Skip to main content
18 Aprile 2014

A muso duro

Tempo di lettura: 12 minuti


proteste-ospedale-comacchio

da: Manrico Mezzogori*

Lettera aperta relativa al comunicato stampa del 19 gennaio scorso a cura dell’assessore regionale alla Sanità dal titolo: “Ospedale di Comacchio. Lusenti: Decisioni frutto di un percorso democratico e partecipativo”

Egr. Sig. Lusenti,
come tutti coloro che si innalzano sul Monte Athos,lei finisce per perdere di vista la realtà, preferendo farsela raccontare,filtrata,dai suoi sottoposti già gratificati da lauti incentivi economici. E’ così che funziona il meccanismo che trasforma tutto in realtà virtuale. Come i suoi vuoti slogan imparati a memoria e ripetuti all’infinito.

Sull’ospedale di Comacchio non c’è stata nessuna decisione frutto di un percorso democratico e partecipativo come lei asserisce nel suo pomposo comunicato. L’ennesima bugia che contraddistingue purtroppo un lunghissimo percorso che perdura da 23 anni!
“Per deliberare occorre conoscere”. ( Luigi Einaudi – II° Presidente della Repubblica italiana)
Tutto è stato studiato a tavolino nella segreteria del Partito dominante sin dal 2007! Lasci stare le frottole sulla Spending review e gli interventi legislativi intervenuti in questi ultimi due anni. E’ una materia che conosciamo meglio di lei. (Alleg.n.1) Lei sa benissimo, come sappiamo noi,che tutto prende l’avvio dalla apertura di Cona 1 e 2. I politici del neo Ducato estense di Ferrara sono sempre stati consapevoli che tale struttura ospedaliera è stata ideata, progettata e realizzata in sovradimensione sia in termini di superficie che in dotazione di posti-letto.
Quest’ultimo parametro addirittura fuorilegge rispetto all’indice di 5 pl per 1000 abitanti vigente in questa Regione nell’anno 2000! ( Protocollo d’Intesa tra Regione,Comune di Ferrara,Provincia di Ferrara,Università,AOSP e ASL Ferrara – 11 gennaio 2000). Certo comprendiamo assai bene che il ceto politico di Ferrara non possa dichiarare all’opinione pubblica le vere motivazioni che stanno alla base della cosiddetta Programmazione strategica sanitaria provinciale,che altro non è la riproposizione di quella già decisa dai vecchi Comitati di Gestione nel 1990! Certo fa specie coprirsi di “millantato futuro” ritornando al passato.
Ad un certo punto vi siete accorti dell’insostenibilità economica ( e programmatoria ) della vostra creatura ( insostenibile lo era già nel 2000) e così è stato architettato il “golpe sanitario” incapsulato nel solito involucro di luoghi comuni, sempre uguali da 23 anni, da scaraventare contro i cittadini di Comacchio.

NON C’E’ MAI STATO UN PERCORSO DECISIONALE DEMOCRATICO.

