Un po’ di Ferrara a Recanati: “Casa Museo Claudio Cintoli”
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Da Galleria Palestro
Per iniziativa di un Ferrarese : Giuseppe Falivene già direttore della Galleria Palestro e della Associazione PI.gallery che ha portato a Ferrara mostre sulla Transavanguardia, Pop Art,Fabrizio Plessi, Emilio Scanavino,Giuseppe Santomaso, Mario Schifano, Sandro Chia, Emilio Vedova, il 22 Ottobre alle ore 11,30 viene inaugurata a Recanati la Casa Museo Claudio Cintoli, molti che non conoscono a fondo l’Artista si chiederanno perché proprio a Recanati, è nato ad Imola nel 1935 ed è vissuto a Roma e ivi deceduto alla giovane età di 43 anni, ebbene si è un Artista romano che affonda però le sue radici profondamente a Recanati nella casa del nonno materno il Pittore e Direttore dei Musei Vaticani Biagio Biagetti , all’ombra della statua di Giacomo Leopardi, del colle dell’Infinito ,della biblioteca Leopardiana, un luogo dove l’arte si respira per i vicoli e le piazze ; in questa casa ha trascorso l’infanzia ed ogni estate della sua breve vita .I muri di questi locali sono impregnati del suono della sua voce, del profumo dei suoi colori , qui a 18 anni ,proprio in una di queste stanze, aprì il suo primo studio che continuò ad usare sempre, di fronte al fotografo Walter Mandolini che documentò le sue prime mostre e dal quale prendeva materiali quali scatole di lastre fotografiche e buste che nelle sue mani si trasformavano in piccoli gioielli artistici, collages , assemblati con materiali trovati nelle passeggiate nei campi o sulle spiagge vicine di Porto Recanati e Numana
L’artista è legato a Ferrara : due volte ha esposto al Palazzo dei Diamanti e con il centro Video Arte diretto da Lola Bonora ideò l’Action “Il filo di Arianna” per le Vie di Cento.
Altro trait-d’union il fatto che il Museo è stato ideato e coordinato da un ferrarese :Giuseppe Falivene che fu tra i primi a riscoprire l’Artista dimenticato per molti anni.
Questa “Casa Museo” , in realtà è uno Studio d’Artista, è un luogo privato che con la collaborazione di Vittorio Cintoli è tornato alla sacralità,ripristinato alla sua funzione primigenia ; qui Claudio ha dipinto, pensato ed ideato una gran parte delle sue opere, alcune delle quali sono inedite e diverse da quelle che siamo abituati ad ammirare ,ma se le si osserva bene vi si trova il germe ,il nucleo, gli Archetipi di quelli che saranno i suoi lavori futuri . La mostra comprende più di 50 opere ,alcune di grandi dimensioni, che coprono i vari periodi della sua breve ma intensa vita, dalle tele Infomali del 1956-61 fino al 1978 con “Finestra d’addio “ presagio della sua imminente scomparsa .
Pur rimanendo uno spazio privato questa Casa Museo è aperta su appuntamento a quanti vorranno conoscere ed approfondire il lavoro di Claudio Cintoli
Casa Museo Claudio Cintoli Via Falleroni ,83 Recanati
Cell. 335.6936618 mail: archiviopi.gallery@libero.it
Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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