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da: ufficio stampa e comunicazione FuturPera

Luciano Trentini, vicepresidente di Areflh, l’Assemblea delle Regioni Ortofrutticole Europee, organizzatrice del Congresso mondiale sulla pera, traccia un bilancio positivo della due giorni ferrarese

Le ultime delegazioni straniere stanno ripartendo in queste ore dopo le visite tecniche nelle aziende frutticole e nei vivai di Ferrara e si portano a casa un quadro di informazioni sulla pericoltura mondiale davvero ricco grazie ai tanti incontri di Interpera, il più importante convegno mondiale dedicato alla Pera che si è svolto il 19 e il 20 Novembre all’interno di Futurpera.
A margine del convegno è stato Luciano Trentini, vicepresidente di Areflh, l’Assemblea delle Regioni Ortofrutticole Europee organizzatrice di Interpera, a tracciare un bilancio del convegno.
Dott. Trentini è soddisfatto di questa 8° edizione?
«Non posso che esprimere soddisfazione per le centinaia di partecipanti e le delegazioni di 16 paesi arrivati per assistere al convegno. Sono numeri che fanno capire il grande interesse che c’è per il futuro della pera, ormai un prodotto globalizzato. Nei due giorni di incontri abbiamo fatto il punto sulla commercializzazione e sul rinnovamento varietale, grazie anche alla presenza di sperimentatori italiani, europei – in particolare francesi e spagnoli – e mondiali come i sudafricani e i sudamericani. Tante le informazioni raccolte tra cui spicca una considerazione su tutte: le pere per attirare il consumatore devono essere colorate con una sfaccettatura di rosso o rosata. La nostra è una pericoltura d’eccellenza anche se le nostre varietà hanno più di 100 anni e bisogna guardare al futuro, puntando su quelle nuove come Carmen, che ha destato molto interesse in chi produce, in chi commercializza e anche in chi la pera la mangia».
E a livello di mercato mondiale cosa è emerso?
«Buone notizie per la pericoltura italiana ed europea: il Sud America in questo momento, a causa di un cambio dollaro/euro sfavorevole, ha difficoltà ad esportare quindi dobbiamo approfittarne» Su cosa occorre lavorare in futuro?
Oggi l’Italia esporta poco più del 20% del proprio prodotto e non è più sufficiente. Belgio, Olanda e Spagna hanno numeri ben più alti. Certo per aumentare le esportazioni bisogna anche lavorare per abbattere le barriere fitosanitarie che ci tengono fuori da mercati importanti come la Cina. E poi dobbiamo investire sulla promozione del prodotto, far capire ai consumatori i vantaggi del mangiare pere e fargli conoscere anche le differenze tra le varietà, ce ne sono per tutti i gusti».
Il prossimo anno Interpera si svolgerà in Sud Africa e candidati per il 2017 sono gli Stati Uniti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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