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Pronto Ada, come stai? Non mi faccio viva da un po’ di tempo perché in questi giorni sono stata molto occupata, e tu dici che non ho niente da fare! L’ha proclamato anche quel galantuomo di Landini nell’ultimo comizio davanti al Lingotto: sono da considerarsi senza lavoro uomini e donne che non hanno parenti, la Fiom lavora perché a chi per esempio dei cognati venga riconosciuto un Tfr doppio. E a me chi lo dà il fine rapporto doppio? Ignora forse Landini che colui il quale, come me, è in pensione da ven t’anni non ha più diritti tanto vale taccia? O che muoia? Andavo rimuginando questi insani pensieri mentre i miei amati parenti mi raccontavano la visita medica appena fatta dal dottor Negro. Devi sapere che gli amatissimi, uniti in matrimonio da sessant’anni e pertanto un po’ consunti, sono non proprio sordi, ma diciamo duri d’orecchio e qualche volta, non sempre per carità soltanto qualche volta, cadono in imperdonabili equivoci come l’altro giorno. “Sì, dice lei, il dottore me l’ha ripetuto che ho la leucemia, hai visto, caro, con quanta cura mi ha visitato, mi ha pesato e mi ha anche misurato, caso mai fossi cresciuta in altezza”. La parente, piccina, ha la fissa dell’altezza, non supera il metro e mezzo ma vedo il mondo popolato di donne “più piccole di me”. “La leucemia non perdona!, conclude terrorizzata ma forte, dobbiamo prepararci al peggio”. Il marito fa il marito, ossia, come sempre, tace. La sera, la piccina si presenta a cena indossando una impeccabile princesse fumo di Londra per allenarsi ai colori scuri del lutto e io, che, per dar conforto alla famiglia, mi ero messa tutta in una tiepida nuance fragola, mi sento una cacca. A notte il sant’uomo non riesce a dormire, lo sento che si agita tra piumone e lenzuola ”nessuno sa fare i letti in questa casa… se non ci fossi io a mettere a posto le coperte…”. Si, dolcezza, gli rispondo senza pronunciar verbo, ma perché, anziché rifare I letti, domattina non vai dal dottor Negro? Detto fatto: di buon’ora il sant’uomo va a fare la fila dal medico della mutua. “Mi dica, dottore, mi dica, che cosa posso fare per la leucemia di mia sorella?”. Una sonora risata è la risposta del medico. “No, no, non si tratta di leucemia, ma della meno epica anemia, un mesetto di “Calciofit B12” e va tutto a posto. Le dirò, avevo avuto il vago sospetto che fossero un po’ duri d’orecchi, che ci sentissero poco, insomma che, con quelle facce stralunate, non avessero capito un accidente. Che cosa direbbe di curare la leucemia di sua sorella con una bella lavanda alle orecchie?”

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Elettra Testi


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
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 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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