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Ci risiamo con il ‘metodo Renzi’! Adesso tocca alla ‘riforma della giustizia’ essere annunciata con clamore e toni da ‘anno zero’… Ha ragione Massimo Giannini (“La Repubblica” di oggi…) a sottolineare tre punti. 1) Per ciò che riguarda il metodo, sarebbe troppo facile ricordare le promesse fatte e tradite: basta confrontare il famoso ‘cronoprogramma’ annunciato il 17 febbraio (quando aveva appena ricevuto l’incarico da Napolitano…) e le ‘riforme’ realmente (non virtualmente…) approvate. 2) Ora sulla giustizia vengono annunciate le ‘linee guida’, cioè un indice generico e di buone intenzioni: le ‘dodici palle’… E i due mesi di discussione annunciati? “Più che un grande esercizio di ‘democrazia partecipata’, ha l’aria di essere un astuto escamotage per comprare tempo e per vendere (all’Europa…) una merce che non si possiede”. 3) E’ falsa e stucchevole la rappresentazione che Renzi continua a dare del ventennio berlusconiano. Non è vero che si è trattato di un ‘derby ideologico’ tra fazioni messe tutte sullo stesso piano… Si è invece consumata un’aggressione sistematica da parte di Berlusconi e della sua banda nei confronti dei principi basilari dello Stato di diritto e della Costituzione italiana, con un’opposizione incapace, inerme e spesso complice…
Ma la storia non comincia con Renzi! Durante il ventennio si è discusso e proposto. Basterebbe prendersi il tempo di studiare testi e ricostruire fatti. Ma è più efficace, dal punto di vista emotivo e comunicativo, continuare a cavalcare l’onda dell’uomo ‘del fare’ che contro gufi e un passato da gettare finalmente è arrivato per risolvere tutti i problemi ‘mettendoci la faccia’… Finchè l’opinione pubblica dà segni di ‘crederci’ è evidente che Renzi non mollerà questo ‘giochino’… Del resto, chi si è preso il tempo di andarsi a vedere i precedenti dell’esperienza politico-amministrativa di Renzi (Presidente della Provincia e Sindaco di Firenze…) ha ben chiaro che questo è lo ‘stile’ dell’uomo che ha stravinto le ultime elezioni…
Conclusione ovvia: fin che dura questo ‘effetto ipnotico’ perché dovrebbe cambiare?

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Fiorenzo Baratelli

È direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara. Passioni: filosofia, letteratura, storia e… la ‘bella politica’!

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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