uaaaah!! – dice il tipo sul bagnasciuga, mentre batte la palla col racchettone numero uno sulla spiaggia di sempre.
e intanto, 35° all’ombra di un ombrellone sgangherato, un asciugamano non più blue, e un pacchetto di Lucky Strike da 20 già tutto in bocca e fumato, già tutto assorbito bene dai polmoni e… altro che nuoce gravemente alla salute, alla sua salute ci pensa lei, Maria detta Mary, per dissacrarlo un po’, per americanizzarlo quanto basta il nome, come Tutti pazzi per Mary, come Mary per sempre, ha lo sguardo spento sotto i capelli mezzi bagnati, mezzi asciutti, mezzi dipinti, guarda verso l’orizzonte sola, con la sua sigaretta, lei le fuma tutte con gli occhi quelle sigarette, da rockstar, come il Blasco dei tempi andati, non puoi andare avanti così, Maria detta Mary, che di celeste lo sai, non è rimasta neppure la tua asciugamano, devi guardare avanti, ti dicono gli amici.
vai al mare, fatti una vacanza, sotto il sole giallo e il cielo blue, e una cartolina spedita a Franco, a Giusy che aspetta un bimbo, a Marina e Alessandro, no, non a lui, occhi di ghiaccio venuti dall’America, che ti ha lasciata per una nave da guerra, sola con la tua depressione da cameriera abbordata in un pub, non a lui, che ti ha presa per mano e ha detto sei tu la sola, l’unica, con un italiano appena abbozzato, non pensare a lui, te lo dice anche la tua sesta sigaretta, non vedi? questo caldo, maledetto caldo, anche sulla battigia e dire che hai lasciato la città anche per questo, ma niente, si sentono tutti i 35° centigradi, più l’umidità che ti arriccia i capelli, che ti incolla addosso il costume, Mary si butta in acqua, Mary si rinfresca le idee, e lo dice a tutti quelli con la testa che bolle, con i piedi che bruciano sulla sabbia bollente, Mary lo dice a tutti quelli con la pelle rossa che ti si stacca l’epidermide seccata al sole, sì, un bel bagno anche per te Mary, mentre lasci la radio accesa, l’ombrellone al posto in quarta fila, perché la gente si accalca attorno, addosso a te, che lasci radio Virgin sotto l’ombrellone, e bevi aria nuova in riva al mare, con i segni che si fanno sulla sabbia, e non si sa se è solo sale, o se ci hanno tolto anche quest’anno la bandiera blu, allora meglio non chiedersi il perché, e guardare avanti, te lo hanno consigliato, ma guardare dove poi? qui c’è l’afa, e dovrebbero vedersi le isole di fronte, proprio sull’orizzonte, ma non si vede niente, solo quei due che giocano a racchettoni.
ah ahh! – dice il battitore mentre prende la palla, lo dice per darsi il tempo, e quasi rotola a terra per prenderla.
vicino la staccionata che separa uno stabilimento dall’altro, arrivano lui e lei, tutti lucidi, e profumati, già con quattro sedute di lampade prima di venire al mare, che ci vengono a fare dico io? potevano rimanersene lì in città, nel lettino a luci azzurre, ad arrostirsi per finta, a sentire caldo per finta, a stare abbronzati per finta, seduti lì, con il loro abbigliamento firmato, dal costume alla crema per il corpo, dalla molla per i capelli di lei, all’olio per i muscoli di lui, quelli lì, sono Barbie e Ken, non si rivolgono neppure la parola, sono tutti per il pubblico dell’estate, ci mettono tutto l’inverno per accontentare gli occhi degli altri, nostri, che guardano tutti da lontano, sono presi dai preparativi prima di andare in scena, eccola, è pronta la palla per giocare.
il bagnino ci passa sopra, per loro fa questo ed altro, ma non state troppo sulla riva che potreste fare male a qualcuno con una palla troppo forte, così li riprende prima della sfilata, poi arrivano gli amici, altri come loro, altri che aspettano di mettersi in mostra, altri che il fine settimana in disco, e poi il resto dei giorni a lavoro, e che altro si può fare, se poi devi comprare tutto firmato, se poi devi andare in palestra per mantenerti, se poi 3 sedute sul lettino della beauty farm, ora, gli dèi dell’Olimpo scendono tra i comuni mortali, su uno di loro si abbatte la palla del battitore, scusa – dice – mi è scappata!
ogni volta che la palla batte sul racchettone, in controluce si vedono gli schizzi d’acqua che brillano al sole.
state fermi! almeno mentre mangiate, state fermi! i ragazzini proprio non vogliono saperne di prendere il sole dopo il bagno, proprio non vogliono saperne di non sporcarsi con la sabbia, è come non giocare più con la vita, Giovanna è una mamma con qualche chilo di troppo, e insiste che si deve finire di mangiare tutto il panino con la frittata di pasta, e almeno un dolcetto, o un gelato perché gli zuccheri danno energia a voi ragazzi, e poi chiede di stare fermi, di non strillare al goal con tanto di sabbia che va negli occhi, quando la palla si alza, Nicola e Peppe, bimbi venuti da fuori, da l’entroterra e non dalla costa, da almeno in estate al mare a prendere il sole, che fa tanto bene, così circondano l’ombrellone mignon, a strisce rosse e blue, che non riesce a coprire che le vivande per il pranzo, e nient’altro, i ragazzi, no che non vogliono star farmi, almeno in estate, sognano di stare su un’isola famosa con mille persone e più, attaccate le une alle altre, e invece al paesello sul mare, sempre meglio che affogare nel cemento, che qui si può affogare solo nell’acqua fresca, salsedine mare, mare di spazio, mare di libertà.
ultima battuta prima di tornare a casa, uaaaah! dice uno – ah ahh! risponde l’altro, ora tutti a casa, domani si ricomincia.
Ambra Simeone
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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