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da: GRUPPO DIRE BASTA, FERRARA

 Mentre nelle cronache di questi giorni si allunga il triste elenco dei femminicidi, un’emergenza che ogni volta pare esplodere all’improvviso, le donne che sono riuscite a uscire dalla violenza restano ancora una realtà di cui si parla molto poco. Nel nostro territorio alcune di loro si sono organizzate all’insegna dell’auto aiuto, fondando il gruppo “Dire Basta”, attivo a Ferrara da circa due anni, un contesto collettivo per donne vittime di violenza, dove si aiuta e ci si aiuta e si può scoprire presto di avere attivato risorse individuali importanti. Il gruppo è un luogo di incontro rispettoso e protetto, dove il dialogo si basa sull’ascolto sincero, privo di pregiudizi e attento all’esperienza condivisa, crea conoscenza di sé e maggiore consapevolezza, promuove cambiamenti di prospettiva personali e favorisce nuove strategie per uscire insieme dalla violenza. La partecipazione è libera e gratuita, fondata sul rispetto della riservatezza e si accede con un primo colloquio di conoscenza, contattando l’indirizzo: segreteria.fe@csvterrestensi.it

«Quando si è vittime di violenza ci si sente spesso in colpa o si tende a sminuire la gravità della situazione – spiega Cristiana, facilitatrice del gruppo – Si convive con un dolore profondo, in una condizione di isolamento e paura da cui non si può uscire da sole. Nel gruppo di auto aiuto ci si sente finalmente ascoltate. E’ questo il primo passo del nostro percorso in cui si pratica l’ascolto empatico, si sospende il giudizio, ci si riconosce l’una nell’altra, si trova vicinanza e sostegno. Il confronto sincero che avviene fra di noi è unico, ci rafforza e ci fa aprire gli occhi sulle soluzioni. Attraverso il confronto lavoriamo su noi stesse e sul nostro benessere”

Dopo l’arrivo del covid  “Dire basta” ha continuato le sue attività grazie a un uso inedito di chat, social e videoconferenze che si è rivelato innovativo per la conoscenza e il sostegno reciproco, allargando le prospettive di partecipazione. Ad oggi gli incontri proseguono con modalità mista, nel rispetto delle normative vigenti, con un numero limitato in presenza e una parte collegata via internet.

“Da inizio pandemia abbiamo avuto un aumento delle richieste di aiuto e, via internet, abbiamo potuto raggiungere nuove partecipanti che risiedono anche in altre provincie e regioni italiane – continua Cristiana –  Nel contesto pandemico molte donne e bambini sono costretti a casa con mariti, compagni e padri violenti e questo non ha migliorato le cose. La violenza contro le donne è purtroppo un fenomeno invisibile e silenzioso che attraversa tutti gli strati sociali. Le esperienze che stiamo affrontando partono soprattutto da vissuti di violenza psicologica, ma ci sono anche la violenza economica e lo stalking, agiti spesso da ex compagni ed ex coniugi. Molte volte la violenza viene subita anche dai figli della vittima con gravi conseguenze, ecco perché è importante combatterla alla radice e trovare strategie di prevenzione, promuovendo integrazione tra i servizi di aiuto già esistenti e un cambiamento sociale e culturale”

Il gruppo “Dire Basta” aderisce alla Rete ferrarese delle realtà di auto mutuo aiuto, una rete territoriale che comprende circa una quarantina di gruppi formali e informali attivi nel territorio su varie tematiche, tra cui dipendenze, patologie croniche, elaborazione del lutto, disabilità, genitorialità, problematiche di coppia

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A. Gessi – R. Fontanelli


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

La redazione e gli oltre 50 collaboratori scrivono e confezionano Periscopio  a titolo assolutamente volontario; lo fanno perché credono nel progetto del giornale e nel valore di una informazione diversa. Per questa ragione il giornale è sostenuto da una associazione di volontariato senza fini di lucro. I lettori – sostenitori, fanno parte a tutti gli effetti di una famiglia volonterosa e partecipata a garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano che si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori, amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato 10 anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato Periscopio e naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale.  Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 

Oggi Periscopio conta oltre 320.000 lettori, ma vuole crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
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