Comacchio e il “patto del mattone”
da: organizzatori
“Il mondo alla rovescia è a Ferrara”. Lo sostiene il quotidiano La Stampa in un suo recente servizio sul “paradosso di Carife, vittime e carnefici insieme”. Il giudizio severo è ancor più fondato se si pensa alle tante vicende emblematiche vecchie e nuove della nostra provincia. Dall’aeroporto in città agli ospedali in campagna. Per non parlare dell’idrovia trattata come se il mare lambisse le Mura estensi. L’ultimo rovesciamento della realtà è andato in scena questo giovedì, all’ombra del Trepponti e in un clima mortificante da ‘Le mani sulla città’, con la rappresentazione alla Polivalente del ‘Patto per il lavoro’ di Comacchio. Uno spettacolare e sfacciato embrassons-nous di istituzioni e associazioni di categoria per recitare del tutto e del niente. Di tutte le meraviglie del Delta che l’intero mondo ci invidia. E del niente in riguardo al vero core business dell’intesa immediatamente dopo sottoscritta. Che non è la crescita sostenibile e durevole del lavoro. Ma, invece, un inqualificabile Patto del Mattone per sacrificare sull’altare della rendita fondiaria e della produzione di beni-rifugio proprio ciò che di buono è sopravvissuto a Comacchio dopo la devastazione delle zone umide e della costa del Delta. Come ben insegna la variante urbanistica ‘rottama-campeggi’ del Comune di Comacchio. Del resto il modello sviluppista in salsa emiliano-romagnola si sublima a pochi passi da Comacchio nell’arte dell’impossibile coltivata a Ravenna che è allo stesso tempo patria del mosaico e delle trivelle. Motivo di più per andare a votare in massa SI al referendum del 17 aprile.
Circolo di Comacchio
Rifondazione Comunista
Circolo del Delta
Sinistra Ecologia Libertà

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Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)