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Bernard Tirtiaux e Pietro Pizzuti, artisti
per la Agorà degli Abitanti della Terra

Bruxelles 23 ottobre 2022

Signore e Signori che NOI rappresentate,

Vi interpelliamo in nome dell’Agorà degli Abitanti della Terra, in nome dei vostri elettori che vi hanno scelto per difendere la vita nella sua molteplicità, la vita degli uomini depredati, la vita delle foreste sradicate, la vita dell’aria, dell’acqua, del mondo animale che si sta deteriorando in modo drammatico come il clima.

Non vi abbiamo chiamato per servire gli interessi di approfittatori predatori che sperperano, monetizzano, controllano, si appropriano del bene comune al solo scopo di far crescere il capitale dei loro azionisti.

Siete i nostri ambasciatori, i garanti delle nostre libertà e delle nostre aspettative. Siete i nostri eletti e mangiate al tavolo della grande finanza, brindate con i mega ricchi che monopolizzano il nostro pianeta con le perniciose armi del profitto.

Vi abbiamo dato il nostro voto a gran voce ed è in un ululato collettivo che ci rivolgiamo a voi per denunciare il vostro tradimento. Trafficate e obbedite alle leggi del mercato, tollerando giochi di potere e di denaro. Sostenete con miliardi la guerra, trascurando i diritti alla salute, all’educazione, all’aiuto agli indigenti, al sostegno degno e fraterno di sorelle e fratelli in fuga… Dov’è la campagna per l’abolizione della povertà nel vostro programma iniquo, tendenzioso e mortale? Ciò che state infliggendo impunemente all’umanità è criminale ed ella non vi riconosce più.

Quello che vogliamo con voce unanime è l’avvento di un’altra gestione del vivere insieme, in armonia con il Vivente, preservando e coltivando i valori sacrosanti della vita nel rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

La vita sulla Terra, le sue risorse vitali e in particolare l’acqua, sono proprietà comuni e non possono in nessun caso essere quotate in borsa. Ignorare tale manipolazione ci rende complici di un imperdonabile crimine contro l’umanità. 30.000 persone di cui 5.000 bambini muoiono ogni giorno per mancanza di acqua o per ingestione di acqua putrida. Queste cifre esploderanno se non si pone fine, oggi, a questi giochi speculativi.

Con tutte le donne e gli uomini di cuore, con il piccolo popolo degli artisti coinvolti, gridiamo la nostra indignazione in questa funesta data di anniversario della prima quotazione in borsa dell’acqua, che si è svolta a Chicago, il 7 dicembre 2020.

Come simbolo della nostra denuncia, innalziamo davanti a voi questa statua della spoliazione, fatta di secchi vuoti ed asciutti (vedi sopra: Statue de la spoliation construite de seaux vides et secs, N.d.r,)  l’immagine di un disastro senza precedenti che voi approvate per domani e che noi condanniamo con forza ed insistenza da oggi.


Agorà degli Abitanti della Terra

Iniziativa ampia che ha come obiettivo il riconoscimento dell’Umanità come attore principale nella regolazione politica, sociale ed economica a livello globale.

Cover: la grande statua di secchi vuoti e asciutti realizzata e installata a Bruxelles da Bernard Tirtiaux e Pietro Pizzuti .

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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