Tutto viene deciso con l’insediamento della nuova dirigenza Asl nel settembre 2010. L’8 settembre 2010, il dottor Foglietta al termine del suo mandato quale direttore generale Asl di Ferrara (2004-2010), e per il quale è stato lautamente pagato (in 6 anni possiamo azzardare, con gli incentivi economici,1,5 milioni di euro) presenta il progetto di rimodulazione futura dell’ospedale di Comacchio in un assemblea pubblica nell’aula del Consiglio comunale di Comacchio. (Alleg.n.2)
Esattamente il progetto già sostenuto dal suo presidente di Regione nel corso dell’inaugurazione del nuovo ospedale di Comacchio, che le ricordo essere costato circa 13 milioni di euro alle casse regionali, cioè soldi di tutti i cittadini di questa Regione. L’intervento del signor Errani, già sottoscrittore di due accordi regionali con la comunità di Comacchio, è disponibile in versione video integrale sul sito web: www.consultasancamillo.it.
Dubito che lei abbia il coraggio di ascoltarsi tale intervento. Ma semmai le rimanesse un po’ di tempo libero dopo aver assolto al suo impegno di volontario nella cura dei suoi pazienti privati, forse potrebbe aumentare il suo tasso di umiltà nel giudicare i cittadini di Comacchio.
Può forse sostenere che un direttore generale che per 6 anni ha governato la sanità ferrarese, in stretta relazione con i vertici amministrativi e sanitari della Regione, fosse uno sprovveduto? Può forse sostenere che non fosse al corrente dell’imminente apertura di Cona e delle conseguenze che ciò avrebbe comportato nel quadro complessivo della sanità ferrarese? E’ pro-
babile invece che il dottor Foglietta avesse una visione della sanità ferrarese più tecnica che partitica. Già. Può capitare qualche scheggia impazzita, non controllabile dal sistema parti- tocratico.
Il dottor Foglietta viene quindi surrogato dall’attuale direttore generale, ferrarese e pensionato Asl. In pratica due stipendi. Una manna di questi tempi. E come rifiutare? Certo che i suoi “datori di lavoro” (che pagano con i soldi degli altri) non avevano evidentemente altre alternative. O forse c’erano ma non erano adatte allo scopo.
Dopo pochi mesi dalla pubblicazione del progetto sull’ospedale di Comacchio da parte del precedente direttore generale Asl di Ferrara, tutto viene capovolto con la Conferenza pro-
grammatica provinciale del PD del 29/30.04.2011. La Spending review doveva ancora essere inventata. Così come i vari deliberati regionali che lei cita nel suo comunicato. Ma l’apertura di Cona veniva sbandierata nel giornalino dell’Azienda ospedaliera di Ferrara per l’ottobre 2011. Senonchè, come lei sa, tale apertura verrà rinviata di cinque mesi a causa dell’accertata presenza di legionella in alcuni settori degli impianti idrici del magnifico nuovo ospedale di Cona. Presenza della quale era a conoscenza, informalmente (sic),il direttore generale Aosp, Rinaldi, il quale comunque darà avvio alle procedure per il trasloco. Non sarà l’Aosp a darne informazione pubblica ma una fuga di notizie.
Lo slittamento dell’apertura di Cona di quasi cinque mesi costerà non meno di 2 milioni di euro che si poteva evitare di sperperare inutilmente. Nessun responsabile, come sempre. Paga lei? Paga Errani? Pagate voi? Ma di tutte queste cose, di quello che succede a Ferrara ne sono a conoscenza i presidenti di Provincia e Regione? Lei ha informato “quelli che sono stanchi di pagare per i costi sanitari di una Provincia con il più alto indice di vecchiaia della popolazione” ma che non sono stanchi di pagare per lo spreco gratuito, oserei dire da Impero romano, di importanti risorse economiche regionali solo per tappare i buchi del vostro sistema di potere?
Sono stati informati che la Regione ha staccato un assegno da oltre 30 milioni di euro per ripianare il buco di bilancio dell’Azienda ospedaliera di Ferrara per il 2012? Sono informati che la Provin- cia di Ferrara è l’unica che annovera un assessore regionale e un sottosegretario alla Presidenza come nessuna altra provincia della regione può annoverare? Neppure le tre Province romagnole messe assieme hanno questo potente influsso. Per non parlare delle potenti Province emiliane?
Nella Conferenza Territoriale socio-sanitaria del febbraio 2012 che lei cita, il Comune di Comacchio era rappresentato dal commissario prefettizio, che depositerà in quella riunione un documento sottoscritto da tutte le forze associative e politiche – compreso il suo partito – di Comacchio con il quale si chiedeva di attendere l’insediamento della nuova Amministrazione prima di prendere decisioni definitive. Tale legittima richiesta non venne accolta dalla Presidente della Conferenza territoriale sociosanitaria.
In sostanza, uno dei più importanti Comuni della Provincia di Ferrara,e per di più interessato da due accordi regionali sottoscritti dal presidente di Regione (unico caso in tutta la Regione), ratificati dalla stessa Conferenza territoriale sociosanitaria, è stato completamente esautorato da qualsiasi percorso di confronto e condivisione e lei ha pure il coraggio di continuare a millantare di “percorsi democratici decisionali” attivati. Voi che avete stracciato unilateralmente persino i vostri accordi sottoscritti. Nel suo comunicato arriva persino a millantare percorsi istituzionali inesistenti.
Consigli comunali aperti; commissioni sanitarie speciali. L’unica Commissione sanitaria speciale che comprende oltre ai rappresentanti politici,rappresentanti della società civile (associazioni di volontariato) esistente in Provincia è quella di Comacchio. Tutti i tentativi fatti in altri Comuni sono sempre stati vanificati da sindaci di partito. Ma i sindaci non sono sindaci di tutti i cittadini? Evidentemente è la solita frase retorica. Il suo sottoposto, pensionato Asl – direttore generale di Ferrara, per quanto invitato più volte sia nella Commissione sanitaria che nei Consigli comunali straordinari non si è mai presentato. Adducendo a pretesto in alcuni casi l’imminenza di tornate elettorali. Un direttore generale Asl che si preoccupa di elezioni. Appunto la dimostrazione del fallimento del D.lg. 517/1993 con il quale si soppiantavano i vecchi Comitati di gestione (politici)
nominati non attraverso bandi di concorso ma in quota politica.

