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E’ Terni la prima realtà italiana che ha deciso di abolire progressivamente l’uso delle cannucce di plastica monouso dai locali della movida cittadina. Questo l’obiettivo di un’importante iniziativa – su base completamente volontaria – per l’ambiente partita dal capoluogo di provincia umbro, sulla scia dell’analoga campagna lanciata a Londra, lo scorso 15 gennaio, dalle pagine del quotidiano ‘Evening Standard’. Il progetto è ambizioso e mira a cercare delle soluzioni concrete a un problema reale. Londra chiama a un impegno ambientalista e Terni, nello specifico, risponde. Risponde una città che spesso si trova al centro delle cronache per questioni di carattere ambientale vista la presenza, sul suo territorio, di una grande acciaieria, di un polo chimico e di ben due inceneritori. Da qui la proposta di un gruppo di ragazzi ternani – Christian Armadori, Eleonora Angelelli e Antonio Metastasio – residenti a Londra, che hanno pensato di esportare la campagna ‘The last straw’ (l’ultima cannuccia) nella loro città di origine, trovando sul territorio il supporto dell’associazione culturale TerninAction (Cristiano Muti presidente e Rita Burattini vice presidente) per l’attuazione pratica dell’iniziativa: sono 27 i locali che hanno già aderito in pochissimi giorni alla campagna. Il desiderio è che a partire dall’esempio di Terni si cominci a voltare pagina nei termini più globali della lotta per la salvaguardia del pianeta.

Ecco dunque le origini di questa campagna chiamata appunto ‘Terni prima città italiana plastic straw free’. Gli esercenti della città umbra interpellati hanno risposto con entusiasmo: dai proprietari dei caffè più esclusivi, a quelli dei pub più frequentati dai giovani, al punto che l’iniziativa si sta adesso allargando ad altri bar sparsi su tutto il territorio comunale, piccole frazioni comprese, provinciale e regionale. L’impegno è quello di abbandonare le cannucce in plastica monouso per sostituirle con altre di diverso materiale, fatte per esempio di bio plastica derivata da amido di mais (biodegradabili in 12 settimane), ma anche di carta, metallo e canna di bamboo. Ogni locale esporrà sulla propria vetrina l’adesivo ‘The last straw. Terni prima città italiana plastic straw free‘, in modo da renderlo subito riconoscibile al cliente.

Il promotore dell’iniziativa Christian Armadori: “Ho letto sull’’Evening Standard’ di questa importante campagna e ho preso consapevolezza della portata del problema. Ne ho poi parlato con Eleonora ed Antonio, altri due ragazzi di Terni emigrati a Londra per motivi di lavoro come me, e abbiamo pensato di esportare questa iniziativa nella nostra città. Sappiamo come Terni abbia problemi ambientali più urgenti e proprio da qui, per il forte valore simbolico, volevamo partire per coinvolgere l’Italia. La proposta, che abbiamo poi definito sul territorio con l’associazione Terninaction, rappresenta un piccolo gesto che può significare molto per il pianeta. Siamo orgogliosi di essere la prima città italiana che si impegna ad abbandonare l’uso delle cannucce di plastica e siamo molto soddisfatti che già tanti locali abbiano aderito al nostro invito. Sarebbe adesso importante che altre realtà italiane cominciassero a seguire il nostro esempio”.

Le cannucce di plastica, non riciclabili a causa delle loro ridotte dimensioni, risultano il quinto elemento inquinante presente sulle nostre spiagge. Secondo i dati di una ricerca condotta dalla compagnia britannica Eunomia, in Italia vengono consumati ogni anno circa 2 miliardi di cannucce. Occorrono 500 anni prima che una cannuccia possa completamente distruggersi.
Le cannucce possono causare gravi conseguenze per l’ambiente marino. Una volta in acqua, queste si suddividono in frammenti di piccolissime dimensioni, che rischiano di essere ingeriti dai pesci, ritornando poi nella nostra catena alimentare. In tempi recenti, a calamitare l’attenzione su questo serio problema ha contribuito un video, filmato in Costa Rica e cliccato su You Tube da milioni di utenti, in cui a una tartaruga veniva estratta dal corpo una cannuccia intera, con gravi sofferenze per il povero animale.

Da quando ‘Evening Standard’ ha lanciato la sua campagna ‘The last straw’, a Londra decine di grandi catene alberghiere e delle ristorazione hanno già aderito all’appello, impegnandosi a sostituire le vecchie cannucce con altre di diverso materiale a minore impatto ambientale. Basta farsi un giro per i pub della capitale britannica per rendersi conto di come la proposta stia raccogliendo consensi un po’ ovunque. Londra da sola consuma ogni anno circa 2 miliardi di cannucce di plastica, un numero impressionante, cioè la stessa quantità che l’Italia consuma invece nel suo insieme. Perfino la regina Elisabetta ha deciso di bandire l’uso delle cannucce nelle sue proprietà reali. E niente più cannucce neppure al London City Airport, al Natural History Museum e sui treni Eurostar che viaggiano tra Londra e le altre città europee.

Per info:
TerninAction (amotec) – Associazione Culturale

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Chiara Bolognini

Adora scoprire gli invisibili, dare voce a chi rimane nascosto, perché dentro tutti noi c’è sempre un mistero da svelare e qualcosa da imparare, condividere, amare. Di mestiere è giornalista e si occupa di comunicazione e marketing. E’ anche una counselor e una life coach, in formazione permanente. Adora il vino rosso, i tortelli con la zucca, la parmigiana, gli alberi, Mozart, Gaber e Paolo Conte. Ma soprattutto gli aquiloni e i palloncini che vagano, soli, nel cielo.

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