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da: Angela Alvisi

In relazione a quanto apparso sulla stampa locale nei giorni scorsi relativamente ai bilanci dell’ASP e al fatto che sul nostro sito si sia fermi ai dati del 2013, la situazione è presto chiarita: il consuntivo 2014 verrà approvato entro il mese di aprile 2015 mentre il preventivo 2015 sarà in discussione ed approvazione a fine marzo inizio aprile nel corso dell’assemblea dei soci appositamente convocata.
Detto ciò, è chiaro che la richiesta di informazioni e la preoccupazione espressa dalla consigliera comunale Paola Peruffo siano condivisibili e la sottoscritta non si esimerà dal compito.
E’, tuttavia, bene precisare una paio di questioni: il “nuovo” CdA a presidenza Boldrini si è insediato il 2 luglio 2014, quando cioè le linee di programmazione erano state concordate ed approvate dal precedente CdA e pertanto sia la precedente presidente sia la sottoscritta – nelle diverse funzioni ricoperte – poco hanno potuto incidere su scelte e indirizzi.
Al contrario, in occasione della presentazione della previsione 2015, l’attuale CdA è pienamente responsabile dei contenuti e delle poste in esso racchiusi.
Per quanto riguarda il quadro di preoccupazione espresso, è da me condiviso e provo a spiegarmi; veniamo da anni di riduzione dei finanziamenti: i tagli lineari che le diverse leggi di stabilità hanno prodotto sui Comuni si sono ripercossi su tutto il sistema e quindi anche sui nostri bilanci. Si è trattato di cifre importanti che sono venute meno a partire dal 2007 fino al 2014 e si aggiunga che su tali trasferimenti già ridotti, non c’è stato ovviamente l’adeguamento all’inflazione (che, per quanto bassa, su cifre a molti zeri concorre in modo significativo). A ciò si deve aggiungere la riduzione del FRNA per il 2012 (cifra importante anche questa) e la scomparsa per diversi anni del Fondo Nazionale per la non autosufficienza.
Al contempo, come la stessa consigliera evidenzia, in questi anni il bisogno e la domanda di servizi e sostegni sociali sono cresciuti notevolmente in coincidenza con l’acuirsi della crisi mentre le risorse delle famiglie si sono via via ridotte, molti hanno perso il lavoro, la disoccupazione dei giovani ha raggiunto livelli che sembrava impossibile toccare ancora, i processi demografici in atto chiederebbero più welfare ma da adeguare ai cambiamenti intervenuti: in proposito è interessante la lettura della 7° indagine del comune di Ferrara sulle stime di povertà delle famiglie ferraresi.
Fragilità e povertà, anche assoluta, sono in crescita anche sul nostro territorio.
Per le ragioni schematicamente esposte, sulle quali auspico vi siano occasioni per tornare magari anche in commissione consiliare, posso anticipare l’elevata criticità che anche il consuntivo 2014 presenta, ma su questo rinvio a quando avremo il quadro definito.
Invece è possibile anticipare alcune azioni e linee che informano il preventivo 2015:
– in questi mesi abbiamo lavorato alla elaborazione di regolamenti per la compartecipazione alla spesa sociale sia per le rette sia per la domiciliarità; è importante che il Consiglio Comunale li approvi al più presto sia perché concorrono a determinare il quadro delle regole sia perché affrontano il nodo di una compartecipazione più equa;
– per quanto riguarda la spesa per il personale, procederemo alla trasformazione di un certo numero di contratti da interinale a dipendente, con minori costi a carico dell’azienda: di tale personale l’Azienda necessita nel rispetto di quanto previsto dall’accreditamento;
– è in atto una profonda analisi delle modalità organizzative con cui eroghiamo i servizi utilizzando la pratica del confronto con quanto avviene in altre Asp con l’obiettivo di verificare ulteriori possibilità di efficientamento, per quanto molto sia stato fatto in questi anni;
– è stato attivato il monitoraggio periodico dell’andamento della spesa in relazione all’offerta di servizi;
– è nostra intenzione dar seguito a quanto espresso nel recente convegno sul welfare a partire dalla necessità di migliorare l’integrazione della programmazione in primis con l’Asl ma più in generale con i soggetti che “producono” servizi, facendo sistema e sollecitando una maggiore assunzione di responsabilità imprenditoriale;
– vogliamo ri-pensare alcuni servizi, in particolare la domiciliarità, per rispondere in modo più adeguato a tale bisogno e per far sì che tale tipologia di intervento aiuti a prevenire ricoveri in struttura;
– intendiamo attivare forme di intervento su minori e nucleo familiare per prevenire il deterioramento delle relazioni, causa degli allontanamenti che oltre ad essere dolorosi e ad intervenire quando il danno è già conclamato, risultano molto costosi;
– sono al vaglio azioni volte alla valorizzazione del patrimonio.
Risulta evidente che queste linee necessitano di una forte unità di intenti e condivisione con gli altri “attori del sociale” e che non tutti i percorsi che verranno intrapresi riusciranno a produrre risultati immediati. Posso tuttavia affermare che sarà nostra cura monitorare l’efficacia delle azioni e adoperarci perché l’integrazione da tempo evocata costituisca il terreno concreto di un nuovo welfare, innovativo e rispondente al mutamento dei bisogni e della società.
Concludo con una domanda: quanti cittadini conoscono davvero i servizi (quantità e qualità) che l’Asp eroga giornalmente? Anche questo deve diventare un nostro obiettivo.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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