Il suo direttore generale Asl ha partecipato ad altri Consigli comunali, dove poteva contare su sindaci amici. Dall’agosto 2012, al suo presidente di Regione, quello che dichiara continuamente “chiamatemi e io ci sarò” (video sito Consulta) sono state inviate ben sei richieste di incontro da parte del Consiglio comunale di Comacchio, sempre cestinate. Ma è bastata una telefonata, nel corso delle elezioni amministrative 2012, al suo presidente di Regione da parte dei rappresentanti locali del suo partito per aprire le porte della Amministrazione regionale “di tutti i cittadini”, come dire che la Regione in fin dei conti è soltanto una sezione allargata di Partito. Solo dopo 16 mesi, dopo sei richieste, dopo i tafferugli con le forze dell’ordine avvenuti presso l’ospedale di Comacchio e dopo che voi avevate organizzato il “vostro golpe sanitario per salvare Cona” vi siete decisi, bontà vostra, democratici di Partito, ad acconsentire a un incontro “tipo G8 di Genova” nella sede della Prefettura di Ferrara con i legittimi rappresentati delle istituzioni locali di Comacchio. A decisioni già avvenute.
Un comportamento volgare, sprezzante delle istituzioni locali comacchiesi. Degno di un nuovo ceto di feudatari del bene pubblico. Perché siete questo. Egregio singnor Lusenti, lei non sa che cos’è “un percorso democratico istituzionale”, perché è troppo abituato a confondere tali percorsi con quelli di partito. Sistemi di potere tramontati a Est ma ancora in auge a Ovest. Una Conferenza territorialie sociosanitaria che approva un piano strategico anonimo, senza intestazione,e del quale non si sa chi sia l’ente proponente, senza nessuna delibera di adozione dell’atto, in netta violazione del regolamento di funzionamento della Ctss stessa. Un Presidente di Ctss che esclude il pubblico dalle assemblee inventandosi regolamenti personali e che gestisce le pubbliche istituzioni come se fossero una proprietà di partito. Sindaci che approvano atti fondamentali per il futuro della sanità provinciale senza nessun mandato da parte delle rispettive assemblee elettive. Una dirigenza Asl che modifica e corregge, successivamente all’approvazione, tali atti all’insaputa degli stessi sindaci.
E lei signor Lusenti cincischia di percorsi democratici?
Smettiamola con questa farsa che sa di regime. Come solo un regime ha potuto in questi 23 anni organizzare la più colossale truffa ai danni dello Stato in materia di appalti sanitari. Uno squallido e vergognoso attacco ai diritti legittimi della comunità di Comacchio. Lei è soltanto un “citatore” di democrazia, noi la democrazia quella Costituzionale la pratichiamo da 23 anni.
Noi cittadini la democrazia la difendiamo perché è da 23 anni che lottiamo per difendere la legalità istituzionale in questa provincia e in questa regione, legalità troppo spesso calpestata e sovvertita proprio da coloro che avevano l’obbligo di rispettarla. E da chi aveva l’obbligo di perseguire per via giudiziaria i reati contro le leggi dello Stato e le stesse leggi regionali.

