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da: ufficio stampa Comune di Ferrara

Biblioteca Ariostea – Vetrina letteraria giovedì 5 novembre alle 17

Le vie del ‘Pensiero Plurale’ indicate da Antonio Di Bartolomeo

04-11-2015

Segue criteri di approfondimento interdisciplinari il volume di ‘Introduzione al pensiero plurale’ firmato da Antonio Di Bartolomeo che, giovedì 5 novembre alle 17, sarà presentato nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Nel corso dell’incontro, dialogherà con l’autore l’editore Riccardo Roversi. Interverranno Ivana Venturi e Laura Nahum.
LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Il volume traccia le vie del Pensiero Plurale, nella loro composita e variegata articolazione, secondo criteri interdisciplinari (filosofia, storia, psicologia, arti marziali), accostando saggistica a narrativa. Risponde all’esigenza, particolarmente avvertita oggi, nell’epoca dell’iperconnettività e del procedere a passo spedito, di trovare una centratura in noi stessi, pur sintonizzando la mente, il corpo e lo spirito sulla realtà plurale e “diveniente”.
Antonio Di Bartolomeo è nato a Venezia nel 1970, vive a Ferrara e insegna Storia e Filosofia nei Licei. Nel 2012 ha fondato Pensieroplurale.it, un laboratorio di scrittura online nato per l’esigenza di condividere testi e farne motivo di crescita interiore per sé e per gli altri. Per questa casa editrice (Este Edition) ha già pubblicato ‘L’amore solo’ (2010) e curato l’antologia ‘Giallo Piccante. Dieci Racconti’ (2015).

 

LAVORI PUBBLICI E VIABILITA’ – Intervento previsto per il 6 novembre con chiusura al transito

Nuovo manto stradale per la bretella di collegamento tra via Ferraresi e via Beethoven

04-11-2015

Prenderanno il via venerdì 6 novembre i lavori programmati dall’Amministrazione comunale per il rifacimento del manto stradale della bretella di collegamento tra via Ferraresi e via Beethoven (tratto a senso unico con direzione di marcia verso via Bologna).
La conclusione dei lavori è prevista entro la stessa giornata di venerdì 6 novembre o, in caso di avverse condizioni meteo o imprevisti, entro la giornata di lunedì 9 novembre.
Nel periodo di esecuzione dell’intervento il tratto interessato sarà chiuso al transito.
I veicoli circolanti nell’anello di via Ferraresi, all’intersezione con via Beethoven saranno indirizzati verso via Carlo Porta.

 

ASSESSORATO ALLA CULTURA – Dal 12 novembre 2015 al 13 marzo 2016 nella Palazzina Marfisa d’Este (Corso Giovecca 170, Ferrara)

“Il manichino e i suoi paesaggi. Una storia (quasi) metafisica”.

04-11-2015

Inaugura a Ferrara mercoledì 11 novembre alle 18 “Il manichino e i suoi paesaggi. Una storia (quasi) metafisica”, la prima mostra in Italia sulla storia del manichino, a partire dal libro* nato dalla grande passione per questo oggetto di Linda Mazzoni e Claudio Gualandi, due instancabili collezionisti e ricercatori di “simulacri umani”, con la collaborazione della critica d’arte Maria Livia Brunelli.

In esposizione più di quaranta pezzi storici e una selezione di opere di arte contemporanea, ambientati presso la Palazzina di Marfisa d’Este, affascinante residenza signorile di epoca rinascimentale, in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita della Metafisica. La mostra, ideata in concomitanza con la grande esposizione al Palazzo dei Diamanti “De Chirico a Ferrara 1915 – 1918. Pittura metafisica e avanguardie europee”, si avvale della collaborazione delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e dei Musei di Arte Antica del Comune di Ferrara.
Nelle sale della elegante dimora estense, una variopinta e variegata galleria di manichini per la moda, la religione, la scienza, la pubblicità e l’arte, dal XVIII secolo ad oggi, provenienti da importanti collezioni per raccontare, attraverso una narrazione accattivante e coinvolgente, la storia del manichino, figura consueta eppure misteriosa, fortemente simbolica, da sempre connessa alla storia dell’uomo. Manichini che parlano di un’epoca, di un ideale di bellezza, che popolano un mondo espressivo di altri “noi” insieme a bambole, androidi, automi, maschere, marionette e burattini.
Quale scenario migliore per questa mostra che le stanze dove si dice ancora alleggi il fantasma di Marfisa, nipote di Lucrezia Borgia. Pare che il suo fantasma viva ancora tra queste mura e che ogni tanto appaia per le strade della città su un cocchio trainato da cavalli bianchi con al seguito, come in un corteo, i numerosi amanti morti, assassinati utilizzando trabocchetti che confluivano in pozzi a rasoio. Queste stanze si popolano ora di nuove presenze, ricche di storia e di fascino, che svelano sala dopo sala aneddoti e curiosità.
Una folla di personaggi antichi in cui non mancano elementi contemporanei: una sezione della mostra, a cura di Maria Livia Brunelli, propone infatti una selezione di noti artisti internazionali che hanno realizzato opere ad hoc sul tema del manichino e della sua declinazione metafisica. Il noto artista italo-giordano Mustafa Sabbagh presenta una grandiosa installazione multimediale sul tema della famiglia mummificata come un gruppo di statue, Milena Altini sospende metafisicamente un imponente gruppo scultoreo che si dipana a spirale tra soffitto e pavimento, mentre Jolanda Spagno crea spaesamento nello spettatore attraverso minuziosi disegni a matita in cui l’utilizzo di apposite lenti provoca modificazioni nella percezione visiva.

Mostra a cura di Claudio Gualandi, Linda Mazzoni e Maria Livia Brunelli.
12 novembre 2015 – 13 marzo 2016
Palazzina Marfisa d’Este, Corso Giovecca 170, Ferrara.

Per info:
Claudio Gualandi, studiogualandi@tin.it; 333 2924974;
Maria Livia Brunelli, mlb@marialiviabrunelli.com; 346 7953757.

