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Biografia tratta e tradotta dal sito ufficiale http://www.camille-claudel.fr

Camille Claudel nasce nel villaggio di Villeneuve-sur-Fère in Piccardia nel 1864, da Louis-Prosper Claudel, funzionario delle imposte e Louise-Athanaïs Cerveaux, figlia di un medico. Seconda di quattro figli, il primo dei quali muore nei primi giorni di vita, Camille comincia sin da bambina ad impastare l’argilla che trova in natura con un istinto selvaggio, affascinata dai mostri che intravede nelle rocce di Geyn, una foresta che si trova nelle vicinanze. Nel 1976 si traferiscono a Nogent-sur-Seine, per una promozione del padre, e la dodicenne Camille prende le prime lezioni dallo scultore locale Alfred Boucher; sono di questo periodo le sue prime opere ispirate ai grandi conquistatori, ai paesani, ma il suo modello preferito è il fratello Paul (allora tredicenne), a cui dedica una serie di disegni e busti, e che diverrà poi il famoso poeta Paul Claudel.

Nel 1881, a 17 anni, Camille convince il padre a trasferire la famiglia a Parigi perché vuole a tutti i costi scolpire: nonostante l’opposizione della madre, si trasferiranno tutti nella capitale, tranne il padre che invece rimarrà in Piccardia per mantenere il suo impiego. Guidata dal maestro Alfred Boucher, Camille segue corsi femminili di scultura all’accademia Colarossi e apre un atelier in rue Notre-Dame-des-Champs con tre amiche inglesi. Nel 1883 Boucher parte per l’Italia a chiede al non ancora celebre Auguste Rodin di sostituirlo per le lezioni agli studenti. Auguste Rodin (1840-1917), di 24 anni più vecchio di Camille, è abbagliato dalla sua bellezza e abilità. Nonostante la differenza d’età, tra i due scultori nasce subito un legame senza precedenti nella storia dell’arte: l’allieva Camille diventa modella, sbozzatrice, amante, emulatrice e ispiratrice di Rodin, nel suo atelier di rue de l’Université. Durante il periodo in cui i due lavorano insieme con passione e complicità, la mano di Camille si confonde con quella di Rodin, e insieme danno vita ad alcune tra le più geniali opere del maestro, tra cui La porte de l’infer, La Tête d’esclave, l’Avarice et la Luxure, l’Homme aux bras croisés, Giganti, l’Homme penché.

Nel 1887 Camille lascia il domicilio di famiglia e va a vivere in un atelier presso in affitto per lei da Rodin, in Boulevard d’Italie. Nel 1888 vince il premio della Società degli artisti francesi con l’opera Sakountala. Nel 1888 il suo busto di Rodin meraviglia la critica e con Psaume conquista definitivamente il suo stile.

Il dramma di un aborto avvenuto nel 1892 e la partenza dell’amato fratello Paul per gli Stati Uniti, porta Camille a liberarsi dalla morsa del maestro. Nel 1893, Camille affitta un atelier in Boulevard d’Italie. E’ il periodo più creativo dell’artista in cui vedono la luce capolavori come La Valse, Clotho, la Petite Châtelaine. Il tradimento dell’amante viene trasposto nel capolavoro L’ Âge mur (L’età matura). Negli ultimi anni del secolo, riceve le prime commesse da mecenati privati grazie all’intermediazione di Rodin. Influenzata dall’arte giapponese, Camille in questo periodo si emancipa dalla tradizione che ancora si basava sulla copia dal vero, e crea Causeuses (Le pettegole) in marmo e onice, Vague (L’onda) in onice, Profonde Pensée (La riflessione) et Rêve au coin du feu (Sogno accanto al fuoco).
Nel gennaio del 1899, Camille si trasferisce all’Ile Saint Louis, in quai Bourbon. Eugène Blot, il suo mercante e amico, acquista i diritti di riproduzione di una ventina di gessi per commercializzarli in bronzo. Le esposizioni del 1905 e 1908 alla Galleria Blot non ebbero un successo eclatante ma permisero la vendita di diversi esemplari.

Dal 1906 vive sola nel suo atelier in Boulevard d’Italie; non esce più, il suo unico passatempo è guardare dalla finestra la vita della strada, da cui trae diversi spunti per il suo lavoro. Alcuni di questi gessi, sono stati ritrovati, altri sono spariti, alcuni sono stati distrutti dall’artista in momenti di disperazione. Nel 1906, dopo la partenza di suo fratello Paul per la Cina, Camille cessa ogni attività creatrice: è ossessionata dal ricordo di Rodin e lo accusa di averle rubato le idee e le opere.

Il 2 marzo 1913 muore suo padre, che aveva sempre sostenuto la vocazione artistica della figlia, e al quale si era voluta risparmiare la decisione di far internare Camille. La madre e il medico di Camille firmano il certificato d’internamento, e il 10 marzo dello stesso anno la rinchiudono a Ville-Evrard. A causa della guerra la spostano a Montevergues, oggi Montfavet, in Provenza, dove morirà all’età di 79 anni, il 19 ottobre del 1943, senza aver mai ricevuto la visita né della madre né dell’amatissimo fratello Paul.

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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