Domenica 16 luglio è stato siglato a Tunisi l’ormai famoso “Memorandum Tunisia – Unione Europea”. Gran commis Giorgia Meloni, ritratta in tutte le pose sorridenti e stringimano possibili. Il nome “memorandum” evoca il patto siglato con le milizie libiche e fior fiore di criminali vari di quel disgraziato paese, dal governo italiano nel 2017, per volere di Minniti. Sarebbe bastato questo per suggerire a un ghost writer avveduto, di usare un altro termine.
Più si chiude la possibilità per donne, uomini e bambini, per famiglie divenute erranti per costrizione, di avere il modo di migrare dove scelgono di voler provare a vivere, e più aumenterà la “migrazione illegale”.
Migrare, un diritto umano riconosciuto nella Dichiarazione Universale, non può essere “illegale”. E soprattutto, le persone che migrano non possono essere illegali. Nessun essere umano è illegale.
E certo, il tutto va letto in maniera assolutamente olistica: la transizione energetica “verde” di cui si blatera, andrebbe messa insieme al tema delle concessioni a favore dei colossi europei del “nero” petrolio e del gas, che pompano dal sottosuolo miliardi di extraprofitti in cambio di pochi spiccioli per chi li ci abita.
O la “valorizzazione della società civile”, capitolo incredibile e davvero da leggere, dovrebbe essere raffrontata allo scioglimento in Tunisia di ogni cosa democraticamente eletta, all’arresto degli oppositori politici e dei giornalisti scomodi, al potere concentrato su un solo uomo, grazie a un referendum farsa celebrato senza popolo.
Saïed è un’autocrate che per prepararsi alla firma del Memorandum, ha fatto catturare casa per casa 1200 migranti che abitavano in Tunisia, e li ha fatti deportare in due diversi pezzi di deserto, uno al confine con la Libia e uno al confine con l’Algeria. Sono morti a decine, bambini, donne incinte, di sete, di caldo del giorno e di freddo della notte.
Sorridevate per quello nelle foto con lui, cari rappresentanti della civiltà cristiana e democratica europea? Certo, perché Saïed ha detto, nonostante foto e video che hanno fatto il giro del mondo, che si tratta di “fake news” delle Ong. Sempre lui, nel discorso di febbraio con il quale ha dato il via alla campagna di odio razziale contro i “neri”, parlava di un piano per la sostituzione etnica in Tunisia. Viene il dubbio che questo stretto rapporto tra Italia e Tunisia, preveda la condivisione tra i due governi anche dei responsabili della comunicazione.
La Geo Barents ha effettuato 11 operazioni di soccorso in sequenza, coordinata dalla Guardia Costiera italiana. La Libia, per far vedere che è cambiata, si è intestata il salvataggio alla frontiera con la Tunisia, nel deserto, di parte dei deportati abbandonati da Saïed. Speriamo che ora non li “accolgano” in un lager. Il Parlamento Europeo ha votato per acclamazione una mozione in cui chiede una missione di soccorso in mare europea. Salvini parla di tasse, perché non sa come spiegare agli elettori cornuti di Pontida, che il “suo” governo ha fatto il decreto flussi per migranti in ingresso per lavoro, più grande da dieci anni, per mezzo milione di migranti. La rozza e brutale “dottrina Minniti”, a causa della quale tanti e tante sono stati uccisi e violentati nei lager in questi anni, o sono morti in mare, sembra lasciare il passo ad una più raffinata strategia “olistica” di parternariato come si deve.
(pubblicato sulla pagina Fb dell’autore)
In copertina: Tunisi 19.07/23: la stretta di mano tra il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il Presidente Dittatore tunisino Kaïs Saïed dopo la firma del Memorandum (foto da Avvenire)
Luca Casarini
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