C.Gualandi, L. Mazzoni, Il manichino e i suoi paesaggi, Editoriale Sometti, Mantova, 2014

(Comunicato a cura degli organizzatori)

ASSESSORATO SERVIZI ALLA PERSONA – Le domande di contributo vanno presentate ad ACER Ferrara

Aperto fino al 28 novembre il ‘Bando 2015 per il contributo per l’affitto ‘

04-11-2015

A partire dal 5 e fino al 28 novembre prossimo sarà possibile presentare la domanda per accedere al “Bando 2015 per il contributo per l’affitto“, che quest’anno è stato ripartito dalla Regione Emilia Romagna su base Distrettuale. Tempi e modalità di partecipazione sono stati illustrati oggi (mercoledì 4 novembre) nella residenza municipale nel corso di una conferenza stampa alla quale erano presenti gli assessori alla Sanità/Servizi alla Persona del Comune di Ferrara Chiara Sapigni, del Comune di Cento Massimo Manderioli, di Poggiorenatico Piergiorgio Brunello e Masi Torello Anna Maria Ballarini, il direttore di Acer Ferrara Diego Carrara e la dirigente del Servizio Patrimonio del Comune di Ferrara Alessandra Genesini.
“Il contributo, – ha affermato l’assessora Sapigni – che sarà erogato sulla base dei criteri definiti dal Piano Casa nazionale e dalla Regione Emilia Romagna, consentirà ai cittadini in difficoltà economica di prevenire situazioni di maggiore sofferenza. Lo stanziamento complessivo (per i tre Distretti Centro Nord, Ovest e Sud-Est) è di 752 mila euro. I cittadini ammessi potranno usufruire di un sostegno pari a tre mensilità del loro affitto fino ad un massimo di 3mila euro. Il coordinamento delle selezioni per l’intero territorio sarà affidato ad Acer”.

 

(Testo a cura dell’assessorato comunale Servizi alla persona)

 

Quest’anno la Regione Emilia Romagna ha ripartito il Fondo per l’Affitto su base Distrettuale. I tre distretti della provincia di Ferrara, attraverso i Comuni Capofila (Ferrara, Cento e Codigoro), hanno approvato il nuovo bando per il contributo sull’affitto.

– Al Distretto Centro Nord (capofila Ferrara) sono state attribuite risorse per 551.854,27 euro.
– Al Distretto Ovest (capofila Cento) sono state attribuite risorse per 140.880,49 euro.
– Al Distretto Sud-Est (capofila Codigoro) sono state attribuite risorse per 61.943,72 euro

Il Bando quest’anno sarà unico all’interno di ogni Distretto e gestito da Acer Ferrara per tutto il territorio provinciale.

Sino al 28/11/2015 i residenti in tutti i Comuni della provincia di Ferrara potranno presentare domanda per avere il Fondo Affitto 2015.

Per fare domanda occorre avere i seguenti requisiti:

CITTADINANZA
cittadinanza italiana oppure
cittadinanza UE oppure
cittadinanza non UE se in possesso di permesso di soggiorno annuale o permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo periodo;

RESIDENZA
residenza nell’alloggio (ubicato in uno dei Comuni del Distretto) cui si riferisce il contratto di locazione/assegnazione

TITOLARITA’ DI UN CONTRATTO DI LOCAZIONE/ASSEGNAZIONE IN GODIMENTO
titolarità di un contratto di locazione ad uso abitativo (no categorie catastali A/1, A/8, A/9) regolarmente registrato (se in corso di registrazione, sono ammessi a contributo i contratti con la relativa imposta pagata oppure
titolarità di un contratto di assegnazione in godimento di un alloggio di proprietà di Cooperativa con esclusione della clausola della proprietà differita.

REDDITO ISEE ORDINARIO
 valore ISEE ordinario per le prestazioni sociali (con scadenza al 15/01/2016) non superiore a 17.154,30

Sono esclusi:
gli inquilini degli alloggi di edilizia residenziale pubblica
i titolari di una quota superiore al 50% del diritto di proprietà, usufrutto, uso o abitazione sul medesimo alloggio, ubicato in ambito nazionale, adeguato alle esigenze del nucleo ai sensi del DM 5/7/1975 (salvo che: l’alloggio non sia stato dichiarato inagibile dal Comune; non sia in corso la procedura pignoramento con ordine di rilascio del Giudice dell’esecuzione già notificato; l’alloggio non sia stato assegnato al coniuge per effetto della separazione giudiziale o accordo omologato in caso di separazione consensuale o in base ad altro accordo ai sensi della normativa vigente.
i titolari di contratti di Agenzia per la Casa modulo Emergenza Abitativa
i beneficiari nell’anno 2015 di: contributo per lo sfratto per finita locazione promosso per i conduttori di cui alla L.9/2009 oppure di contributo per l’emergenza abitativa di cui alle DGR 2051/2011, DGR 817/2012 e DGR 1709/2013 oppure di contributo per la morosità incolpevole di cui al D.L.102/2013 convertito in L.124/2013

I contributi potranno coprire fino a tre mensilità fino per un massimo di 3.000 euro.

Si precisa però che tali importi sono solo teorici in quanto l’entità reale del contributo sarà calcolata in base al numero delle domande pervenute, tenuto conto delle risorse disponibili.

Il bando, in cui sono specificati i requisiti di accesso, ed il modello di domanda sono pubblicati sia sul sito internet del proprio Comune sia sul sito di ACER Ferrara (www.acerferrara.it)

Entro il 28.11.2015 la domanda di contributo va
• spedita con Lettera raccomandata A/R (farà fede la data del timbro postale) indirizzata a: ACER Ferrara – Corso Vittorio Veneto 7 – 44121 Ferrara.
• Consegna a mano presso:
– ACER Ferrara – Corso Vittorio Veneto 7 Ferrara – Portineria il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 8.45 alle 13 ed il martedì dalle 15.30 alle 17;
In questo caso l’Ufficio ricevente provvederà ad apporre timbro e data di ricevuta.
– COMUNE DI ………………. Che provvederà ad apporre timbro e data di ricevuta
Alla domanda dovranno essere allegati:

