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da: Associazione PiazzaVerdi Ferrara

In questi giorni in diversi luoghi della città, ad esempio nella ciclabile di via Comacchio e in piazza della Repubblica, è previsto il diserbo, annunciato da specifici cartelli, con fluzasulfuron. Si tratta di un  prodotto chimico che il Ministero autorizza per queste operazioni in aree non agricole, perché considerato “meno” tossico di altri. La sua azione, infatti, si esplica solo contro i vegetali e non sugli animali, la sua persistenza nell’ambiente è abbastanza limitata (giorni, ma anche mesi, a seconda delle condizioni atmosferiche e del tipo di terreno). Comunque, se correttamente usato, non dovrebbero rimanere residui  tanto a lungo  da creare accumulo. Quindi perché preoccuparsi e perché chiedere, come chiediamo, lo stop a questa iniziativa?
Perché “meno” non significa “non”. Il bugiardino che accompagna il prodotto avvisa  che  questo diserbante è molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata. Il Ministero ci informa che in canali, stagni e laghi ci può essere una grave perdita  di biodiversità. Secondo il rapporto ISPRA del 2015 le sulfoniluree (classi chimiche a cui appartiene il flazasulfuron), potrebbero avere un impatto devastante sulla produttività delle colture non bersaglio e alterare strutturalmente e qualitativamente le comunità vegetali e conseguentemente anche gli animali selvatici da esse nutriti e ospitati.

A livello locale può succedere qualcosa? La biologia ci insegna che gli spazi lasciati liberi da specie più deboli vengono occupati da altre più forti e resistenti,  quasi mai di nostro gradimento. Negli Stati Uniti, dove il diserbante è stato usato da più tempo e più massivamente, stanno comparendo specie resistenti per debellare le quali è necessario usare dosi maggiori perdendo, quindi, rapidamente i vantaggi che prima erano  stati vantati. L’esperienza acquisita con l’uso massivo e irrazionale degli antibiotici in zootecnia insegnerà pur qualcosa!

Diserbare il bordo della ciclabile è quantitativamente poca cosa rispetto a trattamenti su altre aree (ferrovie, autostrade) e l’impatto sarà probabilmente limitato, ma stiamo vivendo un momento storico in cui tutte le energie devono agire sinergicamente per evitare  la catastrofe ambientale climatica verso la quale stiamo correndo a tutta velocità. In questo caso avere un approccio meno impattante è fattibile, senza troppa fatica, perché le metodologie a base di sistemi fisici, zappature, calore secco, vapore sono disponibili. Perché  non usarle?

 

 

VIA DELLA RESISTENZA 25 – FERRARA

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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