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Da: Carla Corazza, Comune di Ferrara

 

Gatti alieni e altri racconti, il nuovo libro di Marco Bondesan

Il Prof. Marco Bondesan è un geologo, che è stato a lungo docente presso l’Università di Ferrara: conosce come pochi altri l’evoluzione del territorio ferrarese e ha disegnato mappe della bassa Pianura Padana e delle sue trasformazioni nei secoli che sono state alla base della formazione di tutti coloro che, geologi, zoologi, ecologi o botanici che siano, si occupano di ambiente della Pianura Padana orientale.

Storico fondatore, più di 50 anni fa, dell’Associazione Naturalisti Ferraresi (secondo nome: “Amici del Delta”), ne è stato a lungo il presidente e, da segretario, ne anima ancora le attività. Per molto tempo, ha fatto parte sia del Consiglio scientifico del Parco regionale del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, sia di quello del Parco veneto, ed è stato consulente di diversi enti di gestione territoriale.

Come scrive nell’ autobiografia che abbiamo l’onore di ospitare nelle nostre pagine, Marco Bondesan era un “bambino curioso”, ma la sua curiosità non si è affatto spenta con il passare degli anni, anzi.

Da qualche anno, si cimenta anche con la letteratura. Dopo “Iolanda di Jolanda”, storia di un amore giovanile dolorosamente infrantosi contro il muro della seconda guerra mondiale, la passione per i gatti e per la Natura lo ha spinto a scrivere “Gatti alieni e altri racconti”.

Il libro nasce da un sogno, uno di quei sogni bizzarri in cui però il sognatore riesce a prendere il controllo della trama e a portarla ad assumere una forma plausibile, una forma che, nella sua bizzarria, regge anche alle analisi fatte a mente sveglia.

E così, nel libro, i gatti, le ere geologiche e l’evoluzione della vita sulla Terra si mescolano, in modo imprevedibile ma “rigorosamente” scientifico; perché, come recita la quarta di copertina, ” i gatti avrebbero potuto dominare l’universo, ma non hanno voluto prendersi il disturbo”.

La videopresentazione si terrà alle ore 17.00 di mercoledì 17 febbraio, sulla pagina Facebook del Museo di Storia Naturale di Ferrara, seguendo il link: https://www.facebook.com/storianaturale.ferrara/posts/3818858578172527

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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