Pronto Ada, come stai? Aspetta che ti racconto. Devi sapere che il sant’uomo sta scrivendo il terzo volume della sua trilogia, così almeno dice lui. Lo vedo transitare tra cucina e tinello con aria peregrina e se gli rivolgo la parola non mi sente, oppure proclama: “Penso”, come a dire non rompermi le palle. L’altro pomeriggio, che era più in vena, ha preso a raccontarmi la trama del nuovo lavoro e io non capivo niente e assentivo, e più assentivo e meno capivo, finché lui dev’essersi stancato del mio silenzio attento, che lo usa anche Renzi quando non ha la maggioranza, mi ha piantato in asso dicendo: “Vado a fare una passeggiata, così penso meglio”. Dopo trent’anni di matrimonio felice non l’ho ancora capita la questione e cado in un madornale errore, gli chiedo, già che è fuori, di comperare un pacchetto di sale. Colto di sorpresa lo vedo turbato: “Come dev’essere il sale, grosso o fino?” “Grosso, amore mio, grosso, sempre grosso!” “Va bene, alla Conad hanno anche il sale iodato e quello di Cervia e quello rosa confetto, quale mi consigli di prendere?”. Cominciavo a pentirmi di avergli dato un incarico, ma non depongo il sorriso: “quello che vuoi, amore”. Secondo gravissimo errore, lasciagli libertà di scelta, però sopravviviamo. Ha indossato il cappotto, si accinge a varcare la soglia e… va. Non sono passati cinque minuti che suona il cellulare: “Mia adorata, senti che cosa ho pensato: già che vado al supermercato non è il caso che di sale ne compri due pacchetti, uno grosso e uno fino?” “Certo, amatissimo, certo lo sai che i tuoi pensieri sono santi!” Finita la passeggiata il sant’uomo ritorna. “Ho messo tutto sul tavolo in cucina!”. In cucina, deposto sulla tovaglia a fiori di campo, troneggia un imponente filone di pane toscano perfettamente insipido. Lo giuro, non turberò mai più la passeggiata del genio.
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Elettra Testi
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it