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Da: Ufficio Stampa Cgil Ferrara

 

Stando all’ultima uscita del Vicesindaco Lodi nella quale afferma che “stiamo subendo il peggior regime degli ultimi 100 anni”, noi professionisti della salute delle Aziende ferraresi avremmo qualche puntualizzazione da fare.

La decisione presa dal Governo di “sospendere le attività di ballo, all’aperto e al chiuso, che abbiano luogo in discoteche e in ogni altro spazio aperto al pubblico” e rendere obbligatorio l’utilizzo della mascherina “anche all’aperto dalle 18 alle 6 nei luoghi con rischio di assembramento o in altri luoghi aperti al pubblico”, ha il solo scopo di tentare ancora una volta di arginare questa pandemia che da mesi sta attanagliando non solo il nostro paese ma l’intero mondo.

Le discoteche e le sale da ballo sono per eccellenza luoghi di promiscuità dove è impossibile garantire misure di prevenzione del contagio di questo virus quindi non vi sono altre soluzioni possibili oltre alla temporanea chiusura dei locali; questo è dettato anche dal fatto che stando all’OMS “la pandemia nel mondo è entrata in una nuova fase, in cui è spinta da contagi nei giovani sotto i 40 anni e con un maggior rischio per le fasce più vulnerabili”.

Chi ricopre incarichi istituzionali non dovrebbe contrapporre fintamente lavoratori di settori diversi, ma lavorare per garantire la sicurezza di tutti. Non si tratta di voler azzerare o spazzare via un comparto come quello del divertimento, ma molto più semplicemente di ridurre i contagi.

La salute è il bene più prezioso che una persona possa avere e noi professionisti, quelli definiti più volte eroi, quelli ai quali venivano consegnate pizze e generi alimentari di ogni sorta, quelli che hanno lottato contro una guerra ad armi impari, abbiamo il dovere etico e deontologico di salvaguardarla appoggiando e sostenendo con tutta la nostra forza le misure anti – diffusione emanate dal Governo per  contenere questo maledetto virus.

Noi, un tempo eroi e già messi in disparte, siamo sempre li ad aspettare un’altra ondata con la sola differenza che ora siamo più preparati per combattere la guerra perché il nemico già lo conosciamo, nemico che per colpa di persone becere e non curanti delle restrizioni faremo fatica a batterlo, ma noi lottiamo per vincere non per essere vinti.

Noi ci siamo stati, ci siamo e ci saremo sempre.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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