Skip to main content

L’incontro tra i due gameti, l’ovocita e lo spermatozoo: è uno spettacolo esplosivo, un evento straordinario. Di lì nasce la vita, un organismo intero, costituito da circa centomila miliardi di cellule con proprietà diversissime.
Ma come è possibile! Che ogni embrione dia origine a un intero corpo, a una testa con due occhi dello stesso colore, due labbra simmetriche o due mani, ciascuna con le cinque dita ben proporzionate, dal pollice al mignolo, e con la loro unghia, quasi invisibile nel bambino appena nato. Che ogni embrione dia origine a una retina, la cui struttura è un complicatissimo intrico di quasi venti strati di diverse cellule nervose, i cui filamenti confluiscono nel nervo ottico (estroflessione Diencefalica). Per non parlare della struttura cerebrale: la sintesi del pensiero e della coscienza.

Quando lo spermatozoo ‘vincente’ fra milioni di contendenti riesce a penetrare nell’ovocita, inizia il processo della fecondazione. Entro poche ore i due gameti si fondono e diventano un’unica cellula, detta zigote (microscopica cellula). Dopo un giorno lo zigote si suddivide in due, poi in quattro, poi otto cellule e si forma un ammasso simile a una mora, detto appunto morula. Le otto cellule della morula sono identiche e ciascuna sarebbe in grado di dare origine a un organismo completo. Tra terzo e quinto giorno la morula si divide in sedici cellule, dando luogo anche a una cavità interna ripiena di liquido, che è detta blastocisti. Dopo il quarto-quinto giorno, nella blastocisti si separa una masserella cellulare interna, distinta dalla rimanente zona periferica che la circonda. La blastocisti è ancora nella tuba e sta per impiantarsi nella mucosa uterina. L’impianto si verifica dopo circa 7 giorni dalla fecondazione. Le cellule centrali della blastocisti, dette embrioblasto, continuano a moltiplicarsi e iniziano a disporsi come un cordone con due estremità, due poli. In questo cordone si evidenziano le prime cellule nervose dell’embrione (all’incirca verso il quattordicesimo giorno).
L’embrione, e poi il feto, immerso nel liquido respira grazie alla placenta materna, che gli fornisce l’ossigeno. Alla quarta settimana di sviluppo si distinguono già un capo, una ‘coda’ e un tronco centrale. Compaiono gli abbozzi del fegato, dei reni, dell’occhio. I futuri arti inferiori e superiori cominciano a evidenziarsi alla fine della quinta settimana, mentre all’interno della testa inizia a prendere forma il cervello. I muscoli iniziano a contrarsi.
L’embrione continua a crescere e si sviluppa nel feto. Nei mesi successivi il feto continua il suo sviluppo fino, di solito, al nono mese, quando avviene il parto.
Questa è la descrizione biologica di ciò che avviene con la fecondazione.

Tutte le cellule che costituiscono la macchina perfetta, o meglio un sistema perfetto, sono viventi perché sono cariche di elettricità. Da anni si conoscono chiaramente i dati elettrici delle cellule. Quando la cellula è carica elettricamente, si instaura una differenza di potenziale tra l’interno e l’esterno della membrana che la delimita, pari a – 90 millivolt. Quando si scarica, passa da -90 a +20 millivolt. Nel principio fu il neutrone, il protone e l’elettrone… sbucati da nessuno sa dove. Un giorno, per caso, da un’ulteriore combinazione di questi tre piccole cosine è nato…il primo esserino monocellulare.
Dal nulla la vita, dalla materia inerte qualcosa di vivo, da monocellulari diventiamo pluricellulari…pazzesco!

“Vi auguro di non essere mai tranquilli!” (don Luigi Giussani)

tag:

Nuccio Russo

È osteopata ed esperto in tecniche ergonomiche e posturali, studioso e ricercatore in anatomia craniale per lo studio delle cefalee. E’ nato e risiede in Sicilia, opera come consulente in diverse città fra le quali Ferrara, ed è conferenziere internazionale in Biofisica informazionale. Ama lo sport e la cucina macrobiotica.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio  a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato 10 anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato Periscopio e naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale.  Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 

Oggi Periscopio conta oltre 320.000 lettori, ma vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it