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12 Febbraio 2022

San Valentino Green

Tempo di lettura: 6 minuti


In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso, Aristotele

Strano, ma vero. Il colore dell’amore è il verde. Tutti pensano che sia il rosso, come il fuoco, le rose e la passione, e parrà quindi strana tale affermazione, perché meno nota, ma secondo la simbologia cromatica e quella dei chakra (i centri energetici), è il verde il colore dell’amore, simbolo della natura, intesa sia come vita in generale che come essenza del mondo interiore, simbolo della primavera, di rigenerazione e rinascita. In effetti, nella visione positiva che volgiamo avere (nessuno spazio alle delusioni e alle sofferenze, da ottimisti che siamo), l’esperienza d’amore è paragonabile alla rinascita della persona, alla fioritura primaverile, a una radicale trasformazione. Il quarto chakra associa questo colore a quel meraviglioso organo vitale che è il cuore: qui avviene la trasmutazione delle energie sessuali e narcisistiche in amore. Anche presso i Greci il verde era il colore dell’amore, tanto da essere consacrato ad Afrodite. Allora verde sia, in questa giornata dedicata all’amore!

Nel nome del verde, anche quest’anno, per San Valentino, ci possiamo unire al WWF, che invita tutti gli innamorati a “regalare un’adozione”. Un gesto d’amore per supportare le specie in via di estinzione, quelle in pericolo. Quest’adozione può avvenire in varie forme, che prevedono un contributo diverso a seconda dei kit da acquistare. C’è il kit con peluche, che prevede un pupazzo raffigurante l’animale che si vuole salvare e che sarà inviato al destinatario nel giorno di San Valentino o c’è il kit digitale a impatto zero, che consiste in un certificato digitale di adozione con la possibilità di scaricare wallpaper e fotografie relative alla specie supportata.  Ancora, c’è la possibilità del kit semplice, che prevede una scheda informativa sull’animale in questione, il certificato cartaceo di adozione e la lettera di Fulco Pratesi, presidente di WWF Italia. Scelte diverse, a portata di tutti. Per le adozioni si potrà allora scegliere tra un lupo, un elefante, un orso polare, un panda, una giraffa, un leopardo delle nevi, una tartaruga, una balena. Ogni scelta ha la sua descrizione dettagliata della specie. L’amore, in questo gesto “circolare” (per usare un termine molto di moda…), passerà dalla persona alla natura e agli animali, come tutti parte dello stesso mondo.

Un albero resta il più bel regalo. A questo pensa Treedom: piantare un albero e regalarlo a chi ami. Dagli anacardi ai baobab. Si può scegliere per paese, specie, quantità di CO2 assorbita o significato (dalla dolcezza del cacao alla longevità del palissandro). Bastano pochi click e il tuo albero inizierà a essere accudito in uno dei vivai dei progetti che sono realizzati in vari paesi del mondo. Quando sarà cresciuto abbastanza verrà consegnato a una contadina o a un contadino perché sia piantato e curato, così da crescere, assorbire CO2 e donare frutti. Si potrà seguire la storia del progetto a cui si contribuisce a dare vita. Una storia da coltivare e far crescere, proprio come un rapporto.

Perché non regalare semi? Oggi si trova anche la carta piantabile. Questa interessante carta è composta di scarti di fibre di cotone provenienti dai processi industriali (ci sono due grammature, da 140 e da 225 g, in fogli da 92 x 62 cm), per cui non è stato abbattuto nessun albero per la sua fabbricazione; è ottima per la biodiversità. Tutti i semi utilizzati sono di fiori melliferi, che alimentano api e altri insetti pronubi. contiene semi di sei varietà di piante, papavero, margherita, rudbeckia, lavanda, camomilla e menta selvatica, che attraggono api, farfalle e altri insetti. Come si usa? Va lasciata coperta d’acqua per una notte, riposta sulla terra e coperta leggermente, mantenuta poi sempre umida. In base al periodo dell’anno, dopo una settimana inizia a germogliare. Facile no?

Possiamo anche decidere di regalare un alveare. Basta rivolgersi a 3Bee, miele e tecnologia. Si può accedere alla mappa che si trova sul sito, scegliere il miele, la regione, l’alveare e l’apicoltore che curerà le api. Si sceglie il quantitativo di miele. Prima di concludere l’acquisto, basta flaggare l’opzione regalo e il destinatario riceverà o una mail o si potrà stampare il certificato da consegnare a mano con le credenziali. Grazie alla tecnologia, l’alveare è monitorato h24: grazie alla rilevazione dei principali parametri biologici delle api, come peso, temperatura, umidità e intensità sonora, si può seguire l’andamento, la crescita e lo stato di salute delle api, direttamente da smartphone.

Un po’ più impegnativo (anche per gli spazi di cui disporre) ma bellissimo, potrebbe essere il regalo di adottare un cane. Per noi di Ferrara, basta andare al canile comunale, che sorge su un’area di mq 7.500 mq. Qui si favorisce l’orientamento all’adozione definendo, per ogni cane, le situazioni relazionali di affiliazione più idonee, al fine di cercare di correlare le caratteristiche, le aspirazioni e lo stile di vita dell’adottante con le doti, gli orientamenti e le peculiarità del cane. In sostanza, il cane giusto per la persona giusta. Alla prima fase di accoglienza del futuro proprietario, rappresentata dall’orientamento, segue il percorso di preadozione che consiste, individuato il cane, in alcuni incontri in canile con l’Operatore addetto alle adozioni e/o con l’Educatore Cinofilo, durante i quali il futuro proprietario impara a gestire quel particolare cane. Le richieste di adozione sono rivolte direttamente al Canile. Un passo da fare con attenzione e assicurandosi di fare un gradito dono.

A Roma, dal 2004, c’è poi la Casetta dei gatti. Ci si può unire al gruppo TEAMING! aiutando la Casetta, con solo €1 al mese – ben piccolo regalo ma grande per altri – ad avere un’entrata costante e aiutare centinaia di micetti. Tra i palazzi, questo bel parco urbano nella zona di Roma Eur-Cecchignola, ospita tante macchioline colorate in mezzo all’erba: un rifugio per tanti gatti abbandonati e bisognosi. Oggi l’Associazione è una vera e propria oasi felina in città in cui i gatti possono correre felici, liberi di correre, giocare e saltare sugli alberi. Possono entrare e uscire liberamente dalla struttura e la notte possono dormire nelle cucce esterne o nel dormitorio al chiuso, per ripararsi da caldo e freddo a seconda elle stagioni. All’interno della struttura si trova una nursery, un’area dedicata alle mamme con cuccioli, e due aree dove sono accuditi i gatti in degenza o in fase di ambientamento. Il cibo viene preparato nella zona ristoro e poi distribuito all’interno della struttura.

L’amore a prima vista, per il Fondo Ambiente Italiano (FAI), è quel sentimento di irresistibile attrazione che si prova ogni volta che ci si trova di fronte a un paesaggio, un’opera d’arte o un monumento storico di straordinaria bellezza. Ecco allora che il giorno più romantico dell’anno può diventare un’occasione perfetta per un regalo speciale a chi si ama oltre che alla nostra bella Italia: solo entro lunedì 14 febbraio si potrà regalare l’iscrizione al FAI, eccezionalmente ridotta a meno 10€ su tutte le quote.

Le idee green, sostenibili e solidali per un San Valentino diverso potrebbero essere ancora tante… basta cercare.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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