La falsificazione del censimento del patrimonio edilizio sanitario regionale sui dati tecnologici dell’ospedale di Comacchio a cura di Sts-Techint spa

Egregio signor Lusenti, in queste due relazioni è descritto, seppur benignamente, tutto il marciume eversivo che è stato scaraventato contro la comunità di Comacchio. Un romanzo di illegalità. Una vera organizzazione addentellata in ogni ganglio della pubblica amministrazione per perseguire scopi illeciti. (Perizia d’ufficio commissionata in data 4/2/1997 dal Pm inquirente “Conclusioni…in relazione alle considerazioni fatte sui singoli fatti riguardanti l’appalto per la costruzione del nuovo ospedale di Valle Oppio e l’andamento dei lavori…si possono trarre le seguenti conclusioni che mettono in luce le irregolarità sintomatiche di fatti illeciti”.)
Successivamente l’autore coraggioso di quelle due relazioni riservate verrà “democraticamente” spostato in altra sede.
Il Censimento regionale è la fase propedeutica al Piano investimenti regionali di cui all’art.20 L.67/88. Con il Decreto ministeriale numero 321 dell’8 agosto 1989 vengono stabilite le procedure per l’attuazione dell’art.20 con il quale sono stanziati 30 mila miliardi di lire per il riammoder- namento del patrimonio edilizio sanitario nazionale. Il Censimento ne è la fase iniziale. Per poter dimostrare l’impossibile ristrutturazione (e ampliamento) dell’ospedale di Comacchio inaugurato il 31 maggio 1970 e pertanto il più moderno dell’intera Provincia (ospedale vocato all’emergenza-urgenza per il Basso Ferrarese nel II° Piano sanitario regionale) vengono volutamente alterati i dati edilizi e tecnologici del San Camillo.
E’ da chi Sts ha ricevuto le informazioni sull’ospedale di Comacchio? Perché gli addetti di Sts non si sono recati presso l’ospedale di Comacchio come si fa durante un vero censimento prescrive? Non si sono accorti che erano in corso da alcuni anni lavori per miliardi di lire per la realizzazione di tre nuove sale operatorie, 500 metri quadrati, e la realizzazione della rianimazione e dell’Utic (Unità terapia intensiva coronarica). Attrezzature che neppure il Sant’Anna di Ferrara potrà annoverare. Non si sono accorti perché le informazioni falsificate verranno trasmesse da Codigoro.
Da qui parte l’interminabile trafila del piano eversivo organizzato contro i legittimi diritti della comunità di Comacchio.

La sintesi del lungo elenco di reati penali mai perseguiti per via giudiziaria

1) Falsificazione delle procedure per l’ammissione al finanziamento dei progetti di edilizia sanitaria.
2) Falsificazione delle procedure per la valutazione tecnica degli studi di fattibilità , nel mentre il cosiddetto nucleo tecnico di valutazione m ministeriale doveva ancora concludere l’esame dello studio di fattibilità originale, l’ex Usl 33 di Codigoro ne approvava un altro totalmente diverso e aggiudicava l’appalto alla cooperativa Costruttori
3) Falsificazione delle procedure stabilite dal decreto ministeriale 389/89 sull’aggiudicazione degli appalti
4) Varianti urbanistiche illegittime approvate dal Consiglio comunale di Lagosanto in violazione della legge regionale numero 47/78 (allora vigente) delle norme di attuazione tecnica del Piano regolatore e dello stesso regolamento edilizio comunale.
5) Falsificazione dei pareri del Co.Re.Co. sulle delibere ex Usl 33
6) Rilascio di concessioni edilizie illegittime da parte del Comune di Lagosanto per illegittimità delle procedure propedeutiche a tale rilascio
7) Falsi cartelloni di inizio lavori
8) Impedimenti illegittimi ai rappresentanti del Comune di Comacchio nell’accesso agli atti pubblici
9) Truffa ai danni dello Stato nel progetto di variante di riduzione del nuovo polo ospedaliero di valle Oppio da 340 posti letto (in contrasto con la stessa programmazione sanitaria regionale) a 270, approvato dalla giunta regionale nel 1996, nel richiedere sempre lo stesso finanziamento a carico dello Stato nonostante la consistente riduzione dei costi, grazie alla connivenza degli apparati ministeriali che ne erano a conoscenza. L’allora assessore regionale alla Sanità darà una dimostrazione casereccia di come si governano le istituzioni regionali. Dal momento che i soldi sono stati stanziati perché ridarli indietro?
Si va fino alla violazione del capitolato speciale d’appalto che vietava il recupero degli arredi e delle attrezzature degli ospedali in dismissione. E alla vergognosa messinscena attuata con la delibera di giunta regionale n.2384 del 19 dicembre 2000, “Misure per l’attivazione del Polo ospedaliero di Valle Oppio” con la quale vennero stornati dal bilancio regionale ben 15 miliardi di lire per l’acquisto di attrezzature da destinare al nuovo ospedale, giustificando tale finanziamento con l’accusa infamante e diffamatoria contro i cittadini di Comacchio rei “di aver impedito il trasloco di tali attrezzature dal San Camillo a Valle Oppio”. Bugiardi. L’ennesima menzogna contro i cittadini di Comacchio. Non era il mancato trasloco di alcune attrezzature vecchie del valore complessivo di 2,7 miliardi di lire a impedire l’apertura di un ospedale nuovo che le leggi dello Stato finanziavano “chiavi in mano”. Un ospedale privo delle opere di urbanizzazione primaria quale la viabilita, che verra’ realizzata dopo l’apertura con 15 miliardi di lire stornati dai Patti d’Area.

