BORDO PAGINA
Intervista a Elia Felisati e il “Dark Pop”, protagonista a “Rosa d’Inchiostro”
Elia Felisati, ancor giovane artista contemporaneo e noto anche curatore (con L. Guio) di Blackstar, circolo Arci dedicato a David Bowie, tra i piu brillanti e innovativi attualmente in città, ha esposto (2016) a Milano alla Terrazza Martini: il celebre Martini Red party, con altri artisti emergenti anche nella Moda, sfilata inclusa, un superevento. Inoltre, l’estate scorsa ha partecipato con diverse opere a Bologna, Dynamo location per la mostra “Incontri Informali”. Suoi lavori sono esposti ed ospitati nello stesso Blackstar di Via Ravenna e proprio in questi giorni – nel weekend -è protagonista nell’evento “ferrarese” collettivo “Rosa d’Inchiostro”, a cura di Jam Ink Tattoo Family , Area Acquedotto: presenti molti artisti di diverse tendenze artistiche, nell’ambito della rassegne nazionali in corso “Contro la violenza sulle donne”.
D1: Elia, da qualche tempo protagonista della new wave artistica ferrarese e non solo, un autoritratto?
R – Sono nato a Ferrara il 22 maggio ’88 e nipote di Giovanni Lovetti, pittore famoso di Ferrara, anche noto gallerista in città per tutta la sua brillante vita… Sono inserito nell’arte fin da piccolo e c’è l’ho pure nel sangue..,, non ho mai preso in mano un pennello fino a febbraio 2016 e non ho mai studiato nulla riguardo le tecniche di pittura. L’arte è per me una terapia di sfogo per urlare il malessere interiore di una persona che si sente totalmente esclusa da quello che dovrebbero essere i concetti attuali sociali. Tendo sempre a volermi elevare verso qualcosa di ultraterreno, qualcosa che ha un valore vero rispetto a tutte le cazzate che viviamo ogni giorno. Non mi accontento e detesto non avere risposte o vivere come tutti senza farmi domande su cosa ci sia oltre a noi e dopo di noi..
D2: …Tra neoastrattismo e neopop, a quanto pare, il tuo giovanissimo ma potente percorso d’arte, un approfondimento?
R – Come dicevo prima, ho cominciato a dipingere a Febbraio come uno sfogo mio che ho avuto dopo una crisi esistenziale non indifferente. Ho preso in mano il pennello e ho semplicemente “sputato” fuori istintivamente quello che sentivo dentro lanciando colori a “caso”: a caso lo dico tra virgolette perchè in ciò che l’istinto creativo ti muove, non è mai mera casualità. Mi sono “usciti” lavori astratti niente male; come la chiamano ora, tipo arte postmoderna o arte minimale.. poi piano piano ho affinato le tecniche e diventava sempre più pensato ciò che facevo. Da lì sono passato a fare pop art.. che ho denominato – la mia – Dark Pop, dato che scelgo sempre personaggi molto dark come soggetti. Ho infatti una visione della vita molto dark, mi è sempre piaciuta questa dimensione fin da bambino grazie al nonno che in casa, a suo tempo, mi ha fatto conoscere degli Schifano e dei Franco Angeli originali, oltre a molte “stampe” di Warhol che adoro da morire..
D3: Ferrara artistica e no nel 2030, il tuo Sogno?
R – Beh io spero non solo per Ferrara ma a livello mondiale che per l’arte torni ad esserci ispirazione e spazio. Purtroppo, ora come ora, è un periodo sia di stallo – è difficile creare un nuovo movimento o una nuova tecnica perche tutto si è gia visto – e sia perchè con la tecnologia e sopratutto nel caso dell’Italia della crisi economica… le persone tendono a non dare valore a un bene materiale come può essere un quadro, ma preferiscono investire i priopri soldi in oggetti – appunto tecnologici, vestiti automobili ecc.. Spero si posa tornare ad apprezzare l’arte come la si è apprezzata e ricercata fino agli anni 90.. epoca in cui io mi ritengo appartenere. Avrei voluto avere la mia attuale età in quegli anni..
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