– fotocopia di valida Attestazione ISEE rilasciata nell’anno 2015 con scadenza 15/01/2016, ai sensi del D.P.C.M. n. 159 del 5 dicembre 2013 e s.m.i., e relativa copia della DSU (dichiarazione sostitutiva unica). Nel caso in cui il richiedente non abbia ancora ottenuto il rilascio dell’Attestazione ISEE, è sufficiente la presentazione della DSU all’atto della domanda. Il richiedente dovrà presentare ad ACER Ferrara l’Attestazione ISEE non appena ne sarà in possesso;
– fotocopia del contratto di locazione riportante gli estremi della registrazione presso l’Agenzia delle Entrate;
– fotocopia del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno) o permesso di soggiorno non inferiore a un anno in corso di validità, solo per i cittadini non appartenenti all’U.E;
– i documenti indicati al paragrafo 1 del Bando, lettere C.2, D – punto b), nonché copia dei documenti che comprovino le cause di non esclusione dal contributo di cui alla lettera E, qualora di verifichino le condizioni ivi previste;
– fotocopia di un documento d’identità del richiedente in corso di validità;

Nell’ipotesi di persona incapace o comunque soggetta a amministrazione di sostegno, la domanda può essere presentata dal legale rappresentante o da persona abilitata ai sensi di legge.

Nel caso di più contratti stipulati nel corso dell’anno 2015 può essere presentata una sola domanda.

 

Per ogni chiarimento ed informazione è possibile rivolgersi ad ACER Ferrara, C.so Vittorio Veneto 7 tel. 0532 230339.

 

ASSESSORATO POLITICHE DEI GIOVANI – Il 7 novembre in scena ad Altopascio (Lucca)

“Voci e suoni da un’avventura leggendaria” con gli studenti-attori della scuola Torquato Tasso

04-11-2015

Progetto teatrale “Sguardi diversi”

Voci e suoni da un’avventura leggendaria” – spettacolo teatrale diretto da Michalis Traitsis di Balamòs Teatro con gli alunni delle classi medie della scuola secondaria di I° grado “T. Tasso” di Ferrara, al Festival nazionale di teatro scuola “Strade Maestre” Altopascio (LU) 5 – 8 Novembre 2015

 

Lo spettacolo teatrale “Voci e suoni da un’avventura leggendaria”, tratto dall’avventura di Odisseo e dei suoi compagni all’isola dei Ciclopi, con gli alunni delle classi medie della scuola secondaria di I° grado “T. Tasso” di Ferrara, sarà presente come progetto speciale al festival nazionale di teatro scuola “Strade Maestre” ad Altopascio (Lucca, 5 – 8 Novembre 2015) ilsabato 7 novembre, con una replica per le scuole e una per gli operatori del settore.

Lo spettacolo teatrale “voci e suoni da un’avventura leggendaria” fa parte del progetto teatrale “sguardi diversi”, rivolto ogni anno agli alunni delle prime classi medie della scuola secondaria di I° grado “T. Tasso” di Ferrara diretto da Michalis Traitsisregista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro ed è promosso dall’Osservatorio Adolescenti del Servizio Giovani del Comune di Ferrara in collaborazione con l’Ufficio Alunni Stranieri dell’Istituzione Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara.

Lo spettacolo è diretto da Michalis Traitsis, con la collaborazione della musicista Martina Monti. Le eroiche avventure, i miti e leggende senza tempo, vengono raccontate con leggerezza e ironia dagli allievi del laboratorio teatrale “sguardi diversi” delle scuole medie “T. Tasso” di Ferrara: Margherita Bertieri, Catalina Bocsaneanu, Monica Isede, Leonardo Molinari, Filippo Nanni, Francesco Ranaudo, Umberto Rossi, Fausto Sapienza, Helin Tekdal. Alla trasferta di Altopascio saranno presenti anche le insegnanti della scuola “T. Tasso” e referenti delle attività teatrali, Maria Teresa Scaramuzza e Livia Bonfà.

“voci e suoni da un’avventura leggendaria”, è stato presentato dall’11 al 15 Maggio 2015 presso il Centro Teatro Universitario di Ferrara ed è stato l’evento conclusivo della stagione Teatro Ragazzi 2014-2015 del Teatro Comunale di Ferrara.

Il progetto di pedagogia teatrale “sguardi diversi” attuato nelle scuole medie “T. Tasso” a partire dall’anno scolastico 2013-2014, nonostante tutte le difficoltà che affronta il mondo della scuola oggi, rappresenta un’ottima opportunità di formazione attraverso le pratiche di laboratorio teatrale per le giovani generazioni.

L’anima della proposta è il desiderio di stare insieme, di raccontarsi più che mostrarsi, di mettersi alla prova, di navigare insieme per scoprirsi e scoprire altri orizzonti possibili, di affrontare insieme paure, giudizi, conflitti.

Con una metodologia che tende, attraverso stimoli precisi, a rendere ciascuno protagonista del proprio percorso, dei propri personaggi e delle proprie interpretazioni.

Con il regista che si propone come pedagogo teatrale, accompagnatore, facilitatore, disponibile a navigare con i ragazzi tra i moti calmi e ondosi del lavoro teatrale, tra scoperte e frustrazioni, tra le bonacce e tempeste della crescita.

 

(Comunicato a cura degli organizzatori)

 

PER QUATTRO GIORNI ALTOPASCIO DIVENTA LA CITTÀ DEL FARE E DEL VEDERE TEATRO

 

“Vi sono luoghi del corpo e dell’anima, della festa e del rito, della ragione e dell’emozione, della memoria e dell’attualità. Luoghi di esperienza, di tensione utopica, di domande e risposte sulla condizione umana. Vi sono luoghi segreti che attraversano i confini della memoria ed entrano nel mondo del desiderio. Luoghi che si animano e vivono solo in presenza delle persone di ogni età, che a quei luoghi con/vengono per libera scelta. Lì vivono, tra memoria e desiderio, costruendo la comunità e la città. A queste persone s’è attribuito un ruolo: attore e spettatore. A questi luoghi dell’azione psicofisica s’è dato un nome: teatro, luogo dello sguardo. Un nome, uno spazio, una funzione che, nel corso del tempo, hanno assunto molte forme e significati. Il teatro, tuttavia, non può esserci senza un luogo, senza un pubblico, senza una comunità.” (Loredana Perissinotto)

 

Con 8 scuole provenienti da ogni parte d’Italia e una scuola estera, Strade Maestre si configura come il luogo di “incrocio”, il punto ideale che parte da Santiago di Compostela ed arriva fino ad Ostuni e vede in Altopascio lo spazio ideale di accoglienza come nella sua migliore tradizione storica.

