi dell’atleta aveva posizionato la macchina in orizzontale per riuscire a cogliere l’acrobazia di Gael in sospensione con la sua ombra disegnata nettamente sotto di lui”.

“The Dive” di Cameron Spencer per World Press Photo 2017 a Ferrara

Sembrano immagini quasi irreali quelle di Bence Matè (ungherese, 3° premio storie categoria ‘Natura’). Ma il World Press Photo non ammette ritocchi e per immortalare così questi elefanti monumentali sotto al cielo stellato africano, l’autore usa virtuosismi tecnici: il grandangolo di 15mm puntato dal basso in alto restituisce il senso di grandezza del soggetto e poi lo scatto con un tempo lentissimo, 25 secondi di apertura dell’obiettivo! Ecco allora i puntini luminosi delle stelle che si imprimono sullo sfondo, mentre gli animali restano sorprendentemente fermi.

“Now you see me” di Bence Maté – WPP 2017

Il limite della selezione di immagini per Babette sta nel fatto che resta un premio con una partecipazione fatta in massima parte di uomini bianchi provenienti quasi tutti da Paesi anglo sassoni. «Sarebbe interessante – ha commentato la curatrice – che ci fossero più donne e più fotografi di Paesi emergenti, perché potrebbero fare emergere una sensibilità e un modo di rappresentare la realtà sicuramente differenti. Per questo con il WPP facciamo dei laboratori, ad esempio in Africa, per cercare di far venire fuori sguardi nuovi».

‘World press photo 2017’ al Padiglione d’arte contemporanea-Pac, corso Porta Mare 9, Ferrara. Fino al 29 ottobre, ore 10-13 e 15-19, lunedì chiuso. Ingresso: biglietto intero 4 euro, ridotto 3 euro, gratuito per bambini 0-6 anni e persone con disabilità

Per info: Padiglione d’arte contemporanea, tel. 0532 244949 o 0532 203064, sito www.artecultura.fe.it, su www.internazionale.it e la pagina con tutti i premiati www.worldpressphoto.org/collection/photo/2017

Visitatori in coda per la mostra World Press Photo a Ferrara (foto Luca Pasqualini)

Un po’ di Ferrara a Recanati: “Casa Museo Claudio Cintoli”

Da Galleria Palestro

Per iniziativa di un Ferrarese : Giuseppe Falivene già direttore della Galleria Palestro e della Associazione PI.gallery che ha portato a Ferrara mostre sulla Transavanguardia, Pop Art,Fabrizio Plessi, Emilio Scanavino,Giuseppe Santomaso, Mario  Schifano, Sandro Chia, Emilio Vedova, il  22 Ottobre alle ore 11,30 viene inaugurata a Recanati la Casa Museo  Claudio Cintoli, molti  che non conoscono a fondo l’Artista si chiederanno perché  proprio a  Recanati, è nato ad Imola nel 1935 ed è vissuto a  Roma e ivi deceduto alla giovane età di 43 anni, ebbene si  è un  Artista romano che affonda però le sue radici profondamente a Recanati  nella casa del nonno materno il Pittore e Direttore dei Musei Vaticani  Biagio Biagetti ,  all’ombra della statua di Giacomo Leopardi, del colle dell’Infinito ,della biblioteca Leopardiana, un luogo dove l’arte si respira per i vicoli e le piazze ; in questa casa ha trascorso l’infanzia ed ogni estate della sua breve vita .I  muri di questi  locali sono impregnati del suono della sua voce, del profumo dei  suoi colori , qui a 18 anni ,proprio in una di queste stanze, aprì il suo primo studio che continuò ad usare sempre,  di  fronte al  fotografo Walter  Mandolini che documentò  le sue prime mostre e dal quale prendeva  materiali  quali  scatole di lastre  fotografiche  e buste che nelle sue mani si trasformavano in piccoli gioielli artistici, collages , assemblati  con  materiali  trovati nelle passeggiate nei campi o sulle spiagge vicine di Porto  Recanati  e Numana
L’artista è legato a Ferrara : due volte ha esposto al Palazzo dei Diamanti e con il centro Video Arte diretto da Lola Bonora ideò l’Action “Il filo di Arianna” per le Vie di Cento.
Altro  trait-d’union  il fatto che  il Museo è stato ideato e coordinato da un ferrarese :Giuseppe Falivene che fu tra i primi a riscoprire l’Artista dimenticato  per molti anni.
Questa  “Casa Museo”  , in realtà  è uno Studio d’Artista, è un  luogo privato che con la collaborazione di Vittorio Cintoli è tornato alla  sacralità,ripristinato alla sua funzione primigenia ; qui Claudio ha dipinto, pensato ed ideato una gran parte delle sue opere, alcune delle quali  sono inedite e diverse da quelle che siamo abituati ad ammirare ,ma se le si osserva  bene vi si trova il germe ,il nucleo, gli Archetipi  di quelli che saranno i suoi  lavori  futuri . La mostra comprende  più di 50 opere ,alcune di grandi dimensioni,  che coprono  i vari periodi della sua breve ma intensa vita, dalle tele Infomali  del  1956-61 fino al 1978 con “Finestra  d’addio “  presagio della sua imminente scomparsa .
Pur rimanendo uno  spazio privato  questa  Casa Museo è aperta su appuntamento  a  quanti  vorranno conoscere ed  approfondire il  lavoro di Claudio Cintoli

Casa Museo Claudio Cintoli Via Falleroni ,83 Recanati
Cell. 335.6936618 mail: archiviopi.gallery@libero.it