Una delle problematiche più comuni nella società moderna è il mal di schiena e le strategie di intervento davvero efficaci per risolverlo risultano essere molto limitate. Ciò è dovuto anche al fatto che i meccanismi alla base di tale problematica sono molteplici e che la maggior parte di questi risultano essere ancora non del tutto chiari.
Per esempio, l’avreste mai detto che fra i fattori determinanti nell’insorgenza del mal di schiena troviamo l’alterazione del normale meccanismo di respirazione? Quando cioè l’attività del muscolo diaframma viene sostituita dai muscoli accessori della respirazione (scaleni, sternocleidomastoidei e trapezi) e si passa così da una respirazione “diaframmatica” a una respirazione definita “clavicolare”.
Il diaframma, come dimostrato da diversi studi, è implicato nelle problematiche del mal di schiena perchè ricopre un ruolo molto importante nel complesso meccanismo di stabilizzazione della colonna vertebrale, che per comodità definiremo in questo articolo con il termine di “core stability”.
Ma non è finita, respirare correttamente utilizzando il diaframma ha anche molti altri benefici: migliora l’apporto di sangue agli arti inferiori e favorisce il drenaggio linfatico dagli stessi; migliora il movimento degli organi favorendo la digestione e l’evacuazione intestinale; cura e previene l’ernia iatale; riduce il reflusso gastro-esofageo. Infine il diaframma riveste una grande importanza anche sul piano emozionale contribuendo a gestire lo stress e gli stati d’ansia.
Diaframma e mal di schiena
La funzione posturale del diaframma è molto importante sia nella cura sia nella prevenzione del dolore lombare, in quanto riduce i carichi assiali (dall’alto verso il basso) sulle vertebre e i dischi intervertebrali.
L’aumento della pressione intra addominale a ogni atto respiratorio da parte del diaframma e la conseguente attivazione coordinata e bilanciata dei muscoli che contribuiscono alla core stability forniscono quel meccanismo automatico e inconscio definito “feed-forward control mechanism”.
Questo assicura la stabilità del tronco durante lo svolgimento di un qualsiasi movimento volontario degli arti superiori e inferiori, fornendo in questo modo non solo una solida base di appoggio dalla quale il movimento si genera, ma allo stesso tempo riducendo anche le forze compressive sulla colonna vertebrale.
Le persone che soffrono di mal di schiena hanno tutte in comune un’insufficiente attivazione del diaframma: questo non permette l’aumento della pressione intra-addominale e la conseguente messa in tensione dei muscoli del core. In questo modo i muscoli superficiali della schiena e del bacino sono costretti a contrarsi in maniera ripetuta e sostenuta per sopperire a questa mancanza riducendo di conseguenza la mobilità della schiena, comprimendo le vertebre e i dischi intervertebrali e provocando di conseguenza il dolore.
L’osteopata attraverso alcuni esercizi cercherà di intervenire in modo da riuscire a riequilibrare la dinamicità diaframmatica, permettendo così un miglioramento netto della postura e della dolorabilità alla schiena.
Nuccio Russo
Caro lettore
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