Strade Maestre è occasione di incontro, scambio e confronto tra gli spettacoli, ma anche luogo di condivisione di nuove esperienze. In matinée e in serale, tutti insieme al Teatro Puccini per gli spettacoli, mentre nei pomeriggi, i ragazzi, suddivisi in gruppi misti partecipano ai laboratori guidati dagli operatori Agita. Nei “laboratori del fare teatro” si condividono le metodologie e le pratiche dei diversi linguaggi teatrali. Nei laboratori del vedere teatro, detti “salotti teatrali” due gruppi coadiuvati da un operatore si incontrano in un gioco di ruoli che privilegia l’ascolto, la proposta, la riflessione congiunta su quanto fatto e visto. Un momento di approfondimento per gli addetti ai lavori sarà il convegno “Strade Maestre: progettare per il futuro”. Non mancheranno le sorprese tra le quali da Altopascio a Montecarlo / andata e ritorno, dono teatrale dello staff a tutte le scuole.

 

Strade Maestre ha lo scopo principale di

  • favorire conoscenza e scambi tra le scuole partecipanti;
  • attivare incontri di confronto sul “vedere teatro”;
  • programmare attività laboratoriali per l’aggregazione dei giovani;
  • organizzare strutturati momenti di riflessione teorica per gli adulti;
  • sviluppare incontri di scambio coi mediatori teatrali delle diverse realtà territoriali;
  • curare il processo di formazione individuale, tenendo conto sia delle competenze e vocazioni personali, sia di carenze e bisogni evidenziati nel corso dell’attività.

 

Un grazie particolare al Sindaco, alla Giunta Comunale e all’Amministrazione tutta che sostiene e crede fortemente in questo progetto.

AGITA

Associazione Nazionale per la Promozione e la Ricerca Teatrale nella Scuola e nel Sociale

 

Celebrazioni del 4 Novembre, giornata dell’Unità Nazionale e delle forze Armate

di Tiziano Tagliani *

04-11-2015

La storia della giornata del 4 Novembre ha origine nel 1944, quando alcuni militari italiani salirono la scalinata dell’Altare della Patria per rendere omaggio al Milite Ignoto. Fu l’allora presidente del Consiglio, Ivanoe Bonomi, a volere quella celebrazione, in un’Italia in piena guerra di liberazione, con il territorio nazionale ancora occupato e diviso dalle truppe nazifasciste.Ventitré anni prima era stato ancora Bonomi, nella stessa veste istituzionale, a organizzare la grande celebrazione del 4 novembre 1921, con la solenne sepoltura della salma del milite ignoto proprio al Vittoriano. Di lì a poco, sarebbero seguite le drammatiche vicende che avrebbero condotto alla capitolazione della giovane democrazia italiana, la soppressione delle libertà, i lunghi anni della dittatura e, infine, i disastri prodotti dal secondo conflitto mondiale, fra i più devastanti della storia.

Come si vede, già da queste brevi note appare chiaro che esiste un filo conduttore che unisce, volutamente, le celebrazioni del 4 novembre, del 25 aprile e del 2 giugno.Un unico percorso, che vede nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, nella Festa della Liberazione e nella solennità civile della Repubblica, le tappe fondamentali nelle quali l’Italia intera si riconosce come comunità nazionale unita, libera, democratica e Repubblicana.

Il 4 Novembre è tassello fondamentale di questo cammino d’identità nazionale, perché è ricordo – non rituale – innanzitutto dell’enorme numero di caduti durante la Grande Guerra, che un Papa definì “inutile strage”, ed anche ricordo della Vittoria nel 1918 di quel tremendo conflitto.È ricordo della consapevolezza degli italiani di sentirsi comunità nazionale e dell’affermazione del diritto di esserlo sulla propria terra in anni quelli di fortissima e tragica emigrazione nelle Americhe e nei paesi del nord europa.Perciò anche il senso profondo di questi momenti celebrativi va continuamente rinnovato, perché ciò di cui oggi beneficiamo non sia dato per scontato, né acquisito una volta per tutte.Un passato, dunque, che va conosciuto nella propria intima continuità, perché è il vivo percorso civile che conduce fino alla scrittura della nostra Costituzione. Ma proprio perché non solo ricordo, ma identità queste occasioni celebrative non possono far dimenticare che la memoria è offesa, che l’identità è tradita.

Offesa e tradimento che vengono da una parte degli italiani: politici corrotti ed amministratori disonesti, ma anche da evasori fiscali, da assenteisti fannulloni, da falsi invalidi e da medici senza laurea, da magistrati persino che vendono incarichi, insomma da una parte della intera società civile.Ma sarebbe ed è ingiusto dimenticare che c’è una Italia che onora la memoria dei caduti, una Italia che fa sperare talvolta contro ogni ragionevolezza, una Italia troppo spesso dimenticata dai giornali e dalle televisioni perché non fa vendere abbastanza:è l’Italia di quegli imprenditori denunciano il pizzo in contesti di omertà assoluta, l’Italia dei magistrati sotto scorta, l’Italia di quei genitori che a 65 anni si rimettono a lavorare per avviare coi figli disoccupati una loro attività, l’Italia dei giovani ricercatori che all’estero hanno fatto carriera e che vorrebbero tornare nel loro paese anche guadagnando la metà, l’Italia di quegli amministratori che come muli, contro ogni interesse, continuano a pensare che valga la pena di essere cambiata, l’Italia che ci crede, che non abbandona la speranza.

