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Da: Giuseppe Toscano, Segretario Regionale Dc Emilia Romagna

Nell’antica Persia il governatore di una provincia si chiamava satrapo e godeva di immensi privilegi, di enormi proprietà, di amici pingui e fortunati, speculatori ingordi, il tutto a spese della povera gente. I satrapi furono spazzati via dagli arabi di Maometto che con u pugno di uomini e tanta fede li sgominarono combattendo contro enormi schiere di soldati l’un l’altro incatenati per non farli scappare. Rileggendo queste cose spontaneamente nasce la riflessione sulla nostra situazione ferrarese dove il satrapo forse non c’è più. Qui c’è il PCI che da settant’anni governa Ferrara pur nascondendosi dietro mutevoli sigle. La gestione per la gente è pessima: si pensi alle società, alle aziende, alle municipalizzate con clienti cresciuti nel tempo.
Facciamo un esempio: l’azienda municipalizzata delle farmacie ha un costo superiore a più del 30% sulla gestione diretta. Si chiudano i posti nel c.d.a. e si affidi il compito ad un assessore. Facile? No! Anche per le altre aziende, meglio accontentare amici pingui e fortunati.
Stanno arrivando i Lanzichenecchi, soldati luterani tedeschi che nel 1527 misero a sacco Roma con azioni non certo da galateo di mons. Della Casa (quei mercenari mi ricordano i leghisti che con elmi, corna e baffoni biondo-celtici si riunivano a Pontida). Non mi risulta che la Lega voglia fare una riduzione del bottino, ma occupare i posti esistenti dividendoli in percentuale ai voti conquistati con i propri alleati (c’è un tema grave: la sciagurata e permessa indiscriminata invasione di migranti favorita dalla sinistra, il problema del pattume che lo ritroviamo ovunque); anche con queste credenziali vuole mettersi a tavola. Ma per stare a banchetto occorre politicamente seguire pedissequamente mons. Della Casa: far rinunce a vantaggio della gente, non essere onnivori, saper maneggiare forchetta e coltello, usare bene il tovagliolo solo per pulirsi la bocca.
La DC ha nel suo programma la chiusura graduale di municipalizzate e società mangiasoldi con un galateo che voleva mettere a disposizione. Non si è voluto neppure un incontro! I ferraresi avranno allora un bel dilemma il 26 maggio. Dalla padella (dannosa come il PD) alla brace (devastante come i Lanzi).

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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