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“Già Natale!” e segue un sospiro tra il meravigliato e lo sconsolato mentre subito qualcuno replica “Vero! Però non ci sono più i Natali di una volta!” e qualcun altro “Come passa il tempo, già passato un anno!”. I più fantasiosi e romantici esclamano di solito “Che bello! Sento già aria natalizia!” e si scontrano con il leggero cinismo di quelli che sostengono “Mah, festa per i bambini…“. Poi, solitamente, il discorso prende una piega più specifica e si addentra nel dettaglio: ”Quest’anno niente regali, basta stare insieme…”. “I bambini hanno già tutto, non hanno bisogno di niente…”. “Solo cose utili ed economiche…”. “Quello che conta è il segno, perciò regalo solo cosine fatte da me…”. “Non possiamo fare regaloni, sai, la crisi…”. “Noi? Solo un buon pranzo…”.

Ci siamo riappropriati di saggezza e buonsenso? No. Arriva il Black Friday, già il nome tutto un programma, quasi il titolo di un film horror, e poi è il turno del nordico St. Klaus o della pacata Santa Lucia a seconda delle regioni e delle latitudini italiane, seguiti da una più tranquillizzante Immacolata che mette al riparo da ogni rigurgito di ripensamento. Ed ecco la colorata e vociante movida, una folla indaffarata, che evoca l’immagine di un movimentatissimo e attivo formicaio, che si riversa in ogni angolo possibile dove si possa frugare, provare, tastare con mano, osservare, compararne i prezzi, scegliere e decidere di acquistare. Alla faccia dei buoni propositi e delle pie intenzioni. Escono stracarichi di borse e confezioni da sfiziose botteghe storiche, spaesanti centri commerciali new generation, accattivanti rivendite del centro e delle periferie, esercizi commerciali scintillanti pronti a inglobare, più che accogliere. Si lasciano rapire dalle vetrine strepitose dei negozi di gastronomia perché, come recita qualche elaborato cartello tra la mostarda e il salmone norvegese, “anche il palato ha bisogno di coccole” o “le nostre prelibatezze fanno sognare” e “acquistate arte pura”.

Ma non avevamo detto che… Ah, sì, l’avevamo quasi pensato ma poi Natale arriva una volta l’anno e Natale è Natale. Magari a Pasqua faremo una cosa più spartana. Genitori e nonni si trasformano in stacanovisti patentati alla ricerca dei giocattoli e dei giochi più avveniristici e tecnologici ma anche più tradizionali, in preda all’ansia da prestazione, perché le nuove generazioni sono sempre più esigenti ed intenditrici ed anche perché la tredicesima è arrivata ma occorre fare bene i calcoli. La media delle statistiche dice 300 euro a famiglia, quest’anno, cifra che regge gli standard dello scorso. Ormai tutto fa statistica e noi, se non rientriamo in una fascia di indagine, sicuramente facciamo parte di un’altra. Le donne giocano d’anticipo e generalmente il 22 dicembre pacchi e pacchetti sono già diligentemente stipati in qualche armadio o collocati direttamente sotto l’albero.

Il vero problema semmai sono gli uomini, meno tempisti e più svogliati per quanto riguarda questa attività frenetica. E allora capita di vederli aggirarsi simili a sconsolate falene nella notte del 24 dicembre, con fare furtivo e schivo, rannicchiati nei loro cappottoni o piumini, quasi ci fosse da nascondersi, fermarsi nei pressi di qualche negozio, in genere gioiellerie o profumerie, per recuperare all’ultimo, in zona cesarini, un gioiellino o un profumo alla moglie o alla fidanzata, con il nobile scopo di salvaguardare l’armonia familiare e schivare il rischio di rinfacci durante tutto l’anno a seguire. Escono dalla gioielleria con aria ancora più triste e dalla profumeria con addosso una scia esagerata di profumi, prova certa delle loro buone intenzioni, perché “con l’oro non si sbaglia mai” e “con un buon profumo fai sempre bella figura.”

Molti acquistano il regalo solidale e si può affermare che ce ne sono davvero di interessanti; moltissimi acquistano tutto online per comodità e convenienza, visto che, aggiornatissimo dato attuale ci dice che gli acquisti online sono saliti del 30% rispetto il 2015.
E poi arriva per davvero il 25 dicembre, che è quella data che dovrebbe significare qualcosa di emotivamente importante e menomale, gli auguri (che magari avevi già fatto la settimana prima per ogni evenienza o in preda all’entusiasmo…), la toccante liturgia della festività e i buoni propositi che anticipano di un po’ quelli che faremo a Capodanno.

Buon Natale! Anzi, adesso che ci penso, tanto per stare sul pezzo, domani mattina mi metterò a cercare quella cosina vista tempo fa, che avevo intenzione di regalare…

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Liliana Cerqueni

Autrice, giornalista pubblicista, laureata in Lingue e Letterature straniere presso l’Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano. E’ nata nel cuore delle Dolomiti, a Primiero San Martino di Castrozza (Trento), dove vive e dove ha insegnato tedesco e inglese. Ha una figlia, Daniela, il suo “tutto”. Ha pubblicato “Storie di vita e di carcere” (2014) e “Istantanee di fuga” (2015) con Sensibili alle Foglie e collabora con diverse testate. Appassionata di cinema, lettura, fotografia e … Coldplay, pratica nordic walking, una discreta arte culinaria e la scrittura a un nuovo romanzo che uscirà nel… (?).

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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