Una Italia che osservata oggi 4 novembre dal silenzio dai sacrari e dei cimiteri, dove riposano i resti di centinaia di migliaia di caduti, non da certo senso ad una “inutile strage” ma almeno non aggiunge alla tragedia lo sberleffo di un paese del tutto ingrato. E’ dentro a questo contesto di onore e dignità, parole abbandonate a torto, che si collocano le Forze armate nella loro giornata di festa: oggi una presenza stabilizzatrice a presidio della sicurezza internazionale, nell’ambito delle missioni Onu, Nato e dell’Unione Europea, accanto a ogni possibile forma di assistenza civile ed economica prestata alle popolazioni, che sono le vittime innocenti di tutte le guerre.A questo proposito ricordo, perché è giusto, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, con l’auspicio che possano presto fare ritorno alle loro vite familiari e professionali e che si concluda finalmente, una vicenda che comincia a mostrare i contorni dell’assurdo, che dura dal 2012, le cui ipotesi accusatorie mosse nei loro confronti stanno mostrando tutta la loro inconsistenza.

Questo stesso cammino storico che abbiamo ricordato costituisce, poi, uno dei principali affluenti per la realizzazione di un’Europa unita, anzi oggi è il caso di dire una Europa vera, quella che abbiamo costruito infatti mostra molti segni di fragilità.L’Europa è interpellata oggi, in un tempo certamente denso di preoccupazioni e incognite, a dare una risposta degna del proprio ruolo sulla scena internazionale, al drammatico fenomeno di un flusso migratorio che ha le dimensioni di un vero e proprio esodo epocale.

Ondate di donne, uomini e bambini, che fuggono da situazioni di guerra, distruzione, miseria e fame, che anche in questi giorni vediamo nei racconti della cronaca percorrere in file interminabili la pista balcanica, alla ricerca di un futuro migliore e di pace. Certamente non esistono risposte facili a un problema di queste proporzioni, e per questo chiunque le proponga, agitando paure o pistole, non è credibile, ma è giusto intanto rendere merito all’opera di soccorso che, tra mille difficoltà, il mondo dei volontari, le Forze dell’ordine e quelle militari impiegate, stanno prestando nelle operazioni di primo soccorso che, spesso, significano salvare delle vite umane, insieme con tante comunità locali sulle quali pesano davvero disagi e sacrifici. Un esempio di come, pur nei limiti di un quadro di grave complessità internazionale, l’Europa intera dovrebbe ancorare il timbro delle soluzioni possibili a partire da un condiviso sentimento di rispetto della dignità umana. Le stesse radici, in fondo, che ispirano la Giornata del 4 Novembre che oggi si celebra in tutte le piazze d’Italia.

Il 4 Novembre, dunque, sia per tutti questa grande lezione civile da non dimenticare, accingendoci a dare il benvenuto a Ferrara al nei prossimi giorni al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella questa nostra città ad alta voce

Viva il 4 Novembre, viva l’Italia.

 

* Sindaco di Ferrara

INNOVAZIONE E TERRITORIO – Ferrara e Rotterdam protagoniste a Bruxelles

Innovare le città con la natura e la cultura

04-11-2015

“Innovare le città con la natura e la cultura” è il titolo dell’incontro che si è tenuto a fine ottobre a Bruxelles, organizzato dalla Commissione Europea, che ha visto la partecipazione anche della città di Ferrara.

Nel corso dell’incontro, gestito dalla Direzione Ricerca della Commissione Europea, sono stati presentati a circa cento delegati di tutta Europa il caso di Rotterdam sulla relazione tra città e natura e il caso di Ferrara su come l’uso della cultura può contribuire a innovare le città di medie dimensioni. L’intervento per il Comune di Ferrara di Fabio de Luigi, dirigente responsabile dei Servizi Informativi Territoriali, ha suscitato l’interesse dei presenti, gettando le basi per nuove relazioni internazionali sui temi dell’innovazione urbana applicata alle città.

 

(Nota a cura dei Servizi Informativi Territoriali del Comune di Ferrara)

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Inaugurazione sabato 7 novembre alle 10,30

L’eredità di carte e libri di Lanfranco Caretti raccontata da una mostra

04-11-2015

A cento anni dalla nascita di Lanfranco Caretti la biblioteca Ariostea vuole ricordare la figura e l’intensa attività di quello che è stato uno dei più importanti studiosi della letteratura italiana con una mostra dal titolo “Pagine, carte e carte tra le pagine” che sarà inaugurata sabato 7 novembre alle 10,30. Nella stessa occasione sarà presentato dal vicesindaco Massimo Maisto e da alcuni membri della famiglia Caretti anche l’inventario dell’ingente quantità di fotografie, lettere e materiali di studio che compongono l’Archivio Caretti e che è stata donata dallo studioso alla biblioteca Ariostea assieme agli oltre ventimila volumi che componevano la sua biblioteca personale. Come spiegato stamani in conferenza stampa dal vicesindaco Maisto, dal dirigente del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara Enrico Spinelli e dalla curatrice dell’Archivio Caretti Angela Ammirati, l’inventario dell’archivio è stato da poco concluso ad opera di Anna Casotto e Angela Ghinato della Coop Le Pagine e sarà consultabile in formato cartaceo alla biblioteca Ariostea oppure on line nel Sistema informativo partecipato degli Archivi storici in Emilia Romagna IBC Archivi (http://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it).

 

Sabato 7 novembre ore 10,30 – Biblioteca Ariostea (via Scienze 17, Ferrara)

Presentazione dell’inventario dell’Archivio Caretti e inaugurazione della mostra ‘Pagine, carte e carte tra le pagine’ a cura di Angela Ammirati allestita nella Sala Ariosto della Biblioteca Ariostea

Saluti di Massimo Maisto, vicesindaco del Comune di Ferrara

Alla presenza della Famiglia Caretti

Interverranno Alessandro Zucchini (IBC – Regione Emilia-Romagna) e Euride Fregni (Soprintendenza Archivistica per l’Emilia Romagna)

La mostra sarà visitabile fino al 6 febbraio 2016 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18.30, il sabato dalle 9 alle 12.30

 

 

LE SCHEDE (a cura degli organizzatori):

 

Nota biografica:

Il ferrarese Lanfranco Caretti (1915-1995), è stato uno dei massimi studiosi di autori della nostra letteratura, quali Ariosto, Tasso, Parini, Alfieri, Manzoni, Montale e Sereni.  Dal 1952 ha insegnato come titolare della cattedra di Letteratura italiana prima a Pavia, e quindi a Firenze dal 1964 al 1985. E’ stato nominato Professore emerito nel 1991.

