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Non dire, mostra: l’omosessualità nell’arte visiva, nella fotografia e nella musica

Dopo il ciclo de ‘Il Lunedi dei libri proibiti’, dedicato alla letteratura a tematica omosessuale, Arcigay Ferrara ‘Gli Occhiali d’Oro’ presenta la nuova rassegna culturale a tematica LGBTI+ ‘Non dire, mostra’, che si terrà presso la sala Agnelli della Biblioteca Ariostea.
L’omosessualità nell’arte visiva, nella fotografia e nella musica è il fil rouge che lega i tre incontri della rassegna, che si pone l’obiettivo di approfondire come, nella storia, siano state rappresentate le identità queer e quale ruolo abbiano avuto le arti nella costruzione di un immaginario collettivo in riferimento all’orientamento sessuale e all’identità di genere.
Lunedì 6 marzo alle ore 17
Lla rassegna aprirà con ‘Una “nota” dolente’, in cui si parlerà dell’omosessualità nel mondo della musica colta tra pregiudizio e contraddizioni. Dai castrati ai grandi compositori, tra finto accademismo eterosessuale e revisionismo storico sarà l’argomento che il professore e contralto Marco Ciatto affronterà nella sua relazione.
Lunedì 3 aprile alle ore 17
La rassegna proseguirà con ‘Lo sguardo fluido’, la fotografia come linguaggio e strumento di rappresentazione di identità non conformi alla norma sociale, con la visione di reportage realizzati da Luciana Passaro visual designer e fotografa impegnata da anni nell’ ‘ARTivismo’ sociale.
Lunedì 8 maggio alle ore 17
La rassegna si chiuderà la presentazione dell’ultima opera di Vincenzo Patanè  ‘Icone gay nell’Arte. Marinai-Angeli-Dei’ (De Luca Editore d’Arte), una storia dell’arte e
dell’omosessualità che descrive il modo in cui l’immaginario visivo ha dato vita a uno spazio per artisti e pubblico in cui esplorare una pletora di desideri, sensualità e identità. Dialogherà con l’autore Manuela Macario, presidente Arcigay Ferrara “Gli Occhiali d’oro”. L’incontro rientra nelle attività dell’associazione dedicate alle giornata internazionale contro l’omotransfobia.
Arcigay Ferrara ‘Gli Occhiali d’Oro
Cover : Roberth Mapplethorpe e Patti Smith – foto di  Norman Seef, 1969
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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