Skip to main content

Da: Slow Food

Eletta la nuova presidente della Commissione Europea

Slow Food: Bene le priorità dedicate alla crisi climatica, adesso servono impegni più consistenti sulla riforma della PAC e misure concrete verso una Politica alimentare comune pulita ed equa
Nonostante una visione di un’Europa più verde rispetto ai suoi predecessori, Slow Food esprime alcune perplessità nei confronti delle priorità annunciate dalla nuova presidente della Commissione Europea eletta ieri dal Parlamento Europeo, che non paiono sufficientemente rigorose ed esplicite per fronteggiare la crisi climatica che stiamo vivendo. Ursula von der Leyen, infatti, che sarà a capo della Commissione a partire da novembre, non ha suggerito alcun cambiamento nella Politica agricola comune, nonostante il settore agricolo e alimentare sia tra i fattori che più incidono su cambiamento climatico e perdita di biodiversità.

«La nuova Presidente ha parlato di impegni sul fronte climatico, promettendo di lavorare sulla prima legge europea sul clima e mettendo sul tavolo obiettivi molto ambiziosi, come raggiungere la cosiddetta neutralità climatica entro il 2050 o la riduzione delle emissioni del 50% entro il 2030. Risultati che per essere conseguiti hanno però bisogno di contenuti e politiche dettagliate: non ci si può occupare di crisi climatica senza rivedere la Politica agricola comune che, così come si presenta oggi, sostiene modelli che hanno effetti disastrosi sull’agricoltura europea, il clima e la biodiversità», commenta Rachele Lodi, consigliere internazionale di Slow Food.

Allo stato attuale, infatti, la riforma della Pac favorisce quel modello di agricoltura intensiva responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra su scala globale, mentre un recente studio a cura dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes – agenzia delle Nazioni Unite) denuncia una perdita di biodiversità senza precedenti. «Non si può rafforzare la biodiversità senza includere un modello agricolo ecologico come elemento fondamentale per ripristinare un ambiente sano e la capacità di produrre cibo buono, pulito e giusto», conclude Lodi.

Lascia ben sperare il fatto che la Presidente von der Leyen, eletta con 383 voti a favore e 327 contrari, abbia posto l’accento sul cambiamento climatico menzionandolo tra le priorità principali, ribadendo come «mantenere il pianeta in salute è una delle più grandi responsabilità e opportunità del nostro tempo». L’auspicio è che, grazie anche alla crescita di movimenti politici ambientalisti e in considerazione dei risultati delle scorse elezioni europee, la Commissione affronti temi come la crisi climatica in modo molto più audace e concreto rispetto al passato.

Per trasformare la filiera del cibo, dalla produzione al consumo, e renderla più pulita ed equa è però altresì fondamentale dar vita a una Politica alimentare comune, che non si limiti alla sovvenzione della produzione ma integri tutti gli aspetti che intercorrono lungo la filiera: dalla salute al commercio, dalla biodiversità al benessere animale, tenendo in considerazione le necessità e diversità dei produttori di piccola scala. Ecco perché Slow Food, insieme ad altre organizzazioni, ha chiesto la nomina di un vice presidente della Commissione che assicuri la transizione verso un sistema alimentare davvero sostenibile.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it