Ha donato a Ferrara la sua biblioteca e il suo archivio, che trasferiti dopo la sua morte, si conservano in biblioteca Ariostea.

 

Il Fondo Lanfranco Caretti

Il 18 ottobre 1994 la stampa locale ferrarese riportava la notizia della cerimonia di ringraziamento svoltasi alla Biblioteca Laurenziana di Firenze per la donazione fatta da Lanfranco Caretti alla sua città natale: migliaia di volumi, si scrisse allora, sarebbero arrivati alla Biblioteca Ariostea.

Una prima tranche della biblioteca, una sessantina di scatole da archivio, contenenti la raccolta di estratti fu trasferita subito, nei primi mesi del ’95, mentre il resto arrivò, consegnato dai figli, dopo la morte di Caretti nel novembre del ’95 e quella dell’amatissima moglie, Vittorina Sarasini, avvenuta nel  settembre 1998. La maggior parte della biblioteca  fu trasferita da Firenze a Ferrara, con tre trasporti curati dal personale delle Gallerie civiche d’Arte moderna e della Biblioteca Ariostea, dove fu depositata.

L’ingente quantità di documenti pervenuti alla Biblioteca Ariostea e la volontà di procedere quanto più tempestivamente possibile, determinarono la scelta dell’affidamento della catalogazione dei volumi alla Coop. Le Pagine di Ferrara individuata  tramite gara.

Nel 2002 fu possibile avviare i lavori di catalogazione sulle opere a stampa e, grazie ad un contributo della Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna, si completò anche la catalogazione delle edizioni antiche.

Nel 2005, a dieci anni dalla scomparsa del Filologo ferrarese, l’Amministrazione comunale decise di intitolare alla memoria del Caretti una delle sale della Biblioteca Ariostea, dedicate alla consultazione delle collezioni antiche.

La biblioteca di Lanfranco Caretti comprende più di 20 mila volumi; il catalogo è dal 2005 consultabile on line nell’Opac del Polo bibliotecario ferrarese. Il patrimonio bibliografico nel suo insieme documenta gli interessi, le letture, i percorsi di ricerca del Nostro, filologo e critico, studioso ed editore delle opere dei maggiori poeti e scrittori italiani.

Dal 2000 gli eredi, rappresentati dal figlio prof. Stefano Caretti, iniziarono a trasferire anche l’Archivio, terminando le consegne all’Ariostea nel 2014. Si tratta di oltre 1140 fascicoli, dalle fotografie alle lettere familiari, dai materiali di studio relativi agli autori che furono oggetto di ricerca (Ariosto, Tasso, Alfieri, Manzoni, ) ai fascicoli di lavoro (i corsi di studio, i seminari, gli “incontri con gli scrittori”) degli anni di docenza all’Università di Pavia, dal 1952 al 1964, e quindi a quella di Firenze fino al 1990; dalla corrispondenza con gli editori, con le biblioteche e gli archivi, i centri di studio e le accademie, alle migliaia di lettere ricevute in oltre sessant’anni di attività professionale, da più di 900 corrispondenti.

Dal novembre 2014 l’Archivio è stato oggetto di un intervento di riordino ed inventariazione curato dalla Coop. Le pagine, previo parere della Soprintendenza Archivistica per l’Emilia-Romagna e con la collaborazione tecnico-scientifica di IBC – Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna. L’intervento si è concluso nell’ottobre 2015.

L’inventario in forma cartacea è disponibile presso la Biblioteca Ariostea; l’inventario on line può essere consultato nel Sistema informativo partecipato degli Archivi storici in Emilia Romagna IBC Archivi.

Sabato 7 novembre 2015, a conclusione dei lavori che si sono svolti nel corso di oltre un decennio, viene presentato l'”Inventario dell’Archivio Lanfranco Caretti”, a cura di Angela Ghinato e Anna Casotto (Coop. Le Pagine) e inaugurata la Mostra di libri e documenti “Pagine, carte e carte tra le pagine. A cento anni dalla nascita di Lanfranco Caretti”, a cura di Angela Ammirati del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara.

La mostra, allestita in Sala Ariosto, resterà aperta fino al 6 febbraio 2016.

 

L’Inventario dell’Archivio Lanfranco Caretti

A partire dal novembre 2014 l’Archivio Lanfranco Caretti è stato oggetto di un intervento di riordino ed inventariazione curato dalla Cooperativa le pagine, previo parere della Soprintendenza archivistica per l’Emilia-Romagna e con la collaborazione tecnico-scientifica di IBC – Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna. L’intervento si è concluso nell’ottobre 2015.

Al momento dell’intervento si è proceduto innanzitutto alla descrizione analitica delle singole unità archivistiche, per poi proseguire con  l’organizzazione del materiale documentario in serie archivistiche. Tale operazione è stata effettuata nel rispetto delle tracce lasciate da Lanfranco Caretti creando un ordinamento capace di far emergere gli ambiti in cui ha operato lo studioso e allo stesso tempo facilitare la ricerca ed il reperimento dei documenti all’interno del fondo.

Lo strumento di corredo prodotto fornisce il profilo biografico del soggetto produttore ed indicazioni sull’intero complesso archivistico, con dettagli sulla storia del fondo, sui criteri che sono stati utilizzati per l’ordinamento, sul contenuto nonché sulla consistenza, informazione fornite anche per ogni serie archivistica. Presenta inoltre la descrizione analitica di ogni singola unità archivistica, costituita dai seguenti elementi: codice logico (ossia la numerazione che indica il numero della serie e del pezzo all’interno della serie stessa), titolo dell’unità (tra virgolette se originale, senza se attribuito), estremi cronologici dei documenti, descrizione della consistenza, indicazioni sul contenuto e segnatura attuale (ossia l’indicazione per il reperimento fisico del pezzo all’interno del complesso documentario).

L’inventario in forma cartacea è disponibile presso la Biblioteca Comunale Ariostea.

Lo stesso strumento può essere consultato on line nel Sistema informativo partecipato degli Archivi storici in Emilia Romagna IBC Archivi (http://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it).