Egregio singor Lusenti,
i suoi predecessori sapevano bene che i soldi destinati alle attrezzature tecnologiche erano stati divorati nel corso dei lavori di costruzione. (Documenti di studio sito web consulta ndr). Si confronti la lunghissima lista della spesa allegata alla delibera regionale con l’elenco delle attrezzature da traslocare. Nella lista mancavano solo le matite e le gomme da cancellare. Anche allora, come oggi, avevate orchestrato l’ennesimo imbroglio per coprire il quale sono stati picchiati donne e anziani inermi. Voi democratici di partito. Allora come oggi la stessa tecnica di trasformare l’impegno dei cittadini in un problema di ordine pubblico. Siete voi il vero problema di ordine pubblico. Siete voi i sovversivi della legalità costituzionale. E lei signor Lusenti dall’alto del suo scranno pretende di farci paura. Pessimo amministratore e pessimo politico. La comunita’ di Comacchio ha dato martiri nella grandiosa epopea del Risorgimento. Ha dato martiri nella lotta per la Resistenza. Ha dato martiri in epoca repubblicana nelle battaglie per il lavoro. E’ per questa ragione che non abbiamo avuto paura a difendere la legalita’ di questo Paese contro di voi.
Dall’alto del suo scranno cincischia di percorsi democratici. In una Regione dove si permette la vigenza di Piani Regolatori tutt’ora illegali approvati dai vostri amici della Provincia di Ferrara. In violazione delle stesse Leggi regionali. Dove un Ptcp (Piano Territoriale di Coordinamento per la Provincia) vigente, è in contrasto con le stesse leggi regionali, approvato da dirigenti amici degli amici. Dove una presidente di Provincia si permette di inoltrare alla UE progetti illegali per volontà politica. Dove si approva una legge sui Consorzi di Bonifica, ma da due anni non si può applicare perché la sua Giunta regionale, furbescamente, non ha ancora deliberato le linee guida per la formulazione dei Piani di classifica permettendo al Consorzio “Pianura di Ferrara” di rubare soldi dalle tasche dei cittadini comacchiesi. Dove i dirigenti di un Consorzio di Bonifica si possono permettere di dichiarare il falso a Commissioni tributarie provinciali accondiscendenti. E mi fermo qui, perché sono stanco. Risulta evidente da quanto scritto che siamo in presenza di una sfida mortale. Il vostro sistema di potere e noi cittadini. Noi non molliamo. Avete trasformato il Comune di Comacchio in una sorta di Terra dei Fuochi. Dove l’illecito,l’illegalità si sono trasformati in sistema di gestione della cosa pubblica. Una guerra mortale che auspico vivamente che trovi riscontro in un’aula di tribunale

In fede
Manrico Mezzogori presidente della Consulta popolare del San Camillo.
Consulta popolare San Camillo

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it