Teresa De Sio e le sue canzoni entrano in carcere
Nel carcere di Ferrara Teresa De Sio doveva arrivare quindici giorni fa. Una brutta influenza l’ha costretta ad annullare il concerto a favore dei detenuti. Ma ci teneva davvero: sembra abbia avuto lo scrupolo di giustificarsi, inviando tanto di certificato medico alla Casa Circondariale Costantino Satta. Una promessa è una promessa, e ieri pomeriggio (12 dicembre) la grande interprete napoletana ha varcato porte e cancelli del carcere di via Arginone. Ad assistere all’incontro-concerto e ad applaudirla, gli agenti, gli educatori, e naturalmente i detenuti; questi ultimi godevano in via eccezionale di tre ore d’aria (e di musica). Finalmente fuori dalle celle.
Prima del concerto per pianoforte e voce, la proiezione di ‘Crai!’, un bellissimo docufilm, tratto da uno spettacolo ideato una decina di anni fa dalla stessa De Sio insieme al cantautore, scrittore e attivista politico Giovanni Lindo Ferretti, che mette in scena e racconta gli ultimi rappresentanti della tradizione popolare dei Cantori di Puglia. Poi Teresa De Sio incomincia a cantare, accompagnata alle tastiere dal pianista Francesco Santalucia. Canta alcune delle sue canzoni più conosciute: la famosissima ‘Voglia ‘e turnà’ (entusiasmo fra il pubblico) e ‘Chi tene ‘o mare’, un omaggio all’amico scomparso Pino Daniele. Conclude con una canzone nuova, tratta dall’ultimo album ‘Puro desiderio’ che da febbraio porterà in giro per l’Italia. Non è una canzone scelta a caso. Sembra proprio una dedica affettuosa a tutti i carcerati. Si intitola ‘Mia libertà’.
Alla fine (e appena prima degli abbracci e delle foto ricordo), la nuova direttrice del Casa di Detenzione Maria Nicoletta Toscani – arrivata a Ferrara all’inizio di quest’anno – sottolinea come sia importante portare l’arte e la cultura dentro il carcere. E promette: “Questo è solo il primo di un lungo ciclo: abbiamo in programma trentacinque incontri pubblici con tanti docenti dell’Università di Ferrara, titolo della rassegna: Cultura e Libertà.”.

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Francesco Monini
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)