In IBC Archivi è possibile visualizzare la struttura gerarchica del complesso archivistico e consultare le schede relative al fondo, alle serie archivistiche, nonché alle singole unità.

Nella sezione “Inventari on line” del Sistema sono inoltre disponibili le descrizioni di altri complessi archivistici del territorio emiliano-romagnolo, sulle quali l’utente può effettuare ricerche multi-archivio, con la possibilità di navigare nelle strutture gerarchiche dei complessi archivistici, accedere alle singole schede descrittive e raffinare la ricerca per ambiti territoriali ed estremi cronologici.

Da ciascun inventario è inoltre possibile raggiungere sia la scheda descrittiva del soggetto che conserva le carte, sia le informazioni sul soggetto che le ha prodotte.

 

Per consultare l’inventario dell’Archivio Lanfranco Caretti: http://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ead-str/IT-ER-IBC-AS00436-0000001.

 

MUSEI CIVICI – Domenica 8 novembre alle 16 laboratorio didattico alla palazzina Marfisa

‘Giocando si impara’ tra dame e cavalieri alla corte estense

04-11-2015

E’ un viaggio alla scoperta della vita all’epoca della corte estense quello proposto dal laboratorio didattico, per bambini tra i 4 e gli 8 anni d’età, in programmadomenica 8 novembre alle 16 alla palazzina di Marfisa d’Este (corso Giovecca 170). L’appuntamento, dal titolo ‘Oh che bel castello’ rientra nel ciclo di iniziative didattiche ‘Giocando si impara’ proposto dai Musei civici d’Arte antica di Ferrara in collaborazione con l’associazione culturale Arte.na. Per partecipare (al costo di 8 euro per un bambino assieme a un adulto) è necessario prenotare telefonando al numero 328 4909350 oppure scrivendo a ferrara@associazioneartena.it

 

RESIDENZA MUNICIPALE – Inaugurazione venerdì 6 novembre alle 17 nel salone d’Onore. Liberamente visitabile fino al 23 novembre

“e Beltrame disegnò la Grande Guerra…Lasciaci in silenzio”, in mostra immagini e parole

04-11-2015

Verrà inaugurata venerdì 6 novembre alle 17 nel salone d’Onore della residenza municipale la mostra “e Beltrame disegnò la Grande Guerra……. seconda sezione Lasciaci in silenzio“. L’iniziativa (che resterà allestita e liberamente visitabile fino al 23 novembre) è promossa per celebrare il Centenario della Prima Guerra Mondiale da Istituto di Storia Contemporanea, ANMIG (Associazione Nazionale fra Invalidi e Mutilati di Guerra) sezione di Ferrara e Comune di Ferrara. La prima sezione della mostra “e Beltrame disegnò la Grande Guerra….. Social network a confronto: illustrazione (“La Domenica del Corriere”, Italia) e fotografia (“Le Miroir”, Francia), (“Illustrierte Kriegs – Zeitung – Das Weltbild”, Germania)” era stata organizzata dal Museo del Risorgimento e della Resistenza presso il Museo stesso nel periodo 14 febbraio – 8 marzo 2015.

“Questa seconda tranche dell’allestimento nasce grazie alla disponibilità di Anmig che possiede l’intera collezione della “Domenica del Corriere” del periodo 1915-1918. – ha ricordato la presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea Anna Maria Quarzi – Abbiamo così potuto scegliere tra le tante e bellissime immagini realizzate da Achille Beltrame per percorrere il filo della tragedia che ha caratterizzato la Grande Guerra, raccontare le immani fatiche dei suoi protagonisti, gli orrori e il dolore fisico. Il tutto accompagnato dalle parole e dai sentimenti di grandi autori che a questa barbarie si opponevano.”

 

(Testo a cura di Anna Maria Quarzi e Matteo Bianchi)

E Beltrame disegnò la Grande Guerra seconda sezione Lasciateci in silenzio «Edizione della sera! Della sera! Della sera! / Italia! Germania! Austria!», attaccava così l’emblematica lirica di Vladímir Majakóvskij, con la stessa foga sensazionale con cui gli interventisti strillavano in piazza, con cui scagliavano le parole nella mischia per aizzarla. Il poeta russo, che non era affatto d’accordo, vi si opponeva per evitare che gocciolassero ancora «lacrime di stelle come farina in uno staccio» da quelle insensate baionette. La Grande Guerra fu un lutto planetario, perciò l’afflato degli intellettuali che replicarono in direzione ostinata e contraria fu altrettanto esteso. Parimenti, e al contempo per fare il verso al cartaceo sotto i riflettori della Residenza Municipale, è stato deciso di intitolare la seconda tranche dell’esposizione dedicata alle tavole firmate da Achille Beltrame con un’invocazione reboriana: Lasciaci in silenzio, in negativo mirata alla guerra che non deve più attecchire nell’animo dell’essere umano e, in positivo, diretta alla pace. La prima sezione della mostra è stata organizzata dal Museo del Risorgimento e della Resistenza tra gli scorsi febbraio e marzo: E Beltrame disegnò la Grande Guerra. Social network a confronto: illustrazione (“La Domenica del Corriere”, Italia) e fotografia (“Le Miroir”, Francia, e “Illustrierte Kriegs – Zeitung – Das Weltbild”, Germania). Una speranza tradita a qualsiasi ora da qualsiasi telegiornale, la pace mondiale, un’utopia che si rafforza attraverso il deposito spirituale degli autori selezionati: insieme alle copertine che il famoso illustratore realizzò per il settimanale del “Corriere della Sera” dal 1915 al 1918, appaiono sia in prosa sia in poesia le testimonianze di chi fu trascinato nell’oscurità delle trincee. Un’oscurità che, come ogni radicata contraddizione umana, veniva illuminata a giorno e di continuo dai cannoni. A tal punto che Montale nella sua alienata Valmorbia la stigmatizzò nel verso memorabile: «Le notti chiare erano tutte un’alba». Ma non fu l’unico Nobel a esprimersi di persona sul conflitto. Pirandello, dal canto suo, indossò la maschera esistenzialista di Federico Berecche per affermare che «ora l’incubo della distruzione generale, che spegnerà ogni lume di scienza e di civiltà nella vecchia Europa, gli si fa su l’anima più grave ed opprimente quanto più egli s’affonda nel bujo della via remota e deserta, sotto la quadruplice fila dei grandi alberi immoti». Mentre i pioppi regali ai lati dello stradone che ricordava Aldo Spallicci, fungevano da silenzioso baluardo della natura, del ritmo biologico. I versi sanguigni del romagnolo sono entrati nella scelta dei curatori a fianco del veneto di Giacomo Noventa, meritando entrambi uno spazio in rilievo per l’energia estemporanea del vernacolo, ma soprattutto per il lascito di esperienze che raccoglie nei singoli vocaboli, irriproducibile in altro modo. Di quello che in trincea si avvicinò a delle abitudini, se ne occupò a fondo Freud, sebbene lo studio dell’errore globale e dei suoi effetti clinici non servì a non replicarlo dal ’39 al ’45. Secondo il padre della moderna psicanalisi, la quotidianità svanì dentro quelle strettoie che soffocavano, favorendo l’affanno e restringendo il campo visivo; perciò, calando la preminenza della vista, l’udito divenne il senso principale per ripararsi dal fracasso delle bombe e dal fuoco nemico. «Anche le sequenze temporali tipiche della vita civile perdono senso: il succedersi del giorno e della notte, il ciclo settimanale, il passaggio da una stagione all’altra che regolano le attività di lavoro e riposo cedono il passo a una logica diversa, basata sulle necessità militari e lontanissima dalle abitudini normali», motivava il medico tedesco, che utilizzò per avviare la sua ricerca i taccuini e i diari che calmavano le lunghe attese divoranti. Alcuni esemplari, difatti, sono parte integrante della mostra, specie il recupero integrale della lettera inedita di Enrico, caporale ferrarese. Ecco, allora, che dilagava lo smarrimento e, di conseguenza, le nevrosi, essendo loro obbligati a rivolgersi a qualcosa di “altro” e altrove, superiore al fallimento civile e a una barbarie che gli aveva riportati a proteggersi nei boschi, quasi fossero animali spaventati in preda all’istinto. La disperata desolazione interiore viene raffigurata con intensità dal giovane Ungaretti de L’allegria (1931), che identifica quello che “sente” con l’aridità del Carso e un girovagare senza santi: «Ma nel cuore / nessuna croce manca / è il mio cuore / il paese più straziato». Sui pannelli in esposizione il suo sconforto di fronte alla dura e fredda pietra del monte San Michele trova un interlocutore d’eccezione nel vivido Gadda poeta. Lasciaci in silenzio, da non aver preso in considerazione, durante la curatela, le scene di repressione e di rappresaglia; bensì i frangenti di fatica e di sofferenza, come le infermiere che dagli ospedali adattati alle circostanze, imbracciavano i fucili per aiutare i soldati a resistere, o nell’impiego sprezzante degli animali. Le maschere a gas, imposte persino ai cani da esplorazione e ai cavalli da carica, nonché gli elmetti metallici furono simboli di una guerra distruttiva dove non c’era spazio per il valore individuale e la tecnologia era diventata lo strumento dell’annullamento comune. Non a caso e nei riguardi di una comunità sepolta, Ardengo Soffici spiegava: «La guerra mi ha insegnato tante cose. E, prima tra tutte, che noi artisti eravamo su una falsa strada, quando ci racchiudevamo nell’élite intellettuale senza guardare altro che la nostra strada, senza pensare che al nostro io». Quindi permise un’evoluzione interiore a coloro che compresero il conflitto non avesse risolto il problema economico e sociale da cui era esploso, ma avesse solo reso l’esistenza più precaria, come testimoniano le visioni del triestino Slataper dal campo di battaglia. La necessità di rinnovate fondamenta morali, di una riparazione collettiva provenne proprio dalla scrittura e da chi – senza precipitazioni – impugnava una penna per educare. La nostra Alda Costa, più che mai attuale, si distinse in un’intervista asserendo che «questa povera anima di fanciullo è ormai insidiata da immagini di violenza e di sangue. Tutto parla alla mente del fanciullo della follia e della violenza», talmente che l’insegnante se la prese pure con le incisioni de “La Domenica del Corriere”, le medesime esposte di seguito. Una voce tanto intransigente quanto integerrima, che intendeva favorire «quei sentimenti di vera fratellanza che dovranno pure un giorno governare il mondo».

CONSIGLIO COMUNALE – Le modalità definite dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari. Diretta audio-video su ConsiglioWeb

Il Consiglio comunale si riunirà lunedì 9 novembre alle 15.30

04-11-2015

Sarà dedicato al confronto su tre Delibere illustrate dal presidente del Consiglio comunale Girolamo Calò e dall’assessora Roberta Fusari e al dibattito su un Ordine del giorno (del gruppo SEL, consigliere Mantovani-M5S, Baraldi-PD, Peruffo -FI) il Consiglio comunale di Ferrara in programma lunedì 9 novembre alle 15.30 nella residenza municipale. Le modalità della seduta sono state definite dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari convocata dal presidente del Consiglio comunale Girolamo Calò.

 

>> Come di consueto è prevista la diretta audio video dell’intera seduta di Consiglio comunale sulla pagina internet del servizio ConsiglioWeb.
Questi i documenti sottoposti al dibattito e al voto:

 

DELIBERE

Presidente del Consiglio comunale Girolamo Calò

– (PG 108583/2015) – Delibera – “Approvazione modifiche agli art. 37, 41 e 69 dello Statuto Comunale”

————————————–

Assessora Urbanistica/Edilizia Roberta Fusari

– (PG. 51768/2015) – Delibera “Adozione di variante alla classificazione acustica”
– (PG 105662/2015) – Delibera RUE – “Variante alle norme tecniche di attuazione e correzione errore materiale – decisione sulle osservazioni formulate in relazione alla variante adottata ed approvazione”

 

ORDINE DEL GIORNO

(PG 78427 28/07/15) – Ordine del giorno “sulla trascrizione dei matrimoni same-sex contratti all’estero” – gruppi Consiliari SEL – Silvia Mantovani (Movimento 5 Stelle – Ilaria Baraldi (Gruppo PD) – Paola Peruffo (Gruppo FI).

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
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